Merlot e cucina cinese? Si può fare (pranzo educational da Sinosteria)

Merlot e cucina cinese? Si può fare (pranzo educational da Sinosteria)

di Antonello Buttara

Sinosteria è un ristorante cinese nel quartiere San Paolo di Roma gestito da Jun Ge, oste giovane con una passione viscerale per il vino di piccoli produttori naturali e il cuore rivolto all’Abruzzo, regione alla quale è legato per amicizie vitivinicole e per la reperibilità di materie prime che funzionano con le preparazioni orientali della sua cucina.

Sono andato da Sinosteria per “Esotismo – Generosità: il merlot”, pranzo che ha visto come protagonista una sola uva e diverse interpretazioni da tutta Italia. Un viaggio interessante per capire le sfumature di un varietà spesso denigrata per la sua natura piaciona e ruffiana.

La degustazione è avvenuta a bottiglie coperte, svelate solo a fine pranzo per lasciar fluire le appassionate discussioni tra i presenti. La formazione di partenza ha previsto batterie di 2-3-2-3, intervallate dalle pietanze di Jun Ge e il suo staff.

Magico 2018 Ferracane, Marsala (TP)
Polvere di caffè, prugna e cioccolato fondente. Liquido che nei primi minuti rimane contratto nel bicchiere, ha bisogno di tempo per concedersi per poi dimostrare un altruismo e una accoglienza non comuni. In bocca è denso, iodato e ferroso, si intuiscono le sue origini mediterranee. Tannino presente e non invasivo. Un merlot carezzevole che si lascia bere con piacere.

Bombo 2019 Vigne del Pellagroso, Monzanbano (MN)
Bevibilità esagerata, sottile, acidulo e lievemente piccante, restituisce al merlot la dimensione del vino da merenda. Un liquido intraprendente e diretto, senza orpelli, naso di fragoline, pepe bianco e un intrigante sentore vegetale. Sorso elettrico e scattante con un tannino rustico e graffiante. Un vino che è piaciuto perché ha la dote di stare a proprio agio con se stesso senza avere ambizioni particolari.
Abbinamento: guabao con melanzane e aglio rosso di Sulmona.

Arietta 2018 Farnea, Teolo (PD)
Brodo vegetale, alloro, funghi, smalto e spezie orientali. Vino ostico che ha un’acidità volatile ingombrante che tende a sovrastare il vitigno rendendolo difficilmente riconoscibile. In bocca risulta scomposto e i tannini non sono in grado di sostenere una progressione sul palato acidula e sfuggente. Si percepisce un’energia celata ma il liquido non riesce a trovare il guizzo per ribaltare la situazione. Bottiglia probabilmente sfortunata.

Dodon 2017 Montanar, Villa Vicentina (UD)
Naso di marasca sotto spirito, ribes poi yogurt ai mirtilli, erbe aromatiche, sottobosco e leggere sensazioni terrose. In bocca è schietto e sapido con una sua ruvidità che lo rende affascinante. Ha un comportamento austero, concedendosi poco per volta stimolando la curiosità e la voglia di mettere il naso nel bicchiere. Tannino fitto.

M…lot Fuori Serie 2016 Pranzegg, Bolzano
Prima e unica, per il momento, annata prodotta. Qui siamo di fronte ad un vino ambizioso che si presenta in smoking. Il naso è integro con sentori balsamici di eucalipto, cuoio, spezie dolci e una ciliegia matura. Trama tannica elegante e vellutata. Un liquido accomodante che ti conquista al primo naso. Durante l’assaggio ho la sensazione che il vino sia già arrivato al suo apice, l’acidità si percepisce con minore intensità, non è arrembante ma ha tutte le carte in regole per piacere e così è stato.
Abbinamento: Il Nostro Risotto con pollo, asparagi e pancetta affumicata altoatesina.

Risotto

Ghiaretolo 2017 Santa Caterina, Sarzana (SP)
Scuro, avvolgente, piccante e salato. Al naso emergono profumi di more e amarene, pepe bianco, una punta erbacea insieme a delicate note boisé. Sorso ricco, appagante e tannino appena sussurrato. Uno dei vini più coinvolgenti perché riesce a impadronirsi del palato esercitando un fascino magnetico sul sottoscritto e non solo.

Casa e Chiesa B-Side Stereo 2011 Tenuta Lenzini, Capannori (LU)
Vino che nasce da un lungo affinamento in ossidazione in botte scolma. Liquido spiazzante contraddistinto da sentori di mirto, vaniglia, crisantemo e arancia sanguinella. In bocca è molto sottile e persistente, l’ossidazione è perfettamente integrata e restituisce un merlot atipico che riesce ad incuriosire e dividere. Il prolungato dialogo tra il vino e il proprio contenitore hanno consegnato un liquido che non riesce a emanciparsi dal legno e in un certo senso ne rimane imbrigliato.
Abbinamento: Doufu fritto con cavolo cinese, funghi neri e carote.

Doufu

Merlo Nero 2020 Collecapretta, Spoleto (TR)
Non è un merlot da abbracci e coccole. Inizialmente respingente, sentori d’incenso, olive nere e rabarbaro. Un liquido senza veli, nudo, che si mostra senza reticenze, sottile e acidulo. Ha una fragilità che lo rende criptico difficile da decifrare. Vorrei incontrarlo nuovamente dopo un po’ di bottiglia per conoscerlo meglio.

Badalisc 2017 Ligabue, Capo di Ponte (BS)
Appena versato nel bicchiere emerge una lieve nota sulfurea che a contatto con l’aria tenderà a svanire. Cioccolatino mon cherì, liquirizia dolce e suggestioni boschive. In bocca i tannini sono uniti e favoriscono uno sviluppo gustativo convincente e sicuro. Il vino ha il talento del predestinato e rispetto agli altri emerge prepotentemente per la sua imprevedibilità e la capacità di evolvere nel bicchiere.

Rio Stoppa 2014 La Stoppa, Rivergaro (PC)
Oltre al merlot sono presenti anche in minima parte altri vitigni bordolesi come il carmenere e il saint–macaire. Naso animalesco, ematico, selvaggio. I sentori stallatici annebbiano l’aderenza espressiva del liquido allontanandolo inesorabilmente dal luogo e dal vitigno di provenienza. Vino caratterizzato da un acidità sferzante e un tannino scalpitante, indomabile.
Abbinamento: petto d’anatra con zenzero e cipolla, a seguire gelato di mandorle affogato al caffè arabica.

Parola d’ordine a fine pranzo? Generosità. Probabilmente incarna l’anima di un vitigno che sa adattarsi a contesti differenti senza sacrificarsi e riuscendo comunque a trasmettere le sue peculiarità locali. Esageratamente lodato un tempo e forse superficialmente snobbato da taluni oggi.

avatar

Antonello Buttara

Romano di prima generazione, una laurea in tasca in Scienze della Comunicazione e mi ritrovo al Ministero della Difesa. Quando troppo tardi sono andato a vivere da solo acquisto una cantina che con qualcosa dovevo pure riempire. Presenza fissa in qualsiasi fiera dove si beve, divento l'incubo di alcuni enotecari della capitale e controvoglia mi diplomo Sommelier AIS per poi abbracciare la filosofia Porthosiana.

8 Commenti

avatar

Francesco Romanazzi

circa 2 anni fa - Link

Lodare smodatamente o (peggio ancora) snobbare un vitigno in quanto tale denota grande ignoranza e superficialità. Grazie per il resoconto.

Rispondi
avatar

Vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...a me il Merlot, tanto vituperato, non dispiace, soprattutto in alcune versioni che denotano personalita' e aderenza territoriale. Sia che si parli di Francia ( Pomerol, soprattutto Petrus e Le Pin, anche se con prezzi leggermente fuori dalle righe, ma austeri e di grande finezza) oppure nostrani, con grande aderenza anche ad una sostenibilita' economica meno estrema dei franciosi citati ( Redigaffi, Messorio, L'Apparita, Miani e Masseto) ... Chiaro, bisogna superare la tentazione dell' omologaziome terzomondista, cosa a cui il Merlot si presta , ma quello lasciamolo ad una fascia di enobanali...

Rispondi
avatar

enogastronauta

circa 2 anni fa - Link

Interessante racconto, grazie. Provate se vi capita il merlot "il cipressino, zona Suvereto proprio accanto a Tua Rita del ben più noto e blasonato Redigaffi, ma costa 30 volte meno. Non è il solito merlottone piacione tuttougualeaglialtri. Da mezzo ettaro, 3000 bocce golose

Rispondi
avatar

marcow

circa 2 anni fa - Link

1
"La degustazione è avvenuta a bottiglie coperte, svelate solo a fine pranzo per lasciar fluire le appassionate discussioni tra i presenti"

Perché non degustare sempre con le bottiglie coperte? Perché la degustazione alla cieca(v metodo descritto da Sisto) non diventa il metodo da privilegiare e adottare?
____ 2
Ho riportato, in questo elenco, soltanto i descrittori della degustazione olfattiva di tutti i vini bevuti bella cena.

(Dall'articolo)

"Magico 2018 Ferracane, Marsala (TP)
Polvere di caffè, prugna e cioccolato fondente.

Bombo 2019 Vigne del Pellagroso, Monzanbano
Un liquido intraprendente e diretto, senza orpelli, naso di fragoline, pepe bianco e un intrigante sentore vegetale.

Arietta 2018 Farnea, Teolo (PD)
Brodo vegetale, alloro, funghi, smalto e spezie orientali.

Dodon 2017 Montanar, Villa Vicentina (UD)
Naso di marasca sotto spirito, ribes poi yogurt ai mirtilli, erbe aromatiche, sottobosco e leggere sensazioni terrose.

M…lot Fuori Serie 2016 Pranzegg, Bolzano
Il naso è integro con sentori balsamici di eucalipto, cuoio, spezie dolci e una ciliegia matura.

Ghiaretolo 2017 Santa Caterina, Sarzana (SP)
Al naso emergono profumi di more e amarene, pepe bianco, una punta erbacea insieme a delicate note boisé.

Casa e Chiesa B-Side Stereo 2011 Tenuta Lenzini, Capannori (LU)
Liquido spiazzante contraddistinto da sentori di mirto, vaniglia, crisantemo e arancia sanguinella.

Merlo Nero 2020 Collecapretta, Spoleto (TR)
Inizialmente respingente, sentori d’incenso, olive nere e rabarbaro.

Badalisc 2017 Ligabue, Capo di Ponte (BS)
Cioccolatino mon cherì, liquirizia dolce e suggestioni boschive.

Rio Stoppa 2014 La Stoppa, Rivergaro (PC)
Naso animalesco, ematico, selvaggio. I sentori stallatici annebbiano l’aderenza espressiva del liquido allontanandolo inesorabilmente dal luogo e dal vitigno di provenienza"

(Dall'articolo)

Rispondi
avatar

Vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...se volete stupire e stupirvi, un maturo Pix di Boccadigabbia...

Rispondi
avatar

Andrea

circa 2 anni fa - Link

Onestamente lasciare fuori il merlot del Collio e dei Colli Orientali è quantomeno masochismo. Ce ne sono almeno una decina che merita provare. Storicamente il vino da bacca rossa che riesce meglio.

Rispondi
avatar

Gervasio

circa 2 anni fa - Link

Galatrona '04, Palazzi di Trinoro '11 e La Ricolma '15 di gran lunga i migliori merlot in purezza degli ultimi anni. Inoltre, Piantonaia da non trascurare mai. Poi dicevo una cosa... Ma il Montiano non piace proprio a nessuno? O magari lo comprate al supermercato e poi ve lo scolate zitti zitti in gran segreto per non esser tacciati di cotarellismo galoppante? Eh, quanti bugiardoni nell'enomondo... E, all'occorrenza, quanti malati di fregolismo...

Rispondi
avatar

vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...Gervasio : a parte la boutade che l'argomento predispone ( mia personale , spero si noti l'ironia dell'eccesso) , concordo sui nomi che hai proposto , indipendentemente dalle annate citate . Sia Ricolma che Palazzi ( epici quelli di fine anni '90) sono grandi Merlot , Galatrona dipende dalla versione (annata) . Su Montiano, pur convergendo sul concetto di correttezza stilistica "Cotarelliana" , avrei qualcosa da dire sull'emozionalità e sull'eccessiva "universalità" del gusto, senz'altro ricercata , non necessariamente accezione negativa , se rapportata al target di riferimento. Studiare e realizzare un prodotto marketing oriented , essendo un bene di consumo , non è peccato : lascerei stare i "bugiardoni dell'enomondo" o il fregolismo , altrimenti , come atteggiamento , esportabili a tante altre tipologie e categorie enoiche...

Rispondi

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.