Riecine è un’azienda del Chianti Classico in stato di grazia

Riecine è un’azienda del Chianti Classico in stato di grazia

di Daniel Barbagallo

Ormai le nostre esistenze viaggiano a velocità supersoniche. Impegni quotidiani sempre più opprimenti, scadenze da rispettare e menate di ogni sorta avevano superato il livello di guardia quindi per evitare di essere internato ho pensato di fare un paio di giorni in quel posto benedetto da Dio che è la Toscana.

Ero partito per cazzeggiare, cosa che mi riesce piuttosto bene, non avevo voglia di nessun tour de force per cantine macinando chilometri a destra e manca guardando di continuo l’orologio per rispettare orari, ma solo tre visite mirate che facessero da contorno a questa mini vacanza.

Una di queste è stata da Riecine, azienda sita nella omonima località a Gaiole in Chianti, che negli ultimi anni è stabilmente tra le mie preferenze e che in diversi tasting da me organizzati si è sempre distinta per autenticità e tipicità.

Al mio arrivo rimango stregato dal panorama su cui si affaccia la terrazza dell’azienda e vengo ricevuto da Iacopo Casadio che si occupa dell’ accoglienza in modo esemplare, regalandomi una di quelle visite da ricordare.

Il sole caldo picchia come un fabbro mentre mi racconta tutta la storia peraltro molto singolare e interessante dell’azienda, facciamo un giro in cantina e noto che ci si potrebbe operare qualcuno a cuore aperto dalla pulizia che c’è. Poi finalmente veniamo agli assaggi.

Prima di darvi qualche info sui vini ci tengo a dire che sono convinto che questa azienda nonostante la sua storicità e la qualità altissima delle referenze è come se non avesse ancora raggiunto tra gli addetti ai lavori e tra i consumatori lo status che merita che per ciò che mi riguarda è quello dei fuoriclasse.

Dal punto di vista dei vini, ci sono davvero pochi dubbi o passi falsi. Cercando un filo conduttore, direi che l’aria gioca un ruolo importante: non sono vini pronti/via, l’intera gamma ha mostrato una bella progressione olfattiva e gustativa con la permanenza nel bicchiere, dal più semplice ai più strutturati.

Dei vini nello specifico, ciò che trovo importante oltre alla singola etichetta è il senso di insieme che ho provato nel degustarli, ritrovando la stessa sensazione che si ha nel vedere una squadra che gioca in modo affiatato, o una orchestra dove ogni strumento svolge benissimo la sua parte.

Riecine

Ho assaggiato diverse cose in più annate ma per dare riferimenti più precisi sulle caratteristiche dei vini preferisco concentrarmi maggiormente sulla 2021 per ciò che riguarda i Chianti Classico.

Partiamo con Palmina 2022, un rosé da sangiovese che non è il classico vino da bordo piscina e per fortuna, visto che una piscina non ce l’ho. Bevuta semplice solo ad un primo approccio ma posso assicurare che, non tralasciando la sua spensieratezza, ha più grinta di quanto mi sarei aspettato. Belle sfumature di fiori e frutti rossi ed una punta di confetto, sorso di buona sapidità. Partiamo bene.

Segue il Bianco di Riecine 2021 da uve trebbiano con lunga macerazione, vino storicamente importante per l’azienda. Già ne apprezzava la fattura a fine anni ’70 Luigi Veronelli e in azienda è presente una lettera che si riferisce proprio a questo bianco. Dopo una pausa produttiva di qualche anno, oggi viene riproposto con una versione che da una parte guarda il Carso e dall’altra il mediterraneo: ricco di frutta gialla ed infusi di erbe, sorso ricco che non trascende in fatica, camomilla e frutta secca, certo non un vino quotidiano ma una bella fuga dalla normalità. Perfetto per chi volesse fare un viaggio su sentieri meno battuti. Amo molto questa tipologia di vini e mi è piaciuto (e personalmente lo terrei come chicca finale di congedo).

Patiamo con i rossi.
Per primo, il Chianti Classico 2021, vino emblema della cantina che mi ha convinto in pieno. Nell’impatto al naso, frutta, cuoio e tabacco; la parte tattile è quel giusto punto di equilibrio tra austerità e golosa dolcezza del Sangiovese. Vino già in grado di regalare soddisfazioni grazie ad un tannino maturo.

Il Chianti Classico Riserva sempre 2021 mi è piaciuta moltissimo, più fitto e stratificato ma, come normale che sia, molto più indietro del Chianti Classico annata: vibra ma non riesce ancora a mettere su strada tutti i cavalli, ha comunque un plus di materia e allungo. Forse è anche rimasto un po’ schiacciato dall’essere nel mezzo tra il vino di ingresso e più pronto e la Gran Selezione Vigna Gittori 2021 che, senza troppi giri di parole, vi dico essere un’ira di Dio. Mi ha colpito per profondità e definizione dei dettagli, elegante fresco ed intenso, macchia e frutto fusi perfettamente poi scorza d’arancia e un tocco ferroso, vino coinvolgente con una spinta tannica che non toglie nulla alla dolcezza di frutto. Un crescendo continuo nel calice: il vino che ho preferito della giornata.

Riecine è il vino aziendale che conosco meglio e che nasce per mostrare il sangiovese nella sua veste più spoglia ed essenziale, senza legno. Sempre annata 2021, in sintesi: chi cerca vini dimostrativi bussi ad un’altra porta, qua ci sono sopratutto purezza e carattere e come ben sappiamo il carattere si smussa solo col tempo. Oggi più espressivo al naso che in bocca. Bottiglia lenta nell’incedere anche nel calice ma che saprà ripagare dell’ attesa, uno dei vini a base sangiovese che preferisco degli ultimi anni e che in diverse comparate fatte da me è sempre stato tra i migliori. Una bottiglia di 2011 perfettamente matura aperta a fine degustazione ci ha dimostrato cosa può diventare questo vino.

Le aspettative sono l’anticamera del pregiudizio, questo ho pensato assaggiando La Gioia 2020, supertuscan a base sangiovese con una piccola quota variabile di merlot (20% nel 2020) che nasce per celebrare questa tipologia di vini preservandone la bevibilità. Più che la concentrazione e l’impatto mi hanno colpito la gentilezza tattile ed un legno integrato benissimo. Avvolgente e di bella freschezza, il vino che non mi aspettavo.

Finiamo con Tresette 2018, merlot in purezza, il vino che mi è piaciuto meno. Anzi, l’unico che non fa per me ma ammetto che è un limite personale di poca sintonia con la varietà, tanto è vero che l’amico in degustazione con me lo ha apprezzato parecchio. Per degustare e comunicare occorre saper scindere tra soggettività ed oggettività, ad esempio io non amo gli U2 ma mai mi sognerei di dire che non sono una grande band e ciò che penso di questo merlot è che per gli estimatori del genere potrebbe essere una bellissima sorpresa.

Arrivato alla fine, l’unica cosa che mi sento di dire è che spero di vedere sempre più bottiglie di questa azienda nelle carte dei ristoranti e nei wine bar, perché Riecine ha veramente molto da dire, anche rispetto ad altre realtà che invece risultano di maggiore appeal senza gli stessi contenuti. Una batteria di vini di questo livello non si trova di frequente.

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Daniel Barbagallo

Classe 1972, di Modena, imprenditore nel tessile. Padre siciliano, madre modenese, nato in Svizzera. Adoro la Borgogna, venero Bordeaux e il mio cane si chiama Barolo. Non potrei mai vivere senza Lambrusco. Prima di dire cosa penso di un vino, mi chiedo cosa pensi lui di me. Ho sempre sete di bellezza.

5 Commenti

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MG

circa 2 settimane fa - Link

Riecine e' uno dei gioielli del Chianti Classico che sta brillando davvero, oltre che cantina del cuore <3 Ed ogni anno diventa sempre piu' difficile decidere quale sia davvero il loro top wine, che fra La Gioia, Vigna Gittori e il Riecine di Riecine la scelta e' quasi impossibile. Poi il posto e' davvero bellissimo con vista su Barbischio e Gaiole (nascosta dalla collina di fronte, appunto quelle della Vigna Gittori). Non vedo l'ora di passarci, a breve :)

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Nuovo corso Friulano

circa 2 settimane fa - Link

Sono commosso, ho fatto anche io un riferimento musicale per la medesima uva, il mio paragone musicale erano però i Queen.

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AG

circa 1 settimana fa - Link

Nulla da eccepire sulla linea Chianti Classico (annata, Riserva e GS) ma mi è molto mancato un serio approfondimento del passaggio tra precedente e attuale proprietà e rispettivi collaboratori nonché una ancora più importante specifica sulla posizione e caratteristiche delle vigne.

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gino

circa 1 settimana fa - Link

prima c'era il mitico Guercio,vini magnifici,ora diversi si sente il cambio.

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AG

circa 1 settimana fa - Link

Sinceramente non mi dispiace il nuovo corso più 'pettinato' anche se per noi diversamente giovani i vini di Sean erano diversi, con i loro difetti e pregi ca va sans dire

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