L’insopportabile insopportabilità dell’assaggiatore ubriaco

di Fiorenzo Sartore

Cari colleghi assaggiatori, lo sapete o no che non dovete bere? Lo so, detto così fa sorridere: in fondo che razza di mestiere è il nostro? Quando lo racconto ad un estraneo non faccio a tempo a finire che quello già dice “chissà quanto vino bevi, tu”. Hai voglia a spiegargli “quasi niente”, pare di aver detto una cosa da matti. Quindi attacco a descrivere con dettagli pulp la fenomenologia della sputacchiera, che per quelli fuori dal nostro giro serve a cancellarci in pochi secondi dall’elenco delle figure romantiche. Amen, posso sopportarlo. Se tra voi c’è qualcuno che ancora non lo sa, un assaggiatore sedicente profescional non beve durante gli assaggi seriali (fiere, concorsi) ma sputa.

La regola non vale per tutti, pare. C’è stato un tempo nel quale pensavo di essere in una specie di circolo di eletti, che sapevano apprezzare senza abusare (è lo slogan che usava anche un collega commerciante della mia città). Il guaio è che non conoscevo abbastanza assaggiatori. Allargando la cerchia delle frequentazioni (dannati social) ho purtroppo visto più di un addetto ai lavori che, alla fine di una giornata di assaggi, versava in uno stato pietoso. Quanto è triste, e patetico, tutto ciò? Vedervi biascicare e barcollare non è esattamente il genere di panorama che induce amore per la bevanda odorosa.

Moralista? Un po’ sì. Per non sentirmi insopportabilmente moralista ho provato anche a mettermi nei panni dell’assaggiatore intemperante, immaginando Baudelaire o Rimbaud ed ogni altro genio letterario e artistico che faceva dell’eccesso alcolico uno stile di vita (appunto) letterario. Sarà perché nessuno tra quelli che vedo, ridotti a quel modo, ha scritto Le bateau ivre, ma non mi sono autoconvinto.

[Immagine: Wine Folly

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

5 Commenti

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Francesco Garzon

circa 10 anni fa - Link

Personalmente ho avuto la sfortuna di assistere, partecipando ad una "gita" in autobus al Vinitaly, organizzata da una rispettabilissima associazione di sommelier, persone (2) che versavano in condizioni pietose del tutto analoghe al triste epilogo di una sbornia colossale. E nella loro condotta credo proprio che ci si potesse ravvedere anche del dolo. Vogliamo chiamarli assaggiatori ? ...Ah il triste epilogo si è svolto sull'autobus. Al ritorno.

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ale

circa 10 anni fa - Link

ubriacarsi è molto divertente (almeno per me)

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ale

circa 10 anni fa - Link

piacere che , a mio modo di vedere, fa parte dell'esperienza gustativa quindi in realtà io penso che per valutrare davvero un vino si debba deglutirlo

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Infry

circa 10 anni fa - Link

che bacchettone... e poi ti sei dimenticato l'italiano all'inizio, o per lo meno quello leggibile

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Eretico Enoico

circa 10 anni fa - Link

Sideways a parte, effettivamente sarebbe utile distinguere l'assaltatore di banchi degustazione ,in possesso di tessera "amici del vino ", da colui che assaggia e non importa se assaggia da sommelier,esperto o emozionato appassionato.La questione dello sputare o del deglutire può avere due letture,la prima tecnica funzionale e forse monca di ciò che un vino può raccontare oltre una scheda.La seconda prevede l'emozione,non etilica,di concedere tempo alla rappresentazione completa e persistente di quella goccia attraverso di noi. Pur sapendo bene che nelle commissioni degustazione si procede rapidi,concentrati e sputando con destrezza mi chiedo se per valutare un pezzo musicale si possa procedere a 10/15/20 ascolti di pochi secondi di autori diversi o pezzi diversi. Un assaggio vero ,rispettoso del vini ( al di la dell'accademia etc)non dovrebbe andare oltre le 10 piccole differenti sorsate diverse e concedere clemenza indugiando con i colpi di fulmine...il resto a mio personale avviso o è atto monco tecnico o un gesto compulsivo di ubriacatura sensoriale da pullman .

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