Ten | La carta dei vini di Intravino – Aprile 2024

Ten | La carta dei vini di Intravino – Aprile 2024

di Simone Di Vito

Dieci consigli al mese dalla redazione di Intravino.

Tanto vino ma anche birra e distillati. Prodotti che quando li trovate a scaffale, online o al ristorante, noi vi consigliamo di comprare e vi diciamo anche perché ne vale davvero la pena. Ogni consiglio è firmato da un editor che ci spiega perché quel flacone meriti tutta la nostra attenzione.

Poca poesia e tanta prosa, poco fumo e tanto arrosto. Un post ogni fine mese in cui troverete novità, cimeli storici, bombe a lunga gittata, solide certezze o produzioni sconosciute. Bottiglie di ogni ordine e grado che per noi meritano la massima attenzione, o più semplicemente di essere prese e stappate.

Questo è…

TEN | La carta dei vini di Intravino


Aprile 2024


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Aldo Viola – Vino Frizzante Ancestrale Brutto 2022 – di Denis Mazzucato
Arriva da Alcamo questo 100% catarratto metodo ancestrale. All’inizio la rifermentazione in bottiglia copre un po’ il resto. Poi pian piano emergono frutta tropicale (lychee), qualche cenno di salvia, agrumi e yuzu rivelandosi interessante già al naso. In bocca è fresco, schietto, con la bollicina non eccessiva e persino una struttura invidiabile per la tipologia. Bello lungo e super scorrevole, è un ottimo vino da pizza, da frittino, da aperitivo di quelli che diventano cena, e da segnalare che con due gradi in più acquista in complessità e non perde piacevolezza, cosa non scontata. Dura un amen e so già che è la prima bottiglia ma non l’ultima che berró.
24 € – Enoteca Succo di Vitae, Casale Monferrato (AL)


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Camille & Mathieu Apffel – Terroir de Saint Alban 2021 – di Simone Di Vito

Un crescente hype, tante piccole realtà che spuntano come funghi, vitigni sconosciuti ma con potenziale: questa è la Savoia oggi. Il nuovo Jura? Non lo so, ma questo vino può darvene un assaggio. Blend al 50% di altesse e jacquère da viti che vanno dal 1950 al ’90 nel territorio di Saint-Alban-Leysse; fermentazioni spontanee, una parte in barrique e l’altra in acciaio; no solforosa aggiunta. Chiaro, citrino, di mentuccia e gesso, con una fresca leggiadria e grande incisività al sorso, da cui trasuda un carattere bucolico, fatto di sapore, leggerezza (11,5% vol) e perché no, tranquillità. Provare per credere, non ve ne pentirete.
32 € – Online


A.A. Kerner
Taschlerhof – Valle Isarco Kerner 2022 – di Stefano Senini
Una bottiglia che mi ha riconciliato con i bianchi altoatesini, che ultimamente trovavo un po’ troppo muscolari; non che qui manchino grado alcolico e struttura, ma si avvertono soprattutto in bocca e sono perfetti per allungare la persistenza di un sorso pieno e diretto; i profumi invece sono molto delicati, con una aromaticità gentile che va dai petali di rosa al muschio. Bella dimostrazione di come si possano coniugare in un bicchiere le finezze date dalle latitudini nordiche con le calde caratteristiche che in fondo definirei “mediterranee”– e non paradossalmente, se si pensa alle temperature estive di questi luoghi.
29 € – Hotel ristorante Penserhof, Sarntal (BZ)


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Azienda Agricola Barbera – Vino Bianco Ammàno – di Gianluca Rossetti

Poche bottiglie per un’etichetta che è nata a Menfi quasi come una scommessa per poi diventare manifesto programmatico: nessun impiego di macchinari in vinificazione né aggiunta di additivi e coadiuvanti. Un omaggio ai “vignaioli che per 20 secoli hanno fatto il lavoro senza pompe, senza filtri, senza elettricità”. A mano, appunto. Da uve zibibbo, 7 giorni di macerazione sulle bucce, fermentazione spontanea con lieviti indigeni, breve sosta in legno grande. Color oro appena velato, ha un naso spettacolare di zagara, tea verde, timo e ginger, per nulla appesantito o reso monocorde dal corredo del vitigno aromatico. Un sorso di grande piacevolezza su note agrumate e saline e persistente eco di erbe aromatiche. Acidità bene in evidenza e alcol contenuto lo rendono compagno perfetto del caldo che verrà. Va benissimo con alcuni prodotti del mare, ma provatelo con formaggi a pasta filata: sul Casizolu sta da dio.
27,50 € – Online


Bourgogne rouge
Paul Delane – Bourgogne Côte Chalonnaise 2021 – di Stefano Senini

Chi se lo aspettava più, ormai: esiste ancora un semplice Borgogna rosso accessibile e corretto. Che poi, “semplice” per nulla, meglio piuttosto definirlo tipico, perché c’è tutto quel che ci deve essere: tappeto di fruttini rossi, già un accenno di terra e affumicatura, esaltato da un servizio a temperatura non troppo alta; si avverte perfino un tocco di spezie; il sorso è agilissimo e pulito, forse un po’ corto come persistenza, ma bisogna pensare che siamo ai gradini bassi della classificazione regionale. Mancano invece – evviva! – le acide spigolosità che spesso si riscontrano in prodotti analoghi e che danno l’impressione di uve che hanno un po’ raschiato il fondo, ma che vengono vinificate, classificate e vendute sulla scia del grande successo commerciale borgognone. Grazie dunque alla correttezza di questa grande cooperativa, della quale mi riprometto di cercare altre appellations.
16 € – Online


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Domaine du Coulet –  Côtes du Rhône Petit Ours Brun 2022 – di Giorgio Michieletto
Tutta syrah, tutto cemento: un succo di Rodano. Se la definizione di “vino da merenda” è spesso abusata, questa bottiglia che porta il soprannome del vignaiolo Matthieu Barret ha funzionato alla grande come merenda a base di formaggi di capra delle valli del Luinese. “I grandi vini sono fatti di semplice uva, al 100%”, è il mantra di Barret (le nuove annate dei Cornas assaggiati di recente all’evento Velier a Milano sono fra l’altro apparse tutte centratissime) e lo si ritrova nel bicchiere: tanto frutto rosso integro e croccante, qualche bacca scura, un po’ pepe nero e il finale che gioca su sensazioni affumicate e sapide. Poca roba? Tanta roba!
25 € – Online


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Nicolas Carmarans – Fer De Sang 2016 – di Marco Colabraro

Livigno, ristorante, interno giorno. L’aria di montagna mi fa venire voglia di spezie, magari di uno schioppettino, amo la chiavennasca ma già ne bevo molta a Milano. Rebecca, la sommelier, conosce i miei gusti e mi suggerisce il Fer De Sang: “Troverai tutte le spezie che cerchi e molto di più”. Ed è proprio così. La bottiglia arriva da vigne di 70 anni, 250 metri sul calcare del sud ovest della Francia, nella regione di Aveyron. Il vitigno è il misconosciuto fer servadou che qui si vinifica a grappolo intero, fa 10 giorni di macerazione carbonica e poi finisce in botti usate. Vino da iperuranio: al naso una danza che inizia subito vivace con rosmarino, incenso, pepe, petali di rosa, poi vira più lenta sulle radici, su tutte la genziana, e accelera con una balsamicità da menta, resina di pino e… lo so, i descrittori sono tanti, ma questo è. A primo impatto si direbbe vino di naso ma… In bocca è dinamico, come se il liquido si dividesse in spilli per risvegliare tutto il palato in equilibrio e tensione costante, il finale è lungo ed elegante. Una vera perla che fa 11,5% gradi d’alcol. Meglio di così?
65 € – Ristorante Camana Veglia, Livigno (SO)


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Dirupi – Valtellina Superiore Grumello Riserva Dossi Salati 2019 – Maria Rita Mancini

Nelle zone immolate al monovitigno, il mantra del produttore recita: diversificare. Nella storica sottozona di Grumello, sopra il castello medievale, si trovano i terrazzamenti dei Dossi Salati. In questo cru le viti, ovviamente tutte chiavennasca, rappresentano in realtà una popolazione polimorfica: vecchi e giovani esemplari, con grappoli diversi e con espressioni differenti che esprimono lo spirito di ognuno dei viticoltori passati di lì. È la coralità della “vigna imperfetta” di Birba e Faso, gli enologi Pierpaolo Di Franco e Davide Fasolini, che orchestrano la cantina dal 2005. Il naso è fruttato, il sorso austero; il fondo speziato è rotto dalle note sapide e iodate che conferiscono eleganza, profondità e complessità: nomen omen.
70 € – dal produttore


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Maison Herout – Cotentin Cidre Cuvée Tradition Brut 2020 – di Nicola Cereda

Alla Maison Herout si deve la creazione dell’AOC Cotentin, nella penisola di Cherbourg, in Normandia. L’azienda produce sidro biologico dagli anni 70, da fermentazione spontanea e metodo ancestrale, senza chiarifica né pastorizzazione. La Cuvée Tradition Brut annata venti-venti è una vera chicca. Dimenticate le durezze delle versioni estreme oggi in voga in terra italica. Qui c’è materia ed equilibrio in veste giallo aranciato, bassa acidità, perlage cremoso, un’accattivante nota selvatica e la tipica vena amaricante derivata dalle specifiche cultivar locali utilizzate. Solfiti al di sotto dei fatidici 10 mg/L. Al momento di stappare sappiate che la spuma è oltremodo esuberante!
10 € – Online


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Ausserloretzhof – Acquavite di fragole – di Thomas Pennazzi

L’assolata Val Venosta offre abbondanza di frutta sana, che un manipolo di artigiani meli/viticoltori da qualche decennio trasforma in distillati da curiosi a squisiti. Questo valente distillatore di Laas/Lasa in alta valle produce una gamma di distillati da diversi frutti, secondo la tradizione austriaca, tra cui l’insolita acquavite di fragole venostane. Si tratta di una rarità: dovrete andarvela a comprare da Herr Tappeiner nel suo maso, ma potrebbe valere il viaggio, alla scoperta di una tra le più belle e floride valli alpine. Naso con delicato ricordo del frutto, al palato un poco più sfumata, quasi sotto spirito, e un retrogusto in cui il profumo ritorna assieme ad un’idea di dolcezza di fragola matura: arriva maggio!
35 € (50 cl) – dal produttore


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Simone Di Vito

Cresciuto a pane e corse automobilistiche (per via del papà pilota), sceglie la sostenibilità di bacchette, tamburi e corde grosse, tra batteria e basso elettrico. Si approccia al vino grazie a una breve carriera da scaffalista al supermercato, decidendo dopo anni di iscriversi ad un corso AIS. Enostrippato a tempo pieno, operaio a tempo perso. Entra in Intravino dalla porta di servizio ma si ritrova quasi per sbaglio nella stanza dei bottoni. Coltiva il sogno di parcellizzare tutto quel che lo circonda, quartieri di Roma compresi.

13 Commenti

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Lanegano

circa 3 settimane fa - Link

Con la cifra insensata del mio budget mensile che destino all'acquisto di vini dovrei tacere ma non ce la faccio: 22 euro per un rifermentato è una cifra insensata. Temo che la 'moda' di questo tipo di vini abbia preso la mano di alcuni produttori che speculano senza pietà. Uno dei miei enotecari vende rifermentati fatti benissimo a prezzi umani (Paltrinieri, Crocizia, Quarticello, Cà Melò, per dire i primi che mi vengono in mente e che ogni tanto consumo con piacere). Scusate lo sfogo, però mannaggia, mannaggia, mannaggia......

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Simone Di Vito

circa 3 settimane fa - Link

Ciao Lanegano, se leggi bene è 24 euro al tavolo eh, per cui non mi sembra sto prezzo folle anzi, ci sta eccome. Saluti

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Lanegano

circa 3 settimane fa - Link

Al tavolo ci sta.......mea culpa.

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Lanegano

circa 3 settimane fa - Link

Ho riguardato: non 22 ma 24 euro..............

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Alvaro pavan

circa 3 settimane fa - Link

"...la rifermentazione in bottiglia copre un po' il resto..." Cosa vuol dire? Produzione di idrogeno solforato? Quindi smaccata riduzione?

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Denis Mazzucato

circa 3 settimane fa - Link

Quando bevi un rifermentato lo riconosci anche senza vederlo, i lieviti in sospensione danno un loro carattere inconfondibile al vino, di quello parlo; il vino non aveva difetti. Forse con l'apertura, forse con il parziale deposito dei lieviti, il carattere fruttato è emerso in modo più evidente e il vino è migliorato. Tutto qui. Grazie.

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Raphaël

circa 3 settimane fa - Link

Cidro a 10.€ ? Assurdo . Aveyron a 65.€ ? Grottesco . Côté châlonnaise 16.€ normale . Posso segnalare Cahors Malbec les cèdres Rosso 10.€ Rasteau Mourvedre Cotes du Rhône Rosso 10.€ GigondasConcorde Rosso 20.€

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Nic Marsél

circa 3 settimane fa - Link

Le Cedre costa quasi 40 euro on-line, Château du Cèdre circa 20. Forse ti riferisci al Cedre Heritage attualmente in svendita su un noto sito francese.

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bevo_eno

circa 3 settimane fa - Link

al penserhof di sarentino sembra tutto piu buono... io ho mangiato i porcini crudi piu buoni mai visti in quel posto... con un comitissa di lorentz martini...

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Stefano Senini

circa 3 settimane fa - Link

Sì, ma non facciamolo troppo sapere in giro, perché la Val Sarentino è una delle poche valli dell'Alto Adige ancora poco turistiche...

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Paolo

circa 3 settimane fa - Link

Intendi lassù dove poi si gira a destra per Valdurna e si finisce su piacevole terrazza a lago a scofanarsi uno strrudel dopo tagliere con puccia? mi spiace, non conosco.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 3 settimane fa - Link

Il mese prossimo vi suggerisco di provare il Ciliegiolo della Cantina Viticoltori di Scansano. Certo, costa solo € 8,70, non è rifermentato, naturale o garage-wine, è solo ben fatto e viene da una cantina sociale per cui chissà, magari è troppo normale per interessarvi, ma secondo me in questo momento è uno dei migliori vini giovani di Toscana. Se non d'Italia.

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Giuseppe

circa 2 settimane fa - Link

Ha ragione Lanegano, una bottiglia di rifermentato non può costare più di 15 euro... A riguardo, bellissima puntata di "Vino sul Divano" di JC che intervista Bele Casel.

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