Anteprime per sognare un po’: La Grande Dame Rosé 2012 e Clos Colin di Veuve Clicquot

Anteprime per sognare un po’: La Grande Dame Rosé 2012 e Clos Colin di Veuve Clicquot

di Andrea Gori

L’occasione d’assaggio era l’anteprima mondiale al di fuori della Francia della nuova versione Rosè 2012 de La Grande Dame, cuvée de prestige di Veuve Clicquot improntata sul pinot nero, Champagne che sta raccogliendo sempre più estimatori tra gli appassionati e i cultori di prodotti di lusso con le bollicine.

La Grand Dame Rosè nasce infatti da un assemblaggio simile a quello della Grande Dame “bianca” ma con l’aggiunta fondamentale di vino rosso da Bouzy e in particolare dal celebre Clos Colin, un clos vero e proprio piantato a pinot nero da Barbe-Nicole Ponsardin in persona agli inizi del 1800. Il Clos Colin è stato finora un vino assaggiabile solo in occasioni particolari o direttamente in azienda con visite speciale dedicate a giornalisti o operatori mentre a breve sarà acquistabile in tiratura limitata probabilmente in “bundle” con la Grande Dame Rosè di pari annata.

Per adesso si tratta esattamente del vino usato per assemblare il vino di partenza per la seconda rifermentazione dello Champagne ma non è escluso che prima o poi si assista alla nascita di una gamma intera di vini fermi Clicquot a partire ovviamente dal pinot nero: marchio indelebile di ogni prodotto della maison di Reims, dalla Carte Jeaune fino ai millesimati passando per la Saint Petersbourg. Un vitigno che ha colonizzato quasi del tutto la Grande Dame, che era partita con una percentuale più alta di chardonnay fino ad arrivare, sotto la guida di Dominique Demarville (il precedente chef de cave della vedova, ora in forza a Lallier), alla formula attuale, unica tra tutte le cuvée de prestige ad avere ben il 95% di pinot nero (ve lo abbiamo raccontato tre anni fa).

Didier Mariotti, talentuoso ex chef de cave di Mumm e subentrato da poco alla guida di Veuve Clicquot, ha introdotto la serata ribadendo alcuni concetti chiave del suo modo di operare e della maison, dove pare essersi ambientato alla grande con un entusiasmo da ragazzino. Del resto chi non bramerebbe di mettere mani e naso su più di 300 vini diversi per i propri assemblaggi ogni anno?

Per Didier, nella Champagne sono importanti entrambe le dimensioni gustative ovvero verticalità, energia e intensità ma anche orizzontalità, carnosità e pienezza. Se per la verticalità è quasi sempre necessario lo chardonnay, il pinot nero è fondamentale per la dimensione orizzontale ma più nel senso di donare complessità che ricchezza tout-court. La verticalità è la colonna vertebrale di uno Champagne mentre l’orizzontalità è responsabile del piacere immediato: se ci si indugia troppo, il rischio è sprofondare come in un divano troppo morbido.

La scelta giusta del pinot nero consente invece a Clicquot di unire rigore e struttura dei pinot nero del nord (Verzy e Verzenay) a calore e maturità del sud (Bouzy e Ambonnay), accordati tra loro dalle uve di Ay con il risultato di un vino a base nera con struttura verticale e dal finale quasi amaro “con cui si danza volentieri“.

grande dame rose veuve 2012

La presentazione de La Grande Dame Rosé è stata anche l’occasione di riassaggiare La Grande Dame 2012 già salutata con grande entusiasmo (superiore alla già notevolissima edizione 2008) e di rivelarne le potenzialità a tavola sui piatti di Domingo Schingaro – del ristorante I Due Camini di Borgo Egnazia – e Chiara Pavan di Venissa, all’insegna della garden gastronomy: un concetto intrigante di abbinamento della Grande Dame alla cucina di alto livello dove aromi vegetali, verdure e frutta fresca diventano i protagonisti, mentre carne, pesce e uova vengono cucinati e serviti come contorno.
La splendida Tartare di bietola con uova e tartufo di Domingo accoglie la Grande Dame 2012.
tartare bietola schingaro veuve
Champagne Veuve Clicquot La Grande Dame 2012 
Lucente con riflessi oro rosa, rosa thea, caramella charms agli agrumi, pesca noce, mandarino canditi e resine, ribes rosso fragile e pepe nero, viole ed elicriso. Torrefazione leggerissima, sottobosco e petricore. Sorso che evoca potenza e calma, ricchezza senza peso, cipria e zenzero, energia e cremosità sontuose che esplodono in una orizzontalità splendida e complessità rigorosa. Finale spezie orientaleggianti cumino e pepe nero, finale di serica sontuosità mai sfacciata. 96
Eè il turno di Chiara Pavan e la sua Insalata di ravioli all’artemisia, erbe balsamiche e pinoli (dove i ravioli ripieni di succo di pinoli sono adagiate in un letto di erbe balsamiche e insalata di campo) abbinata a La Grande Dame Rosé 2012, protagonista della serata.
tortelli pinoli pavan veuve
Champagne Veuve Clicquot La Grande Dame 2012 Rosé
Colore intenso cerasuolo, rose e viole, tabacco e menta, fragolina di bosco e ciliegia in confettura, carrube e mallo di noce, noce moscata e verbena, sorso che esplode e invade il palato a ondate, sottobosco pepe resina, maschile e carnoso, musk, fava tonka ed ebanisteria, bollicina rugosa a tratti con il pinot nero che assale con la sua potenza, finale che danza pericolosamente con l’amaro uscendone vincente ma non per tutti i gusti a livello di esperienza gustativa. Per noi però davvero superba per come incarna l’armonia e lo spirito del vino rosa con un “rougement” perfetto della versione bianca. 97
Tocca di nuovo a Domingo Schingaro e sta al suo Cavolo, lenticchie e manzo battezzare il pinot nero in rosso per la prima volta su una tavola italiana.
barbabietola schingaro veuve
Parcelle Clos Colin 2012 Coteaux Champenoise Veuve Clicquot 
100% pinot nero in acciaio, no legno. Note di amarena, caramello, resina, vetiver e aloe, fava tonka, tabacco e carne, estrazione del frutto precisa, big babol elegante, carrube e mallo di noce. Il sorso è di precisione soffusa, dolcezza e acidità, con la sabbia e il silicio del suolo tipiche che restituiscono in questo vino note più intense per via dello stress idrico. Sorso placido ma forzuto, dolce e saporito, vinoso e ricco, tannino sottile, chiusura di bergamotto e arancio rosso, sottile fragrante e delicatissimo, morbidezza e sinuosità. Si percepisce che non è un vino pensato a sé stante ma lo si apprezza come se lo fosse. 91
Si arriva al dolce di Chiara Pavan, una croccantissima composizione a base di Fragole, tiglio e rose (e meringa) su cui provare la Rosè in formato Jeroboam.
crostata dolce pavan veuve
La Grande Dame Rosé 2008 Jéroboam Veuve Clicquot
92% pinot nero di cui 14% di vino rosso pinot noir del Clos Colin a Bouzy, 8% chardonnay, dosaggio 6g/l. Un vino ancora molto indietro nell’evoluzione a partire dal colore fresco e vivace. Sottile sapido ricco e sfumato, canfora anice rosmarino, fragolina di bosco e lampone. Sorso di acidità e sottigliezza, arcigno e solare, forza e sale in egual misura con note di roiboos e mandarino. Ancora in evoluzione e piuttosto sulle sue considerando la 2008 di quattro anni fa rispetto alla quale sembra persino più indietro come evoluzione. Il grandissimo formato impone la sua legge per ora e consiglia di essere bevuto tra almeno dieci anni. 96

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

8 Commenti

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...quanto costano , al "dettaglio" ?

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Andrea Gori

circa 2 anni fa - Link

La GDRosè sui 350 e 290 la "bianca". Il Clos Colin non si capisce ma dovrebbe essere venduto in un cofanetto e non a sè. Se fosse un vino credo che andrebbe al prezzo di un premier cru della Cote de Nuit come minimo.

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Stefano

circa 2 anni fa - Link

Noto sempre più la tendenza all'abbinamento Champagne/piatti dolci: che dice un Ambassadeur? fino a qualche anno fa era vietatissimo, no? qui ovviamente il piatto sarà stato particolare, così come il vino in abbinamento (però potevi mettere la foto della Jeroboam!)

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Andrea Gori

circa 2 anni fa - Link

arrivato a quell'ora ero esausto e me la sono proprio persa!!! comunque era bellissima la Jero. Per quanto riguarda l'abbinamento quello dei vini spumanti secchi con i dolci è un tabù tutto italiano... In Francia da sempre soprattutto i rosè e i millesimati con qualche anno sulle spalle vengono abbinati spesso ai dolci

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Vinogodi

circa 2 anni fa - Link

Confermo. Pero' bere Franciacorta dove il 77.32% hanno un amaro insopportabile, avrebbe lo stesso risultato di rammendare con un guantone da boxe...

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domenico

circa 2 anni fa - Link

Sul tema abbinamento, concordo con Vinogodi: c'è brut e brut. Sicuramente la complessità raccontata da Andrea non è paragonabile alla verticalità assoluta di molti spumanti italiani che fanno della sola acidità, e finale amaro, il loro punto di forza. Credo che la tendenza delle bollicine Metodo classico italiane, soprattutto con i pas dosé, sia l'uscita dal segmento "solo aperitivo" per abbracciare il "tutto pasto". Questo limita moltissimo l'abbinamento al dolce,

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1 come tanti

circa 2 anni fa - Link

La carne servita come contorno! Proprio stamani, invece, ho visto in tv un'intervista ad alcuni contadini ucraini che riferivano di aver dovuto trucidare cani e gatti per poter mangiare un po' di carne, altrimenti avrebbero avuto solo poco riso e cereali a disposizione, dal momento che durante i bombardamenti hanno perso tutto... Ma noi, adesso, possiamo permetterci di usare la carne addirittura come contorno... Andiamo bene, anzi, benone...

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...magari bevendoci Barolo in abbinamento : un vero scandalo . Tra l'altro pensando ad oltre un miliardo di cinesi indigenti , un miliardo circa di indiani che muoiono di fame , il medio oriente e l'Africa infiammati da guerre infinite che nessuno caga, l'Amazzonia che brucia con dentro tutti gli indigeni e la varietà di fauna e flora unici al mondo, il COVID che non si arresta con la quarta variante che ci sterminerà tutti , i russi che manco sanno che c'è la guerra perchè intenti ad ubriacarsi per scordare le pene quotidiane mentre gli oligarchi ... ecc , ecc , ecc ....grazie di avercelo ricordato , 1 come tanti, per farci tornare coi piedi per terra . Io chiuderei il blog , se continua a parlare di vino e cibo , soprattutto se grandi vini o grande cucina. Magari riproponendo temi più aderenti ad una francescana austerità , come chiede tra l'altro il Nostro Papa Francesco e la contingenza mondiale...

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