Derthona Due.Zero | Tutto quel che c’è da sapere sul nuovo corso di Timorasso e Colli Tortonesi

Derthona Due.Zero | Tutto quel che c’è da sapere sul nuovo corso di Timorasso e Colli Tortonesi

di Denis Mazzucato

Nel Piemonte vocato alla coltivazione dell’uva a bacca rossa, in una fascia di alte colline al confine con Liguria, Lombardia ed Emilia Romagna, trova dimora un vitigno bianco che sta avendo una crescita in numeri e riconoscibilità davvero importante: il timorasso.

All’inizio di aprile si è svolto a Tortona l’evento Derthona Due.Zero, organizzato dal Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi, con l’anteprima dell’annata 2020 e la presentazione di quello che si appresta a diventare la nuova DOC Derthona.

Tra le caratteristiche della nuova denominazione innanzitutto il nome: sparisce il vitigno (che sarà comunque 100% timorasso) per mettere al centro il territorio, Derthona è infatti l’antico nome della città di Tortona.

Poi l’altezza minima specificata per comune. Spiega Gian Paolo Repetto, presidente del Consorzio, come i Colli Tortonesi siano una zona molto vasta (50 km per 25), che comprende 30 comuni e 6 valli (Scrivia, Ossona, Grue, Curone, Borbera e Spinti) e sia composta da terreni di formazione geologica di almeno tre tipologie differenti (sedimenti di origine continentale, di origine marina e derivanti dal dominio oceanico ligure-piemontese). La scelta di delimitare la DOC anche per altitudine ha quindi due scopi principali: garantire la qualità evitando l’espansione incontrollata dei vigneti, e preservare un territorio agricolo naturalmente biodiverso, dove accanto alla vite trovano dimora altre storiche coltivazioni come le fragole profumate di Tortona (Presidio Slow Food) e le pesche di Volpedo.
Un occhio di riguardo è riservato anche all’ambiente, con bottiglie che non potranno superare i 600 grammi di peso.
Ci saranno tre tipologie di Derthona: Piccolo Derthona, Derthona e Derthona Riserva (quest’ultimo potrà essere messo in commercio non prima di tre anni dalla vendemmia).

Dagli anni ’80, quando l’area coltivata a timorasso era grande circa quanto un campo da calcio, di strada ne è stata fatta molta.
Agli inizi del 2000 gli ettari vitati erano diventati 3, oggi sono 276 mentre i produttori afferenti al Consorzio sono passati dai 31 del 2009 ai 132 del 2019.

L’annata 2020 è stata caratterizzata da un inverno piuttosto corto, da un’estate fresca e un settembre estivo. In generale, le valli del tortonese sono tra le meno piovose del Piemonte e la 2020 non ha fatto eccezione.

Una premessa agli assaggi: il timorasso è un vino che ha bisogno di molto riposo in bottiglia. Presentare ad aprile 2022 la vendemmia 2020 senza fornire dettagli legati al territorio del singolo produttore, alle scelte di vinificazione e alle caratteristiche evolutive del vino è rischioso. Non è un caso che su 32 assaggi ben 5 fossero campioni di vasca non ancora pronti nemmeno per l’imbottigliamento. La fatica a trovare un filo conduttore e le differenze molto marcate tra le bottiglie, che sono destinate probabilmente ad attenuarsi con qualche anno in più di attesa, mettono comprensibilmente un po’ di confusione.

Per questa ragione, il giudizio resta sospeso su alcuni produttori e gli assaggi qui sotto non sono tutti e 32 ma solo quelli ritenuti più significativi.

Azienda Agricola Oltretorrente, Derthona, Paderna (AL): grande intensità e idrocarburi in grande evidenza, frutta a polpa gialla e note di caffè. Grande intensità anche all’assaggio, buona freschezza e tanta personalità. Leggermente chiuso sul finale.

La Colombera, Derthona, Tortona (AL): molto intenso, fiori bianchi, pesca bianca e note agrumate, mineralità dell’idrocarburo appena accennata. Bocca scorrevole ed equilibrata con ottimo allungo sapido e fruttato.

Azienda Agricola Paolo Poggio, Derthona Ronchetto, Brignano Frascata (AL): bellissime note floreali molto eleganti, poi scorza di agrumi e note fumè e di erbe officinali. Struttura piuttosto esile, punta decisamente più sulla finezza che sull’intensità. Sorso pulito e di media lunghezza.

Vigneti Boveri Giacomo, Lacrime del Bricco, Costa Vescovado (AL): bellissima pesca in evidenza, agrume e note di miele e spezie dolci. Bocca intensa fresca e compiuta, tra i più “pronti” in assaggio sebbene abbia probabilmente ancora molto margine.

Azienda Agricola Vigneti Repetto, Derthona Quadro, Sarezzano (AL): sferzata di agrumi, limone e cedro, poi floreale elegante e sottile. Da segnalare per la leggiadria che si ritrova anche in bocca. Finale lungo e piacevole fresco di agrume e sapido.

Azienda Agricola Vietti, Derthona, Castiglione Falletto (CN): da vigneti situati nel comune di Monleale, ha naso e bocca che ricordano da molto vicino il sauvignon. Una leggera nota vegetale lo rende scorrevole sul finale. Buono anche se si fatica a ritrovare la tipicità del vitigno.

Azienda Agricola Pomodolce, Derthona Diletto, Montemarzino (AL): Fine e delicato, sussurrato ma preciso nelle note di idrocarburo, mela, agrumi e di tostatura. Bocca sottile, equilibrata ed estremamente elegante su finale di mandorla amara. A mio giudizio il migliore della batteria.

Vignaioli Battegazzore, Derthona Maggiora, Tortona (AL): agrumi, idrocarburi leggeri e piccoli frutti rossi tra la susina e il ribes bianco, trova equilibrio in bocca nonostante una grande freschezza che promette un lungo avvenire. Bel finale sapido.

Azienda Agricola Fratelli Massa, Derthona, Monleale (AL): intenso, agrumi, miele e pesca matura, fiori bianchi e idrocarburi. Vino di grande struttura, la bella freschezza agrumata oggi non basta ad arginare tenore alcolico e muscoli. Oggi è tra i meno pronti ma si farà.

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Denis Mazzucato

Monferrino DOC, informatico da troppo tempo, sommelier da troppo poco, musicista per sempre. Passato da Mina, Battisti e Pink Floyd a Fiano, Grignolino e Chablis, cerco un modo per far convivere le due cose. Mi piacciono le canzoni che mi fanno piangere e i vini che mi fanno ridere.

6 Commenti

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...c'era il Montemarzino di Roagna?

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Denis Mazzucato

circa 2 anni fa - Link

No, non era presente. Grazie per la lettura.

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...perchè mai : interessantissima e importante per una panoramica non facile da riproporre . Tra l'altro hai scritto in modo sintetico ed esaustivo , letto in un amen e con grande curiosità... PS: se c'era Massa , mi aspettavo anche Mariotto.,.. ero curioso...

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domenico

circa 2 anni fa - Link

Vino ancora selvaggio e con forti differenze tra produttore e produttore. A volte sembra un sauvignon, a volte è una pesca con miele, a volte le somiglianze ai riesling oltrepavesi è assoluta. Vino dalle mille sfaccettature e non omologabile. Ho bevuto il 2012 di Terralba ed era un vino complesso e ancora fresco.

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...il già citato Montemarzino di Roagna rieslingheggia... Massa ha potenza sotto controllo , Mariotto di sintesi con burro di montagna ...

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Lanegano

circa 2 anni fa - Link

E' un vitigno che adoro e con grandi, talvolta grandissime, potenzialità: peccato per le gradazioni alcoliche spesso alte o molto alte, soprattutto per un bianco. Fuori denominazione vi segnalo anche il Timorasso di Principiano.

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