Ritterhof & Roner, le armi, i cavalieri e i gin tonic analcolici

Ritterhof & Roner, le armi, i cavalieri e i gin tonic analcolici

di Andrea Gori

C’è qualcosa di straniante nell’essere accolti in cantina con un drink analcolico ma lo sguardo perplesso degli ospiti si tramuta però presto in sorpresa e soddisfazione. È un percorso simile a quello che provano in molti fermandosi in questo che dalla strada del vino di Caldaro (al numero 1, ci tengono a precisare) pare solo un bel ristorante con ottimo panorama. Poi giri l’angolo e cominci a scendere sotto il piano strada e vivi  una bella storia di mezzo secolo di vino e distillati che la famiglia Roner porta avanti con fierezza e spirito innovativo.

La storia parte in realtà proprio dalla distilleria a Termeno nel 1946 con Gottfried Roner, maestro distillatore specializzato in grappa dai vitigni locali e poi artefice di tanti capolavori da frutta. Oggi la tradizione della grappa significa una delle pochissime grappe da pinot bianco, capolavoro allo stesso tempo di delicatezza e sorprendente intensità e una gamma ricca e completa nella quale eleggiamo a nostro preferito l’acquavite di mela Caldiff.

Il vino arriva più tardi quando la famiglia decide di acquistare la cantina da una proprietà svizzera specializzatosi in vini rossi ma la determinazione con cui Eva, l’ultima generazione attiva in azienda, lo porta avanti ha portato risultati importanti e di spicco anche nell’agguerritissimo panorama altoatesino di oggi.

Oggi Ritterhof significa rossi di beva e di struttura e anche un lavoro molto importante sui bianchi e soprattutto il gewürztraminer dato che a Termeno la famiglia è di casa con la distilleria. Questa doppia anima vive e si intreccia con grazia e precisione e permette di avere la autorevolezza di proporre sul mercato un prodotto appunto come il gin analcolico VIRGinia, tecnicamente una “base di ginepro analcolica per cocktail con dolcificante” che miscelata con acqua tonica e qualche erba o verdura aromatica crea una sensazione piuttosto realistica di gin tonic.

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La tavola e il ristorante sono teatro di una degustazione di vini che mettono bene a fuoco cosa sia Ritterhof oggi e cosa potrebbe diventare in futuro.

Ritterhof Opes Pinot Grigio 2019 sontuoso e ricco, importante spezia e cumino, legno e tostature ben presenti insieme canfora e mela, talco e pepe bianco, ricchezza, lunghezza e dolcezza importanti per un vino un poco fuori dal tempo che chiede freschezza e acidità ma che ha i suoi estimatori. 88

Ritterhof Auratus Gewurztraminer 2020 naso classico ma comunque intenso in maniera sontuosa di lytchees e pomodori confit, tropicale mango e papaya, note di mandarino e scorza di cedro, pepe bianco, sorso in ottimo equilibrio con un umami giallo di sottofondo, zafferano e fumè nel finale, lunghezza ed eleganza , sorso sorprendente fine e ampio. 94
Decisamente sontuoso e ricco ma capace anche di abbinarsi alla perfezione con il Risotto carnaroli Zucca Hokaido e quaglia proposto in abbinamento.

Ritterhof Perlhofer 2020 schiava, lagrein, merlot e frutta rossa e nera, dolcezza e stile, lamponi in confettura e senape, lunghezza e erbaceo piacevolissimo, una superschiava con allungo notevole 89
Ideale sul  piatto proposto Filetto di manzo arrosto al rosa, polvere di speck, crema di sedano rapa, spinaci baby.

Ritterhof Manus Lagrein Riserva 2018 da viti di lagrein, alcune di oltre 45 anni, tra Gries vicino a Bolzano e ad Ora, nella Bassa Atesina. Prodotto solo in annate particolari, è vino decisamente opulento e sontuoso, bella ricchezza fruttata di sottobosco, senape e vetiver, liquirizia, pepe e carrube, tannino di sostanza e croccantezza, bella armonia complessiva. 92

Ritterhof Sonus Gewürztraminer Mitterberg Passito 2016 naso di ricchezza strabordante come la tipologia impone con mango e mandarini canditi misto a zenzero, miele di tarassaco, pomodorini confit, bocca untuosa e decisa ma che fa da bell’accompagnamento al Tortino tiepido con papavero  proposto in abbinamento. 93

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

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