Isole e Olena è stata comprata da EPI (quelli di Biondi Santi)
di Jacopo CossaterComunicato stampa che in redazione aspettavamo da qualche giorno, il pezzo di Carlo Macchi del 19 maggio scorso (titolo: Isole e Olena passerà al gruppo LVMH?) sapevamo infatti avere più sostanza di quanto potesse apparire nonostante l’immediata smentita della proprietà.
Riceviamo e pubblichiamo, quindi:
EPI acquisisce Isole e Olena, tenuta iconica del Chianti Classico
Dopo l’acquisizione di Biondi-Santi a Montalcino nel 2017, EPI rafforza la sua presenza in Italia con un’altra storica tenuta toscana
EPI, gruppo familiare indipendente di proprietà e gestito da Christofer Descours, comunica di aver acquisito da Paolo De Marchi e famiglia la tenuta Isole e Olena, una delle più importanti e storiche cantine del Chianti Classico.
Fondata nel 1956 dalla famiglia De Marchi, Isole e Olena si trova a San Donato in Poggio (Chianti Classico); l’azienda è rinomata per far parte del gruppo selezionato di cantine che negli anni ’70 e ’80 ha portato al riconoscimento del Chianti Classico come regione vinicola di alta qualità. Isole e Olena si è guadagnata la fama di essere un esempio di eleganza e autenticità nel Chianti Classico, grazie alla “visione” di Paolo De Marchi, alle sue ricerche e al lavoro sul campo. Paolo De Marchi è stato un pioniere negli studi e nelle sperimentazioni nei vigneti con il chiaro obiettivo di valorizzare il territorio, migliorare le prestazioni dei vitigni autoctoni, principalmente il Sangiovese, attraverso la selezione massale e una mappatura dettagliata dei suoi terreni ricchi di galestro. Sotto la sua guida, è nato il Cepparello, uno dei primi Supertuscan che ha raccolto da subito il consenso dagli amanti del vino più esigenti del mondo ed è diventato l’emblema della tenuta.
Christofer Descours, Presidente di EPI Group, commenta: “Sono lieto che la rinomata tenuta Isole e Olena entri a far parte del nostro Gruppo. Rispettiamo profondamente la visione unica di Paolo De Marchi, la sua ricerca dell’eccellenza e la sua perseveranza nel produrre vini raffinati e autentici. Intendiamo proseguire il lavoro di Paolo De Marchi, mettendo la nostra passione per l’eccellenza e la nostra esperienza sui mercati internazionali al servizio dei vini unici di Isole e Olena.”
Paolo De Marchi, Presidente ed Enologo di Isole e Olena, dichiara: “Dopo aver dedicato gran parte della mia vita a Isole e Olena, sono contento di vedere la mia tenuta nelle mani di un Gruppo che condivide i valori a cui personalmente sono molto legato: la trasmissione del know-how, la valorizzazione del terroir e la ricerca dell’eccellenza. Contribuirò attivamente a questo nuovo entusiasmante capitolo di Isole e Olena per garantire una transizione graduale e fluida.
Questa operazione non riguarda la mia proprietà di famiglia a Lessona (Alto Piemonte), gestita da mio figlio Luca, che potrà ora beneficiare di più del mio supporto ed esperienza.”“L’acquisizione della tenuta iconica Isole e Olena rappresenta un momento importante per noi, poiché prosegue lo sviluppo della nostra presenza in Italia dopo l’acquisizione di Biondi-Santi. È un privilegio continuare lo straordinario lavoro che Paolo De Marchi ha compiuto in più di quarant’anni in Isole e Olena e per la denominazione Chianti Classico”, ha affermato Damien Lafaurie, CEO di EPI Wine & Champagne. “Crediamo profondamente nel potenziale di crescita dei migliori vini italiani sui principali mercati internazionali e siamo determinati a continuare a investire nella qualità dei nostri vini, dei nostri marchi e delle nostre reti distributive, affinché vengano riconosciuti tra i migliori vini al mondo”.
Giampiero Bertolini, attualmente Amministratore Delegato di Biondi-Santi, assumerà la responsabilità operativa diretta di Isole e Olena in qualità di Amministratore Delegato, occupandosi di entrambe le proprietà. Paolo De Marchi manterrà il suo ruolo di enologo.
Giampiero Bertolini: Biondi-Santi e Isole e Olena condividono molti valori, primo fra tutti una lunga dedizione al Sangiovese e alle rispettive denominazioni. Entrambe le tenute hanno una storia rinomata e una propensione alla viticoltura pionieristica; non vedo l’ora di lavorare fianco a fianco con Paolo per approfondire insieme come portare nel futuro il grande patrimonio di Isole e Olena, sia nel Chianti Classico che nel segmento Supertuscan.
18 Commenti
Omikelet
circa 2 anni fa - LinkSpiace molto. Suppongo altre in futuro dobbiamo aspettarci altre grandi cantine diventare di proprietà non italiana. Alla fine non credo che il vino ne subirà un danno, anzi, ma rimane l’amaro in bocca. Non capisco semmai come mai non si legge mai di grandi gruppi italiani che comprano grandi cantine italiane (ricordo solo Illy quando ha comprato Mastrojanni, a memoria mia).
RispondiTommaso Ciuffoletti
circa 2 anni fa - LinkE così la holding Epi, della famiglia Descours, dopo Biondi Santi acquista anche Isole e Olena. Per chi non lo sapesse Biondi Santi è la famiglia che ha ha creato il Brunello di Montalcino, Isole e Olena è una delle aziende che ha creato il Chianti Classico per come lo conosciamo oggi. Fondata da Paolo De Marchi, l'avvocato piemontese che s'appassionò di Sangiovese, non è riuscita a passare alla seconda generazione della famiglia. Due spunti di riflessione. 1. La difficoltà del passaggio generazionale è cosa che spesso si sottovaluta. Ereditare un'azienda non significa solo avere la fortuna di nascere ricchi, ma dovrebbe imporre un senso di responsabilità che non sempre abbonda tra facoltosi rampolli. 2. Non esiste una holding globale del lusso di marca italiana. E su questo va detto che abbiamo perso numerose occasioni. Presto sarebbe da scriverne proprio su Intra.
RispondiIWDP
circa 2 anni fa - LinkEra bello andare da Isole e Olena a fare le degustazione e uscirsene con l'Uvaggio di Proprietà Sperino 😄
RispondiGiuseppe
circa 2 anni fa - Linksono completamente d'accordo sul punto 2. sul fatto che sia un bene o un male l'assenza di uno o piu` grandi gruppi del lusso in Italia non mi esprimo pero` e` strano che sia cosi`. Per il punto 1. forse sei stato troppo severo parlando di passaggio generazionale. C'e` sempre da considerare che i figli dovrebbero fare sempre quello che piace a loro nella vita, piuttosto che seguire le orme dei genitori magari controvoglia. Non conosco il caso specifico il mio e` un discorso in termini generali. Buona giornata a tutti
RispondiVentitreventitre'
circa 2 anni fa - LinkAppena velata allusione a Luca...(facoltoso rampollo con poco senso di responsabilità)... Grande Luca de Marchi per me sei strepitoso!
RispondiAG
circa 2 anni fa - LinkMa il figlio non fa vino in Piemonte?
RispondiDePisis
circa 2 anni fa - LinkIl punto 1 di Ciuffoletti è de facto vero. Ma se uno ha un solo figlio già impegnato altrove, che può fare? Sperino ora magari ha fondi in più per investire, crescere, impiantare e non dover andare a cercare uva altrove... il vino è un gioco, onore a Paolo De Marchi che l'ha saputo interpretare. Anzi tante regole e modi di fare sono sua eredità. Ricordiamoci che si sta parlando di vino, non di risolvere il problema della fame nel mondo.
RispondiVinogodi
circa 2 anni fa - Link...mi sa che per avere assegnazione decente di Clos D' Ambonnay e Collection oppure di P2 e P3 dovra' accollarsi anche qualche cartone di di Chianti ...
RispondiAndrea Gori
circa 2 anni fa - LinkSemmai per avere il Rare di Piper Heidsieck... per ora è più vero il contrario ovvero che per avere Cepparello devi prendere lo champagne..
RispondiThis Family We Love
circa 2 anni fa - LinkDopo Biondi Santi, azienda storica simbolo del Brunello di Montalcino, un altro pezzo della Toscana del vino viene acquisito dai francesi: EPI, societa di investimento di proprieta e gestito da Christofer Descours, ha comprato la tenuta Isole e Olena, una delle piu note cantine del Chianti Classico (nata nel 1956), venduta dalla famiglia di Paolo De Marchi, il quale resta come enologo.
RispondiPaolo A.
circa 2 anni fa - LinkIo mi stupisco piuttosto del contrario, che queste acquisizioni da parte di holding del lusso/fondi d'investimento non siano molti di più in Italia, dato il potenziale di crescita di prezzo delle bottiglie di molte cantine, se ben posizionate sul mercato internazionale. Qualche anno fa fece scalpore l'acquisizione di Vietti per 60 milioni di euro. Ripensandoci oggi, una cifra tutt'altro che eccessiva.
RispondiAG
circa 2 anni fa - LinkMah... per pura supposizione personale, direi che è stata pagata una folle esagerazione.
RispondiVinologista
circa 2 anni fa - LinkAnche la solo velata allusione a Luca de Marchi come "facoltoso rampollo" dovrebbe fare pensare a quante stupidaggini vengono scritte senza alcuna riflessione senza conoscere minimamente la persona ...."limitatevi" a scrivere di vino se non conoscete profondamente le persone....
RispondiTommaso Ino Ciuffoletti
circa 2 anni fa - LinkSono stanco di rispondere ad anonimi fenomeni che intervengono per commentare in modo demenziale e senza nemmeno conoscere la lingua italiana. La parola “rampollo” in italiano, non ha alcuna accezione negativa, inquadra semplicemente il discendente di una famiglia importante. Le stupidaggini le scrive lei, che non conosce neppure la lingua che intende usare per esprimersi. E lo fa, oltretutto, in modo anonimo. Si prenda un vocabolario e torni quando avrà imparato ad esprimersi.
RispondiStefano Cinelli Colombini
circa 2 anni fa - LinkMah, chi fa incetta di marchi vinicoli a carissimo prezzo rischia (più che seriamente) di trovarsi con un pugno di mosche in mano. il mondo del vino italiano è molto dinamico, dietro ad ogni grande nome c'é sempre un gruppetto di aziende quasi pari per storia, qualità e carisma che aspetta solo la sparizione della star conclamata per prenderne il posto. E senza la famiglia che ha generato il successo è davvero dura mantenerlo, ma proprio tanto, perché la capacità professionale si può acquistare ma la magia del rapporto umano, il mito e il personaggio no.
RispondiStefano
circa 2 anni fa - LinkVerissimo per clienti come me, che se bevono un Brunello vogliono sapere tutto anche del tuo trisavolo; ma a Taiwan? a Londra? nel resto del mondo? quelli sono i mercati di questi gruppi, che per di più, facendo sinergia con le loro altre cantine, riescono anche ad abbattere i costi di produzione e della loro rete vendita
RispondiStefano Cinelli Colombini
circa 2 anni fa - LinkPuò darsi. Però è lecita una domanda: quanto venderebbe Gaja senza Angelo Gaja? Il pur straordinariamente bravo Cotarella si guarda bene dal mettere la sua immagine davanti a quella del clan Antinori, e sono convinto che se agisce così ha degli ottimi motivi.
RispondiStefano
circa 2 anni fa - LinkEh, ma hai fatto due nomi che non hanno eguali in Italia (seppur tra loro diversissimi)! A proposito, come sta andando Biondi Santi senza Biondi Santi? Comunque gruppi che vendono marchi prestigiosissimi non dovrebbero avere difficoltà a trainare altre etichette.
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