IntraWine #2 | Melania Battiston, fumetti, Buttafuoco, gusto “salato” e DRC

IntraWine #2 | Melania Battiston, fumetti, Buttafuoco, gusto “salato” e DRC

di Massimiliano Ferrari

Secondo appuntamento con IntraWine, la nostra rassegna quindicinale di notizie e curiosità scovate in giro per la rete.


  • Partiamo con qualcosa di originale. Il mondo del fumetto d’autore, delle graphic novel e non solo guarda da sempre con interesse al mondo del vino. Ci sono tanti esempi degni di nota che questo articolo uscito su Winesurf mette in rassegna.

  • Walter Speller è un cronista attento e curioso che ha fatto delle vigne italiane il proprio campo di gioco. Qui una approfondita e accurata analisi di una denominazione su cui si accendono raramente i riflettori, il Buttafuoco.

Buttafuoco December 2021


  • Hong Kong rappresenta uno degli snodi fondamentali del mercato vinicolo mondiale. Questo pezzo analizza, alla luce delle severissime norme anti-Covid in atto nel paese asiatico, cosa potrebbe succedere al mercato del vino se l’isolamento dal resto del mondo continuasse anche nei prossimi anni.

  • Una bella intervista a Melania Battiston, head sommelier e wine buyer al Medlar di Londra. Ci sarebbe da fare la lista di quante donne e uomini di sala italiani abbiano successo all’estero.


  • C’è attesa per il voto che il 14 febbraio il Parlamento Europeo esprimerà in merito al nuovo piano anti-cancro che la UE vuole adottare. Situazione questa che si somma con la strategia della WHO di intraprendere azioni per diminuire il consumo di alcool. Qui una presentazione esauriente della situazione in Europa e di quello che potrebbe succedere. Il rischio reale è che il vino venga trattato alla stregua di altri prodotti cancerogeni come il tabacco con tutte le conseguenze che vi lasciamo immaginare.

  • Cambiamo totalmente scenario. Jancis Robinson e la più esclusiva degustazione del pianeta, la 2019 del Domaine de la Romanée Conti. Da leggere solo per questa frase: “ I marvelled at the consistency of the pours which, in each case, provided exactly two modest mouthfuls. There were small spittoons but they were not much used, especially not for the last two reds.”  (il contenuto è a pagamento €)

  • Questione sempre aperta e molto discussa, quella della sapidità. Su SevenFiftyDaily un pezzo argomentato che prende in rassegna diverse, possibili cause di quel gusto “salato” che si trova spesso in alcuni vini.
    Salinity in wine

  • Ne avevamo già parlato due settimane fa. I millenials non bevono abbastanza e l’industria vinicola non sa che pesci pigliare. Eric Asimov mette in luce bene la questione.


Ci si rivede tra una quindicina di giorni…

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Massimiliano Ferrari

Diviso fra pianura padana e alpi trentine, il vino per troppo tempo è quello che macchia le tovaglie alla domenica. Studi in editoria e comunicazione a Parma e poi Urbino. Bevo per anni senza arte né parte, poi la bottiglia giusta e la folgorazione. Da lì corsi AIS, ALMA e ora WSET. Imbrattacarte per quotidiani di provincia e piccoli editori prima, poi rappresentante e libero professionista. Domani chissà. Ah, ho fatto anche il sommelier in un ristorante stellato giusto il tempo per capire che preferivo berli i vini piuttosto che servirli.

3 Commenti

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Omikelet

circa 2 anni fa - Link

Commovente la lamentela di JR che si duole perché le hanno dato pochi ml di vino da bere da DRC. Forse si sta accorgendo anche lei che la situazione è leggermente degenerata? O si tratta banalmente di una ferita narcisistica? I vini di DRC ormai stanno uscendo dall’ambito dei prodotti alimentari per diventare un assett finanziario, paradossalmente sta perdendo senso berli (pur potendo permetterseli). I broker ormai fanno pubblicità su Facebook e Instagram per cui la situazione non potrà che peggiorare .

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

... mi farò odiare : oggi i vini di DRC ( salvo Romanée Conti , "parzialmente" stabile con crescita lenta , e Montrachet fuori controllo) hanno un ottimo rapporto qualità/prezzo ( risatina a denti stretti ...) , se esibiti nel contesto speculativo borgognone . Nella quotazione internazionale del circuito collezionistico , a cui appartengo ormai quasi "da spettatore" ( siglo solo per privacy : M.R. - N.M. - T.S . ecc.) , con il prezzo di un La Tache in annata media ( una volta ai vertici assoluti di costo) ci compri si e no un Village lieu dits di Domaine Leroy o , al massimo , qualche Premier di Madame di seconda fascia , senza parlare di alcuni Musigny ( difficilissimo trovarne uno di Roumier a meno di 20.000 Euro) oppure qualche Lieu Dits oppure Monopole di Comte Ligier Belaire oppure i Premiers di Coche Dury .... massì , come ho già ripetuto più volte , non è più una questione di censo , quanto proprio di ricchezza approcciare i vertici ( veri) di Borgogna ... DRC oppure no ... PS: M.R. mi ha offerto una occasione irripetibile con due assortimenti cassa (12 + 12 bottiglie) di Grands Cru di Domaine Leroy e D'Auvenay a 360.000 Euro . Per questo giro passo , se qualcuno vuole approfittarne ...

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BT

circa 2 anni fa - Link

non ci ho capito un ca... troppi messaggi in codice!
cmq passo anche io.
compro casa in fondo a ripamonti con due casse.

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