[Report] Com’è andata la vendemmia 2023 in Europa e nel mondo

[Report] Com’è andata la vendemmia 2023 in Europa e nel mondo

di Simone Di Vito

In un post di inizio mese avevamo parlato della vendemmia 2023 in Italia. Annata dove caldo, grandine, forti precipitazioni e malattie della vite hanno prodotto un passivo sulla produzione nazionale di circa il 12% rispetto al 2022, ammanco che ha fatto perdere all’Italia lo scettro di maggior produttore di vino al mondo a vantaggio della Francia. Dualismi a parte, in un’annata che, da stime OIV, verrà ricordata come la meno produttiva al mondo degli ultimi 60 anni, ho esteso la ricerca fuori dai confini nazionali, sia in Europa che negli altri continenti, e sono uscite fuori informazioni decisamente interessanti.

N.B.: Quella che segue è ovviamente una sintesi di aree anche molto vaste e la realtà è sempre più articolata di un numero. Per quanto le fonti siano attendibili, i dati vanno sempre presi con le pinze.

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Francia

Le perdite dell’Italia nonché la continuità degli ultimi cinque anni regalano alla Francia la nuova leadership mondiale nella produttività di vino. Lo testimonia il rapporto annuale stilato da Agreste per il Ministero dell’Agricoltura francese, che nella 2023 dichiara una produzione di 47.166 milioni di ettolitri, quindi solo un +2% rispetto alla 2022 (46.058) e un +6% rispetto agli ultimi cinque anni (media inflazionata però dalla disastrosa 2021). Una crescita generale tutto sommato lieve ma motivata dai risultati di alcuni territori, tra poche flessioni, significativi aumenti e anche qualche exploit.

La situazione varia poi a seconda del tipo di vino: la produzione di vini AOP è aumentata del 3%, le acquaviti segnano un piccolo record con un +18% ma allo stesso tempo la produzione di vini IGP è diminuita dell’8%.

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Di seguito i territori francesi nel dettaglio.

Champagne: annata dove il peso dei grappoli ha raggiunto livelli record. La produzione supera del 16% quella del 2022, addirittura del 47% quella dell’ultimo quinquennio. Volumi che tra l’altro consentiranno di produrre vino di riserva. (Qui un approfondimento di Wine-Searcher sulla 2023 in Champagne).

Borgogna (e Beaujolais): produzione record come nel 2018, specialmente per i vini bianchi. Nonostante alcune grandinate e gli attacchi di botrite, la produzione è cresciuta del 12% rispetto all’anno scorso e del 22% rispetto alla media degli ultimi cinque anni.

Bordeaux: i vitigni a bacca rossa hanno riportato i danni maggiori a causa della peronospora, tra questi più colpito è stato il merlot (circa il 60% della superficie). La produzione complessiva dell’intero territorio è inferiore del 7% rispetto al 2022 e del 15% rispetto all’ultimo quinquennio.

Alsazia: nonostante la forte presenza di oidio, la produzione segna un +5% rispetto alla 2022, ma in calo del 3% rispetto alla media 2018-2022.

Charentes: grazie alle condizioni climatiche favorevoli fino alla raccolta (temperature miti, precipitazioni sufficienti), si conferma un raccolto eccezionale (+18% sullo scorso anno e +27% rispetto agli ultimi cinque anni), superando il record del 2020.

Loira: la botrite ha ridimensionato un po’ il potenziale produttivo, ma dopo due anni scarsi questa 2023 segna un +17% rispetto alla scorsa annata e +14% sulla media degli ultimi cinque anni.

Corsica: vendemmia un po’ tardiva rispetto al solito ma anche la più produttiva degli ultimi dieci anni. La produzione segna rispettivamente un +11% sulla 2022 e +12% sul quinquennio 2018/2022.

[da evineyardapp.com]

Jura: come in Borgogna, annata record che ricorda la 2018. Un + 35% sullo scorso anno e addirittura + 64% rispetto agli ultimi 5 anni.

Savoia: produzione in linea con l’anno scorso e con la media quinquennale (+1% in entrambe i casi).

Sud-Est (Rodano, Provenza): peronospora, grandine, caldo e siccità hanno influito negativamente sulla produzione, con un -5% in confronto allo scorso anno e -1% rispetto alla media 2018-2022.

Languedoc e Roussillon: un -10% rispetto al 2022 e -5% sulla media quinquennale per via della siccità. La situazione è abbastanza ambigua nell’Aude, dove i rendimenti sono elevati nella parte meridionale ma bassi nelle altre zone, mentre solo nel distretto del Gard la produzione è superiore al 2022 e alla media quinquennale.

Sud-Ovest (Cahors, Côte de Gascogne, Jurançon): la siccità di fine estate, oltre a peronospora, oidio e grandine dei mesi precedenti hanno portato ad un forte calo della produzione rispetto allo scorso anno e alla media quinquennale (rispettivamente -9% e -21%). Con un raccolto dimezzato, il Lot è il dipartimento più colpito.

Le stime sono risalenti al 1 novembre 2023. Le percentuali riportate sono comprensive di vino prodotto per acquaviti.


Spagna

Sul fronte spagnolo, i numeri di quest’annata sono anche peggiori di quelli italiani. La grafica pubblicata dal bimestrale La Semana Vitivinícola è abbastanza eloquente, riportando perdite totali del 18,15% rispetto alla produzione 2022.

Solo 7 su 17 i territori che hanno registrato un incremento sulla produzione, mentre tra quelli in perdita figurano due tra i più produttivi di Spagna come Castilla-La Mancha e Extremadura, rispettivamente -22,37% e -27,27%.

 

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Germania

Nel territorio tedesco è stata definita “la vendemmia più rapida di sempre” poiché sia le uve dei vigneti destinati alla produzione di Gutswein (entry-level della classificazione) che quelle destinate alla maggior qualità dei Lagenwein avevano maturato quasi simultaneamente. Le previsioni di inizio raccolta erano ben più rosee ma un settembre di precipitazioni alternate a forti ondate di caldo, oltre a ridimensionare i risultati, ha costretto i viticultori a frequenti cernite nonché a raccogliere il più velocemente possibile, scongiurando così lo sviluppo di muffe e malattie nei vigneti. La tabella qui sotto rivela una leggera flessione della produzione tedesca (-3%) rispetto all’annata 2022 e solo un -1% rispetto agli ultimi dieci anni.


Portogallo

In attesa di quelle definitive, nella prima settimana di agosto l’IVV (Istituto del Vino e della Vite portoghese) ha pubblicato le stime previste per la vendemmia 2023/2024: 7,4 milioni di ettolitri che indicano un aumento dell’8% rispetto alla raccolta 2022. Un aumento di produzione cospicuo dove tra i territori, oltre alla regione delle Azzorre, col suo exploit del +165%, spicca il Douro, con il maggiore aumento di volume (+146.000 ettolitri di vino totale e +10% rispetto alla 2022). Territorio dove negli ultimi tempi si lamenta un forte calo di vendite e quindi di eccedenze in cantina, in particolare per i fortificati (572.000 hl prodotti nella 2023 contro 638.000 hl del 2022): una crisi che tra l’altro, in un’annata comunque produttiva come questa, ha colpito i produttori di uva poiché le grandi aziende hanno scelto di non acquistarla avendone già abbastanza della propria.


Austria: intense precipitazioni e peronospora hanno danneggiato quello che per volumi è il settimo produttore europeo, circa 2,4 milioni di ettolitri nel 2023, con un calo del 7% rispetto al 2022.

Svizzera: per il 2023 la produzione ha raggiunto 1 milione di hl, +4% rispetto al 2022 e +14% rispetto alla media degli ultimi cinque anni.

Grecia: siccità, peronospora e oidio hanno colpito duramente, generando 1,1 milioni di hl, con un brusco calo di produzione del 50% rispetto al 2022.

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Qualche esito spot dall’Est Europa

Georgia: forte vento, piogge e grandine hanno intaccato la produzione nel 2023, stimata a 1,5 mln/hl, un -28% rispetto al 2022 e 19% inferiore alla media quinquennale. Rispetto al 2022 buone notizie invece per Ungheria (2,5 mln/hl, +1%), Romania (4,4 mln/hl, +15%), Bulgaria (0,9 mln/hl, +7%) e Slovenia (0,6 mln/hl, +6%).

(Chris Boiling su Internationalwinechallenge.com)


Chiusura dell’emisfero australe con gli Stati Uniti.

USA (in aggiornamento)

In attesa dei risultati definitivi, nel mese di agosto l’USDA (Dipartimento federale dell’Agricoltura americano) aveva pubblicato una previsione per la vendemmia 2023/2024. Stime che ottimisticamente parlavano di un aumento di circa l’11% rispetto al 2022, superando quota 30 mln di hl, avvicinando così la produzione spagnola di questa 2023. Stime che nello specifico prevedevano una crescita del 12% in California (qui un report di Wine-Searcher sulla 2023 a Napa), dove l’annata è stata fresca, umida ma anche più tardiva del solito (circa un mese di differenza rispetto agli ultimi anni), ma che però da fine agosto ha dovuto fare i conti con l’uragano Hilary e i conseguenti danni che questo ha prodotto. Si ipotizzano buoni risultati in Oregon (al momento però non sono stati pubblicati dati al riguardo), malino invece lo stato di Washington con perdite di circa il 13%.

[da napavalleyregister.com]

[da napavalleyregister.com]


Un piccolo sguardo ai paesi produttori dell’emisfero boreale, dove le varie vendemmie sono avvenute qualche mese fa.

Argentina: una 2023 da montagne russe, prima freddo e gelate, poi alte e prolungate temperature estive (superiori al 12% rispetto allo scorso anno), tutto ciò ha prodotto un calo generale dei rendimenti del 23% in confronto con la 2022 (8,8 mln/hl), le zone più colpite sono Patagonia e Mendoza est che hanno perso addirittura dal 40-50% del raccolto.

Cile: un 2023 di siccità e incendi che ha prodotto circa 10 mln/hl, 20% in meno rispetto allo scorso anno e 18% rispetto alle ultime cinque annate.

Brasile: 2,3 mln/hl prodotti nel 2023 con un calo del 30% rispetto al 2022.

Uruguay: -30% per via del deficit idrico.


Sudafrica: secondo le stime del SAWIS (South African Wine Industry Information and Systems) pubblicate il 12 maggio 2023, la vendemmia in Sudafrica è stimata a 1.180.093 tonnellate di uva, un 14,2% in meno rispetto alla vendemmia del 2022. Una 2023 che ha ricordato annate come la 2014 e 2019 per freddo e forte umidità, con quest’ultima che ha alimentato la pressione di oidio e peronospora. In tutte le regioni, in particolare nelle aree intensamente irrigate, la mancanza di elettricità per far funzionare le pompe di irrigazione ha avuto un impatto negativo sulle dimensioni dei raccolti. Secondo SAWIS infatti uno dei problemi maggiori di questa 2023 in Sudafrica è attribuibile proprio all’incapacità della Eskom (l’azienda elettrica nazionale) di generare energia elettrica sufficiente a soddisfare il fabbisogno del paese, portando a diverse interruzioni di energia, che hanno influenzato negativamente la programmazione dell’irrigazione e la disponibilità di acqua.

[da stellenboschvisio.co.za]

[da stellenboschvisio.co.za]


Australia: la 2023 verrà ricordata principalmente per i record negativi, infatti oltre ad essere stato il raccolto più basso degli ultimi 20 anni (1,32 milioni di tonnellate di uva, un -24% rispetto alla 2022) è stata etichettata anche come la più piovosa degli ultimi 10 anni. (clicca qui per scaricare il report dettagliato di wineaustralia.com).

Nuova Zelanda: il ciclone Gabrielle, le forti piogge, grandinate, eppure questo è uno dei pochi territori dell’emisfero meridionale con numeri relativamente positivi. Anche se la produzione è scesa a 3,6 milioni/hl  (-6% rispetto al 2022), mostra comunque una crescita (+14%) rispetto alla media degli ultimi cinque anni. (Qui un report più dettagliato e gratuito da jancisrobinson.com).


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Oltre ad essere la meno produttiva degli ultimi 60 anni, la 2023 sarà ricordata anche come l’annata dalle temperature medie globali più alte mai registrate, un record oggettivo a cui vanno aggiunti i sempre più frequenti e imprevedibili eventi climatici che ci colpiscono. Elementi su cui è necessario riflettere per agire alla svelta.


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Simone Di Vito

Cresciuto a pane e corse automobilistiche (per via del papà pilota), sceglie la sostenibilità di bacchette, tamburi e corde grosse, tra batteria e basso elettrico. Si approccia al vino grazie a una breve carriera da scaffalista al supermercato, decidendo dopo anni di iscriversi ad un corso AIS. Enostrippato a tempo pieno, operaio a tempo perso. Entra in Intravino dalla porta di servizio ma si ritrova quasi per sbaglio nella stanza dei bottoni. Coltiva il sogno di parcellizzare tutto quel che lo circonda, quartieri di Roma compresi.

4 Commenti

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Nic Marsél

circa 6 mesi fa - Link

Il trend generale dell'annata nel vecchio continente sembra essere: freddo (più o meno nord) da benino a benissimo, caldo (più o meno sud) da maluccio a disastro. Che abbia a che fare col cambiamento climatico?

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Lanegano

circa 6 mesi fa - Link

O che sia colpa dei vignaioli satanisti, come direbbe qualcuno dei nostri sommi pensatori italici....?!?

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Gabriele

circa 6 mesi fa - Link

Grazie, è molto interessante non concentrarsi soltanto sull'Italia

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Simone Di Vito

circa 6 mesi fa - Link

grazie a te Gabriele, saluti

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