Intrawine #10 | Il futuro di Bordeaux, il Prosecco di Kylie Minogue, Radice di Paltrinieri, Algeria e Zeitgeist

Intrawine #10 | Il futuro di Bordeaux, il Prosecco di Kylie Minogue, Radice di Paltrinieri, Algeria e Zeitgeist

di Massimiliano Ferrari

Arriva l’estate e porta con sé puntuale la decima puntata di Intrawine.

In questo nuovo, denso appuntamento troviamo un paio di approfondimenti dedicati a Bordeaux, territorio che si presenta sempre di più come laboratorio di cambiamento e innovazione. Passiamo poi al glorioso passato vitivinicolo dell’Algeria (ne parlai approfonditamente qui un anno fa), spazio poi ai vini dello stato di New York, il Prosecco Rosé di Kylie Minogue e altri spunti e letture per tenervi informati.

Let’s go!


Il futuro di Bordeaux fra innovazioni, biologico e vigne da estirpare
Se all’occhio italiano può sembrare che i vini di Bordeaux abbiano perso posizioni rispetto alla Borgogna, è innegabile che il territorio bordolese sia attraversato da un dinamismo – in termini di  nuove idee, sperimentazioni in vigna e cantina e pratiche che guardano sempre alla sostenibilità – che ha pochi eguali al mondo. C’è anche il rovescio della medaglia con il riscaldamento globale che pone riflessioni continue o anche la proposta di estirpare migliaia di ettari di vigneti a causa di una sovrabbondanza di vino di minor prestigio che non trova sbocchi commerciali. Ecco qui tre articoli su Bordeaux che sono uno meglio dell’altro.

Stephen Brook: “It is astonishing how rapidly changes can take place in Bordeaux region” (Decanter)

Bordeaux innovators: meet the names to know (Decanter)

È venuto il momento di estirpare i vigneti (Internet Gourmet)


La caduta di un gigante
Quella dell’Algeria fra i maggiori produttori di vino nella prima metà del XX secolo è una storia che mi ha sempre affascinato parecchio (praticamente nessuno sa che per vari decenni l’Algeria è stata il primo esportatore di vino al mondo). È una storia che mette insieme colonialismo, protezionismo, guerra, interessi economici e dà la misura, non mi stancherò mai di ripeterlo, di quanto il vino come qualsiasi altro bene viva di congiunture economiche e cambiamenti sociali. Qui c’è un’accurata presentazione dello sviluppo inarrestabile che ebbe la viticoltura nel paese nordafricano e della sua successiva, rovinosa caduta.

The rise and fall of a north african wine giant (Winemag)


Borgogna low cost
Ormai è un ritornello che ci insegue senza sosta. La Borgogna sta diventando inavvicinabile, anche una semplice bottiglia di appellation comunale costa uno sproposito, dieci anni fa si comprava tutto a due spicci e così di seguito. E quindi è tutto un cercare fra denominazioni minori e ancora poco frequentate, scouting in zone periferiche in cui imbattersi nel prossimo talento ancora sconosciuto e bere decentemente senza rimetterci il portafoglio. Questa situazione si riflette anche sulla difficoltà che incontrano giovani produttori ad entrare in queste terre. Per coloro che non hanno legami familiari nelle zone più celebri e non possiedono vigne l’unico modo per installarsi qui è cercare terreni fuori dalle denominazioni più prestigiose, che di rimbalzo diventano meta per chi vuole fare ricerca fuori dal gotha borgognone. Il pezzo qui proposto analizza questo stato delle cose, riportando di come le Hautes-Côtes della Borgogna rappresentino oggi la next big thing della Côte d’Or, una zona vitivinicola relativamente fuori dai consueti radar, che rappresenta una scommessa per il futuro sia per la qualità dei vini proposti sia come soluzione per sfuggire al problema pressante del riscaldamento globale. Quali saranno i futuri Grands Crus della regione?

Searching for Burgundy’s next Grands Crus (Wine Searcher)


Lo Zeitgeist del vino
Si può parlare di spirito del tempo quando l’argomento da trattare è il vino? Mi spiego meglio. Se doveste elencare un certo numero di bottiglie o produttori che secondo voi rappresentano il momento attuale nel mondo del vino chi scegliereste? In buona sostanza è quello che hanno fatto quelli di Punch, mettendo in fila quindici produttori con alcuni loro vini rappresentativi che sintetizzano il meglio della wine culture attuale. Si tratta di un’iniziativa a mio parere interessante che va al di là di quali vini si bevano o di quale trend del mercato tiri al momento per concentrarsi su quali sono le zone emergenti, sui motivi che stanno dietro a certe scelte produttive, su quali valori si vogliono comunicare e perché. Il discorso mi sembra interessante e ricco di spunti, vedremo se mettere insieme anche qui su Intravino qualcosa di simile…

The wines of right now (Punch)


Lambrusco in abbonamento
Angelo Peretti, sempre attento a cogliere notizie interessanti alternate a riflessioni approfondite, riporta di un’iniziativa promossa dall’azienda Paltrinieri e legata ad uno dei suoi vini più iconici, il Radice. Si tratta della possibilità di sottoscrivere un abbonamento per poter ricevere a casa un cartone di Radice lungo tutto il corso dell’anno. L’idea è semplice ma, come scrive lo stesso Peretti, geniale. Credo che sia il primo caso italiano di un modello che ricalca le modalità di tanti wine club e che sviluppa una customer loyalty molto efficace.

Ma che genialata il Radice in abbonamento! (Internet Gourmet)


Il prosecco di Kylie Minogue
Avete mai sentito parlare del Prosecco di Kylie Minogue? Io ad esempio no, prima che mi segnalassero questa notizia uscita su Dissapore. Fatto sta che il vino che porta la firma della popstar australiana è ai vertici delle vendite sul mercato britannico. Quasi 8 milioni di sterline di ricavi e il primato di vendite nel proprio segmento sono i numeri pazzeschi del prodotto e ora il progetto è sbarcare anche sul mercato statunitense. Incuriosito sono andato a dare un’occhiata agli altri vini prodotti dalla Kylie Minogue wines e troviamo un pinot nero e uno chardonnay australiani, un Cava, un paio di rosé provenzali, un merlot e un sauvignon francesi. L’articolo è interessante perché dà la misura di un trend che credo crescerà ancora, quello di vini prodotti sotto l’egida di qualche star del cinema o del pop internazionale. In buona sostanza una sorta di private label firmata dalla celebrità di turno, modello di business capace di attrarre verso il mondo del vino consumatori occasionali e poco consapevoli.

Prosecco: il rosé di Kylie Minogue è il preferito degli inglesi, ora alla conquista degli USA (Dissapore)


I danni della siccità
È sotto gli occhi di tutti l’anomala ondata di calore che sta attraversando l’Europa in questi giorni. Così come sono evidenti i danni che la siccità sta procurando alle coltivazioni agricole nell’Italia settentrionale. Il quadro è preoccupante: mancanza e razionamento di acqua, aumento dei costi energetici, diverse coltivazioni che vedranno le produzioni ridotte drasticamente con conseguenti aumenti dei prezzi nel prossimo autunno. Il pezzo di Walter Speller, partendo da alcune visite in Piemonte, fa il punto della situazione e riporta come da diverse parti ci sia l’urgenza di affrontare il discorso dell’irrigazione, oggi proibito se non in casi eccezionali, per la viticoltura. Altro problema è quello legato ai portainnesti utilizzati che, nelle attuali condizioni climatiche, si rivelano inefficaci perché dotati di un apparato radicale poco sviluppato per andare a pescare acqua e nutrimenti in profondità.

Drought threatens northern Italy (Jancis Robinson)


Tutto su IntraWine, la rassegna stampa di Intravino:

– IntraWine: la rassegna stampa di Intravino #1 Febbraio 2022
– IntraWine #2: Melania Battiston, fumetti, Buttafuoco, gusto “salato” e DRC
– IntraWine #3: vino “croccante”, Barolo a La Place, terroir di Internet e guerra in Ucraina

– Intrawine #4: Chianina & Syrah, Libano, NFT, bicchieri da osteria e cure palliative
– Intrawine #5: Auf Wiedersehen Pét, Blind Ambition, Asti Spumante & Ucraina e baby Bordeaux
– Intrawine #6: Geoffroy in Franciacorta, progettare cavatappi, clean wine e cosa fa un wine consultant
– Intrawine #7: Amazon, bottiglie di plastica, Burlotto, AVA e Albéric Bichot, vignaiolo-esploratore
– Intrawine #8: bere in Antartide, Tik Tok, caos delle spedizioni, Muvin e bianchi di Rodano e Spagna

– Intrawine #9: Vino e mistificazioni, uve perdute dalla Gran Bretagna, Vorberg e l’annata 2018 a Barolo

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Massimiliano Ferrari

Diviso fra pianura padana e alpi trentine, il vino per troppo tempo è quello che macchia le tovaglie alla domenica. Studi in editoria e comunicazione a Parma e poi Urbino. Bevo per anni senza arte né parte, poi la bottiglia giusta e la folgorazione. Da lì corsi AIS, ALMA e ora WSET. Imbrattacarte per quotidiani di provincia e piccoli editori prima, poi rappresentante e libero professionista. Domani chissà. Ah, ho fatto anche il sommelier in un ristorante stellato giusto il tempo per capire che preferivo berli i vini piuttosto che servirli.

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