Ten | La carta dei vini di Intravino – Aprile 2023

Ten | La carta dei vini di Intravino – Aprile 2023

di Simone Di Vito

Dieci consigli al mese dalla redazione di Intravino.

Tanto vino ma anche birra e distillati. Prodotti che quando li trovate a scaffale, online o al ristorante, noi vi consigliamo di comprare e vi diciamo anche perché ne vale davvero la pena.
Ogni consiglio è firmato da un editor che ci spiega perché quel flacone meriti tutta la nostra attenzione.

Poca poesia e tanta prosa, poco fumo e tanto arrosto. Un post ogni fine mese in cui troverete novità, cimeli storici, bombe a lunga gittata, solide certezze o produzioni sconosciute. Bottiglie di ogni ordine e grado che per noi meritano la massima attenzione, o più semplicemente di essere prese e stappate.

Questo è… Ten | La carta dei vini di Intravino


 

Aprile 2023


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Domaine Ostertag • Riesling Les Jardins 2021 • di Marco Colabraro
Tra Colmar e Strasburgo, in un’Alsazia in costante evoluzione, sono sempre di più le espressioni schiette e dirette del riesling (e per questo da non attendere troppo), vitigno principe di una regione benedetta per clima e suoli, dove i vini, anche i più pronti e da sete, non trascurano la sostanza. Qui grappolo intero, acciaio, lunga fermentazione e lieviti indigeni dai vigneti che affondano nella pietra arenaria del villaggio di Epfig regalano sorsi esaltanti. Agrumi e roccia, sale in punta di lingua e salivazione modesta che però si allarga coinvolgendo tutto il palato, precedono una materia fatta di albicocca e pesca bianca, accennate, mai invadenti. Glu glu, ma con grazia. Sui tacchi ma indossando dei jeans cargo. Cassa da sei, per forza!
25 € Bouitique Vini, Riquewihr (Alsazia)


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Domaine Begue-Mathiot • Chablis 2020 • di Simone Di Vito
Pranzo con la famiglia in un ristorante fronte mare. Cerco in carta un qualcosa che si sposi con crudité, antipasti e primi di pesce ma alla fine provo questo Chablis. Non conoscevo l’azienda ma il prezzo abbordabile mi suggerisce di dargli una chance. Solito fruttato bianco-giallastro, mentuccia e gesso, poi un bell’agrume di mandarino, ha un sorso abbastanza carnoso ma senza eccessi, untuoso e ricco di sapidità ma non mancano note citrine e tensione acida di sottofondo; col pesce poi si sposa benissimo e in quattro e quattr’otto la bottiglia finisce, in due. Uno Chablis che fa lo Chablis, cosa non sempre così scontata.
30€Ristorante MarTerreno, Ladispoli 


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I Cacciagalli • Zagreo 2019 • di Antonello Buttara
Ho sempre avuto un debole per il fiano (quello buono), ha la dote di accostarsi al cibo senza prevaricare esaltando anche le pietanze più semplici. Tra Teano e Caianello, Mario Basco e sua moglie Diana Iannaccone attraverso un’agricoltura ragionata, su un terreno di matrice vulcanica, lo vinificano in anfore di terracotta dove macera per due mesi e affina sui propri lieviti negli stessi contenitori. Luminoso, profuma di pesca, buccia di arancia, camomilla e timo. Bevibilitá e complessità danzano al ritmo di una taranta e per me rimane il vino da mettere a tavola quando si vuole vincere facile.
18 €Cacciagalli Wine Resort, Teano (Ce)


Oltretorrente • Colli Tortonesi Timorasso 2020 • di Massimiliano Ferrari
Quando qualche anno fa in un non meglio precisato banco d’assaggio incrociai per la prima volta i loro vini il pensiero volò immediato all’omonimo glorioso quartiere di Parma, la mia città. Stesso nome e stessa tempra, stessa orgogliosa tensione alla libertà. Questo Timorasso 2020 è un vino difficile da incasellare. Mediterraneo e solare al naso, muta verso profili più nordici quando entra in bocca. È bottiglia che ho sempre apprezzato per questo aspetto poliedrico, austero e goloso, vivace e serissimo proprio come l’oltretorrente parmigiano.
22 € – Drogheria Viani, Parma



Domaine de la Mordorée • Tavel La Dame Rousse 2021 • 
di Stefano Senini
Se siete un po’ stanchi dei rosati alla moda, tutti leggerezza, profumi di confetto e velleità di Provenza, provate il Tavel, l’unica appellation francese costituita integralmente da un vino rosé; questo – biologico e biodinamico – viene da uve grenache, syrah, cinsault e clairette. Sin dai riflessi violacei si intuisce che siamo di fronte a una certa vinosità, che si ritrova al naso, tutto giocato sui frutti rossi, perfino ribes e mora, il che non esclude una grande finezza, esaltata da note agrumate. Giocando con le temperature gli abbinamenti sono molto vari, dalla pasta al pesto a quella al ragù, dalla zuppa di pesce alle grigliate di carne. Dicono che invecchi molto bene, ma con questa bevibilità (nonostante i 14,5 gradi) è impossibile dimenticarlo in cantina più di qualche mese.
17.50 € – Online


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Castello Monterinaldi • Chianti Classico 2018 Vigneto Boscone • di Giorgio Michieletto
Cinque ettari di vigna vecchia, solo cemento, tutto il bosco del Chianti Classico. In questo Vigneto Boscone c’è l’acidità di Radda (dove ha sede l’azienda) e un ricordo dei fiori e del vento di Lamole, iris e rosa. Frutto rosso croccantissimo e selvatico, ciliegia, foglie secche, resina e rosmarino, caffè e pepe nero. Struttura possente, l’alcol sviluppato dalla 2018 penalizza leggermente la finezza ma il sorso resta agilissimo con un tannino già ben integrato. Molto lungo con finale tutto su note balsamiche.
38 € – Ristoro di Lamole, Lamole (FI)


Albert Bichot • Coteaux Bourguignons 2019 • di Nicola Cereda
Alla ricerca della Borgogna online, ho spesso sprecato tesoretti in prodotti “economici” (virgolette d’obbligo) di piccole e grandi maison che, col senno di poi, non avrei acquistato nemmeno a un decimo del loro prezzo. Questo Coteaux Bourguignons (denominazioone macro-regionale “colline borgognone”) è l’eccezione alla regola. Trattasi di un goloso rosso quotidiano che, senza vantare alcuna nobiltà di censo, conquista con la forza della delicatezza. Colore scarico, profilo aromatico floreale, sorso agile e fruttato in virtù di una consistente quota di gamay in supplemento al pinot nero. Un allegro vin de soif allergico ai cerimoniali. Per la Borgogna con la B maiuscola rivolgersi altrove.
12 € – Online


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Birrificio Lambrate • Montestella • di Gianluca Rossetti
Quando si parla di Baladin, Birrificio Italiano o Lambrate è inevitabile pensare alla nascita dell’artigianale nostrano: il battesimo del craft si tende a identificarlo – un po’ per convenzione, un po’ perché è vero – con l’anno di fondazione di queste tre aziende. Montestella è prima etichetta prodotta da Birrificio Lambrate, Anno Domini 1996. Ricetta rimaneggiata nel tempo, birra dell’anno Unionbirrai 2008, è oggi una Pilsner amara il giusto (30 IBU) alcolica quanto basta (5%), con indole da Session che non disdegna la complessità: note erbacee e maltate in bella sintonia, una punta di zenzero e carbonazione di calibrata finezza.
4 € (la 0,33) – Online


Liquori Foletto • Amaro Tintura Stomatica • di Denis Mazzucato
Grande intensità olfattiva, erbe amare, genziana, china e un fondo leggero di caramello. Zucchero non pervenuto e tanta tanta lunghezza. Un amaro amaro sul serio, che lascia la bocca pulita di bastoncino di liquirizia. Clamoroso. Ho rubato un cucchiaio di gelato alla crema a mio figlio. Abbinamento super!
27 €  Online


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Château de Beaulon • Cognac Folle Blanche 7 Ans • di Thomas Pennazzi
In primavera un cognac ci sta ancora bene, ma che sia tutto fiori. Il delizioso castello, già residenza estiva dei vescovi di Bordeaux, è circondato da una tenuta coltivata in biologico con vista sull’Haut Médoc. Questo giovane cognac monovarietale distillato dall’antica folle blanche vi sorprenderà con la sua finezza: la florealità dei Fins Bois (4° cru) unita alla decisa nota agrumata si risolve in bocca in frutta vanigliata con un pizzico di pepe. Il finale equilibrato ed elegante è molto raro a quest’età. Bevibilità pericolosa!
61  – dal produttore


 

 

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Simone Di Vito

Cresciuto a pane e corse automobilistiche (per via del papà pilota), sceglie la sostenibilità di bacchette, tamburi e corde grosse, tra batteria e basso elettrico. Si approccia al vino grazie a una breve carriera da scaffalista al supermercato, decidendo dopo anni di iscriversi ad un corso AIS. Enostrippato a tempo pieno, operaio a tempo perso. Entra in Intravino dalla porta di servizio ma si ritrova quasi per sbaglio nella stanza dei bottoni. Coltiva il sogno di parcellizzare tutto quel che lo circonda, quartieri di Roma compresi.

7 Commenti

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Nic Marsél

circa 1 anno fa - Link

I Tavel di Domaine de la Mordorée sono senza dubbio eccezionali, ma l'intera denominazione è un vero tesoro. Il birrificio di Lambrate non ha mai sbagliato un colpo!

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laccendiamo?

circa 1 anno fa - Link

Verdicchio di Jesi riserva Utopia 2018 Montecappone. Mandorle, densità, struttura, finezza, niente legno inutile a rompere i coglioni, molto piacevole, mentre lo bevi pensi già a ricomprarlo, proprio buono. Circa 30 euro...

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Vinogodi

circa 1 anno fa - Link

...non capisco perche' nessuno parla della piu' grande eccellenza italiana: il Lambrusco. Oggi un Rimosso di Cantina della Volta. Il P2 rose' ci fa una pippa...

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Nic Marsél

circa 1 anno fa - Link

22 milioni di bottiglie vendute nella GDO nel 2022, al terzo posto dopo Prosecco e Chianti. L'eccellenza di cui parli non è quella che finisce sulla tavola degli italiani.

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Vinogodi

circa 1 anno fa - Link

...Nic..oggi SEE Spiriti Ebbri 2021 ( appena arrivato in anteprima) 309 bottiglie prodotte, Calvari Miani 1999 ( 278 bottiglie prodotte) e Kurni Vecchie Viti 2006 ( 6 bottiglie e 3 magnum prodotte) ...dai numeri vini epocali di default, secondo la tua logica...ecciairagione, caspita, emozione pura ...

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Nic Marsél

circa 1 anno fa - Link

Ciò che intendevo dire è che il Lambrusco che finisce sulla tua tavola ben difficilmente sarà compreso tra quelle 22 milioni di bottiglie. Un'eventuale tua smentita rappresenterebbe (almeno per me) un clamoroso colpo di scena :-)

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franco

circa 1 anno fa - Link

La realtà è che è più facile sparare sul lambrusco, come se fosse un prodotto di importazione cinese che minaccia l'economia italiana, che invece orgogliosamente tentare di difenderlo. É diventata di uso comune, grazie al regalo di berlusconi a putin, la battuta facile sulla qualità bassa del lambrusco. Un fulgido esempio di come noi italiani siamo maestri nel tirarci la zappa sui piedi.

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