Intrawine #9 | Vino e mistificazioni, uve perdute dalla Gran Bretagna, Vorberg e l’annata 2018 a Barolo

Intrawine #9 | Vino e mistificazioni, uve perdute dalla Gran Bretagna, Vorberg e l’annata 2018 a Barolo

di Massimiliano Ferrari

Eccoci qui, nuovo mese e nuovo giro di giostra con Intrawine. Anche per questa puntata una copiosa raccolta di articoli usciti nelle ultime due settimane. Partiamo con un pezzo di grande interesse sulle credenze legate al vino e ai suoi presunti poteri terapeutici, poi la missione di un Master of Wine per salvare ignoti vitigni britannici, un’analisi dell’iconico Vorberg della cantina di Terlano e una indagine sulla mente dei collezionisti di vino e non solo.
Questo è il consueto antipasto, il resto lo leggete qui sotto come sempre.


Vino rosso fa buon sangue, o no?
Nelle scorse settimane il dibattito intorno ad una presa di posizione dell’Unione Europea nei confronti dei rischi per la salute causati dal vino aveva acceso gli animi coinvolgendo politica, amministratori e produttori in una crociata volta a difendere lo status di bevanda “innocua” dell’amato vino. Questo pezzo di Alessandra Biondi Bartolini fa il punto quindi sulla lunga storia delle credenze e dicerie nate intorno al fatto che il consumo di vino e altri alcolici non solo fosse privo di rischi ma anzi che le stesse bevande alcoliche avessero proprietà medicamentose, usate nelle cure mediche e dotate di qualità igieniche. Un bel viaggio nella storia che aiuta a capire qualcosa di più dell’oggi e delle resistenze che ci sono quando si tocca l’argomento centrale e cioè che l’alcol alla fine della fiera fa male.

Fa buon sangue (Il Tascabile)


Nella mente del collezionista
Personalmente le manie dei collezionisti, le loro ossessioni e idiosincrasie nell’accumulare oggetti di qualsiasi tipo, bottiglie di vino comprese, mi hanno sempre incuriosito. Perciò quando ho trovato questo articolo mi sembrava il caso di linkarlo qui. Il pezzo parte dalla storia arcinota di Michel-Jack Chasseuil il più grande collezionista di vini al mondo. Chasseuil possiede infatti qualcosa come 50.000 bottiglie di vino in una galleria soprannominata il “Louvre del vino”. Ovviamente non solo di collezioni di bottiglie si parla nel pezzo. Ma che siano orologi, armi d’epoca o vini introvabili rimane un desiderio incontrollabile di possesso, di fare proprio quell’oggetto senza porsi il problema se quella bottiglia verrà aperta o quell’orologio indossato. Un pezzo quindi che illumina una nicchia minuscola ma che ci dice tanto dell’animo umano e, nel caso del vino, delle dinamiche spesso assurde che governano il mondo dei grandi vini.

The psychology of the collector – what’s on a collector’s mind? (Club Oenologique)


Alla ricerca delle varietà british perdute
Tim Wildman è inglese, è un Master of Wine, produce vino in Australia e ora la sua missione, come racconta questo ritratto, è quella di salvare dall’estinzione vecchie e dimenticate varietà inglesi. Il progetto, dal nome Lost in a Field, è appunto questo, recuperare vecchie e abbandonate varietà tipicamente british: seyval blanc, huxelrebe, reichensteiner, schönburger e madeleine angevine come varietà bianche, e dornfelder, rondo, regent come uve rosse, e produrre attualissimi pet-nat in un cortocircuito fra antico e moderno. In un territorio come quello inglese che negli ultimi anni sembra stia diventando la terra promessa di tante grandi maison della Champagne alla ricerca di latitudini sempre più a nord è curioso un progetto di recupero come questo che va in una direzione ostinata e contraria.

One man’s mission to save Britain’s lost vineyards (Club Oenologique)


Vorberg
Una bella retrospettiva di uno dei vini bianchi italiani più iconici, il Vorberg. Un vino che, come altre etichette della cantina di Terlano, ha ridefinito i confini del vino bianco altoatesino spingendolo verso territori di pertinenza solitamente dei vini rossi. Concetti come longevità e lunghi affinamenti in cantina sono capisaldi dell’idea che sta dietro alle selezioni della cantina altoatesina. Penso alle cuvee Primo, ai Rarity fino alle riserve come il Nova Domus e il Vorberg appunto. Il lavoro che fa questo pezzo è prezioso, una vivisezione dell’attività in vigna, delle caratteristiche del territorio da cui nasce il vino e di tutta la filosofia che sta alla base di Terlano.

Four faces of Alto Adige’s iconic Vorberg (Trinkmag)


L’annata 2018 a Barolo
Ecco un’analisi firmata da Nelson Pari sull’annata 2018 a Barolo. Quello che mi sembra interessante qui è lo sguardo molto anglosassone del racconto, di un’annata che si allarga poi alle scelte produttive e alle relazioni con il mercato. Dritto al punto, molta sostanza e capacità di sintesi. E’ già stato segnalato altrove e diverse volte ma il lavoro di Nelson è importante proprio per questa sua visione intrinsecamente inglese e cosmopolita innestata su un modo di porsi italianissimo.

Quello che ho capito della vendemmia 2018 del Barolo (Wine Surf)


Isole e Olena diventa francese
La notizia della settimana: abbiamo parlato anche su Intravino dell’acquisizione da parte del gruppo EPI di una cantina storica del Chianti Classico come Isole e Olena. Il gruppo francese che già nel 2017 aveva messo piede in Toscana con l’acquisto di Biondi-Santi arricchisce il proprio portfolio con una altra prestigiosa realtà toscana.

EPI Group acquires Chianti Classico estate Isole e Olena (The Drinks Business)


Tutto su IntraWine, la rassegna stampa di Intravino:

– IntraWine: la rassegna stampa di Intravino #1 Febbraio 2022
– IntraWine #2: Melania Battiston, fumetti, Buttafuoco, gusto “salato” e DRC
– IntraWine #3: vino “croccante”, Barolo a La Place, terroir di Internet e guerra in Ucraina

– Intrawine #4: Chianina & Syrah, Libano, NFT, bicchieri da osteria e cure palliative
– Intrawine #5: Auf Wiedersehen Pét, Blind Ambition, Asti Spumante & Ucraina e baby Bordeaux
– Intrawine #6: Geoffroy in Franciacorta, progettare cavatappi, clean wine e cosa fa un wine consultant
– Intrawine #7: Amazon, bottiglie di plastica, Burlotto, AVA e Albéric Bichot, vignaiolo-esploratore
– Intrawine #8: bere in Antartide, Tik Tok, caos delle spedizioni, Muvin e bianchi di Rodano e Spagna

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Massimiliano Ferrari

Diviso fra pianura padana e alpi trentine, il vino per troppo tempo è quello che macchia le tovaglie alla domenica. Studi in editoria e comunicazione a Parma e poi Urbino. Bevo per anni senza arte né parte, poi la bottiglia giusta e la folgorazione. Da lì corsi AIS, ALMA e ora WSET. Imbrattacarte per quotidiani di provincia e piccoli editori prima, poi rappresentante e libero professionista. Domani chissà. Ah, ho fatto anche il sommelier in un ristorante stellato giusto il tempo per capire che preferivo berli i vini piuttosto che servirli.

21 Commenti

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Omikelet

circa 2 anni fa - Link

Ho bevuto il Volberg in 3 annate diverse (dal 2014 al 2018, non ricordo le annate precise) con alte aspettative che sono state sempre deluse. Ho deciso di smettere di comprarlo. Il mio gusto non è ricettivo verso quel vino, evidentemente . Data la sistematicità del mio giudizio per tre anni di fila tuttavia inizio a farmi delle domande. O io non capisco i grandi Pinot bianco (possibile per carità) o qualcosa in quel vino non mi torna.

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Omikelet scrive:
"1
O io non capisco i grandi Pinot bianco
(possibile per carità) o
2
qualcosa in quel vino non mi torna"
__
3
Perché escludere una 3ª ipotesi già da lei accennata:
"Il mio gusto non è ricettivo verso quel vino, evidentemente".
__
Attenzione, non è una critica a Omikelet ma uso una sua affermazione per esprimere alcune "opinioni" eventualmente criticabili.
__
Il GUSTO PERSONALE è poco evidenziato nel discorso contemporaneo sulla degustazione del vino.
Anzi è snobbato.
Sembra quasi che lo si voglia nascondere perché ritenuto un elemento che potrebbe sminuire e confondere...la presunta... OBIETTIVITÀ ...di una degustazione "seria". Come ho già detto, do molta importanza, invece, al gusto personale all'interno di una concezione della degustazione del vino che è diversa da modello di degustazione ANALITICO egemone attualmente.
____
Darei rilievo inoltre, nel commento di Omikelet, a questa frase:
"alte aspettative che sono state sempre deluse".
Un pensiero che, secondo me, vale per tutto: un film, un libro, una canzone, un ristorante, una pizza, ecc...
Possiamo, cioè, essere fortemente "influenzati" dalle numerose "recensioni" che troviamo sui media e nel web e che potrebbero alimentare alte aspettative che poi, nella realtà, non trovano riscontro.
Non facciamoci schiacciare dall'IPSE DIXIT dei vari esperti-recensori che affollano il web in tutti i settori.
Conserviamo, per quanto sia non facile, una nostra libertà e indipendenza.
Che, nel caso del vino o di un cibo, si basa(ma non solo) anche sulla ...valorizzazione...del...proprio GUSTO PERSONALE.
Penso che il rischio Omologazione(molto diffuso nell'epoca contemporanea) possa essere evitato(anche, ma non solo) se ...non ci dimentichiamo...di avere un GUSTO PERSONALE, affinato con gli anni in modo personale.

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...c'è un rischio, quello di banalizzare il valore sensoriale di un vino/alimento per incapacità personale discriminante , nascondendosi dietro ad un peloso "degustibus" solo per giustificare questo aspetto . Frequentando da decenni circoli di alta gastronomia e alto beventi ne ho sentite di tutti i colori , argomentazioni per la maggior parte veicolate dall'incapacità personale , il tutto venendo traghettato come soggettivismo . Ognuno è libero di mangiarsi o bere quello che più gli aggrada , senza la disonestà intellettuale di schifare ciò che non è alla propria portata , non solo economica ma anche sensoriale . Così mia madre , veneta verace, adorava Prosecco schifando Krug e Selosse; tanti amici , enogastronomicamente incapaci di intendere e volere , odiano caviale/fois gras / tartufo/bottarga , in tanti preferiscono il Pinot Nero Altoatesino a Chambolle MUsigny ... e via cantando ... ma solo perchè , poveri di spirito, di loro saranno i regni dei cieli...

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Non mi rivedo in quelle descrizioni.

Vinogodi se hai risposto ad un mio commento devi specificare se le opinioni offensive espresse sono dirette a me personalmente (o anche a me) o altrimenti te le puoi ringoiare.

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hakluyt

circa 2 anni fa - Link

Sempre questo vizio di ritenersi il migliore, eh ????

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Omikelet

circa 2 anni fa - Link

Vinogodi concordo assolutamente. Per mia sensibilità sono molto cauto nell’esprimere giudizi quando bevo un vino di alta gamma per la prima volta, a fronte di colpi di fulmine in passato ho avuto anche innamoramenti tardivi. Di norma soprattutto se un vino è molto ben recensito ma non mi è piaciuto in prima battuta penso che magari la bottiglia era sfortunata, o l’umore della serata inadatto o così via, e gli do una seconda possibilità. Ovviamente anche nella categoria 3 bicchieri o >90 di RP e WS ci sono bottiglie che ho apprezzate ma non mi hanno mai davvero entusiasmato, ci sta. Da appassionato sono però perplesso quando un vino con un profilo di riconoscimenti prestigiosi come il Volberg mi lascia del tutto indifferente ad assaggi ripetuti. Ripeto magari è un “problema mio” ma rimane nella mia esperienze un unicum.

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Vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...guarda che a me i vini di Terlano non piacciono. Li bevo , ma non mi emozionano. Limite mio...appunto, de gustibus..

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...chiaramente senza riferimento all'intervento di Omikelet , legittimo . ..

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marcow

circa 2 anni fa - Link

"Frequentando da decenni circoli di alta gastronomia e alto beventi ne ho sentite"
__
Il fatto è che NON BASTA "frequentare...da decenni...CIRCOLI DI ALTA GRASTRONOMIA...e alto beventi.

Il fatto è che NON BASTA... bere vini costosi o di lusso.

Per contenere la presunzione, l'arroganza, l'altezzosità, l'alterigia, la tracotanza, la boria.

E anche la volgarità come in certi commenti che si possono facilmente rintracciare nei dibattiti del blog.
__
Avevo espresso più volte la simpatia verso Vinogodi in vari dibattiti.
E mi dispiace chiudere qui un rapporto che, con alti e bassi, sembrava procedere abbastanza bene.

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...non era riferito a te , Marcow, ci mancherebbe . Ma al soggettivismo empirico che giustifica qualsiasi tentativo di delegittimare la qualità solo perchè frutto di un preconcetto ideologico : ciò che è altissima qualità , diventata per lo più difficilmente accessibile , è frutto del diavolo e condannabile a priori , parallelismo trasportabile su qualsiasi categoria merceologica. Essendo appassionato di vino , tale è il mio focus . Tranquillo che non avevo nessunissima intenzione di offenderti ma stavo generalizzando . Quindi se hai inteso male quanto ho scritto, è solo demerito mio nell'esprimermi.

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Franca

circa 2 anni fa - Link

Il degustatore professionale dovrebbe essere in grado di "isolare" il proprio gusto personale...cioè banalmente chi apprezza particolarmente il sangiovese deve essere in grado comunque di identificare un nero d'Avola di qualità

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Vinogodi, potevi rispondere un po' prima alla mia richiesta.
Comunque, chiudiamola qui. Non c'è nessun rancore. Ma eviterò di mostrarti ancora la mia simpatia.

Buona giornata a TUTTI.
PS
Con tutti i suoi limiti, con tutti i nostri limiti di commentatori (me compreso), c'è ancora dibattito vero su Intravino.
Mentre i food e wine blog (ma anche i blog di altri settori) sono stati indeboliti dai Social che hanno attratto miliardi di persone. Tutto è cambiato dopo internet. Soltanto il tempo non si può cambiare, allungare e, per la gran parte, è assorbito dai Social.
PPS
Una delle intuizioni di chi ha inventato e diretto per molti anni Intravino è stata quella di valorizzare e stimolare il confronto anche vivace tra opinioni diverse. Lo ricordo sempre con affetto e stima.

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Alessandro Morichetti

circa 2 anni fa - Link

Molto bello quel che dici però teniamo sempre a mente una roba, specie commentando qui ciascuno con la propria esperienza e identità virtuale-reale: mai pigliare le cose troppo sul personale, non serve e non ce n'è ragione. Si sta tutti meglio e ci si diverte leggendo/scrivendo. Augh

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Vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...rispondere un po' prima? Semplicemente "lavoro" e mi ritaglio ogni tanto 5 minuti. Non mi piace quel che hai scritto , riflettici...se vuoi chiamarmi, mandami un WA con il tuo numero e ci chiariamo. Morichetti ha il mio numero di cellulare e gli autorizzo a dartelo.

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Stefano

circa 2 anni fa - Link

Io mi sto ancora chiedendo quali siano i "grandi pinot bianco"...

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Chi legge ha tutti i dati per capire come è iniziata e come è evoluta la piccola disputa. Farsi un'opinione. __ Questo commento di Vinogodi mi ha indotto a replicare duramente: "vinogodi 9 giugno 2022 …chiaramente senza riferimento all’intervento di Omikelet , legittimo . .." Ma, ammettendo che avessi delle buone ragioni per replicare(e vi invito a rileggere il testo di Vinogodi) potevo esprimermi in maniera diversa? Penso di si. Potevo risparmiarmi l'accenno a certi commenti? Penso di si. Poi, in sostanza, ho ripetuto quello che, in vari dibattiti, si critica di Vinogodi. __ Penso che Vinogodi sia uno dei più appassionati commentatori del blog. Dà un grande contributo allo sviluppo dei dibatti. È inimitabile. Ho provato sincera simpatia e l'ho espressa più volte. __ Penso che non abbiamo assistito a un delitto e che abbiamo, se vogliamo, il tempo per riprendere un dialogo rispettanti le rispettive diverse posizioni sul discorso del vino.

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marcow

circa 2 anni fa - Link

per riprendere un dialogo rispettando le diverse posizioni sul discorso del vino.

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Sisto

circa 2 anni fa - Link

"...presa di posizione della Comunità Europea..." Informo che la "Comunità Europea" non esiste più da 23 anni. Tanto dovevo.

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Massimiliano Ferrari

circa 2 anni fa - Link

Corretto, grazie della precisazione. (mf)

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Sisto

circa 2 anni fa - Link

Marcow non ti adombrare: Vinogodi sa bene (perché , a differenza di quasi tutti quelli che scrivono qui, conosce la materia cioè la differenza ontologico-strutturale tra "degustazione" e analisi sensoriale) che se io lo facessi partecipare, in un laboratorio accreditato, ad una sessione di AS ISO compliance la sua incredibile capacità di raffinata ponderazione dei vini da super ricchi (quelli che lui cita di sovente) sarebbe misurata scientificamente e, probabilmente, ne vedremmo delle belle. E lo dico a ragion veduta, a cominciare dai penosi risultati del sottoscritto, quando sono dall'altra parte delle cabine bianche...

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Gervasio

circa 2 anni fa - Link

Vorberg per me uno dei 5 bianchi italiani al momento più sopravvalutati insieme a Gaja & Rey, Batar, Fiorduva e Capichera VT. Ultima versione di Vorberg su ottimi livelli la '10, poi una netta involuzione gustativa fino ad arrivare all'annata '15 a cui assegno un punteggio di 40/100. Molto, molto spesso i base di Terlano sono più azzeccati e piacevoli delle selezioni, si bevono con soddisfazione e non costano uno sproposito, il che ovviamente non guasta mai...

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