Ancora sul clima: cosa è successo a Montalcino negli ultimi venti anni (e le controintuizioni)

Ancora sul clima: cosa è successo a Montalcino negli ultimi venti anni (e le controintuizioni)

di Stefano Cinelli Colombini

Due parole sul clima di oggi a Montalcino. Nella foto il bosco dell’Aiole, visto dalla Fattoria dei Barbi. Quasi cinquecento metri sul livello del mare, esposto a est e mai stato caldo. Abbastanza buono da porcini. Le macchie marroni che vedete però non sono porcini, sono lecci e querce in sofferenza. Non stanno seccando e l’anno prossimo si ripigliano (almeno, fino ad ora l’hanno fatto), ma una cosa di questo tipo nell’ultimo secolo si era vista solo ad agosto avanzato. E solo in anni particolarmente secchi. Ma la foto è dello scorso mercoledì 27 luglio.

Parlo dell’ultimo secolo perché i miei dati e le mie memorie, dirette o riportate, arrivano solo fino a lì e non ho mai trovato serie di dati meteo di Montalcino più antichi. Per contrasto, osservate il sangiovese della mia vigna del Poggio, che a dire il vero non è in particolare stress. Le foglie sono aperte, di gialle non ce n’è e qua e là spunta qualche buttata nuova. Certo, c’è un terreno galestroso con presenza di acqua, c’è il cordone libero che ha molta meno foglia per cui meno traspirazione e meno fabbisogno d’acqua, c’è il sangiovese che è una pianta da arido, ma pur con tutte queste cose il contrasto col bosco resta impressionante.

I ciliegi poco più in là paiono quasi morti. Poi scendo verso est e osservo le zone più argillose di Montalcino, e lì va peggio ma non così peggio come ci si potrebbe aspettare. Reggono. Questa siccità del 2022 è strana, è oggettivamente molto caldo e molto arido e ci sono stati giorni di vento che ha asciugato, ma la vite pare soffrire meno di quanto sarebbe logico che facesse. Almeno a Montalcino, e almeno con il sangiovese.

Forse, e premetto che lo dico da mestierante e non da agronomo né tantomeno da ricercatore, bisognerebbe riflettere sul fattore antropico. È indubbio che esista nel male, noi esseri umani abbiamo inquinato, devastato e fatto tutto quel che potevamo per distruggere la terra, ma può esistere anche nel bene? Mi spiego.

Tutti hanno notato i Brunello sempre migliori del nuovo millennio e le grandi annate in serie, ma vi siete chiesti il perché? Gli agricoltori sono gli stessi, le vigne sono quelle, gli enologi pure e la tecnica anche, e allora? Negli ultimi due decenni Montalcino ha vissuto una rivoluzione, di cui pochissimi si sono accorti. Qui è cambiato il modo di fare agricoltura, e questo ha cambiato la materia prima. L’uva. Ora Montalcino è a larga maggioranza bio, e buona parte del resto è in conversione.

Quasi tutti i vigneti sono inerbiti e, guarda caso, nell’ultimo decennio con qualunque pioggia (e a volte si sono avute delle vere bombe d’acqua) non si è più visto fango sulle strade. Prima era normale, e spesso si riempivano anche le fossette. Due decenni di colture rispettose dell’ambiente hanno riportato la vita nei suoli, che ora non mostrano più traccia di dilavamento e trattengono l’acqua molto di più. Non bastasse, si è piantato un mare di vigna. Ormai siamo vicini ai seimila ettari nel comune, di cui duemilacento di Brunello, ed è quasi tutto sangiovese: più vigne con la stessa quantità di vino prodotto, vuol dire rese molto più basse. Sempre più basse.

Cristoforo Colombo cercava l’Asia e trovò l’America, noi cercavamo la qualità e pare che abbiamo trovato la sostenibilità. Anche la qualità, però. In questi tempi di incertezza sul clima, forse potrebbe essere un modello da studiare. E cos’è questo modello? Suoli più vivi, meno fito-competizione (resa unitaria più bassa “spalmata” su estensioni maggiori, e vigne meno fitte), vitigni nati per climi semi-aridi come il sangiovese, gestione molto attenta della chioma e dei terreni. Alcune possono sembrare eresie, robe in contraddizione con il mitico “modello francese”, ma forse quello che può sembrare un ritorno all’antico è solo un recupero di usi che i nostri avi hanno adottato per sopravvivere ad un clima che non è quello della Francia.

In Toscana è storicamente arido. Il discorso si farebbe troppo lungo, ma vi siete mai domandati perché i suoli degli antichi dipinti toscani non sono mai verdi? Polvere, e terra nuda. Perché non si vede mai una nuvola? Il deserto di oggi non è una novità, qui più o meno c’è sempre stato. La ricetta di cui vi parlo mi pare molto più valida dell’irrigazione, anche perché di acqua non ne abbiamo. Ora il problema è: che succede se non piove, quanto potranno reggere le viti? Nessuno lo sa, staremo a vedere.

Post Scriptum. Giovedì e venerdì a Montalcino è finalmente arrivata la pioggia, in molte zone 30 o più millimetri d’acqua. In altre parole, 300 metri cubi di acqua per ettaro e questo è l’equivalente di quanto si considera normalmente necessario per un’irrigazione di soccorso. Che, praticata ove serva e in questo periodo, normalmente salva il raccolto. Personalmente sarei molto favorevole al recupero di questa pratica agronomica antica e oggi poco praticata.

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Stefano Cinelli Colombini

Nato nel 1956 a Firenze da un'antica famiglia senese, è il titolare della Fattoria dei Barbi a Montalcino. Membro dell’Accademia Nazionale della Vite e del Vino e dell’Accademia dei Georgofili, è un grande appassionato di storia, arte e musica classica.

64 Commenti

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Omikelet

circa 2 anni fa - Link

Il fattore antropico come sempre è una cosa positiva quando è fatto bene. Cambiando orizzonte geografico si può dire che le marogne a Pantelleria e in Valpolicella hanno ridisegnato in modo virtuoso un paesaggio contribuendo alla sua vitalità e benessere. Rimango della mia idea che ci sono dei luoghi della vinicultura italiana dove l’antropizzazione è stata storicamente e in buona parte positiva (Toscana in primis) e altri dove negli ultimi anni è stata invece , per buona parte, carente e miope (Veneto per esperienza diretta). Se non primo caso è tutto il sistema a fare squadra, nel secondo ci sono spesso dei grandi battitori liberi che però a volte rimangono un po’ in mezzo al guado, circondati da tanta mediocrità.

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Stefano Lorenzi

circa 2 anni fa - Link

Bah io rimango abbastanza basito dall' analisi del Cinelli Colombini( a proposito chi può gli faccia avere il mio messaggio...mi ha bannato non pensandola come lui😉). Punto primo credo di camminarle molto spesso le vigne di Montalcino e sinceramente tutti sti filari inerbiti io non li ricordo e non li vedo.
I più " virtuosi" fanno un filare si e uno no dimostrando di non credere nella pratica dell'inerbimento.
Punto secondo benissimo che ci sia una conversione, ma la strada è ancora lunga...lunghissima.
Sugli smottamenti certo non ci sono a Montalcino, ma a Buonconvento e Torrenieri ogni 2x3 ne succede una, segno che la regimentazione delle acque a monte non è ottimale.
Ed infine quello che trovo limitato, limitante e soprattutto vignacentristisco sono le considerazioni sul Sangiovese che non soffre e che tutto va bene a Montalcino. Sarà anche così...ma bisogna pensare molto più globalmente, molto più in maniera sinergica.
Montalcino avrebbe l'occasione di diventare il primo areale al mondo non virtuoso, ma virtuosissimo!!!
Ne ha tutte le possibilità sia economiche che decisionali, inoltre è talmente trendy che farebbe scuola a tutti, ma non ci crede nessuno a partire dai politici, consorzio, produttori.
Ci vogliono investimenti seri integrati tra tessuto urbano ed agricolo, il discorso è lunghissimo e non è questa la sede, ma vi dico per certo che altri mondi altre professionalità hanno già le soluzioni per risolvere o mitigare i problemi che arriveranno nei prossimi 10/20 anni, bisogna però fidarsi e crederci.
E bisogna anche investirci rallentando un pochino.
Questo è quanto, piaccia o no.
La mano dell'uomo è stata virtuosa a fare i vini buoni, a farli in annate difficili e difficilissime, ora però gli sforzi e tanti si devono produrre per la perpetuazione della specie (noi) e per la conservazione di una tradizione (il fare vino).

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Stefano Cinelli Colombini

circa 2 anni fa - Link

Vede, i filari inerbiti uno si è uno no sono dovuti al fatto che nello specifico di questo territorio tutti gli agronomi che ci lavorano (e si tratta di esperti, spesso di alto livello) hanno suggerito questo modello. Si inerbisce tutto, poi quando arriva il caldo se ne lavora uno, per favorire la penetrazione dell’acqua e ridurre la sua dispersione per capillarità. È un modello tipico di climi semi-aridi come questo, insegnato in ogni Universitá in ogni Paese del mondo. Il fatto che lei non ne sia a conoscenza e lo scambi per un errore mi spiace, ma è un sistema che ha infiniti studi a suo supporto. Quanto accade a Montalcino, contrariamente a ciò che lei scrive, non è casuale ma è supportato da ricerche delle più importanti istituzioni di ricerca d’Italia. Nel piccolo della mia azienda sono in corso due ricerche, una dell’Universitá di Pisa e una di quella di Firenze. Banfi ne ha altre credo con Milano e Piacenza, Argiano credo con Firenze e numerose altre ne hanno con vari istituti importanti. Ne fa anche il Consorzio del Brunello. Mi spiace e non vorrei che se la prendesse, ma se lei avesse una docenza o fosse coinvolto in una Università molto probabilmente conoscerebbe qualcuno di questi progetti, purtroppo non possiamo studiarli e realizzarli con appassionati non accreditati a livello accademico come lei.

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Stefano Lorenzi

circa 2 anni fa - Link

Vede Sig Cinelli Colombini Io non ho messo in dubbio che TUTTI i modelli che ci sono a Montalcino sono tutti super studiati da super esperti e da tutte le Univerisità che lei ha citato, quello che dico io è che lei ha parlato di filare inerbito praticamente ovunque e a me a Montalcino non risulta, ma mi riprometto di verificare meglio. Vede dire che si ara/fresa un filare per evitare che ci sia dispersione per capillarità e per aumentare la penetrazione dell' acqua denota una visione superata di come funziona la cotica erbosa e soprattutto il sistema radicale delle specie erbacee, inoltre denota una non conoscenza della fotosensibilità di alcuni microelementi e altri elementi fondamentali per le interazione della rizosfera. Con questo non voglio dire che in assoluto sia SEMPRE sbagliato fresare un interfilare, mi piacerebbe capire se SEMPRE si calcola il come e il periodo in cui lo si fa. Detto questo inerbire non vuol dire seminare il favino o altri fissatori, inerbire seriamente vuol dire ragionare sulla funzionalità radicale e aerea di ogni erba che si inserisce, ma anche questo è un discorso lungo. Si ho docenze saltuarie con Università di Milano e collaboro ad un progetto di ricerca in vigna con l' università di Torino e a Settembre parlerò a Malmo alla conferenza mondiale di Arboricoltura sui benefici degli alberi negli areali vitivinicoli. Quindi messo in chiaro le cose può scendere dal piedistallo: sono in grado di capire quello che dice. Nella vita contano i fatti e come dice lei c' è di certo un miglioramento delle gestioni, ma credo siate ancora lontani dall' essere un modello futuro da imitare, pensate ancora troppo alla vigna che è solo parte di un tutto. I vostri squilibri si evincono( ho detto giusto?🙈) dalla crescente presenza di Ailanto altissima, presenza massiva di selvatici e tutta un' altra serie di indicatori Ecco io non mi crogiolerei nel filare inerbito...c' è molto da fare....a parer mio.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 2 anni fa - Link

Dimenticavo. Altissima presenza di Ailanto? Forse sta parlando di un’altro Comune, qui è scarso e in molte zone inesistente. Poi il legare l’elevata presenza di animali selvatici ad un supposto degrado ambientale è, francamente, surreale. Assurdo davvero, Un ambiente con abbondante fauna selvatica è sano, altro che degradato,

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Stefano Lorenzi

circa 2 anni fa - Link

Cinelli Colombini, ma lei dove vive?....al museo? Solo sulla retta del Fanti di Ailanto ci può fare i carri pieni. Poi la presenza di animali selvatici in un territorio è certo una ricchezza, se sono ti tante specie e in equilibrio fra loro, non se una predomina e fa danni, vuol dire che il territorio è stato stravolto, sono spariti i predatori di quella specie che si è diffusa....semplice, nulla di surreale. Di surreale c' è negare l' evidenza. Se vuole una volta la porto a fare un censimento dell' Ailanto, ma voi fresate che gli fa bene a lui🙂😉

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Stefano Lorenzi

circa 2 anni fa - Link

Faccio un ultimo accenno sull' acqua: forse vero che la Toscana da sempre è più asciutta di altre regioni, andrebbe verificata bene questa cosa con tutta una serie di dati...seri. Diamolo per assodato però, sta di fatto che la situazione sta peggiorando velocemente e io personalmente non posso più tollerare che un ' amministrazione qualsiasi, che sia un Consorzio, un Comune non capisca che già da anni sarebbero dovute essere introdotte regole serie e severe per la regimentazione delle acque, il loro recupero e stoccaggio e la loro ridistribuzione. Non può più esistere in un agglomerato urbano e agricolo moderno che un qualsiasi edificio, strada, marciapiede non abbia proprietà di permeabilità e recupero delle acque meteoriche. È ormai insostenibile. E visto che ci sono tutte le tecnologie e le conoscenze per farlo, se non lo si fa è perchè non si è capito il problema.

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Davide Bruni

circa 2 anni fa - Link

Grazie Stefano Lorenzi per la tua critica competente: bisogna iniziare a guardare in faccia la realtà e ad agire in fretta, se vogliamo proteggerci dai repentini cambiamenti climatici di questi ultimi anni. Negazioni e ottimismi di fazione non aiuteranno la specie umana ad adattarsi al difficile futuro.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 2 anni fa - Link

Eh, gentile signor Lorenzi, lei scrive che ogni Comune si deve dotare di norme per il recupero e la ridistribuzione delle acque piovane, peccato che tutto questo non figuri tra le competenze dei Comuni. Un Comune non può realizzare invasi, né può imporre a privati di farli. Non parliamo poi della realizzazione di reti per distribuire quell’acqua alle colture, o delle decisioni su chi deve avere l’acqua e quanta. In effetti questo tipo di attività è competenza dei Consorzi di Bonifica che, come ogni esperto sa, sono su base volontaria. Scusi, ho collaborato con agraria a Milano varie volte ma non ricordo il suo nome, certo non avrà difficoltà a dirmi cosa ha insegnato e quando.

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Stefano Lorenzi

circa 2 anni fa - Link

Certo ho fatto lezioni di Arboricoltura agli studenti di Agraria con la Dottoressa Gatti l' ideatrice del Bosco Verticale. Per l' acqua io non ho parlato di invasi o altre cose, io ho parlato di superfici permeabili Mai sentito parlare di cementi drenanti, marciapiedi flottanti, tetti verdi e drenanti? Si faccia un giro a Bolzano...li potrà imparare tante cose sull' argomento.

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Paolo Cianferoni

circa 2 anni fa - Link

Da pochi anni si comincia a capire che esiste, o per lo meno cominciamo ad accettare, che esiste un mondo sotterraneo: la rete micotica, che però può essere estesa a reti minerali, reti di microorganismi, reti di insetti ecc, interconnessi e comunicanti che influenzano i dialoghi tra le piante, gli alberi e io aggiungo le viti. ( vi ricordate Avatar? ). La consapevolezza del valore della complessità ambientale, potrebbe aiutare chi cerca di ridurre e semplificare la tematica ambientale e produttiva nel sistema capitalistico.

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Andrea

circa 2 anni fa - Link

Vabbe'. Quando parli di sistema capitalistico hai già privato ogni considerazione di imparzialità e autorevolezza. A questo punto bevi, godi, ma lascia fuori la politica dal calice.

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Franca

circa 2 anni fa - Link

The grapes of wrath

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hakluyt

circa 2 anni fa - Link

Colpo basso di Cinelli Colombini: "Mi spiace e non vorrei che se la prendesse, ma se lei avesse una docenza o fosse coinvolto in una Università molto probabilmente conoscerebbe qualcuno di questi progetti, purtroppo non possiamo studiarli e realizzarli con appassionati non accreditati a livello accademico come lei" Replica al corpo di Stefano Lorenzi: "Ho docenze saltuarie con Università di Milano e collaboro ad un progetto di ricerca in vigna con l' università di Torino e a Settembre parlerò a Malmo alla conferenza mondiale di Arboricoltura sui benefici degli alberi negli areali vitivinicoli" Spettacolo !!!!

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Stefano Lorenzi

circa 2 anni fa - Link

Ah ah non è questione di colpi bassi o al corpo. La supponenza di certi personaggi che SICURAMENTE hanno tanti meriti e fanno parte della storia di un territorio a volte è dannosa proprio per il territorio stesso. Io non sono un falso modesto e quando mi attaccano su delle competenze che ho dopo 30 anni di arboricoltura sul campo ci tengo a ristabilire i livelli. Un mondo oltre la viticoltura da anni lavora a modelli e tecniche di reale sostenibilità generale in ambito urbano ed agricolo forse sarebbe ora che la viticoltura si facesse contaminare da certe professionalità capendo che la vigna NON è al centro di tutto e che se vuole sopravvivere è meglio collaborare.

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Davide Bruni

circa 2 anni fa - Link

Condivido appieno: la vigna NON deve essere al centro dell'ecosistema, né tantomeno può sostituire parti di ecosistema già da tempo presenti e ben attive (boschi, prati eccetera). La questione della siccità e delle pratiche per contrastarla sia il banco di prova per nuove prospettive agricole, meno invasive e più bilanciate.

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Paolo

circa 2 anni fa - Link

E io continuo a sorprendermi gentile Bruni: in un sito dedicato al vino e alla sua produzione, è così strano parlare e dibattere della conduzione della vigna, senza bisogno di tornare sul solito benaltrismo di veltroniana memoria "eh, ma benaltri i problemi sygnora miah". Cinelli Colombini conduce un'azienda vinicola, di cosa dovrebbe parlare, per Diana, se non della conduzione agronomica della vigna? Di come le regole agricole del mondo possono affrontare la siccità? A me sembra fuori luogo, oltre che strutturalmente errato (le "pratiche meno invasive e più bilanciate" dovrebbero risolvere il problema di produrre cibo per 8 miliardi di persone, visto che parliamo di problemi globali? Mi pare velleitario assai).

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Davide Bruni

circa 2 anni fa - Link

Osservo le nostre colline e vedo sempre più vigna e meno boschi, sempre più crinali pettinati a filari tracciati dal satellitare. In questi anni di crisi climatica non abbiamo certo bisogno di ulteriori scompensi ambientali, giusto? Qui si parla di vino e quindi si pongono ad esempio le pratiche agricole con cui si lavora la vigna, e ultimamente non posso che guardarle con preoccupazione... Tutto qui. P. S. Faccio fatica a mantenere la famiglia, figuriamoci se mi arrogo la ricetta per la sussistenza di 8 miliardi di persone 🤔

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Stefano Lorenzi

circa 2 anni fa - Link

Vede Sig . Paolo Intravino non credo sia un bolg dedicato al vino, ma bensì al mondo del vino in toto, con tutto quello che ci ruota intorno e dentro. Il vino come credo sappia è un mondo che ne abbraccia molti. Intravino è nato proprio per non parlare di vino in senso lato, ma bensì per dare voce anche ad argomenti apparentemente paralleli o vicini, ma che in realtà ne fanno parte. Glielo posso dire con sicurezza perchè 1 degli ideatori e fondatori di Intravino vive con me e non è il buon Gori, quindi credo di sapere di cosa posso parlare su Intravino e credo di poter affermare e grazie a Dio che su Intravino non si parla solo di vino in quanto tale. Specificato questo, il sig Cinelli Colombini può parlare di quello che vuole, forse sarebbe meglio si limitasse a parlare della sua azienda e non di tutto un territorio che NON è come la descritto lui. Eh si se si parla di agricoltura bisogna farlo a tutto tondo ed esaminare ogni aspetto perchè l' errore di ragionare settorialmente lo si è fatto per decenni e i risultati si vedono. ATTENZIONE io non porto fantomatiche soluzioni o svio il discorso le mie sono precise considerazioni tecniche. Lei poi filosofeggia sul come certe pratiche agricole che lei tra le righe definisce frikketone, non possano sfamare il mondo...l' agricoltura DEVE sfamare il mondo....certo. Il primo passo sarebbe proprio ridurre la viticoltura mondiale di almeno un 40% e desfinare i campi a colture per l' alimentazione...il vino ad oggi non è un alimento. Considerando tutti i vini inutili che si fanno in Italia e nel mondo ne guadagneremmo tutti. Altro passo sarebbe cambiare leggermente il consumo di carne medio nel mondo. Studi seri le assicurano che c' è tutto il terreno da coltivare necessario a sfamare tutti. Quindi, le assicuro che le colture sinergiche ed integrate darebbero una grande mano in questo senso

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Stefano Lorenzi

circa 2 anni fa - Link

Scusate ho fatto un errore " come l' ha descritto lui.."

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Condivido il discorso su cos'è Intravino. __ E mi soffermo su questo passaggio del commento di Stefano Lorenzi che è come quel raggio di luce che squarcia il buio. "…l’ agricoltura DEVE sfamare il mondo….certo. Il primo passo sarebbe proprio ridurre la viticoltura mondiale di almeno un 40% e destinare i campi a colture per l’ alimentazione…il vino ad oggi non è un alimento. Considerando tutti i vini inutili che si fanno in Italia e nel mondo ne guadagneremmo tutti. Altro passo sarebbe cambiare leggermente il consumo di carne medio nel mondo" (Stefano Lorenzi) Il vino oltre a non essere un alimento è una bevanda pericolosa per la salute che costa molti quattrini all'assistenza sanitaria pubblica di tutto il mondo. Secondo me è molto probabile che si arrivi a queste drastiche scelte. E molti vigneti dovranno essere convertiti...per SFAMARE la gente.

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Stefano lorenzi

circa 2 anni fa - Link

Si perchè mi permetto di aggiungere che i fatti recenti ci hanno dimostrato come in poche settimane possa cambiare radicalmente il valore reale di un prodotto agricolo. È ovvio che se un domani non troppo lontano la mancanza di acqua ( produrre vino è uno dei processi agricoli pìù dispendiosi di acqua) e la fame di cibo possa far perdere valore commerciale al vino, che perderebbe interesse agli occhi dei clienti. Ovvio che prenderebbero più piede colture più necessarie e primarie. Chi sopravviverà? Chi avrà già differenziato le colture da qualche anno e che non sia schiavo commercialmente e a livello redittuale dal vino.

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VINOLTRE

circa 2 anni fa - Link

Grazie Sig. Lorenzi per il suo importante intervento , però la siccità per i più furbetti è una bella scusa per aumentare i prezzi delle bottiglie visto " che si è prodotto il 30% di meno " ( si sente dire dopo le vendemmie anche se il calo è stato del 10% ) . Lo si sente dire soprattutto in aree dove i prezzi sono già esagerati rimettendo le responsabilità della cattiva gestione della siccità ai Comuni, ai Consorzi di Bonifica allo Stato assente che non li aiuta . Il problema in questo paese è che ognuno pensa solo al proprio "orticello" e se può lo irriga usando l'acqua del vicino.... 😉😁😜

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Stefano Cinelli Colombini

circa 2 anni fa - Link

Veramente quest’anno io ho aumentato i prezzi del Brunello del 7%, dopo due anni che stavo fermo. Non mi sembra di essermi approfittato di nessuno.

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VINOLTRE

circa 2 anni fa - Link

Non mi pare di aver fatto riferimento alla sua azienda su aumenti o altro ....

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Stefano Cinelli Colombini

circa 2 anni fa - Link

Gentile Vinoltre, essendo che il suo è un commento ad un mio articolo, se non specifica diversamente si riferisce al testo e al suo autore. I suoi numerosi riferimenti alle mie risposte ed al mio testo avvaloravano il legame tra la sua osservazione e i miei vini. È così che funziona la lingua italiana. Non c'è nulla di male nel denunciare un aumento folle, ma faccia nomi e cognomi. Tanto è coperto da una sigla anonima, non rischia nulla.

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VINOLTRE

circa 2 anni fa - Link

Ribadisco che il riferimento era SOLO alla siccità e ai problemi che può causare e sulla quale alcuni produttori ci giocano e cmq la lingua italiana la conosco molto bene . Forse èl ei che si sente un po' troppo al centro di tutto ......invece divrebbe esserlo la vigna mi pare di aver capito Non commento il fatto della "sigla anonima" perchè ""scadremmo" sul banale e sull'offensivo ....ma ci ha già pensato lei visto che mi ha dato dell'ignorante ( " E così che funziona la lingua italiana " ) "Relax and elegance" diceva una vecchia pubblicità......buona giornata ...in vigna mi auguro ...

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Stefano Cinelli Colombini

circa 2 anni fa - Link

Caro signor Lorenzi, a suo tempo la ho cancellata dalla lista dei miei amici su Facebook perché trovo che le sue affermazioni singolari e non supportate da nessuna ricerca scientifica siano poco interessanti. Mentre la sua vis polemica è fastidiosa. Giusto per capirci, parlare con i discenti di un professore non è avere docenze in una università, neppure una docenza saltuaria. Ah, non ho mai scritto che la Toscana è più secca di altre Regioni, ho scritto che nel suo passato è probabile che sia stata prevalentemente a clima semi arido. Potrei facilmente smontare tutte le sue polemiche, ma non credo interessi a nessuno. Per cui non lo faccio. Mi limito a notare che può trovare modi più semplici per promuovere il suo lavoro.

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hakluyt

circa 2 anni fa - Link

Quindi stai insinuando che il sig. Lorenzi scriva qui per farsi pubblicità ??? Ma allora davvero il colpo al bersaglio grosso è stato devastante...

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Stefano Cinelli Colombini

circa 2 anni fa - Link

No signor hakluyt, nessun colpo. Né vicino, né lontano dal bersaglio. Sono semplicemente stufo marcio di uno che entrava regolarmente nel mio Facebook per affermare che lui conosce la ricetta per salvare il mondo ma nessuno lo ascolta. Vede, io sarei ben felice di salvare il mondo, ma temo che sia molto al di là delle mie possibilità. Nel mio piccolo mi limito a cercare di attenuare i disastri che capitano nelle mie immediate vicinanze, e già non è una cosa facile. Non è che pongo la vigna al centro del mondo, figuriamoci, è che questo è un blog di vino e vigne e di cosa dovrei parlare qui? Di boschi? Dei marciapiedi magici di Bolzano che recuperano l’acqua? Ma qui in campagna manco ce li abbiamo i marciapiedi.

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Stefano Lorenzi

circa 2 anni fa - Link

Probanilmente si, perchè capireste che ne avreste benefici. Altri mondi hanno già studiato e sperimentato tecniche e soluzioni che potrebbero essere molto utili, ma voi andate pure avanti a fresare Vede il suo tono denigratorio sugli esempi che ho fatto citando Bolzano denotano la sua ignorante supponenza nei confronti di chi scrive. " in campagna non abbiamo marciapiedi" ecco questa è la classica frase qualunquista di chi non vuole ragionare seriamente su di un argomento. Liberissimo.....faccia pure

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Stefano Lorenzi

circa 2 anni fa - Link

Guardi a me di promuovere il mio lavoro non interessa nulla, ne ho a sufficenza Ed è veramente scortese e maleducato insinuare come fa lei che io mi voglia fare pubblicità. Lei non è minimamente in grado di smontare nessuna delle cose che affermo perchè sono frutti di studi( anche non miei ) e di anni di esperienza sul campo. Detto ciò la sua ignoranza in certi argomenti è davvero abissale, dire che a Montalcino avete 6000 ha di vigneto su 31.000 di territorio conta come il 2 di picche perchè non considera un dato importantissimo: in quanti anni avete raggiunto questi 6000ha Lei se li ricorda i metà anni 80 cosa è stato fatto in quel territorio o no? Benissimo...le cose sono cambiate e stanno cambiando..ottimo Ha idea di quanti anni ci vorranno a ristabilire gli equilibri giusti?....non credo I selvatici sono aumentati: glielo rispiego se aumentano solo i cinghiali siete i disequlibrio netto. Altra cosa, non legge o non comprende: mi ha chiesto se ho fatto docenze universitarie....ripeto...si...con incarico dall' Università Secondo sto partecipando ad una ricerca universitaria che dura da 3 anni e altri 3 anni durerà, Università di Torino. Pubblicati i primi risultati 2 mesi fa. Argomento?.le interazioni delle aree boschive sull' attività dei lieviti in vigna...molto interessante, la vada a cercare potrebbe esserle utile...sono usciti risultati molto interessanti. Cosa vuole avere ragione? Gliela do nessun problema. Ma non ce l' ha, se ne faccia una ragione. Rispetto tantissimo il suo essere viticoltore e il suo produrre vino , anche se glielo dico serensmente i suoi vini non mi sono mai piaciuti, ma questo potrebbe essere solo un mio gusto ci mancherebbe. Io credo che lei dovrebbe rileggere lentamente quello che ha scritto lei e quello che ho scritto io e forse si renderebbe conto della sua spocchia e del suo considerare l' interlocutore inferiore a prescindere, è un peccato perchè si nega un confronto che potrebbe esserle utile..e tanto. Si fidi l' Ailanto a Montalcino c' è e tanto e nei prossimi anni se continuerete così diventerà un problema grave. In ultimo fare miele...non vuol dire avere api sane, chieda agli apicoltori quante famiglie perdono e quanto devono faticare per farle mangiare e stare vive...li avrà una cartina di tornasole di quanto è sano un territorio. Buona serata

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Il dibattito è molto interessante. E, lo ripeto da sempre, è interessante perché si CONFRONTANO OPINIONI DIVERSE. __ Certo il confronto appassionato ha anche, spesso, degli "effetti collaterali" "indesiderati". Ma chi vuole soffocare il "confronto appassionato" sbaglia, secondo me, perché priva il blog di una caratteristica essenziale del suo successo. Quello che dovremmo cercare di fare è SUPERARE i momenti di ASPREZZA INEVITABILI (in un dibattito Vero) e ristabilire dei rapporti civili anche con quelli che "non la pensano come noi". Cosa non facile. Per quanto mi riguarda mi sforzo di realizzarlo in questo blog e potrei mostrare degli esempi. __ Esprimo qualche considerazione non strettamente correlate. 1 Sull'inerbimento controllato, come ho già detto in altri dibattiti, ho esperienza diretta in frutticoltura in terreni pianeggianti. C'è bisogno di più acqua d'irrigazione. Sono tecniche che si usano da molto tempo e si usano e si possono usare anche in agricoltura convenzionale. Quando leggo qualche articolo sulla biodinamica sembra che l'abbiano inventata loro. E mi faccio una risata. 2 Spesso si legge nei vari dibattiti: "qui siamo in un blog di vino e non è opportuno parlare di....e qui segue un lungo elenco: c'è chi non vuole che non si parli di ristoranti, chi vuole limitare le recensioni al solo aspetto organolettico e così via. La DIFESA del PUNTO di VISTA del BEVITORE A me interessa, principalmente, che sia preso in seria considerazione l'opinione del bevitore di vino. Nel blog, come sa chi lo frequenta, si confrontano varie FIGURE professionali legate al MONDO del Vino. Spesso ho l'impressione che quelli che contano di meno siano proprio i bevitori di vino, i clienti che comprano il vino. Un po' quello che penso quando leggo le recensioni della CRITICA ENO-Gastronomica Italiana che andrebbe...profondamente rinnovata....al SERVIZIO....del Consumatore, del Bevitore, del Cliente. Ora, questo articolo viene subito dopo il post sul cambiamento climatico ed è, secondo me, correlato a quello anche se è autonomo. Come si fa a dire che non si possano esprimere considerazioni sul cambiamento climatico?

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Stefano Cinelli Colombini

circa 2 anni fa - Link

Giusto sui punti specifici Le opinioni diverse sono il sale della vita, ma mi trovo in difficoltà con chi vuole usare un dibattito sul vino per esprimere il suo fastidio per chi "parla solo di vino, come se il vino fosse il centro del mondo". Il vino non è il centro del mondo, ma direi che sia normale che sia il centro di un blog di vino. 1) L'inerbimento dei frutticoli in pianura è cosa molto diverso dall'inerbimento sulla vite in collina in zone soggette ad erosione. In pianura i frutticoli producono in regime di forzatura produttiva, e usano molta acqua. In collina l'inerbimento ha la funzione di regimare le piogge, e salvare la vita biologica del terreno evitando il dilavamento. E le nostre viti non lavorano in regime di forzatura, le basse rese per ettaro lo provano. 2) il punto di vista del bevitore. Ben venga! In un blog di vino gli attori sono tre, il produttore, chi commecializza il vino e chi lo beve. Quello che non saprei è se si debba anche parlare dei marciapiedi drenanti di Bolzano, o dei regimi idrici dei Comuni. Anche i massimi sistemi hanno un senso per carità, mica viviamo in una bolla, ma che in un blog di vino si parli di vino e vigne mi parrebbe normale. Sbaglio?

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Stefano Lorenzi

circa 2 anni fa - Link

È in grado di fare una percentuale di flari permanentemente inerbiti a Montalcino ? Sulla totalità dei produttori intendo Ripeto filare permanentemente inerbito. Perchè fresare il filare a 40 gradi per, come afferma lei, preprarsi a far permeare meglio la pioggia, in un periodo in cui non piove e non pioverà forse per settimane è un pò in contrasto con quello che dice perchè se piove dopo settimane a 40 gradi se piove scende torrenziale e voi togliete il cover e fate terra nuda e polvere che notoriamente è impermeabile ai primi 20/ 30mm di pioggia e quindi favorevole al ruscellamento, qualcosa non mi torna. Con l' aggiunta che il 90% dei microelementi della rizosfera e delle micorizze o di altri " attori" dei primi 10 cm di terra sono fotosensensibili che senso ha metterli al solleone a 40 gradi? Aggiungo, lei lo sa che l' erba quando secca la parte aerea non ha funzione di consumo d'acqua, ma magicamente a livello radicale mantiene un' attività che aiuta la conservazione dell' umidità e la chioma seppur secca sempre ombra fa....quindi che senso ha fresare?

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marcow

circa 2 anni fa - Link

"Non bastasse, si è piantato un mare di vigna. Ormai siamo vicini ai seimila ettari nel comune, di cui duemilacento di Brunello, ed è quasi tutto sangiovese: più vigne con la stessa quantità di vino prodotto, vuol dire rese molto più basse. Sempre più basse" __ Mi rivolgo ai lettori, e specialmente, a quelli che non commentano mai. Secondo voi, questo MODELLO di Virtù è un modello esportabile su scala mondiale? Vi sembra un MODELLO "ETICO" di agricoltura... da imitare in tutto il mondo?

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Stefano Cinelli Colombini

circa 2 anni fa - Link

Beh si, avere 6.000 ettari di vigneto su 31.031 ettari del Comune di Montalcino mi sembra etico, molto etico. Qui circa 16.000 ettari sono bosco o territorio "naturale" (greti dei fiumi e simili), ci sono circa 1.200 ettari di oliveti e una impressionante quantità di colture diverse. Mi sembra etico che si punti su una produzione minore, che sfrutta meno il terreno, attuata su più ettari. Inoltre è etico che si cerchi di curare ogni angolo del territorio, senza abbandoni. Secondo me è estremamente etico che si mantenga una estesa bio-diversità, testimoniata dalla elevata produzione di miele (le api vivono solo in un territorio sano), di tartufo, di zafferano, di olio, di formaggi e di cereali. È etico che qui ci sia un aumento enorme degli animali selvatici, anche se mi fanno incavolare perché mangiano l'uva. È etico che siano ricomparsi i grandi rapaci, anche quelli testimoni di un ambiente sano. Si, una agricoltura priva di mono-colture, bilanciata da ampie zone naturali e piena di fauna selvatica è etica. Non è etico fare centinaia di quintali di uva per ettaro quando l'acqua non c'è, ma questo non è assolutamente il nostro caso.

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Stefano Lorenzi

circa 2 anni fa - Link

No...o quantomeno non tutto. Poi sia chiaro realtà virtuose ci sono e tante, ma da li ad essere un modello ce ne passa. Il modello non deve essere solo agricolo, ma di tutto il territorio

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Nel 2022 c'è ancora chi, nel mondo, muore di fame. E, signori, nei paesi più avanzati esistono fasce di popolazione malnutrita. __ A chi interessa? Ai produttori di Brunello? __ Questi problemi, signori, si aggraveranno con la CRISI CLIMATICA e con l'aumento della popolazione. E voi pensate di risolvere dei problemi mondiali che travolgeranno il mondo così come lo conosciamo ...con il modello Montalcino? Chi guarda il mondo dal "proprio orticello" bello, pulito, ordinato forse non ha una visione della Complessità e delle Interrelazioni che caratterizzano l'Epoca Contemporanea. E quello che succederà in qualche parte del mondo...interesserà anche CHI sta a mille KM. di distanza. __ L'Etica è l'ultima motivazione che spinge molti produttori di Montalcino a buttarsi sul vino. Solo un ingenuo può crederlo. Ma se veramente volessero essere innovativi ed "etici" potrebbero scrivere sull'etichetta quello che c'è scritto sulle sigarette. __ Nessuno sa, al momento, come andrà a finire. Intanto il il Pianeta si Riscalda sempre di più. Intanto crescono le aree dove si muore per fame e crescono i malnutriti nei paesi ricchi.

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Davide Bruni

circa 2 anni fa - Link

Caro Marcow, limitando il discorso al vino e alla vigna, credo sia corretta la sua interpretazione dell'etica, e non nego che possa risiedere nei cuori degli uomini, nessuno escluso; ma, ahimè, il denaro e il guadagno spesso relegano l'etica a virtù secondaria, da utilizzare quando fa comodo, quando serve a farsi belli agli occhi della gente. Ad ogni modo, continuo ad anelare ad un mondo migliore, un mondo semplicemente etico 🤷🏻‍♂️

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Stefano Cinelli Colombini

circa 2 anni fa - Link

Capisco, nel 2022 non è etico rendere il proprio pezzo di mondo bello, vivibile, non inquinato e con una grande bio-diversità. No, è etico solo risolvere i problemi globali dell’umanità, tutto il resto è nulla. Etico è scrivere sulle etichette una cosa falsa, ovvero che qualunque quantità di vino nuoce fortemente alla salute. Wow, che bella concezione del mondo! Mah, sono quasi le dieci e sono stanco, per cui chiudo con un pensiero su tutta questa sua idea del vino che sarebbe un veleno e sulla sua inutilità in un mondo pieno di problemi. Il vino è indispensabile, perché è un momento di gioia e di bellezza sulla tavola di tantissima gente. A volte è l’unico che hanno. La bellezza non è una cosa inutile, è una cosa di enorme valore perché la vita non è solo rapporti economici, bisogni, rabbia e odio. La vita è anche un sorso di buon vino, un tramonto o un quadro del Botticelli, e se lei perde tutto questo per andare dietro a scritte cretine sulle etichette mi dispiace per lei.

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Andrea

circa 2 anni fa - Link

Lasci stare. Non replicare. È iniziata la campagna elettorale.

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Franca

circa 2 anni fa - Link

Credo sia opportuno che in un dibattito sul cambiamento climatico intervengano soprattutto i PRODUTTORI che quotidianamente devono affrontare concretamente questa sfida...sarebbero interessanti quindi i contributi di altri produttori (di vino e non )

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Stefano Lorenzi

circa 2 anni fa - Link

Sarebbe interessantissimo

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Oreste G.

circa 2 anni fa - Link

Nessuno avrebbe mai ipotizzato che il paesin delle bacoche un giorno sarebbe diventato un modello di riferimento per il resto del mondo, e invece...

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marcow

circa 2 anni fa - Link

C'è stato un bello scambio di opinioni tra Cinelli Colombini e Lorenzi sulla gestione del suolo...in periodo di siccità...cioè con scarsa quantità di acqua per irrigare. __ Vorrei dire qualcosa. Non esistono scelte ottimali che non presentano anche degli aspetti negativi. Mi spiego meglio. L'inerbimento tende a spostare l'apparato radicale in superfice e questo ha dei vantaggi: per esempio sull'assimilazione di macronutrienti poco mobili. Le lavorazioni tendono a tenere più in profondità l'apparato radicale. In periodi di siccità o in climi aridi è più conveniente avere degli apparati radicali più profondi. Come dicevo l'inerbimento richiede degli apporti idrici notevoli perché c'è una forte evapotraspirazione delle erbe. È vero quanto dice Lorenzi che se si crea un pacciamatura di erbe secche questa aiuta a limitare l'evaporazione del suolo. Se invece non c'è pacciamatura è buona pratica lavorare il terreno meccanicamente per evitare che dalle fessure del terreno evapori velocemente quella poca acqua di irrigazione di soccorso. Un'altra considerazione. Nella vecchia frutticoltura la chioma degli alberi aiutava un po' a limitare l'evaporazione del suolo con la sua ombra. Negli impianti moderni il suolo è più esposto al caldo solare e se si aumentano le distanze tra i filari la superfice esposta è maggiore. In conclusione Non esiste un metodo di gestione del suolo perfetto e privo di difetti. In presenza di siccità l'inerbimento, secondo me, presenta dei problemi in più che vanno controllati.

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Stefano Lorenzi

circa 2 anni fa - Link

Mi rispieghi la teorie delle radici in superfice e profondità perchè non mi torna tecnicamente. Chi ha detto che con l ' inerbimento le radici rimangono SOLO in superfice? E perchè in certi terreni è meglio che siano in profondità( ci vanno comunque man mano che esplorano) in che modo le lavorazioni le manderebbero più in profondità? Chiedo per capire se collimano le conoscenze sulle radici

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Allora per esperienza diretta se si pratica l'inerbimento ho visto con i mie occhi che l'apparato radicale, per mancanza di lavorazioni meccaniche, si sposta in superficie. Basta fare una buca a 10 cm e si vedono i capillari. Perché a lei risulta il contrario? Ho esperienza diretta solo con terreni irrigui. Ma nei terreni non irrigui o in climi aridi mi sembra ovvio che avere un apparato radicale che si sviluppa maggiormente in profondità sia un vantaggio per la sopravvivenza delle piante in condizioni di scarsa quantità di acqua. Lo scasso quando si fa un nuovo impianto serve a favorire lo sviluppo radicale anche in profondità. Le lavorazioni meccaniche tengono le radici al di sotto della zona di lavorazione e quindi sono meno superficiali di quelle che si possono vedere e toccare in un terreno inerbito. In periodo di siccità avere un apparato radicale non troppo in superfice aiuta un po' ma fino ad un certo punto. Non so se ho chiarito.

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marcow

circa 2 anni fa - Link

"Chi ha detto che con l ‘ inerbimento le radici rimangono SOLO in superfice?" Caro Lorenzi, sono andato a rivedere il mio commento e non ho scritto da nessuna parte che le "radici rimangono....SOLO....in superfice"

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Stefano Lorenzi

circa 2 anni fa - Link

Nel mio commento non ci vuol essere polemica era solo per capire se le conoscenze sulle radici collimano tutto qua, sia esoerienziali che tecniche. Lei scrive che in msncanza di lavorazioni le radici si spostano o stanno in superfice corretto?

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Stefano Lorenzi

circa 2 anni fa - Link

Comunque sia le condivido la mia esperienza in generale sugli apparati radicali e come di solito si comportano le radici, fatto salvo per alcune eccezioni. Le radici stanno nella zona di terra dove ci sono le condizioni per svolgere le loro funzioni quindi dove c' è acqua , ma soprattutto ossigeno. Fondamentale è la presenza di scambio gassoso, quindi vero che in età adulta esplorano anche in profondità e cercano l ' umidità ma a patto che il terreno non sia asfittico. TUTTE le piante crescendo hanno radici di ancoraggio che perdono alcune loro funzioni di " aspirazione" , ma mantengono e accrescono la loro funzione di stoccaggio di riserve di amidi e altre sostanze. In pratica l ' apparato radicale si costruisce negli anni come del resto la chioma aerea che è in stretta relazione con le radici. In assenza di lavorazioni le radici stanno in superfice( una parte) a dimostrare che l ' inerbimento porta sicuramente temperature e umidità più consone alle radici, ma grazie all' attività delle radici erbose anche condizioni di permeabilità gassosa e idrica. Questo non vuol dire che il resto delle radici non lavora anche in altre zone o quote del terreno. "Rasentare" le radici superficiali o lavorare il terreno porta ad rompere ed eliminare le radici superficiali stimolando la pianta a farne di nuove( quindi inizialmente un forte stress della pianta , poi se riesce a rifarle bene una nuova vigoria), ma questo non comporta il fatto che lei vada in profondità, se ci sono le condizioni lei ci sarebbe andata e ci và conunque. Ecco perchè sono un sostenitore di una gestione della canopy anche in funzione di quelll che vogliamo far fare alle radici e di una gestione radicale che punti fin dall' impianto ad avere un apparato vigoroso e molto ben organizzato per affrontare gli stress estremi di siccità, freddo, asfissia radicale da compattamento o altro. Le lavorazioni o le rasentazioni se fatti in momenti sbagliati per la pianta uniti poi ad una stagione non favorevole possono essere deleteri.

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Vanno bene queste considerazioni. Non sono, secondo me, in contraddizione, con la mia opinione. Riassumo. Stiamo parlando di gestione del suolo...in condizioni di siccità, di stress idrico. E ribadisco la mia opinione. La tecnica dell'inerbimento controllato, che ha degli aspetti positivi....In condizione di siccità.... di stress idrico...presenta delle criticità per i motivi che ho già esposto. 1 intensa evapotraspirazione del manto erboso 2 apparato radicale che si è sviluppato (anche) in superfice( ci sono sempre le altre radici che vanno in profondità). Questo sviluppo in superfice, in condizioni di stress idrico e con forte insolazione diurna, espone la pianta ad una maggiore sofferenza.

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Stefano lorenzi

circa 2 anni fa - Link

In condizioni di forte siccità l' erba non evapotraspira. È ferma, non fa fotosintesi, son ferme le pompe sopra i 32/33 gradi Che senso ha trinciarla( forse ha più senso perchè pacciama) o fresarla? Fresare lavorare il terreno in quel momento fa perdere tutti i benefici. Per le crepe sono d' accordo, ma perchè non pacciamare in quel caso? O tener pacciamato?

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Chiediamo a Cinelli Colombini il perché di quella gestione ibrida. __ Lei dice a 32 gradi non c'è evapotraspirazione. Ma nell'arco delle 24 ore le temperature sono anche sotto i 32. __ Comunque, caro Lorenzi, ho riportato soltanto le mie opinioni. Non le mie verità. In annate di siccità e con scarsa disponibilità di acqua per irrigare ho osservato e fatto queste considerazioni che ho qui riportato. Ma possono essere sbagliate. E, per questo, invito dei produttori e dei TECNICI a dire la loro. __ Ribadisco infine che l'inerbimento controllato non lo hanno INVENTATO i biodinamici o i nuovi agricoltori "etici" e che si usa da molti anni e si può usare in agricoltura integrata e convenzionale. __ Il TEMA centrale è però un altro. 1- In presenza di un forte CAMBIAMENTO CLIMATICO con aumento delle temperature. 2- e in presenza di Crisi Alimentare che già è in atto e che potrebbe aggravarsi proprie per il RISCALDAMENTO GLOBALE CHE FACCIAMO? Aumentiamo le distanze tra i filari e riduciamo la produzione? Usiamo le bottiglie in vetro? Usiamo l'inerbimento controllato?

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Stefano Cinelli Colombini

circa 2 anni fa - Link

Io mi confronto volentieri con veri tecnici o con a appassionati come lei, sinceramente le bizzarre teorie del signor Lorenzi no mi interessano. Mi scoccia un po’ che mi insegua sui social sperando in visibilità, ma pazienza. Quanto al vigneto, direi sia evidente che non esiste una soluzione buona per tutti. È un problema di interazioni complesse tra clone, portainnesto, clima, suolo e gestione del vigneto, la realtà è che le variabili sono talmente tante che si deve “suonare a orecchio” però su solide basi scientifiche. Per questo è utilissimo un agronomo formato in azienda, e il sostegno di istituzioni di ricerca importanti. E per questo gli improvvisati che vogliono salvare il mondo sono pericolosi, conta tantissimo l’esperienza di tanti anni su quello specifico terreno ma in momenti di cambiamenti continui non basta, occorre la scienza. Ma quella vera. Insieme si può sperare di farcela, anche in presenza di un clima che cambia e con temperature che crescono. In vigna, ma anche nelle altre colture. Sulla crisi alimentare mondiale non ho competenza per darle una risposta. Sono un microbo. Però, sulla base di ciò che vedo nel mio piccolo fazzoletto di terra, posso avanzare l’ipotesi che la formula non cambi: la somma dell’esperienza di chi vive la terra, è legato a quel posto è ci vuole restare, sommata alla ricerca agronomica di alto livello ci può salvare. Spero. Il vetro è ecologico, si ricicla facilmente, perché non usarlo? Magari è carina l’ipotesi di Ciuffoletti sul riuso, però per farlo davvero dovremmo accordarci su un particolare piccolo ma vitale: il mono-tipo. Una bottiglia da 0,75 di forma e colore uguale, riutilizzabile. Perché no? A me pare un’ottima idea. E, tornando al punto di alcune discussioni fa, trovo che tutto questo sia etico. Anche se ci guadagnamo, ci guadagnano i produttori e anche i consumatori. Etica e guadagno non sono necessariamente nemici.

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Stefano lorenzi

circa 2 anni fa - Link

Ma certo io mica contesto quello che ha detto lei su base esperienziale le dico che sopra i 32 non c è fotosintesi e sopra i 25 nel terreno le radici sono ferme. Si dovranno adottare mille soluzioni a tutti i livelli come è stato già da più parti detto e soprattutto non considerando realtà urbane ed agricole disgiunte

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

... tutto interessante ... zzzzzzzz....

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Sull'uso della bottiglia di vetro. Lo dissi in un dibattito moderato dal mai dimenticato Direttore di Intravino. Bevo il vino "sfuso" prodotto da un amico che me lo prepara in bottiglie e non in damigiana. Poi gli riporto le bottiglie lavate per un nuovo imbottigliamento. È chiaramente una cortesia che usa soltanto per me. Quindi, l'ironia sulla bottiglia in vetro aveva un altro senso. Dovremmo fare di più. In altro dibattito discutemmo dei bag in box e li trovo ancora più utili della bottiglia in vetro. __ Stefano Cinelli Colombini, nella polemica si rischia di non farsi capire bene, di offendere ecc...Purtroppo ci sono anche dei risvolti negativi. Ma i dibatti monocorde non mi piacciono e non servono a nulla. Anche la polemica fine a se stessa non mi piace. La polemica ha senso(e si accettano i risvolti negativi) se stimola la riflessione. Conoscendola, sicuramente posso dire che è vivo in lei il valore della cultura e della bellezza. Ma mi creda sono vivi anche in me sono valori importanti anche per me. __ Mi piace bere vino e lo bevo. E al Direttore che ce lo chiedeva dissi cosa bevo oltre lo "sfuso" dell'amico viticultore. __ Una volta chiuso un dibattito polemico non devono rimanere rancori e bisogna sforzarsi di stabilire dei rapporti civili anche con chi non la pensa come noi. __ Cordiali Saluti

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...volevo fare lo spiritoso , poi leggendo attentamente tutti gli interventi , anche i più spaccamaroni, ho imparato alcune cose che non conoscevo o avevo sottodimensionato nel mio personale interesse all'argomento. Quindi un dibattito , a un certo punto della discussione, solo apparentemente noioso e denso di tecnicismo , in realtà con qualche spunto che andrò ad approfondire con i colleghi agronomi aziendali . Sto realizzando che : - Appena torno a a Montalcino , un salto da Stefano (Cinelli Colombini) lo faccio d'obbligo , per conoscerlo di persona e ritrovare Raffaella ( deliziosa e coetanea) che già ho conosciuto. Ho storia antica di rapporti con i suoi vini , un pezzo di epopea enologica che mi manca ... mio nonno aveva solo Biondi Santi e Cinelli Colombini , in cantina ( e qualcosa di Chiesa di Santa Restituta) e questi son sempre stati i miei riferimenti adolescenziali: Soldera , Salvioni , Argiano , Col D'Orcia & C son venuti assai dopo ... . - Devo conoscere Marcow , persona con cui s'ha da conversare volentieri : se soccomberò dialetticamente ( per esaurimento e consunzione) , la butterò in rissa , terreno a me più consono , soprattutto per costituzione fisica ... - Mi sta venendo la fissa dell'inerbimento e della relazione fra radici , ecosistema , influssi astrali e allineamento dei corpi celesti : un pò di biodinamica , anche se disattesa apparentemente, alberga in ogni "noi" , inutile reprimerla e lasciamo che emerga : la fluidità di genere è ormai conclamata e sdoganata socialmente ...

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Stefano lorenzi

circa 2 anni fa - Link

Colgo del sano sarcasmo nel suo commento nei conftonti delle cose da me dette😉🙂 È una reazione abbastanza tipica. Le assicuro che non c'è nulla di frikkettone o " biodinamico tanto per" in quanto affermo e in quello che tanti viticoltori illuminati fanno da anni e che in molti stanno cominciando a fare. Capisco le battutine, ma ribadisco sono teorie e pratiche tecniche molto efficaci e realizzabili.

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Vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...ironia sempre, sarcasmo raramente:e' subdola mancanza di rispetto perche' irride i concetti. Anche quando questi concetti rimbalzano fra i pochi neuroni quanto pallina da flipper impazzita ...senza fare punti. Ho , tuttavia e ribadisco, apprezzato molti spunti da approfondire , oltre all' aumento spasmodico di desiderio e attesa del sequel di Avatar...

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...ah , scordavo : lasciamo stare , per il vino , i contenitori alternativi : concentriamoci sul vetro e sul suo dimensionamento , una logistica e politica di riciclo , un utilizzo avveduto . Madame Leroy e Mister De Villaine se ne faranno una ragione , garantisco io ... PS: immagino Brunello o Barolo Riserva , Premiers di Bordeaux , Grands Cru di Borgogna e Champagne (ecc . - ecc. - ecc. -) in Tetrabrik , PET oppure in bag in box ... ma suvvia . Va bene chiaccherare , dove lo scempio verbale impera nell'interattività concettuale di un blog , però rimaniamo con i piedi per terra , altrimenti il Nostro Maestro Catalano ci redarguirà nella fiera dell'ovvio ( meglio nascere ricchi , belli , sani , alti e forti che poveri, brutti , malaticci , bassi e segaligni) ...

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Stefano Cinelli Colombini

circa 2 anni fa - Link

Sarà un piacere conoscersi finalmente di persona, e anche Marcow. Sulla bottiglia di vetro sono assolutamente d’accordo, però mi intriga l’idea della boccia riutilizzabile. A rivederci a Montalcino

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Capex

circa 2 anni fa - Link

Ho letto e appreso da tutti e vi ringrazio. Dal prossimo post limitiamoci a: Etichetta, retro etichetta, capsula, sughero (o Stelvin), bottiglia e liquido. “eh, ma benaltri i problemi sygnora miah”. [Paolo cit.] Cheers

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