Chianti Classico 2021: la Gran Selezione 2018 trova eleganza e grazia

Chianti Classico 2021: la Gran Selezione 2018 trova eleganza e grazia

di Andrea Gori

Un’annata non semplice la 2018 in Chianti Classico ma almeno un suo pregio ce l’ha eccome, ovvero mostrare come la Gran Selezione non sia solo muscoli potenza e ricchezza ma soprattutto finezza ed eleganza. Sono quasi 10 ormai le vendemmie nelle quali i produttori si sono potuti cimentare in questa tipologia (sul mercato però solo dal 2016) e ci pare che abbiano imparato a dosare forze energie e non voler stupire per forza. Da escamotage per far rientrare alcuni “supertuscan” nella DOCG oggi la Gran Selezione si pone come chiave di lettura territoriale importante della denominazione e in molti casi ci riesce.

Per molte vigne è possibile la visualizzazione in 360 spettacolari gradi sulla nuova sezione territorio sul sito del Consorzio. Non è figo come la realtà virtuale ma ci si avvicina molto!

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Gran Selezione 2018 (in un altro post precendente potete trovare altri assaggi effettuati in precedenza presso il Consorzio a febbraio)

Bibbiano – Vigne di Montornello 100% Sangiovese bio, dolcezza e piacevolezza, intensità e sottigliezza tannica, elegante e sussurrato 93

Casale dello Sparviero – Paronza 100% Sangiovese ricco e mentolato, lunghezza notevole ma con calore ed energia a tratti eccessivi 88

Castello di Ama San Lorenzo salino e scattante, nervoso ma ben fruttato, elettrico al sorso e finale di lunghezza balsamica 95

Castello di Querceto Il Picchio 95% Sangiovese, 5% Colorino, piccante pepe nero e verde, sandalo e vetiver, sorso molto intenso e tirato materia molto bella 90

Castello di Querceto La Corte 100% Sangiovese, ampio, succoso, intrigante, saporito e denso, sorso importante ma finissimo di viola, arancio e balsamico 93

Castello di Volpaia Coltassala 95% Sangiovese, 5% Mammolo bio, dolcezza e canditi, viole e menta, esplosività e fierezza, finezza nel finale 94

Fattoria di Valiano – Valiano 6.38 90% Sangiovese, 7% Cabernet Sauvignon, 3% Merlot bio, pepe e ricchezza aromatica, susine in confettura, croccante e saporito, trama tannica di bella importanza 92

Fattoria di Valiano – San Lazzaro 100% Sangiovese bio, susina matura, pepe, sorso sinuoso e dolce con rimandi freschi e tannici di bel nitore 94

Fontodi – Vigna del Sorbo 100% Sangiovese bio, energia pulsante di more di rovo e di gelso, grandi falcate di tannino e precisione ritmica, chiude agile nonostante la materia 93

Gagliole – Gallule 100% Sangiovese, dolcezza di frutta di bosco in confettura, anice, finocchietto, sorso agile e fine 93

Il Molino di Grace – Il Margone 100% Sangiovese bio, ampio e sontuoso, prugna e ribes nero, tannino di bella fittezza 92

Luiano – Ottantuno 85% Sangiovese, 15% Merlot, dolce, succulento e pepato fin dal naso, finale con merlot che sale in cattedra e dona armonia 91

Marchesi Antinori – Badia a Passignano 100% Sangiovese, fragole in confettura e pepe nero, more di rovo e legno nobile, sorso di intensità e toni cioccolatosi 92

Querceto di Castellina – Sei 100% Sangiovese bio, lavanda, ginepro e spigo toscano, spezia e tostature, sorso con amarene e pepe, tannino con brio 92

Ricasoli – Castello di Brolio 100% Sangiovese, ampiezza e stiloso, lamponi ribes e menta, finale speziato e ricco, esuberante ma sempre fine 94

Tenuta Casenuove 100% Sangiovese, mallo di noce, prugne e ribes nero, sorso di sottigliezza ed energia, tannino di bella fattura ed equilibrio complessivo 93

Tenuta di Arceno – Strada al Sasso 100% Sangiovese, riserva di struttura e bel fascino di sottobosco ematico e autunnale, sorso importante e diretto 93

Terra di Seta – Assai 100% Sangiovese bio, finezza di frutto rosso, lamponi e fragole, sorso ricco e dinamico, finale con lieve alcol ma materia molto fine e ben estratto il tannino 93

Triacca La Madonnina – La Madonnina 100% Sangiovese, amarene, visciole, pepe, menta, sapidità e salinità, pepe e solarità, intenso e lungo, molto speziato 91

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

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