Degustazione alla cieca? No, grazie! O forse sì

Degustazione alla cieca? No, grazie! O forse sì

di Daniel Barbagallo

Non bastano undici stelle per fare una grande squadra (e il Paris Saint-Germain ne è la prova) così come non basta coprire undici bottiglie per fare una degustazione alla cieca. Come per costruire una grande squadra, anche la degustazione ha bisogno di un coordinamento serrato. Nel delirio social-mediatico ormai si vede laqualunque, con batterie improbabili che vanno dal Rodano all’Abruzzo passando per Bordeaux, con magari un Amarone a metà batteria, e francamente tutto questo a mio parere non ha senso.

Partendo dal presupposto che si può bere ciò che si vuole quando si vuole, il problema nasce quando poi si sentenzia quale sia il migliore dei tanti. Difficile se non impossibile apprezzare un vino giocato in finezza, tutto sfumature e sussurri, dopo un vino con estratto mostruoso e 15 gradi di alcol perché così facendo non si rende giustizia né al primo che verrà oscurato e neppure al secondo che potrebbe risultare fin troppo piacione.

Vi dirò di più: anche nel caso di una degustazione coperta di vini della stessa tipologia e annata – sicuramente più rivelatrice – occorre fare molta attenzione all’ordine di bevuta perché vi sono stili e qualità ben differenti e anche tra vini affini vi sono centometristi e maratoneti: particolare da non trascurare se vogliamo una panoramica corretta del reale valore delle bottiglie.

Tutto questo pippone per dire che non ho nulla contro le bevute al buio a patto che siano fatte sotto l’attenta regia di qualcuno. Quando mi capita di farne, prima cerco di stabilire un ordine di “pesantezza” dei flaconi, dal più leggero al più pesante, ma questo non basta, perché non è detto che un peso massimo sia migliore di un peso piuma (anzi, spesso è il contrario) anzi vuol dire che è solo più forte ma magari con un bagaglio di colpi decisamente più limitato. Dopo aver deciso la successione, faccio bere tutti i vini ripetendo almeno due volte il giro in modo che tutti abbiano tempo a sufficienza per mostrarsi al meglio. Nell’ultima degustazione che ho fatto con sei rossi della Cote de Beaune, alla fine la bottiglia più entusiasmante si è rivelata quella che in partenza era più contratta. Aveva solo bisogno di più tempo delle altre.

Discorso diverso, invece, per quel che riguarda la singola bottiglia coperta per dare un giudizio non condizionato da fattori esterni. Lì sì che si possono avere piacevoli sorprese e spunti interessanti. Alcuni anni fa, ad esempio, mi fecero bere Chateau Lafite 1997 alla cieca e dissi che era un vino solo discreto, sicuramente ben fatto ma con poca energia, cosa tra l’altro confermata nell’arco della serata.

In conclusione, divertiamoci a bere blind ma se vogliamo fare classifiche, dare punteggi o semplicemente capire qualcosa in più di questo meraviglioso mondo, ahimé, un cappuccio sulla bottiglia non è certamente sufficiente.

Di prezzo, blasone e marketing parleremo poi un’altra volta.

[Credits: Fisar Milano]

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Daniel Barbagallo

Classe 1972, di Modena, imprenditore nel tessile. Padre siciliano, madre modenese, nato in Svizzera. Adoro la Borgogna, venero Bordeaux e il mio cane si chiama Barolo. Non potrei mai vivere senza Lambrusco. Prima di dire cosa penso di un vino, mi chiedo cosa pensi lui di me. Ho sempre sete di bellezza.

36 Commenti

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Ho l'impressione che questo articolo sia nato per dire che la DEGUSTAZIONE ALLA CIECA sia inutile e... addirittura dannosa. Finché i bevitori, i consumatori di vino non la riterranno importante ai fini di una VALUTAZIONE--- INDIPENDENTE--- da parte degli ESPERTI... gli esperti troveranno... molto comodo...continuare a recensire i vini sapendo chi è che li ha prodotti. Iniziamo dalla degustazione alla cieca non assoluta: si conosce la tipologia del vino e l'annata, non si conosce soltanto CHI lo ha prodotto. Penso che anche un ragazzo delle elementari capisce che l'oscuramento dell'etichetta non pregiudica la valutazione. Poi bisogna spiegare perché invece la degustazione alla cieca è già presente in molteplici eventi organizzati da consorzi di produttori. Per concludere. Una degustazione non coperta potrebbe lasciare nel dubbio il lettore, il bevitore. Una degustazione alla cieca è alla base di una valutazione "indipendente"...al servizio del BEVITORE. PS In Italia siamo lontani ancora da questa prassi: proprio perché ai bevitori, ai consumatori interessa poco che l'etichetta di una bottiglia sia coperta. Lo vediamo anche in questo blog.

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mariazzo

circa 2 anni fa - Link

beh a detta di molte guide, il giudizio viene dato alla cieca. si sa che annata e che tipologia è il vino, ma non il produttore. Almeno così dicono.... poi tra dire ed il fare c'è di mezzo il... marketing

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hakluyt

circa 2 anni fa - Link

Tutte le volte che leggo queste discussioni mi sovviene la "performance situazionista" di un redattore di Intravino ad un Vinitaly (mi pare) che fece assaggiare a dei cosiddetti "esperti" un vino senza dir loro cos'era. E tutti ci cascarono, senza riconoscere che era Tavernello...

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Sisto

circa 2 anni fa - Link

hakluyt: bravo, il tuo commento mi rinfranca. È brutto dirlo: nei vari esperimenti che faccio c'è anche quello che tu ricordi e il risultato è alla base dei miei noti giudizi sui "guru". Ed ecco perché sono alla maniacale ricerca del giudizio del consumatore del vino del pranzo domenicale che si permette la bottiglia da 5 €. E anche, all'opposto, del suo giudizio quando gli faccio assaggiare, nella bottiglia da 5 €, il vino da 300€ (si: persino io li bevo...). E poi quello che tu citi è il motivo per cui quando sono dall'altra parte, partecipo come giudice solo quanto la metodica è tripla cieca, e poi voglio vedere solo il mio indice di efficacia rispetto al benchmarking del panel. Altrimenti, niente, guardo gli altri. Il resto è "degustazione", giochini innocenti tra compagni di merende.

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Capex

circa 2 anni fa - Link

Fiorenzo Sartore

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...Marcow , non far caso a Daniel , è solo un povero edonista ...cosa vuoi che ne sappia di critica enologica oppure di guide...

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franco

circa 2 anni fa - Link

No dai, non si parla dell'inutilità della degustazione alla cieca, bensì dell'inutilità di quest'ultima se non sapientemente ragionata nell'ordine di servizio. Almeno a me è passato sto messaggio, che condivido.

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Francesco Fabbretti

circa 2 anni fa - Link

Caro marcow mi permetto di risponderle nel massimo rispetto. Anche se non intervengo spesso seguo da tempo questo blog, o almeno da quel tanto da seper che, su questo argomento, lei si è espresso più volte sostenedo le ragioni del bere senza quei precondcetti che anche la semplice conoscenza della denominazione di un vino potrebbero ingenerare. Lungi da me toglierle il piacere di sostenere questo punto di vista, però mi creda, a fronte delle settordici ragioni che lei porta alla sua causa, ne esistono altrettante che vanno in direzione opposta. Personalmente ho bisogno di sapere cosa bevo per il semplice fatto che voglio andare oltre lo schema che mi richiederebbe una analisi cromatica/olfattiva/gustativa. Detto in altri termini, se bevo un Rubesco voglio saperlo perchè voglio capire come "quel" Rubesco ha fatto "il" Rubesco durante "quella" specifica annata (si senta libero di sostituire il vino con uno a suo piacimento). Mi permetto, viceversa, di invitarla a un atteggiamento un po' più laico in cui, in fin dei conti, nessuno detiene la ragione unica e incontrovertibile. Goda delle sue serate in compagnia del vino bevendolo come meglio crede e a non veda in un'opinione personale un potenziale attacco alle sue convinzioni

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Francesco Fabbretti

In un commento ho distinto nettamente la
1
Degustazione del bevitore(dal più semplice all'ultra appassionato) che può fare TUTTO quello che gli pare
2
dall'ESPERTO, dal CRITICO che recensisce un vino sui media per Il PUBBLICO.

È il secondo che deve..........
"essere e apparire".....INDIPENDENTE e non deve lasciare dei dubbi nel bevitore, nel consumatore che legge le sue valutazioni.
La degustazione alla cieca non assoluta(non si conosce soltanto chi ha prodotto il vino) è uno dei criteri fondamentali per garantire i consumatori.

Lei non è d'accordo. E va bene. È libero di esprimere la sua opinione.

__ Lei poi scrive:
"Mi permetto, viceversa, di invitarla a un atteggiamento un po’ più laico in cui, in fin dei conti, nessuno detiene la ragione unica e incontrovertibile"

Per apparire PIÙ LAICO cosa dovrei fare?
Rinunciare ad esprimere delle OPINIONI POCO GRADITE? Che non coincidono con le sue?

Ribadire con passione le proprie OPINIONI significa detenere delle VERITÀ ASSOLUTE?

Conclusione
Il dibattito Vero è quello in cui si confrontano ... O P I N I O N I... DIVERSE.

Il PROBLEMA è (vedendo anche quello che succede in dibattiti "movimentati"):
c'è spazio per le O P I N I O N I... DIVERSE... e fuori dal coro?

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Francesco Fabbretti

circa 2 anni fa - Link

guardi, per me c'è spazio per tutti, anche per chi sente l'irrefrenabile istinto a scrivere con puntini di sospensione e con i caratteri maiuscoli che, magari non lo sa, equivalgono, graficamente, ad alzare la voce (e il bello è che lo fa sempre). La cieca è un esercizio onanistico adatto a un bel concorso a premi, non a giudicare un vino che, appunto, va valutato non solo in senso orizzontale, con la "superclassifica show" che pretenderebbe, per ipotesi, di inserire in un'unica scala vitigni e vini con storie e provenineze eterogenee. Il problema non è il palato dell'esperto. che lei vorrebbe imbrigliare con parametri stingenti e castranti, ma lei che per comprare un vino ritiene quasi necessario che un esperto si sia pronunciato in maniera positiva su quello. Insomma, lei vuole che un esperto si pronunci ma anche che quell'esperto lo faccia nel modo a lei congeniale...evviva la libertà d'espressione

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Chiaramente l'INDIPENDENZA delle RECENSIONI e, quindi, degli Esperti non si esaurisce con la degustazione alla cieca.

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Nicola Alocci

circa 2 anni fa - Link

È normale che se va fatta va organizzata bene. Coloro grandi maestri che hanno scritto sui cardini della degustazione nelle loro bibbie, Broadbent e Peynaud per esempio, la ritengono un esercizio utile ed essenziale.

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Antonio C

circa 2 anni fa - Link

A mio avviso l'essere umano non può evitare di essere influenzato dall'etichetta. E' molto probabile che davanti ad un nome importante tenderà ad essere più benevolo nel giudizio, viceversa davanti ad un'etichetta sconosciuta non ci si esporrà più di tanto. Nella mia esperienza mi è capitato diverse volte di sentire giudizi molto duri su vini "importanti" degustati alla cieca, salvo poi ammorbidire il commento una volta scoperta l'etichetta.

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...Antonio C , credimi ... ho visto scene anche esattamente al contrario , per preconcetto di taluni su certi "mostri sacri" rivelatisi tali anche alla cieca ... per poi tirare fuori giudizi esilaranti , a etichetta scoperta, quali " ...troppo perfettino" ..." si , buono subito , però a pensarci bene eccessivamente pettinato " ... " eccellente ma con qualche difettino che con l'ossigenazione ...." ... confermo che il preconcetto o il condizionamento sono brutte bestie per chi deve giudicare , quindi meno variabili in tal senso ci sono , più si garantisce imparzialità . Ma siamo sicuri che chi viene chiamato a giudicare sia così sprovveduto o in malafede da sparare minchiate solo per interesse personale? Ne va anche della credibilità di chi giudica , si fa alla svelta diventare il L.M. di turno ...

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

... concordo ( in attesa di qualche commento di chi mi conosce) al 100% che sia necessaria una degustazione a cieca completa per diversi motivi , soprattutto per chi ha pretese di classifiche e critica enologica: a) Indipendenza di giudizio dal condizionamento dell'etichetta , quindi conoscenze personali verso produttori o distributori . b) Indipendenza dal gusto personale ( importante conoscere solo tipologia del vino per non perdere energie ad indovinare , avendo già presenti , come critici , le caratteristiche di riferimento della tipologia) c) Trasparenza d) Metodologia e) Varie ed eventuali ( aggiungo approccio metodologico che dev'essere chiaro ed univoco)

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Vinogodi apprezzo molto quello che hai detto.

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Lanegano

circa 2 anni fa - Link

Ritengo sia diversissimo degustare alla cieca se lo si fa 'per mestiere' o solo per giocare tra amici appassionati enofili. Talvolta ci siamo dilettati a farlo più per l'effetto sorpresa che altro, anche se non nego che ha una valenza didattica notevole: oltre a gustare ed individuare i vari descrittori è sicuramente necessario aguzzare i sensi e le nozioni per individuare di cosa si tratti. Non ho idea di come sia per i professionisti, per noi semplici amanti delle uve fermentate può essere un simpatico modo di passare la serata (non sempre, eh....spesso è bellissimo semplicemente gustare il vino in compagnia senza eccedere più di quanto già non accada con le pippe mentali...).

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...ricevuto l'apprezzamento ( che apprezzo sempre) di Marcow , fra il serio e il faceto vorrei aggiungere che : - Nell'assaggio professionale , parlo delle guide , non è facile contestualizzare il giudizio se non in sede pubblica di consorzi , dove preventivamente ti fai preparare i campioni già anonimizzati . - Molti grandi/grandissimi produttori se ne fregano delle guide e, soprattutto, di far girare campioni da migliaia di Euro in giro per l'Italia. Vai quindi in cantina per l'assaggio. - Conoscendo il mio scrupolo maniacale per la cieca assoluta , molti produttori prima del mio arrivo anonimizzano la denominazione cubitale sul fronte della cantina e tolgono tutti i riferimenti ai campanelli d'ingresso . Inoltre , successo recentemente con la Giacomo Conterno , Roberto per gli assaggi dalla botte ha coperto tutti i vascelli da 50 e 70 ettolitri con grossi teloni per permettermi un giudizio oggettivo senza condizionamenti (prendendomi anche in giro se non distinguo alla cieca la Barbera Cerretta dal Francia) . Maria Teresa Mascarello , altro esempio , quando sono lì per l'assaggio di Barolo me lo copre con la stagnola e mi chiede di indovinare che Barolo della Maison si tratta , anche Lei prendendomi in giro se lo scambio per un Monprivato dell'omonimo di Monchiero , visto che hanno la stessa forma della bottiglia ... eh , si , sono i rischi della cieca totale , per noi "critici" ...

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Enrico M.

circa 2 anni fa - Link

Sono d'accordo con Daniel che se si fanno degustazioni alla cieca devono essere fatte "bene" e non per dimostrare qualche tesi preconcetta. Prima di bere bottiglie coperte mi chiederei quali sono i motivi e difficilmente me ne vengono in mente di validi, ad esclusione di contesti professionali: guide, concorsi ... Tra amici, a tavola - in casa o al ristorante, è un incubo vedere bottiglie coperte. C'è sempre una fregatura e si passa il tempo a cercare di evitarla invece di godersi il momento conviviale. Per non parlare di tutte le volte che ti fanno assaggiare cose improbabili e ti chiedono, in quanto "esperto", di dichiarare con esattezza di che vino si tratta. Alla cieca si possono al massimo valutare una o due caratteristiche all'interno di un campione omogeneo. Se poi becchi la bottiglia precisa ci campi di rendita per vent'anni :)

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Nic Marsél

circa 2 anni fa - Link

"Sono completamente d'accordo a metà col mister" :-) E perchè non entrambe (degustazione alla cieca e scoperta) per poi fare una media delle valutazioni?

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

Nick , proposta interessante

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...parlando seriamente , quindi ipotizzando condizioni ottimali d'assaggio , per non avere variabili che condizionano il giudizio critico di un estensore ... critico : - Assaggio alla cieca ma sapendo la tipologia del vino ( per parametrizzare gli standard di riferimento tipologici) - Assaggio contestualizzato con numero significativo di campioni - Assaggio contestualizzato con numero non eccessivo di campioni ( quanti litigi con quei fenomeni che affermano che in una sessione giornaliera hanno assaggiato 347 campioni...) - Analisi statistica - Evitare di avere il produttore che ti guarda supplichevole o censore ( atteggiamento opposto ma che è assai frequente ) - Condizioni ambientali favorevoli all'assaggio ( luce, temperatura, comodità della postazione) - Isolamento ( tipo postazione panel d'assaggio come da codifica) - Bicchiere adatto ( non sottovalutiamolo...) - Momento della giornata adatto ( non sottovalutiamolo) - ... qualcun altro , vero professionista , ha da aggiungere qualcos'altro?

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...facendo un'ennesima analisi statistica , degli ultimi 221 produttori testati: - Per i 171 produttori a cui ho dato un giudizio positivo ai loro vini , sono un fenomeno , un grande degustatore , un Gascromatografo vivente , un Assorbimento Atomico ambulante - Per i 50 produttori a cui ho dato un giudizio non soddisfacente , sono un assaggiatore mediocre , un babalano enoico , un imbrattatore di carta stampata , uno strumento da tarare , un incompetente ( ...un attimo che guardo gli appunti ... ah si..) ... un prezzolato ...

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marcow

circa 2 anni fa - Link

"...qualcun altro , vero professionista , ha da aggiungere qualcos’altro?" __ Sono spariti. Perché la maggioranza degli esperti italiani è contro la degustazione alla cieca. Basta andare a rileggersi le opinioni espresse negli ultimi 10 anni che si possono ancora trovare sul Web. __ Vorrei ulteriormente chiarire alcuni punti emersi dal dibattito. 1 Occorre distinguere le Degustazioni degli Esperti dalle degustazioni dei bevitori(dai più semplici agli ultra appassionati) 1a Gli Esperti degustano...per VALUTARE...per il Pubblico sui Media(web compreso) 1b I bevitori in privato possono fare TUTTO quello che gli pare. La differenza è enorme. I primi, gli Esperti, "dovrebbero" essere AL SERVIZIO dei consumatori, dei clienti, ecc ... che "potrebbero" utilizzare le loro valutazioni (espresse in Recensioni, Classifiche, Guide ecc ..) per decidere cosa acquistare, in questo caso QUALE VINO COMPRARE. Quindi, in un certo senso, gli ESPERTI.... ....ORIENTANO I CONSUMI. Per garantire i bevitori, i consumatori ecc... a cui si rivolgono le valutazioni appare logico che le degustazioni degli ESPERTI siano INDIPENDENTI e uno dei criteri fondamentali è la modalità di Degustazione alla Cieca. Anche un bambino lo capisce. __ Concludo ripetendo che, allo stato dell'arte, la maggior parte degli esperti non ama la degustazione alla cieca(v articoli sul web degli ultimi 10 anni) E che le cose cambieranno solo quando i bevitori, i consumatori, i clienti pretenderanno che le valutazioni siano eseguite con il massimo DELL'INDIPENDENZA possibile e quindi, anche con la modalità della DEGUSTAZIONE ALLA CIECA. PS Come di evince dal commento di Vinogodi la degustazione alla cieca "potrebbe" togliere "ragioni" "argomentazioni" a quei produttori che venissero penalizzati dal sistema ora prevalente che non contempla la degustazione alla cieca. E potrebbe evitare che produttori nuovi o emergenti, ma poco conosciuti, siano svantaggiati in un sistema che prevede la degustazione non coperta. PERCHÉ? L'ESperto, quindi, conosce il produttore del vino e potrebbe essere condizionato, in vario modo, da un produttore che gode di grande fama e che in un certo anno ha fatto un vino non all'altezza di quella fama. Ma ci sono anche altri motivi che potrebbero condizionare la sua valutazione. Chiaramente questo svantaggia i nuovi che dovrebbero essere favorevoli al metodo di degustazione alla cieca.

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Antonio C

circa 2 anni fa - Link

Quello che scrivi è altamente condivisibile ma suppongo resterà un'utopia. Dubito che qualsiasi professionista, e ricordiamoci sempre che nella degustazione c'è comunque una grande componente soggettiva, rischi di "bruciare" la carriera rischiando di penalizzare alla cieca un vino di grande prestigio. Allo stesso modo, tanti produttori "naturali" alla cieca sarebbero massacrati non avendo più il salvagente della categoria per quanto riguarda i difetti evidenti. Quindi Marcow, penso che dovremmo rassegnarci allo status quo e a polemizzare su Intravino quando non condividiamo un punteggio troppo alto o basso dato ad un vino da una rivista o da una guida. :-)

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Antonio C

circa 2 anni fa - Link

oops, mi scuso per il refuso, c'è un "rischiando" di troppo

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marcow

circa 2 anni fa - Link

E, oltre a degustare alla cieca, alzate i C...I dalle poltrone delle cantine dei produttori di vino. E non aspettate i campioni ma andate...in ENOTECA...e...anonimamente...comprate...il vino che dovete recensire. __ Ma, signori, ammettendo che vengano eseguite queste procedure che garantiscono il bevitore... non basta. Forse il più grande rinnovamento della CRITICA ENO-GASTRONOMICA Italiana è quello Interiore. Coltivare il Pensiero Critico, lo Spirito Libero&Indipendente e l'Anticonformismo.

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...Marcow , parliamone . Prometto di non scherzarci sopra. Prima di continuare nella ( interessantissima) discussione : mi compili la carta di identità del "critico ideale" con le caratteristiche che , secondo te , deve avere per svolgere soddisfacentemente il suo ruolo? ... Su quello metodologico, soprassiedi sei stato già chiarissimo ( cieca totale - assaggio in ambiente neutrale - ecc)

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...solo una cosa , mi sembra quasi buffa , irrealizzabile e solo nel campo dell'ipotesi poco realizzabile . CITO da Marcow : " E non aspettate i campioni ma andate...in ENOTECA...e...anonimamente...comprate...il vino che dovete recensire." ... Un amico facente parte ancora di una commissione della Guida del Gambero rosso , nell'edizione 2021 recensirono 46.000 vini circa ... o come editore hai un oligarca russo ( prima della guerra ) e vendi mediamente 71.000.000 di copie , oppure ...

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Vinogodi: "critico ideale” con le caratteristiche che , secondo te , deve avere per svolgere soddisfacemente il suo ruolo?" __ L'ho descritto anche in questo dibattito. __ Ma, forse, è utile fare qualche esempio di come non dovrebbe essere un critico, un esperto...al servizio...del bevitore, del consumatore.................................................. "State qua a spaccare il capello in quattro sulle “note selvatiche” quando dalla Francia ci hanno rifilato per anni crostoni liquidi di “merde de poule” che MANCOLICANI, eppure solo perché era Pinot Noir di Borgogna venduto a prezzi folli questo invece faceva tanto figo e tutti prostrati come pecoroni belanti a celebrare il nulla" ...................................................................... È questo l'esperto, il critico ideale? MANCOLICANI

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

... Marcow , se ti riferisci all'intervento sconclusionato di tale gae saccoccio , direi di lasciar perdere perchè i fake che girano sul web sono rappresentativi della critica enologica alla pari della valutazione tecnica dei partecipanti al dibattito usuale di Intravino in un contesto di giudizio di performance di ginnastica ritmica della Soldatova o di Dina Averina, onde per cui entriamo nel merito specifico . Innanzitutto la crisi delle guide non è data solo dalla poca corrispondenza con il mondo reale degli estensori ma , soprattutto, nei termini di cambiamento di fruizione dei mezzi di comunicazione , così come è in crisi la carta stampata in generale , quella dei quotidiani oppure dei periodici . Il Web sta via via e inesorabilmente erodendo la quota parte di interesse che prima era predominante , anche in termini di velocità della fruizione stessa . Deve cambiare il modo di comunicare , quindi : per il critico e molto più difficile avere visibilità e legittimazione ,in una jungla di influencers veri o presunti , dei Wikipedia d'accatto o i Vivino che da app di servizio si trasformano in organi commerciali . Non cambia però il succo del discorso : per essere credibile, legittimato, autonomo ecc , ecc , ecc , ecc , ecc , ecc ...( eccetera all'infinito ) come lo vuoi il critico enologico? In una sorta di enoumanesimo , deve il critico rimanere al centro dell'interesse oppure mero strumento metodologico , dove chiunque, con gli strumenti adatti messi a disposizione di metodologia e statistica, permette di fare un buon lavoro di recensione? PS: OK , sembra una domanda retorica ( in letteratura RETORICA = RISPOSTA SCONTATA) ma non è così , perchè poi rispondo alla tua ...risposta , perchè cerchiamo di distinguere il "desiderata" da un aspetto contingente e reale...

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Gae ********* la sa davvero lunga...ha portato la discussione a livelli insperati.... Er filosofo de me coio.....

I commenti senza insultare nessuno, grazie. [a.m.]

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Caro Vinogodi. Condivido il discorso sui cambiamenti epocali dovuti all'avvento di INTERNET. Le difficoltà per le guide e la carta stampata. E per lo stesso ruolo del CRITICO. Anche i grandi del passato avrebbero molta più difficoltà a svolgere l'attività di critica nell'epoca contemporanea. Condivido che, in tutti i campi, c'è un numero impressionante di personaggi che pensa di poter scrivere di tutto e di più. E, per rimanere in tema, di scrivere di CIBO e di VINO. Sono un appassionato più di cibo che di vino e perdo molto tempo per evitare la spazzatura che trovo nel WEB sull'arte culinaria. ______ Detto questo, io non ho la bacchetta magica per risolvere questi PROBLEMI EPOCALI. ______ Ho semplicemente ribadito in più dibattiti alcuni concetti legati all'attività di CRITICA ponendomi dalla parte del lettore, del bevitore, del consumatore che vuole avere delle INFORMAZIONI su un prodotto(in questo caso il vino) prima di acquistarlo. ___ Sono opinioni e non verità assolute. ____ 1 Possono essere CONTRASTATE come hai fatto tu, per esempio, quando hai evidenziato la difficoltà di acquistare anonimamente i vini da degustare per i costi eccessivi. 2 Sulla degustazione alla cieca (NON ASSOLUTA iniziamo da questa) potrebbero esserci delle difficoltà ma dovrebbe diventare una prassi molto diffusa. 3 Sulla FREQUENTAZIONE&COMMISTIONE tra ESPERTO, CRITICO e PRODUTTORE cerco di precisare. 3A Da una parte c'è l'esigenza di illustrare l'attività del produttore.(Siamo nel campo della COMUNICAZIONE) 3B Da un'altra parte c'è l'attività del CRITICO il cui compito principale è la VALUTAZIONE di un prodotto: di una lasagna, di un panettone, di un salume...di un vino nel nostro caso. _____ Secondo me le 2 attività vanno tenute distinte. _____ Ora non è così. Il COMUNICATORE e il CRITICO convivono spesso nella stessa persona. Questo danneggia....soltanto... la FIGURA del CRITICO non quella del Comunicatore. Ma questa è, come dicevo, soltanto una mia OPINIONE. Ho una concezione MOLTO ALTA del CRITICO che deve "essere&apparire" INDIPENDENTE. E, per essere&apparire indipendente, deve evitare di fare quello che...un COMUNICATORE...può o potrebbe fare. Per esempio sdraiarsi sulle POLTRONE della cantina del produttore. __ Ripeto le 2 attività sono ambedue importanti ma vanno distinte. __ Cordiali Saluti

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Anche l'attività del COMUNICATORE può essere svolta, comunque, con STILI DIVERSI in rapporto al concetto di INDIPENDENZA.
1
C'è il Comunicatore Indipendente.
2
E c'è il Comunicatore che, consapevolmente o inconsapevolmente, si è trasformato in un Comunicatore al SERVIZIO del MARKETING AZIENDALE. Dimenticando che anche lui, al pari del Critico, è, prima di tutto, al Servizio del lettore, del consumatore.
_______
Occorre distinguere 2 forme di COMUNICAZIONE.
_______
1
Quella che è fatta direttamente dall'Azienda Produttrice attraverso vari strumenti: la Pubblicità ecc...
2
E la Comunicazione Indipendente che non si deve...fare comprare...dal Marketing...trasformandosi...nella famosa MARKETTA.

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...quindi vediamo , conoscendoti ormai ti leggo nel pensiero ; il critico , anzi , il "CRITICO" deve, per essere indipendente , al servizio del pubblico ( quasi un "pubblico esercizio" , quindi...) e credibile: a) Avere alle spalle un grosso gruppo editoriale che lo finanzi . Soprattutto dal punto di vista economico/finanziario , proprio come un alto funzionario pubblico , così da non avere tentazioni di "compromesso" con i produttori . Quindi te ne deve dare tanti , ma tanti. Che oltre allo stipendio ti sostenga nelle spese logistiche (trasporti, viaggi , pernottamenti ) spese (enormi) accessorie ( pranzi ecc) ed acquisto dei vini nelle "enoteche" per non avere contatti potenzialmente "concussivi" come potresti avere con il culo seduto sui divani dei produttori ... perchè il giorno che fai la spesa di Riserve Biondi Santi , Monfortino , Cà'D'Morissio , Crichet Pajé , Barolo Ester Canale , Etichette Rosse di Giacosa , Sassicaia , Masseto , Redigaffi, Soldera Case Basse , Sorì di Gaja, Riserve di Quintarelli , Dalforno, Harlequin e Mattonara di Zymé , Riserve storiche di Terlano e Giulio Ferrari con tutte le loro gamme di contorno .... solo di queste in citazione il conto corrente deve essere non ben fornito ma di più , quasi un livello economico da oligarca ... b) In alternativa essere ricco di suo e farlo solo per passione , abbandonando le attività dell'azienda di famiglia che comunque ti sostiene c) Avere almeno 30 anni di esperienza d) Avere una conoscenza statistica e metodologica di alto livello scientifico ... si , insomma , mica facile...

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david

circa 2 anni fa - Link

Le degustazioni alla cieca porterebbero ad un ribasso dei prezzi semplicemente mostruoso.
Alla fine dell'export. Alla fine del vino visto come mito, come immagine, come icona...
Insomma tanti licenziamenti, tanta gente a spasso e tanta goduria per noi "popolo medio" che ci porteremo a casa un Sassicaia per poco più di 40 euro. :)

P.s. a nessuno conviene, o meglio, a nessuno del "mondo del vino" conviene.

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