Intrawine #4 | Chianina & Syrah, Libano, NFT, bicchieri da osteria e cure palliative

Intrawine #4 | Chianina & Syrah, Libano, NFT, bicchieri da osteria e cure palliative

di Massimiliano Ferrari

Nuova settimana e nuovo giro di giostra con Intrawine. La rassegna di oggi mette insieme una panoramica sulla viticoltura libanese, il vino come conforto ai malati nel fine vita, un approfondimento sugli NFT e l’uso nel mondo del vino, il terroir del rum e il ritorno dei calici da osteria. Il resto lo trovate qui sotto. Buona lettura.


Prima edizione di Chianina & Syrah a Cortona
La prima segnalazione di oggi è dedicata all’analisi che Carlo Macchi fa di Chianina & Syrah, prima edizione della manifestazione tenutasi a Cortona, capitale italiana della syrah o, come la chiama Macchi, la Cornas nostrana. Sintesi brutale: le intenzioni ci sono e sono buone così come la guida di Stefano Amerighi a capo del consorzio locale, ma la strada da fare per avvicinarsi alle versioni francesi è ancora lunga.

A Cortona è andata in scena la Syrah (Winesurf)


Uno sguardo alla viticoltura del Libano
C’è vita oltre Chateau Musar. Così si sarebbe potuto intitolare questo pezzo che indaga la viticoltura e la produzione di vino nel Libano. Al netto dell’importanza che la cantina di Serge Hochar ha avuto nel far conoscere il vino dello stato libanese oggi il panorama è stimolante e diversificato, con circa ottanta cantine attive, diverse sperimentazioni e il recupero di alcune varietà autoctone.

Exploring the World of Lebanese Wine—Beyond Chateau Musar (SevenFiftyDauly) 


Il vino come sollievo per i malati terminali
In una clinica francese dedicata alle cure palliative si sperimenta da diversi anni una terapia che prevede per malati ad uno stadio terminale la possibilità di avere accesso a qualche bicchiere di vino insieme a particolari leccornie alimentari. Al Clermont-Ferrand University Hospital è presente un piccolo bar-à-vin che somministra vino in quantità controllate a pazienti terminali. Pezzo lungo ma interessante che indaga le connessioni fra neuroscienze, psicologia e i benefici che piaceri materiali come il consumo di vino possono dare anche a chi si trova costretto a vivere gli ultimi momenti della propria vita in un letto di ospedale.

Why this French hospital serves dying patients wine and caviar (Popular Science)


Gli NFT irrompono nel mondo del vino
Gli NFT stanno passando da essere un acronimo ostico e di difficile definizione a realtà condivisa, con cui nei prossimi anni ci troveremo ad avere a che fare sempre più spesso. Intanto nel 2021 le vendite globali di NFT sono arrivate a quasi 25 milioni di dollari. Come era facile prevedere stanno facendo il loro ingresso anche nel mondo del vino con molti dubbi, diversi rischi e qualche opportunità. In questa approfondita analisi si cerca di mettere un pò di ordine.

NFTs and Wine – The Long Read (Meininger’s Wine Business International)


Il terroir del rum
Non si vive di solo terroir del vino. E quindi un pezzo interessante sulla ricerca che Mark Reynier, in precedenza grande innovatore del mondo del whisky con Bruichladdich, sta portando avanti nella propria distilleria di rum sull’isola di Grenada. L’idea di Reynier è semplice quanto ardita: dimostrare che anche la produzione di rum possa declinare il concetto di terroir in modi fin qui insospettabili per il mondo della distillazione. Il suo progetto prevede la distillazione di differenti tipologie di canna da zucchero da circa 150 appezzamenti che si riflettono in 40 diverse tipologie di terroir per produrre un rum controcorrente a qualsiasi cosa esista oggi sul mercato.

An Obsessive Quest to Capture the Terroir of Rum (Punch)


La rivincita dei bicchieri da osteria
Quello che succede globalmente all’interno del mondo del vino, quali sono i trend in movimento, quali dinamiche muovono i consumatori lo si capisce anche da particolari laterali, da piccoli cambiamenti in atto. I bicchieri, per esempio. Questo pezzo uscito su Punch indaga la rinascita dei bicchieri da osteria, quelli bassi, dallo stelo corto e sgraziato. Complice il movimento dei vini naturali è iniziata una sovversione dei canoni classici della degustazione, più libera, meno codificata, slegata da regole e divieti e così anche per i bicchieri da taverna, ritenuti più vicini ad una sensibilità natural e meno elitari di uno Zalto qualsiasi, è iniziata una seconda vita. 

The Tavern Glass Is a Feeling (Punch)


Il gruppo Mezzacorona assolto dalle accuse di riciclaggio
Notizia breve. Il gruppo trentino Mezzacorona è stato prosciolto dalle accuse di riciclaggio di denaro relative all’acquisizione di due tenute agricole in Sicilia. Il processo iniziato agli inizi degli anni Duemila vedeva l’azienda coinvolta nell’acquisizione di vigneti appartenuti a due membri di un clan mafioso.

Italian winery acquitted of money laundering, suspected Mafia links (The Drinks Business)


Ascesa e caduta di un vino sudafricano
Su Pix ho trovato questo pezzo curioso. Com’è possibile che una vecchia annata di un vino sudafricano, oggi venduto a pochi dollari nei supermercati, possa aver strappato una quotazione all’asta di migliaia di dollari? Il pezzo è interessante perché tra le altre cose pone riflessioni sulla visione eurocentrica che siamo abituati ad avere quando si parla di fine wines e di conseguenza del poco credito che si riconosce ancora ai vini del cosiddetto Nuovo Mondo ma anche di quanto sia centrale la transitorietà nel mondo del vino. Sic transit gloria mundi.

How Did a $5 South African Wine End Up Selling for Thousands? (Pix)


Tutto su IntraWine, la rassegna stampa di Intravino:
– IntraWine: la rassegna stampa di Intravino #1 Febbraio 2022

– IntraWine #2: Melania Battiston, fumetti, Buttafuoco, gusto “salato” e DRC
– IntraWine #3: vino “croccante”, Barolo a La Place, terroir di Internet e guerra in Ucraina

 

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Massimiliano Ferrari

Diviso fra pianura padana e alpi trentine, il vino per troppo tempo è quello che macchia le tovaglie alla domenica. Studi in editoria e comunicazione a Parma e poi Urbino. Bevo per anni senza arte né parte, poi la bottiglia giusta e la folgorazione. Da lì corsi AIS, ALMA e ora WSET. Imbrattacarte per quotidiani di provincia e piccoli editori prima, poi rappresentante e libero professionista. Domani chissà. Ah, ho fatto anche il sommelier in un ristorante stellato giusto il tempo per capire che preferivo berli i vini piuttosto che servirli.

1 Commento

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carolaincats

circa 2 anni fa - Link

Confermo il bicchiere di vino come cura palliativa.

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