La sostanziale differenza tra degustare e bere vino

La sostanziale differenza tra degustare e bere vino

di Daniel Barbagallo

Una foto, per quanto bella, fissa un momento del quale ci è sconosciuto il prosieguo: può ritrarvi felici con la persona che amate e dopo qualche mese può essere che non stiate più insieme.

Viaggiare non è fare il turista e chi lo ha fatto sa che ci sono due modi per viaggiare.
Il primo è andare lontano cercando di vedere quanti più posti possibile ma in modo più superficiale, per avere una idea d’insieme nel poco tempo che abbiamo a disposizione. Il secondo invece è farlo in poche tappe, due o tre al massimo, in modo da entrare meglio dentro alle dinamiche di uno specifico posto, conoscere persone seguendo l’onda ed avendo quindi un quadro più chiaro e preciso. Vanno bene entrambe perché non esiste mai un solo modo giusto di fare le cose, esiste quel modo che sentiamo nostro.

Nel mio mondo, bere una bottiglia è la cosa che più assomiglia a un viaggio ed è proprio qua che sta il dilemma.
Comprai questo Musigny 2001 di Jacques Prieur quando la scelta era tra andare fuori a cena con gli amici e poi a ballare o comprare una bella bottiglia, non erano necessari mezzi economici particolari per “viaggiare” coi bicchieri e lo si faceva a cuor leggero, senza ansie né sensi di colpa per l’aver speso un patrimonio.

Musigny

Il vino è buonissimo nonostante Prieur non sia annoverato tra i fenomeni borgognoni. D’altro canto, stiamo parlando della vigna più celebrata del pianeta. La parte di frutto presente ed affusolata dal tempo fa emergere ancor di più la sua gentilezza, integro e solare, perfettamente compiuto, accarezza il palato con un tannino risolto, ha una buona pressione che esalta la parte floreale secca e le note fumose, chiude pulito con rimandi vegetali e terrosi. Un gran bel vino.

E quindi?
Se degustassi questo vino con un mezzo calice, ne apprezzerei eleganza e precisione (cosa che non faccio mai) punteggiandolo molto bene, ma avendolo bevuto con un amico – bevuto, non degustato – durante la serata, il vino non ha disegnato la parabola che mi aspetto da un’etichetta di questa importanza.

Aspettavo quel poco che fa la differenza ma non è arrivato, e questo è il più grande limite della degustazione tecnica: non lascia al vino il giusto spazio/tempo per esprimersi in pieno, mozzando la conoscenza profonda e privandola di elementi fondamentali. Io stesso, che sono tutto fuorché infallibile, mi sono trovato a comprare vini assaggiati in mezzo ad altri cinquanta, salvo poi pentirmene a distanza di tempo.

Era una foto. Il modo migliore per cercare di capire dove un vino può arrivare rimane andare dai vignaioli, prendersi un po’ di tempo e conoscere loro insieme ai vini. La cosa ovviamente non è sempre possibile ma l’importante è essere consci che tutti i vini che abbiamo in cantina sono in fondo una scommessa. Spesso vinta, talvolta persa. In parte, fatte le dovute distinzioni, come al Casinò, dove vincere o perdere fa parte del gioco: ciò che dispiace è che ora giocare è diventato un esercizio troppo costoso coi prezzi che girano per certe bottiglie.
Il tempo dell’azzardo, per certi versi, è terminato.

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Daniel Barbagallo

Classe 1972, di Modena, imprenditore nel tessile. Padre siciliano, madre modenese, nato in Svizzera. Adoro la Borgogna, venero Bordeaux e il mio cane si chiama Barolo. Non potrei mai vivere senza Lambrusco. Prima di dire cosa penso di un vino, mi chiedo cosa pensi lui di me. Ho sempre sete di bellezza.

12 Commenti

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Omikelet

circa 2 anni fa - Link

Bellissimo intervento che dovrebbe essere uno stimolo per insegnare a rimettere in discussione sopratutto noi stessi. Quanto vini apprezzati a un evento mi hanno deluso a distanza… e quanti vini scartati all’inizio a una degustazione dopo il secondo tentativo, magari una bella cena, mi sono entrati nel cuore . Siamo convinti di essere infallibili perlomeno nei nostri gusti (“saprò bene cosa mi piace !” pensiamo) e invece anche lì a volte brancoliamo nel buio.

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AG

circa 2 anni fa - Link

Come diceva qualcuno del quale non rimpiangeremo mai abbastanza la mancanza, 'qui non si sputa, il vino va bevuto (per essere capito)'

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Vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...io odio essere condizionato dall'etichetta. Quindi bevo, anche nell' intimita', sempre alla cieca. Da almeno 2 anni. Faccio prendere random dalla cantinetta un vino da mia moglie e lo facvio stagnolare. Poi bevo sereno concentrandomi solo sul contenuto del bicchiere , numerando le bottiglie con lettere e numeri in progressione.I piu' buoni vini quest'anno? A2 del 3 Febbraio. C4 del 9 Aprile. D7 del 16 Giugno e f5 del 10 Settembre.

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Gianluca Zucco

circa 2 anni fa - Link

Due curiosità. Ma il codice alfanumerico a fine anno, o in qualche momento, corrisponderà di nuovo al nome del vino bevuto? Ma non bevi mai pensando a ciò che hai voglia di bere per qualche ragione? (compagnia, ciò che c’è a tavola, voglia di “quella” bottiglia, ecc) Ad ogni modo, complimenti per il metodo e saluti

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Vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...giuro ...non mi aspettavo qualcuno mi prendesse sul serio...

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Gianluca Zucco

circa 2 anni fa - Link

Sorry, ma frequento qui sporadicamente, quindi non ti conosco a tal punto... e l’idea non mi è parsa così astrusa, in fin dei conti, come dicono dalla mie parti: “Se nun so matti nun ce li volemo”...

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Vinogodi

circa 2 anni fa - Link

....tranquillo Gianluca. Ognuno sul web ha il suo cliche' e il suo avatar virtuale... poi nella vita corrente , magari, e' peggio ....ma qualche volta anche meglio....

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Pensa che dopo quello che hai scritto sono corso in cantina ad etichettare le bottiglie....

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Il tema dell'articolo è, ben evidente, nel titolo La differenza tra Degustare e Bere Vino. ____ Se non si definiscono bene i concetti in gioco è difficile poi vedere se ci sono delle differenze e quali sono. ___ Che cosa significa Degustare un Vino? Che cosa significa Bere un Vino? __ Nel Web, in molti anni di frequentazione, ho letto diverse sfumature di questi due concetti. __ Bere Vino spesso è un concetto negativo: tracannare vino, bere vino come se fosse acqua, bere eccessivamente ecc... Bere vino, in questo articolo, "mi sembra" che abbia un'altra valenza: viene associato al bere con gli amici, bere insieme ad altri mentre si consuma un bel pasto in compagnia. Degustare Vini, in questo articolo, mi sembra che si riferisca alla DEGUSTAZIONE TECNICA, che, secondo me, è quella "attualmente" dominante, cioè quella ANALITICA. ___ Il prof. Nicola Perullo, in Epistemologia, ha proposto un nuovo modo di degustare il vino. Ne abbiamo discusso anche qui. Interpretando, "a modo mio", quel suggerimento di Perullo dico che si può Degustare... senza fare una DEGUSTAZIONE TECNICA(Analitica)... in Relazioni con gli Altri(e senza Bere-Tracannare vino come se fosse acqua). Tutti i Personaggi Famosi della Storia che hanno bevuto e degustato vino ... e ne hanno parlato a cominciare dall'Antica Grecia alcuni secoli A.C. ... non sapevano nulla della degustazione analitica, non avevano frequentato nessun corso... eppure dimostrano che sapevano apprezzare e degustare il vino. E nessuno può dire che non sapevano degustare perché non avevano fatto un corso. Il prof. Perullo ci ha parlato di altri modi d'intendere la Degustazione.

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...poniamo due estremi : soggettività 100% - oggettività 100% . Sono le due componenti relative al giudizio dove non esistano parametri numerici di riferimento e sono estremamente modulabili tutti gli intervalli fra i due estremi. Prendiamo l'esempio nello sport : se io corro una distanza fissa ( dai 100 metri alla maratona) esiste un riscontro cronometrico preciso , quindi è un risultato oggettivo . Così per un salto in estensione , questa volta non un tempo ma una misura . Oggettiva. Se io giudico una gara di ginnastica ritmica o , addirittura , un incontro di pugilato che non finisca per KO , ho discriminanti individuali dove la soggettività è tanto maggiore quanto mi allontano da parametri di riferimento codificati o solo teorizzati . Quindi importante tenere in considerazioni variabili come esperienza e conoscenza dei riferimenti , ma anche la capacità individuale di giudizio , discriminante non da poco . Nel vino penso sia la stessissima cosa , dove la componente individuale si amplifica , ma l'esperienza e conoscenza sono determinanti ... e l'onestà intellettuale ...

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Vinogodi, se ritrovo un'intervista del prof. Perullo, quello di EPISTENOLOGIA, si potrebbe leggere quello che lui pensa... dell'OGGETTIVITÀ .... nelle, attenzione, Degustazioni Tecniche... fatte da ESPERTI. __ Il tuo commento è stimolante ma vorrei dire che bisogna DISTINGUERE: 1- L'ESPERTO che deve Valutare un Vino e che poi... COMUNICA... le sue valutazioni... al PUBBLICO. 2- Il semplice Bevitore che non deve RECENSIRE e non deve Comunicare ma beve per il solo Piacere e di condiverlo in compagnia in un pranzo. Chiaramente il discorso potrebbe essere ulteriormente approfondito perché le variabili in gioco sono molte. ____ Tu concludi con una locuzione bellissima: ONESTÀ INTELLETTUALE. Ebbene, caro Vinogodi, ne vedo poca in giro, in tutti i settori, nella società contemporanea. È più diffusa la menzogna, in politica e in tanti altri settori, sui Media MAINSTREAM, ecc ... e anche nel mondo del vino. Qualcuno c'è che stimo, ma sono veramente pochi. È lungo l'elenco di famosi critici enogastronomici che potrei farti e che conosci e... che non mi hanno mai convinto. Saluti PS L'Onestà, la Sincerità, l'INDIPENDENZA di un Critico o di un Comunicatore mi convince di più... se... adotta la modalità di DEGUSTAZIONE ALLA CIECA. Perché...deve APPARIRE ed Essere... come la moglie di CESARE.

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drPeperino

circa 1 anno fa - Link

quanto mi ci ritrovo in questo articolo.. e preciso che sono un neofita a dir poco, eppure mi succede esattamente la stessa cosa: vini che mi sembravano molto interessanti in degustazione, che poi a casa mi hanno deluso, e vini che a tavola mi hanno sorpreso positivamente e sono sicuro che in degustazione sarebbero stati stroncati. Ma davo la responsabilità di questa inconsistenza a me, non a loro. Fa piacere sapere di non essere solo.

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