Il meglio della settimana in cui c’è scappato il flammone sulla birra (e te pareva)

di Alessandro Morichetti

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9L’insopportabile insopportabilità dell’assaggiatore ubriaco.
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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

5 Commenti

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Stefano Menti

circa 10 anni fa - Link

Pienamente d'accordo.

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Francesco Garzon

circa 10 anni fa - Link

All' Aprica, località turistica della Valtellina, in un pub, posticcio ma carino, hanno la Jever alla spina. Nel caso ci capitaste... Anch'io trovo che l'etichetta di un vino è un po troppo silenziosa.

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Francesco Garzon

circa 10 anni fa - Link

Ulteriore riflessione. Con i tre ( o piu') ingredienti elencati sulla etichetta di una birra si possono realizzare "prodotti" eccezionali, ma anche dei biechi prodotti industriali. Probabilmente l' etichetta di per se può non essere sufficiente. E lo stesso potrebbe valere per il vino.

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Nic Marsél

circa 10 anni fa - Link

Ma dove avete letto che per la birra è obbligatorio indicare gli ingredienti? Ma siete così sicuri che nei birrifici non si usi la chimica tanto quanto in cantina? Tristezza.

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Francesco Garzon

circa 10 anni fa - Link

Hai ragione ! Non è obbligatoria ma consigliata da Assobirra, è obbligatorio specificare solo eventuali allergeni. A questo punto mi domando se non è possibile tralasciare qualche ingrediente.

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