L’annata 2017 per i Brunello di Montalcino Riserva. In una parola? Convincente

L’annata 2017 per i Brunello di Montalcino Riserva. In una parola? Convincente

di Leonardo Romanelli

Partiamo da quello che era stato detto dei Brunello di Montalcino 2017 per poi parlare dei Riserva: un’annata a 4 stelle, non il massimo delle 5 raggiunte dalle due precedenti, risultato dovuto ad una serie di fattori. Il cambiamento climatico che si è fatto sentire ed ha causato una riduzione delle rese, quindi stagione calda quasi siccitosa che si pensava generasse vini squilibrati e troppo pieni.

In realtà, il millesimo 2017 ha sorpreso molti all’assaggio per una generale assenza di concentrazioni eccessive e surmaturazioni, se non in rari casi, e molto del merito è stato attribuito al lavoro dei viticoltori in vigna ed in cantina. Per quanto riguarda la parte agronomica, si fa riferimento alle caratteristiche del suolo, alla vicinanza ad un corso d’acqua, ad una ventilazione che mitiga invece di asciugare, oltre al fenomeno delle escursioni termiche tra notte e giorno. Un altro aspetto è aver lavorato in previsione futura in alcuni territori ilcinesi, con vigneti piantati in zone più fresche. Evitando pratiche eccessive come defoliazioni o vendemmie verdi la pianta ha prodotto grappoli equilibrati.

L’opera dell’uomo si è poi rivelata in cantina, lavorando con uve ben selezionate ed evitando concentrazioni eccessive con maturazioni prolungate. La questione tannica è stata oggetto di discussione ovvero se quella percezione a volte più elevata del solito potesse essere un limite alla maturazione e affinamento in bottiglia negli anni a seguire. In generale, la 2017 ha raccolto molti commenti positivi, sicuramente migliori delle previsioni.

A questo punto, nasce spontaneo chiedersi se fosse logico produrre o meno la Riserva ma qui si entra in una questione articolata, nella quale si può mettere in discussione anche l’uscita stessa di un vino nelle annate considerate meno eccellenti. Dando uno sguardo più ampio, in certi paesi si preferisce sempre uscire, magari con un prezzo ridotto nelle annate sfavorevoli, elemento che non viene applicato in Italia.

La Riserva dovrebbe essere l’apice del prodotto, una selezione accurata delle migliori uve che possono maturare un anno in più e regalare un vino perfetto alla sua uscita. Questo giustifica un prezzo molto più elevato del Brunello annata. A mio avviso, sull’idea di Riserva si può lavorare ancora a Montalcino, in molti hanno privilegiato la scelta del cru, ovvero la selezione della stessa annata in uscita in terreno più vocato, ma una sapiente concezione delle riserve potrebbe regalare un mercato di alta gamma ancora non del tutto esplorata.

Quelli che seguono sono i migliori assaggi effettuati al recente Benvenuto Brunello 2022.

Leonardo Romanelli nella foto di Leonardo Tozzi

BRUNELLO DI MONTALCINO RISERVA 2017

BANFI – POGGIO ALLE MURA
Limpidezza evidente, chiaro e preciso. Naso con ciliegia stagliata, appena speziato di pepe quindi note di mora e cenni di macchia mediterranea. Bocca succosa calda e delicata, velluto iniziale con tannino che si mostra diffuso, ben articolato. Docile il finale, non imperioso, con ritorno fruttato e bella tensione. 92

CAPANNA
Cristallino, rubino profondo e cenni granati. Profumo di frutto maturo, qui i sentori di prugna e ciliegia sono sotto spirito, qualche nota di ginepro e di chiodi di garofano. Consistente in bocca ricco, si allarga bene tiene bene la degustazione con un finale che arriva appena repentino, un po’ amaro. 90

CAPARZO
Granato di bella trasparenza. Pulito nella parte terziaria, tabacco e cuoio che vengono bene in evidenza, poi il frutto rosso come ciliegia. Al gusto ha buon peso, succoso, caldo, levigato, di ottima tenuta gustativa. Finale di bella lunghezza con ritorno profondo di frutto più variegato. 91

CARPINETO
Limpido e terso nel suo colora granato. All’olfatto ha bella pulizia, prugna iniziale, poi ciliegia, anche note di frutta essiccata. Bocca fluida, delicata, non troppo potente, scorre veloce con tannini integrati. Finale delicato, piacevole non eccessivamente prolungato. 90

CASISANO COLOMBAIOLO
Nitido il colore granato compatto. Nota di incenso solo accennata, ciliegia modello amarena, anche ribes sotto spirito. Piacevole l’ingresso in bocca, caldo, dai tannini fusi alla parte alcolica, con finale succoso, caldo, articolato e vivace. 92

FATTOI
Bella pulizia cromatica, cristallino nella sua limpidezza. Note minerali ben definite, caldo, prugna, ciliegia. Bocca di buon peso, caldo, elegante, tannino ben amalgamato, caldo e cremoso. Finale di bella lunghezza, con retrogusto di frutto e piccoli cenni speziati di ginepro. 93

FATTORIA DEI BARBI
Granato delicato, molto limpido. Naso integro dove compare la pietra, quindi note di tabacco, frutti ben definiti, caldi, succosi, con densità equilibrata, tannino che si distribuisce con accortezza. Finale di giusta progressione con cenni di pot pourri. 94

LA CASACCIA DI FRANCESCHI
Conserva la parte rubina e poi l’unghia granata. Bello il frutto deciso, caldo, vitale, ribes e mirtillo, ciliegia e fragola. In bocca ha peso, bella distribuzione tannica, succosità, freschezza, tonicità, con finale fresco dove trova il floreale. 93

LA FORNACE
Un bel colore rubino abbastanza concentrato. Frutto esplosivo al naso dove si uniscono ciliegia, fragola e ribes, con cenni di spezie come cannella e chiodi di garofano. Buono l’attacco in bocca succoso, caldo, elegante, di un buon peso, per un finale appena dominato dal legno. 90

LA LECCIAIA
Granato di bella limpidezza, pulito. Naso antico in positivo, ovvero note di incenso, cuoio, confettura di more e fichi, cenni speziati di chiodi di garofano. Al gusto l’ingresso è caldo, elegante, tannini integri, acidità bilanciata, giusta densità. 92

LA PODERINA – POGGIO ABATE
Granato di ottima limpidezza, luminoso. Naso con elementi vegetali, di macchia mediterranea, frutto maturo, erbe officinali, sottobosco, anche cardo. In bocca ha fluidità, peso equilibrato, freschezza evidente, tannini ben impostati, finale non lunghissimo. 90

MOCALI
Granato molto limpido e pulito. Buon profumo nitido, di ciliegia e lamponi accennati, anche mele, poi cenni di balsamico. Al gusto densità gradevole, succosa, calda, elegante, tannini armonici e fusi alla componente alcolica. Finale prolungato. 95

PARADISO DI CACUCI
Colore molto lieve, limpido, preciso. Per il naso: minerale, ciliegia, freschezza di vegetale, sottobosco. Buon corpo, impatto preciso, cremoso, delicato, freschezza bilanciata, tannini finissimi. Finale prolungato e caldo. 94

PATRIZIA CENCIONI 123
Granato leggero. Profumi intensi di frutti come lamponi, ribes e ciliegia, anche cenni speziati, eleganti. Bocca fluida, lieve, pulita, invitante, sorso gustoso per un finale caldo ed armonico, dai tannini integrati. 92

PIAN DELLE QUERCI
Bel colore granato. Naso evoluto, di foglie di the, frutto maturo in confettura come prugne e more, cotognata. Bocca calda delicata, lieve. Finale in progressione positiva. 90

POGGIO DELL’AQUILA
Bel colore luminoso, piacevole e vivo. Note di bella distinzione, fruttate di ciliegia e prugna, anche elementi di cuoio, poi sentori e appena eterei. In bocca ha bella struttura, caldo, cremoso, con finale pulito e invitante. 92

RIDOLFI MERCATALE
Bel colore rubino con piccole sfumature granate. Affascinante il naso con sentori di ciliegia, lamponi, fragoline di bosco e d erbe aromatiche come timo. Bocca bellissima, levigata, calda, invitante, cremosa e pulita. Tannini ben amalgamati. Finale lungo. 95

ROBERTO CIPRESSO
Granato piacevole concentrato. Frutti in evidenza maturi pieni, decisi, come ciliegia e prugna, lievi note speziate. Bocca calda, succosa, avvolgente dai tannini fusi ben amalgamati. Finale piacevole e lungo. 94

RUFFINO
Rubino estremamente limpido e granato. Note classiche di frutti rossi, compatto, speziato di pepe, cenni di alloro. Bocca succosa, calda, viva, vitale, tannini appena rugosi, classici, fresco in acidità. Finale in bella scioltezza. 92

SALICUTTI – TEATRO
Rubino con bella pulizia, cristallino. Fruttato di ribes e lamponi, poi ciliegia, notevole l’amalgama con nepitella, pepe. Bocca pulitissima, equilibrata tannini, sottili, invitante, calda. Finale prolungato caldo e vivo in progressione positiva. 95

SAN POLINO
Bel colore pulitissimo, ancora rubino e cenni granati. Fruttato evidente, di ciliegia e fragola, poi lamponi, frutti di bosco, quindi pepe e ginepro, mentuccia, anche erba cedrina. Bocca fresca, elegante, dinamica, succosa, pulita. Finale in bella spinta. 94

SANTA GIULIA
Granato, pulito e limpido. Note molto evolute ciliegia sotto spirito, floreale di viola essiccata, appena pepe bianco. Bocca compatta iniziale, poi fluida, freschezza evidente, calda, piacevole. Finale in scioltezza. 90

SESTI PHENOMENA
Rubino di bella limpidezza con sfumature granate Cenni vegetali precisi, anche foglia di pomodoro, poi frutto preciso. Tannini appena evidenti. Pulito, caldo invitante, pieno ma asciugante. 90

TENUTA CORTE PAVONE LOACKER WINE ESTATES – VIGNA POGGIO MOLINO AL VENTO
Rubino con appena cenni granati. Note di frutti sotto spirito, fragole, ciliegie, lamponi, ribes. Bocca ben articolata calda, dinamica, viva, fresca. Finale in bella spinta, con tannini croccanti, di bella vivacità con finale ampio. 93

TENUTA CORTE PAVONE LOACKER WINE ESTATES – ANEMONE AL SOLE
Porpora, di bella limpidezza alla vista. Note vive, pulite, fresche al naso, frutti neri e rossi come ribes e mirtilli, mentolato. AL gusto risulta succoso, caldo, dai tannini ben posizionati, nitido nei sentori. Finale deciso e lungo. 92

TENUTA SESTA – DUELECCI OVEST
Rubino, pulito, di bella limpidezza con sfumature granate alla vista. Profumi di bella pulizia, eleganti, sottobosco, note di tabacco, frutti di bosco assortiti. Al gusto si presenta caldo, sodo gustoso, elegante, pieno. Finale in crescendo di energia. 94

TENUTA LA FUGA DUE SORELLE
Rubino con riflessi granati, pulito. Prugna e ciliegia sotto spirito all’olfatto poi note di maggiorana, nepitella, timo. Bocca succosa, calda e soda, tannini, classico alcol in evidenza. Finale pulito e caldo di bella armonia. 90

TIEZZI VIGNA SOCCORSO
Rubino qualche riflesso granato. Ematico, fiori di pot pourri, ciliegia, anche anguria. Bocca elegante di buon peso, tannino compenetrato, elegante caldo. Finale in bello spolvero. 94

VERBENA
Colore ancora rubino completo. Naso ordinato, preciso, frutti rossi. Bocca succosa e calda, elegante precisa, appena diluita calda, finale netto. 91

 

avatar

Leonardo Romanelli

“Una vita con le gambe sotto al tavolo”: critico gastronomico in pianta stabile, lascia una promettente carriera di marciatore per darsi all’enogastronomia in tutte le sfaccettature. Insegnante alla scuola alberghiera e all’università, sommelier, scrittore, commediografo, attore, si diletta nell’organizzazione di eventi gastronomici. Mescolare i generi fino a confonderli è lo sport che preferisce.

7 Commenti

avatar

Stefano Cinelli Colombini

circa 1 anno fa - Link

Io di tendenza sarei uno pauroso, per cui mi astengo sempre dal commettere un reato da impiccagione come il criticare un critico, però con due amici come il Gori e Romanelli mi permetto un consiglio: date un occhio ai numeri, è più facile che l'assassino sia lì piuttosto che dentro la giacca del maggiordomo. Da decenni non si vedeva un Brunello venduto così rapidamente e a prezzi così alti come il 2017, evidentemente il mercato l'ha percepito a cinque stelle (o più) anche se ne aveva quattro. Io non sono un adoratore del mercato, però è difficile che milioni di persone che tirano fuori i loro soldi per comprarlo sbaglino nel giudicare un vino. Le stelle date dopo la vendemmia sono oggettivamente premature, e il 2017 è uno dei casi in cui l'evoluzione del Brunello dimostra quanto quel sistema era sbagliato. Per questo abbiamo smesso, esaurite le annate in cui già c'era un giudizio le daremo (probabilmente) subito prima della messa in commercio. E per questo il 2017 era un anno giusto per fare le Riserve, altroché se era giusto.

Rispondi
avatar

Alessandro Morichetti

circa 1 anno fa - Link

Stefano hai anni di esperienza sufficienti per convenire su almeno due o tre punti:
- addurre motivazioni commerciali in merito a considerazioni qualitative è spesso fuorviante, in positivo e in negativo. Troppi i fattori in gioco: in alcune zone ed epoche si vende benissimo qualcosa che magari non è il top laddove, di converso, si trova chi vende malissimo qualcosa che meriterebbe ben più medaglie sul campo. Troppi i fattori in gioco, voi siete l'ecosistema Montalcino e tante altre zone possono solo guardarvi col binocolo. Con ricadute mercantili annesse e connesse.
- il sistema delle stelle all'annata è qualcosa di molto diverso da una autocertificazione consortile? E chi ha interesse a certificarsi peggiore di quanto non sia? Strumento ottimo di comunicazione e promozione, quello non si discute.
- le anteprime servono per far scrivere e far parlare. Non si decidono in quella sede le sorti del mondo e un po' di rilassatezza gioverebbe a tutti, ben sapendo che tanta parte dei produttori salta sulla sedia quando legge cose non meno che entusiastiche. E questo inficia sensibilmente tutti i contenuti prodotti.

Rispondi
avatar

Stefano Cinelli Colombini

circa 1 anno fa - Link

Amico mio, mai mi sono lamentato per un giudizio basso che, peraltro, in questo caso non ho avuto. Faccio solo notare che la 2017 è un'annata giusta per fare la Riserva perché quattro stelle non è poco, e comunque la 2017 era un'annata che meritava cinque stelle. E lo scrivo ora che io e quasi tutti gli altri l'abbiamo già venduta tutta, per cui non è un giudizio che possa essere tacciato di interesse di parte. Quanto a valore del giudizio del mercato, certo che hai ragione. Le vendite dipendono da mille fattori, non solo dalla qualità. Però vale "a contrariis", è improbabile che un'annata media (o mediocre) si venda in abbondanza a prezzi alti. PS il sistema delle stelle era basato su un assaggio fatto su dei Brunelli con 5 o 6 mesi di vita, per cui ci sta di sbagliare. L'esperienza insegna che qualche volta abbiamo sbagliato, e quasi sempre perché abbiamo dato meno stelle di quanto era giusto.

Rispondi
avatar

Franca

circa 1 anno fa - Link

Non ho molto chiaro il fatto che percepire i tannini più alti sia un limite per la maturazione. Non dovrebbe essere il contrario? Cioè il tannino con il tempo dovrebbe attenuarsi, quindi dare una prospettiva di longevità. Grazie

Rispondi
avatar

Andrea Gori

circa 1 anno fa - Link

I tannini maturi e ben estratti si attenuano, quelli verdi per errore nella vendemmia o estratti troppo dalle bucce o vinaccioli (o raspo) con il tempo rimangono tali

Rispondi
avatar

Giuseppe

circa 1 anno fa - Link

Ho avuto anche io il tuo stesso dubbio...

Rispondi
avatar

Giogio

circa 1 anno fa - Link

Quando abbiamo letto cento volte che il miglior cioccolato é il cioccolato X, noi ci immaginiamo d'averlo inteso dire di frequente e finiamo per averne la certezza.

Rispondi

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.