Il padiglione del vino per l’Expò 2015 somiglia a un videogioco. Segue dibattito

di Antonio Tomacelli

Oggi finalmente sapremo qualcosa in più del Padiglione Vino per l’Expò 2015. In queste ore, infatti, il ministro Martina sta presentando a Roma, insieme al comitato scientifico presieduto da Riccardo Cotarella, i rendering ed il progetto degli spazi che ospiteranno “l’eccellenza agroalimentare più dimenticata nella storia dell’Expo”. Ve lo ricordate, no? Giusto un anno fa l’allora ministro De Girolamo si accorse che nessuno aveva previsto uno spazio per il vino e per l’olio all’interno di un Expò dedicato all’alimentazione. In fretta e furia fu nominato una comitato guidato dall’organizzazione del Vinitaly che in un anno di tempo ha dovuto progettare un padiglione che rappresentasse l’immagine del vino italiano nel mondo.

La struttura su tre livelli (due piani e una terrazza) avrà uno spazio informativo ed emozionale dedicato alle degustazioni e alla presentazione del prodotto vino, uno per le rappresentanze istituzionali (consorzi, associazioni di categoria, ecc.) e uno spazio dedicato agli incontri e alla commercializzazione.

“Un grande gioco di scoperte”, lo definisce l’architetto Italo Rota, il progettista di questa installazione di duemila metri quadrati. I chicchi multimediali proietteranno immagini e filmati sui territori dell’eccellenza, sulle vendemmie, sulla vita nelle cantine e sul vino a tavola.

Dalle prime immagini rilanciate sul Corriere della sera si capisce poco ma una prima considerazione possiamo azzardarla: i progettisti sono due astemi con la passione per i videogiochi.

Vabbè, io sono cattivo e magari esagero, i tempi di realizzazione sono quelli che sono per cui prendete la mia ironia con le molle e date un’occhiata alle prime immagini del padiglione. Dopo di che concentratevi e lasciate nei commenti un contributo per migliorare il progetto.

Da fonti certe sappiamo che il presidente Cotarella ci legge, hai visto mai che riusciamo a cambiare qualche livello del videogioco? 

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

7 Commenti

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ale

circa 10 anni fa - Link

"in un anno di tempo ha dovuto progettare un padiglione"..... poveretti

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Gianni Morgan Usai

circa 10 anni fa - Link

Syd Barrett avrebbe fatto di meglio....

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francesca ciancio

circa 10 anni fa - Link

per non parlare dell'età media degli interventi sul palco che, se non fosse stato per il ministro Martina, sarebbe stata intorno ai 60. Ora non me ne vogliano le persone -anta, né sono affetta da giovanilismo. Però sarebbe stato confortante e interessante sentire parlare persone nuove che esponevano idee nuove. Tra l'altro è uscito fuori il concetto di "vivaio" dove per vivaio si è inteso un gruppo di sommelier cinesi che faranno esperienza nel nostro paese per poi ritornare in Cina a vendere - si spera - il vino italiano. io intanto.......vado verso gli -anta eppure nell'ambiente ci bazzico da un po'....

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Andrea Pagliantini

circa 10 anni fa - Link

Francesca, non me ne volere, ma non ti ci vedo a fare il paio con il rottamatore. Non è una questione di età ma di idee e queste latitano parecchio imprescindibilmente dall'età degli anta(ni) più o meno o del settore. Nel vino credo che ci sia poco da dire. E' un argomento semplice, ma è pieno di troppe suggestioni e quelle povere viti dovrebbero dare uva almeno due volte l'anno. E poi ho sempre sostenuto da tempi non sospetti che la vita vera inizia a quarant'anni... prima è rodaggio Peccato per te che ne sei parecchio lontana, giovane e bella.

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Francesco Garzon

circa 10 anni fa - Link

Un saluto a tutti. Spero che il padiglione riesca realmente a dare un'immagine del vino italiano nel mondo (difficile). Mi auguro quindi che il settore vitivinicolo italiano possa emergere con un'immagine chiara e condivisa da poter trasmettere (difficile). In particolare io mi auguro che vogliano trasmettere quell'aspetto del vino (non solo italiano) che sta riemergendo in modo più forte negli ultimi anni: cioè il vino come alimento. E direi che è in tema anche con l'Expò. Per non parlare della identificazione con il territorio, patrimonio ampelografico autoctono, ecc. I tasselli che compongono il mondo del vino possono essere infiniti. Spero che almeno qualcosa di significativo del vino italiano venga raccolto e trasmesso. Buona giornata.

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La Terra Trema

circa 10 anni fa - Link

LA TERRA TREMA | 28/29/30 Novembre 2014 | Da 8 anni a Milano al Leoncavallo s.p.a. LA TERRA TREMA torna a Milano nei giorni del decennale della morte del suo primo seminatore. Gino Veronelli. Dieci anni di crescita, di elaborazione fitta di pratiche e di conflitto. Dieci anni di studio intenso e vivo. Alla consacrazione di questo lungo percorso che moltissimo ha determinato dedicheremo riflessioni e incontri. Alla necessità di continuare a seminare, germinare, chiamare al raccolto. A pochi mesi dall’inaugurazione, la retorica che Expo 2015 ha provato a rifilare si è frantumata su se stessa svelando la sostanza appestante di cui è costruita, gli appalti truccati, le tangenti, il cemento e l’asfalto a devastare i territori, i feroci cambiamenti sociali che ha generato nei quartieri, nelle campagne, a scapito di chi lì abita, vive, lavora. Pezzi di una storia infame che non ha ancora finito di preoccupare perché fatta di contraddizioni infinite, esponenziali, per l’incoerenza strumentale della scelta di partnership e sponsor, per la grave ambiguità delle aziende presenti, per la concreta pericolosità delle politiche economiche che queste portano avanti. E poi il lavoro, precario e pagato zero, estorto a miriadi di lavoratrici/tori. L’avevamo detto, lo ribadiamo, soprattutto a chi, oggi, dopo gli scandali, scende in fretta dal carrozzone Expo 2015 che al principio esaltava, a chi propone il pacchetto preconfezionato del buono pulito e giusto come sola soluzione e ora piange verbose lacrime megaresi alla ricerca di un’anima per Expo 2015. Diciamo di smetterla con l’imbarazzante teatrino, il capitalismo finanziario, che Expo2015 mette in campo e rappresenta non ha anima, lo sapete bene. Lo viviamo sulla pelle. Proprio in questi mesi, scende dall’alto l’ennesimo progetto infrastrutturale in linea con la costruzione devastante che fin oggi ha operato Expo 2015: Regione Lombardia, ANAS e SEA, con la complicità di parecchie amministrazioni del territorio, stanno procedendo verso la realizzazione di una superstrada, la Vigevano-Magenta (opera da 270 milioni di euro), che dovrebbe attraversare il Parco Agricolo Sud e il Parco del Ticino devastando “la mezza luna fertile a sud-ovest di Milano, l’ultimo polmone verde nella provincia di Milano“. Il progetto era già stato fermato grazie ad una battaglia seria e determinata nei primi anni del 2000 (la stessa mobilitazione importante e partecipata che pose le basi per la nascita de LA TERRA TREMA). Dall’epoca delle mobilitazioni ad oggi nel territorio è cresciuta un’agricoltura virtuosa e tra le più significative d’Italia (proprio quella a cui Expo tira tanto la giacca!). Ora proprio questo polmone verde rischia una devastazione ambientale, agricola ed economica senza ritorno. Dal 2005 LA TERRA TREMA accoglie agricoltori e agricoltrici, vini e vignaioli/e di qualità, contadini/e resistenti provenienti da tutta Italia, per dar vita a tre giorni di degustazioni individuali e guidate; dibattiti e confronti pubblici; incontri informali con i produttori;
acquisti diretti; concerti, proiezioni, cene a filiera diretta. LA TERRA TREMA porta nel cuore di Milano le mille storie di agricolture partigiane e ribelli; le storie di rivolta di chi abita territori assediati da cemento, capannoni, infrastrutture devastanti calate dall’alto;
le elaborazioni, condivise e partecipate, delle politiche che, ai suddetti territori, guardano, perché lì stanno nascendo/nasceranno comunità nuove, consapevoli, aperte. LA TERRA TREMA è una manifestazione dedicata all’agricoltura di qualità, quella che in Italia quotidianamente si batte per tutelare suolo, socialità, cultura, sapori. Prima di una condivisione sostanziale o programmatica di definizioni ideali a proposito di vini naturali, certificazioni bio/biodinamiche/integrate, prima dei marchi di qualità o di tutela – prima di tutto questo – LA TERRA TREMA chiede una convinta condivisione sulle pratiche di resistenza che essa stessa attiva. Negli agricoltrici/ori, vignaiaoli/e, spazi occupati, pratiche di resistenza territoriali: in questo meraviglioso e multiforme incontro è racchiusa la forza, la necessità stessa de LA TERRA TREMA. Per questo continuiamo a costruire ogni anno LA TERRA TREMA solo sulle nostre forze, per questo ci lavoriamo in autogestione, senza sponsor, senza patrocini e sovvenzioni, tenendoci ben lontani da retoriche monocordi che non ci assomigliano e proprio non ci piacciono: quella che riduce a brand la Resistenza partigiana per ragioni di mercato alla Farinetti in Eataly o quella del buono, pulito e giusto di Petrini e Slow Food, fossilizzata su aggettivi fuori dal tempo e dal mondo perché non è più epoca, tutto ci è stato tolto, tutto dobbiamo conquistare; puliti non siamo, siamo pregni di contaminazione e meticciato; non ci piacciono i teoremi e gli accanimenti repressivi nei confronti di chi difende il proprio territorio e immagina un altro modello di sviluppo lontano dall’idea monolitica del profitto, della speculazione, del consumo di territorio, della devastazione ambientale, naturale e sociale (in Val di Susa come ad Abbiategrasso e Milano). In fine. Vorremmo dedicare questa nuova edizione de LA TERRA TREMA ad Elena Parona, alla lungimiranza, alla tenacia dolce di una donna del vino che molto ci manca. La Terra Trema Folletto 25603 (Abbiategrasso, MI) Leoncavallo s.p.a. (Milano) info@laterratrema.org www.laterratrema.org “Sarà una fiera del tutto nuova; vi si assaggeranno i vini di ogni parte d’Italia. Festeggeremo la vita”. (Gino Veronelli, prima edizione di Terrà e Libertà/CW al Leoncavallo, Dicembre 2003)

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Gianni Morgan Usai

circa 10 anni fa - Link

Jefferson Airplane - White Rabbit (Grace Slick, Woodstock, aug 17 1969)https://www.youtube.com/watch?v=R_raXzIRgsA

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