Radda nel bicchiere, due giorni nel cuore del Chianti Classico
di Gionni BonistalliNel primo fine settimana di giugno la rassegna Classico, organizzata dal consorzio del Chianti Classico, popola tutti i piccoli paesi del territorio chiantigiano di enoturisti e appassionati, pronti a prendere d’assalto i produttori dietro i banchi d’assaggio sparsi tra le vie del paese. Radda nel bicchiere è una manifestazione dove tutti (o quasi) i produttori del territorio, circa una ventina, presentano le annate in commercio al pubblico. L’ambiente è molto informale, proprio nella via centrale della città. Si prende il bicchiere e via, liberi di scorrazzare e di assaggiare un po’ tutto quello che si vuole. Tanti giovani, e stranieri, alla ricerca del Chianti più vicino ai propri gusti. Io ero tra quelli, ed ho riscontrato molti ottimi vini. Certo, alcuni produttori sono ancora proiettati ad un gusto internazionale forse passato, ma c’è spazio per tutti e ben vengano le differenze. La sensazione però è che ci sia sempre più consapevolezza che il Chianti Classico sia legato indissolubilmente al sangiovese, e che gli eventuali alloctoni sono e saranno sempre più comparse e meno protagonisti. Due giorni intensi, pieni di sorprese perciò, ma anche di conferme.
Le sorprese sono Istine e L’Erta di Radda. Due espressioni giovanili di un Chianti Classico elegante e bevibile. Sarà anche la tendenza a fare vini più scarichi e meno strutturati, ma questi due giovani produttori sono riusciti a cogliere l’essenza del Chianti Classico di Radda. Profumati e godibili, riescono a lasciarsi bere, ma soprattutto ribere. Ulteriore nota positiva, entrambi a prezzi più che concorrenziali: sotto i dieci euro e sicuramente non è poco. Bravi e in bocca al lupo. Con Montemaggio (Torre di Montemaggio) la sorpresa è scoprire che forse mi possono piacere anche i merlot toscani, purché dentro al bicchiere si mostrino territoriali. Ebbene, questo merlot in purezza ha profumi ampi, frutta rossa matura e fiori primaverili, ma senza modi piacioni e stucchevoli. In bocca è sicuramente caldo, e con una verve acida che spiazza, ma che rende l’assaggio succulento. Altra bottiglia che comprerei, ad un prezzo sui 20 euro circa. Infine, due parole su Montevertine. Essere a Radda e non trovare Martino Manetti con i vini di Montevertine è un peccato mortale per tutti. In primis per il consorzio, che perde la possibilità di avere un fuoriclasse come Le Pergole Torte alla propria manifestazione: un vino che è ambasciatore nel mondo del territorio di Radda, ma assente alla festa della sua città. Chi ci rimette di più comunque è proprio il pubblico che forse è venuto a Radda anche per questo ed è rimasto come si dice a bocca asciutta. Polemiche a parte, speriamo di trovarlo l’anno prossimo.
Erta di Radda di Diego Finocchi – Loc. La Villa 25, Radda in Chianti (SI) – Tel. 3284040500
Istine – Strada Vicinale Lama dei Frati 101/m, Radda in Chianti (SI) – Tel/Fax 0577 733684
Tra le conferme, Paolo Cianferoni ed i vini di Caparsa. Dovessi usare un aggettivo solo per definirlo, non esiterei ad utilizzare il termine schietto. Schietto perché i vini dell’azienda sono soprattutto sinceri, veri. Schietto perché il produttore è semplice, verace, ma con idee chiare e tanta voglia di esprimerle. Schietto perché il Caparsino 2008 è una riserva che ti aiuta a comprendere il Chianti Classico vero, non camuffato e per niente ruffiano. Siamo al top della categoria con circa 17 euro a bottiglia. Il Chianti Classico Il Campitello 2008 di Monteraponi è diventato per me un punto di riferimento della zona da quando mi sono imbattuto nella loro annata 2006, forse il migliore dei Chianti Classico assaggiati quell’anno. Il Campitello 2008 è una selezione che spiega come lavorare il sangiovese nelle annate calde. Ricco e succoso, ma con tanta vivacità e sapidità. In bocca è lungo, tannico e complesso. Un sangiovese con i fiocchi in attesa del fratello maggiore, quel Baron’Ugo 2009 che spie ben informate dicono eccellente già dai campioni di botte. € 25 in enoteca.
Nonostante l’assenza ufficiale di Montevertine, il buon Davide Bonucci dell’Enoclub Siena, oltre a farci perdere la testa nella degustazione cieca ”Riconosci Radda”, ha dato la possibilità ai partecipanti di assaggiare il Montevertine 2006. Ecco, Radda è questa, senza se e senza ma. E’ stato evidente a tutti, esperti e non. Balsamicità e terrosità al naso. Bocca fresca e vibrante, leggermente aggressiva, ma affascinante e suadente. Vi pare troppo? Provatelo, e poi ne riparleremo. Costo poco sotto i 30 € in enoteca. E per finire, due outsider. Nella degustazione cieca condotta dal Bonucci, a parte le varie trappole più o meno lecite, hanno spiccato per piacevolezza due vini evidentemente non chiantigiani. Da sangiovesista convinto, non posso esimermi di fare i complimenti al Rossese Luvaira di Giovanna Maccario e al Titolo di Elena Fucci, che non hanno niente da invidiare ai migliori assaggi di questo week end. Brave davvero!
[Crediti | Immagini e Link www.classico-e.it , www.raddanelbicchiere.net]
19 Commenti
suslov
circa 12 anni fa - Linkbeh si luvaira e titolo ce li vedo abbastanza accanto ai sangiovese, la stessa idea di eleganza ...
Rispondiag
circa 12 anni fa - LinkCon il dovuto rispetto, quello sarebbe un grande Aglianico?
RispondiVignadelmar
circa 12 anni fa - LinkSi. . Ciao
Rispondiag
circa 12 anni fa - Linkok......
RispondiF.
circa 12 anni fa - Link......Elena Fucci sempre grandissima......nel Vulture, in Toscana o in qualsiasi altro posto !!!!
RispondiSimone e Zeta
circa 12 anni fa - LinkPaolo Cianferoni e la sua azienda sono un riferimento culturale del Chianti Classico prima che degustativo. Caparsino è ogni anno un racconto di vita.
Rispondiag
circa 12 anni fa - Link30 euro per il Montevertine non è un po' caro?
RispondiGionni Bonistalli
circa 12 anni fa - LinkIl prezzo oscilla dai 26 ai 30 euro in enoteca...
RispondiGabriele Succi
circa 12 anni fa - LinkI vini di Paolo Cianferoni non hanno certo bisogno di presentazioni...il Caparsino è l'archetipo del Chianti Classico riserva...grande! L'erta di Radda, bevuto sabato sera, è una bellissima sorpresa... Invece Elena Fucci è una bellissima donna e i suoi sono ottimi, ottimi vini. :)
Rispondiangela f.
circa 12 anni fa - LinkEvviva Radda!!!!!
RispondiPaolo Cianferoni
circa 12 anni fa - LinkSiccome a volte comincio a sentirmi vecchietto, sono contento di vedere come due giovani produttori possono alla prima apparizione regalare emozioni con i loro vini... e sappiamo tutti noi amanti del vino cosa vuol dire emozioni vinose. Anche in questo Radda si contraddistingue in fatto di dinamicità e capacità di esprimere nuove realtà. In un territorio vinicolo, capire che l'unione, la collaborazione e il confronto tra i piccoli produttori E' l'arma vincente per sopravvivere dignitosamente in questo mondo (e non la concorrenza o l'invidia e aggiungo anche la megalomania) è fondamentale. A questo punto, ringrazio davvero degli elogi! :)
Rispondiangela f
circa 12 anni fa - Linkgrande paolo!
RispondiZakk
circa 12 anni fa - LinkSicuri che il campitello non fosse il 2009? Confermo che baron Ugo 2009 è un vino maestoso.
Rispondigionni1979
circa 12 anni fa - LinkConfermo che Il Campitello era il 2008
Rispondiattoadivenire
circa 12 anni fa - LinkI love Radda.....Istine mi mancava, devo recuperare grazie Gionni :)
Rispondisimone
circa 12 anni fa - LinkIl Campitello in degustazione al banco era il 2008,il 2009 è uscito poco dopo Radda Nel Bicchiere,ed è parecchio bono.
Rispondisimone
circa 12 anni fa - LinkP.S. Grande Paolo !
RispondiManilo
circa 12 anni fa - LinkQuando vieni a sapere che il produttore dell'Erta di Radda è il figlio dove io acquisto mobili per la rivendita è una libidine. Gionni comunque ogni volta che ci siamo incontrati fin d'ora siamo stati d'accordo quasi su tutto, però sul Titolo più lo assaggio e più mi delude, il Rossese sta sopra anni luce. Su il merlot di Montemaggio dal gusto sangiovesista sarà il terroir, preferisco altro di loro. Val delle Corti bevuto a mezzogiorno con prosciutto di cinta senese, finocchiona,patè toscano, prosciutto di cinghiale,il tutto grazie a Porciatti è valso il viaggio.
RispondiGionni Bonistalli
circa 12 anni fa - LinkCiao Manilo, non voglio paragonare un aglianico ad un rossese... Due vini molto diversi, ma entrambi con un perchè. Ed è proprio questo che mi è piaciuto, sono vini che hanno qualcosa da dire... Anche Val delle Corti è stato notevole...
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