Il meglio della settimana con un sabato pomeriggio da 4 bottiglie e 5 ore di discussione*
di Alessandro MorichettiI post più letti degli ultimi sette giorni.
1 – Esiste una pizzeria con una carta dei vini passabile o siamo soli nell’universo?.
2 – Tengo famiglia. Il “vino da ristorante” come ultima novità ed estrema risorsa.
3 – 7 buoni motivi per non amare il vino di Massimo D’Alema, vignaiolo in Umbria.
4 – Vinous è la nuova vita di Antonio Galloni. Occhio perché il ragazzo ha i numeri.
5 – Cara Borletti Buitoni, aggiunga il “Minuscolo pezzettino di carne con quattro fagiolini” di Enrico Crippa al suo curriculum. Offre Intravino.
6 – Cosa hanno in comune vini senza solforosa aggiunta e naturalità? Praticamente niente, secondo Sandro Sangiorgi.
7 – E’ lampante: il futuro del vero Prosecco passa per la rifermentazione in bottiglia.
8 – Bianchi da Porto Cervo per la vostra estate. Il ritorno del Vermentino.
9 – Breve elenco non completo di pornostar e delle loro passioni alcoliche.
10 – Ok, lo sappiamo che “il vino è una cosa seria” ma ora prendetevi una pausa con gli spot di SloDown.
* Saltando Champagne e bianchi, focus su 4 rossi bevuti in sequenza tra amici, produttori e semplici bevitori.
Langhe Nebbiolo 2011 Rinaldi: naso impreciso, non pulitissimo, svirgolatura che ritorna sottilmente in bocca; rimane ma non disturba, non facile identificarla. Carattere da nebbiolo penalizzato dalla deviazione perché beva ed equilibrio ci sono tutti. Per una commensale, il preferito: il mondo è bello perché vario.
Barolo Monvigliero 2008 G.B.Burlotto: molto buono ma oggettivamente non riconoscibile come Barolo. Primo vero assaggio rilassato dopo che mi colpì molto alla veloce in piedi. I primi due a parlare evocano bacca di ginepro da pinot nero (c’era, forte) e macerazione coi raspi (c’è!). Molto buono, dolce, perfettamente estratto e di sviluppo classico ma, convengo, anche dopo tempo nel bicchiere non facilmente configurabile alla cieca come Barolo.
Barolo Acclivi 2008 G.B.Burlotto: assieme al Cannubi 2008 dello stesso produttore bevuto la sera prima, un’altra grandissima prova di Fabio Alessandria. Richiama per certi odori i vini di Mauro Mascarello, classico ed infiltrante; produttore affidabilissimo che sta scalando posizioni su posizioni nel livello di apprezzamento tra addetti ai lavori. Prezzo abbordabile anche al ristorante (sui 50 euro), è senza dubbio un campione di categoria affidabile e rigoroso.
Barolo Cannubi San Lorenzo Ravera 2009 Rinaldi: un accento olfattivo richiama il Nebbiolo ma qui con minor intensità e integrato in una maggiore complessità. Al momento più significativo del Brunate Le Coste della stessa cantina, più scontroso e scorbutico sia al naso che in bocca, dove ha come sempre un surplus di materia e incazzusità. Il Cannubi corre via alla grande, annata non memorabile in genere ma vino che cresce a contatto con l’aria, rustico e imprevedibile, non diligente e ordinato come l’Acclivi che si trova accanto. A dire il vero questo finisce anche prima ma credo dipendesse da una sete generalizzata che non accennava a placarsi.
Seduti alle 14, alzati alle 19. W la dieta!
2 Commenti
andrea
circa 11 anni fa - Linkcuriosità.... il Valfaccenda??
RispondiAlessandro Morichetti
circa 11 anni fa - LinkPremessa: è Arneis e non - per dire - Fiano o Verdicchio ;-). Svolgimento: interessante (ben più del Vigna'ngena 2011 di Capichera). Conclusione: vado in azienda oggi pomeriggio per saperne di più :D.
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