Bettane e Desseauve rispondono alle polemiche sul vino naturale dopo l’articolo sul Gambero Rosso

di Alessandro Morichetti

Che ormai Facebook finisca per fungere da agenzia di stampa non è una novità e, dopo averne sentito parlare al Vinitaly, leggiamo finalmente oggi la risposta di Michel Bettane e Thierry Desseauve alla querelle scaturita dalla traduzione di un loro articolo sul vino naturale per la rivista del Gambero Rosso. Ricordate? Tutto iniziò qui con “Te lo do io il vino naturale?”. Poi continuò qui, con la prosa del bel viticoltore peloso e naturale, e qui, con un’accorata risposta da parte di tutte le associazioni italiane. E oggi arriva l’ultimo tassello. Me lo leggo insieme a voi perché con questi tempi veloci ho ancora la bocca foderata dai tannini 2009 dei Barolo di Serralunga d’Alba assaggiati stamani a Nebbiolo Prima.

Parigi, 16.05.2013

“Siamo venuti a conoscenza con un po’ in ritardo della reazione di numerosi produttori italiani all’articolo da noi firmato e pubblicato sulla rivista Gambero Rosso.

Comprendiamo perfettamente il loro stupore e la loro collera dato che il testo peccava di precisione nella traduzione e ha soprattutto sofferto una differenza di vocabolario e di significato tra il francese e l’italiano: l’utilizzo ed il senso delle parole “vini naturali” sono in effetti molto differenti tra i due paesi. Mentre in Italia per “vino naturale” si intende tutta la galassia di produttori che lavorano evitando l’utilizzo di chimica in vigna e cantina (vini bio, biodinamici etc), in Francia il concetto di “vin nature” si lega essenzialmente al segmento di vini prodotti senza utilizzo di SO2 in alcun momento della vinificazione, imbottigliamento incluso.

Per molto tempo in Francia si è chiamato “vino bio” un vino prodotto da uve in viticoltura biologica, così come era definita e controllata dal Ministero dell’agricoltura e da altri organismi di certificazione autorizzati.

Noi abbiamo sempre difeso le pratiche di questo tipo di agricoltura biologica anche se i parametri previsti ci sono sempre apparsi insufficienti e legati a compromessi necessari a permettere la produzione di vini venduti a prezzi bassi, assecondando la richiesta dei canali di distribuzione e vendita.

Abbiamo sempre incoraggiato soprattutto i viticoltori che praticano metodi biodinamici, alcuni dei quali, francesi e italiani, sono dei cari amici e ci siamo adoperati affinché il loro esempio fosse seguito da un sempre maggiore numero di loro colleghi produttori.

Da un anno è stata peraltro emanata una legge europea che riporta una definizione legale di vino biologico che è anch’essa il risultato di un compromesso per cui ci si puo’ certamente rammaricare per la mancanza d’ambizione. Ma non è questo ciò che denunciamo nel nostro testo.

Nel nostro articolo la denuncia era rivolta al grande numero di cattivi vini prodotti in Francia da produttori che si proclamano “naturali” o “autentici” per una sorta di gioco semantico che sottintende che tutti gli altri vini non siano né naturali né autentici. In realtà si tratta di produttori che rifiutano l’utilizzo di SO2, che non ha niente a che vedere con la viticoltura biologica o rispettosa della natura! Ma il pubblico tende a chiamarli comunemente “bio”, manipolati da numerosi giornalisti incompetenti o da numerosi commercianti di vino che distribuiscono esclusivamente questa tipologia di vini.

Noi riteniamo che i “vins nature” mal vinificati siano un insulto al terroir e al lavoro di numerose generazioni di vignerons che hanno perfezionato le tecniche di viticoltura e di vinificazione destinate ad esprimere al meglio il proprio terroir con la maggiore originalità e precisione possibile.

Noi accettiamo volentieri il fatto che dei produttori possano produrre dei vini “d’autore”, vini bianchi ossidati o rossi con evidenti aromi di stalla, e comprendiamo anche che dei consumatori possano amare questo tipo di vini (spesso più per ideologia che per gusto naturale), ma a partire dal momento in cui questi stessi produttori rivendicano poi l’utilizzo di una Denominazione di origine per vendere il vino, noi continueremo ad opporci.

Tutto questo non scalfisce minimamente la nostra ammirazione per i meravigliosi vini prodotti da viticoltori naturali seri, di cui fanno parte, ne siamo certi, la maggior parte dei vignerons italiani che hanno firmato la lettera di risposta al nostro articolo.”

Michel Bettane, Thierry Desseauve

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

22 Commenti

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Franco

circa 11 anni fa - Link

Bravi!!! L'odore di stalla lasciamolo alle mucche....

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vincenz

circa 11 anni fa - Link

C'è un po' di ambiguità nel discorso dei francesi,o meglio non è molto chiaro a me, semplice consumatore.Cmq,il senso dell'articolo del GR ,se non sbaglio, era quello di screditare i vini naturali italiani.I francesi correggono,cebl'avevamo con i nostri (francesi) dicono.Poi ci sono dei concetti che si possono condividere. Siamo solo all'inizio di una lunga battaglia per un nuovo modo di fare vino ,con meno chimica.Lo richiede un consumatore più attento,anche agli aspetti salutistici.Un consumatore che non vuole più essere preso in giro da vini_profumi, ,ma chiede ai nuovi vini più chiarezza sui controlli,non bastano le etichette lunghe e dettagliate.Vogliamo dei controlli seri,più rigorosi che sui vini convenzionali( no agli autocontrolli,è una presa in giro come i vini-profumo).Ancora su questo fronte c'è molta strada da fare.E spero che si faccia.

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Nic Marsél

circa 11 anni fa - Link

No Vincenz, non vedo ambiguità. Il senso è : i vini senza solfiti non sono necessariamente vini naturali. C'è molta strada da fare anche tra i semplici consumatori.

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Maule Francesco

circa 11 anni fa - Link

flatus vocis

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Giancarlo

circa 11 anni fa - Link

Mi fa sorridere un po' questa risposta! Chi glielo dice alla Guerini che è tutta colpa di quegli ignoranti dei traduttori? Lei già aveva il problema che a Roma qualcuno le aveva cambiato una frase... Come siamo ridotti male! Ho le lacrime agli occhi tanto mi viene da ridere! Hanno messo molto tempo a dare una risposta ufficiale e molto meno i produttori a telefonarsi tra di loro e a firmare in più di cento una bellissima lettera! Ora aspettiamo la Guerini... Anzi non vediamo l'ora perché dovrà spiegare a tutti quel suo acido articolo scaturito da una cattiva traduzione.... Il Gamberetto Rosso può permettersi di ritrattare, non ci sono problemi, la stampa italiana è la numero uno nelle ritrattazioni!

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giovanna

circa 11 anni fa - Link

bando alla polemica. C'è chi lo fa per convinzione, chi per moda e chi per convenienza. Il tempo chiarirà. Per ora continuate ad assaggiare e scavare .... e buon lavoro!

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apalmero

circa 11 anni fa - Link

A me la risposta, pur se tardiva, e' sembrata chiara, equilibrata e soprattutto non ideologica, ma pragmatica... thumbs up.

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Emanuele

circa 11 anni fa - Link

Questo è il bello della lettura, e cioè che le interpretazioni possano essere diverse. A me è sembrata leccatine, sofficini e sorrisi.

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Fabrizio pagliardi

circa 11 anni fa - Link

Sarò diretto, ma tutto c'ho è una gran cazzata, "Vini Naturali" in Francia significa la praticamente stessa identica cosa che in Italia, ne più ne meno. Tra due anni usciranno, per ogni azienda di Cotarella almeno un vino a zero solforosa aggiunta, attendo al varco tutti questi fieri e sicuri oppositori dei vini senza solforosa.

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Attilio

circa 11 anni fa - Link

Giusto, giusto. Vedremo. "Tutto c'ho" è geniale, cos'è, cinese?

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Fabrizio pagliardi

circa 11 anni fa - Link

No tutto c'ho che leggi é un cambio di frase con refuso

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Emanuele

circa 11 anni fa - Link

Bravo. La verità vestita in abiti semplici. Una fonte che stimo grandemente attestava questa mattina la capacità del traduttore, del quale ha conoscenza diretta.

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alessandro bocchetti

circa 11 anni fa - Link

se è per questo cotarella già lavora in biodinamico... ;) C'è una grande confusione, l'errore sta nella definizione stessa e nel come si è mossa in questi anni la comunicazione del vino artigiano... Ora rimediare sarà un po' più difficile... ma non impossibile ;) ciao A

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francesco romanazzi

circa 11 anni fa - Link

Geniale. Prima la colpa era del titolista del Gambero. Ora del traduttore. Genio. Manco Pennac avrebbe potuto scrivere una cosa del genere. Vi ricordate lo scandalo della carne di cavallo ed il conseguente passaggio della patata bollente? Spero che questo link vi rimandi alla vignetta giusta. http://maesterbd.files.wordpress.com/2013/02/findus-cheval001.jpg?w=500&h=348

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Alessandro Morichetti

circa 11 anni fa - Link

Partendo dall'inizio: trovo questo testo assolutamente condivisibile, a prescindere da chi e perché sia stato scritto. Partendo dalla fine: la questione dell'eventuale traduzione scorretta credo sia tutta da verificare e ritengo si sarebbe dovuto fare in altri termini e in altre sedi editoriali, perché mi risulta che al Gambero Rosso ci sia gente che conosce il francese meglio dell'italiano e che, inoltre, la versione originale del testo in francese fosse addirittura più marcata di quanto la traduzione non abbia poi dato ad intendere. Nel frattempo, a margine, una associazione di Vini Veri italiani sta iniziando a puzzare di stantìo.

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Giancarlo

circa 11 anni fa - Link

Resta il fatto che voi potete garantire quanto volete la capacità di traduzione di uno sconosciuto ma per adesso è lui il responsabile che ha fatto mobilitare tutte queste cantine a firmare una risposta! OPPURE il traduttore è BRAVO DAVVERO e i due soggetti francesi si sono messi paura per la reazione italiana del tutto legittima e che per una volta ci ha fatto vedere un'ITALIA unita e culturalmente avanzata! Dobbiamo dire al direttore, per sicurezza, di non pubblicare più articoli scritti da personaggi esteri... ribadisco che è lei che ha fatto una figura non bella e che ora dovrebbe davvero spiegare a tutti!

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apalmero

circa 11 anni fa - Link

...ma non era stato pubblicato sul Gambero Rosso e semplicemente riportato da Intravino spiegandone la provenienza?

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Luisa

circa 11 anni fa - Link

Mal tradotto? Quali frasi esattamente lo sono state? Ne riporto testualmente una: "Con la fortuna e della perseveranza è possibile produrre senza aggiunta di zolfo dei vini da bere giovani e sul luogo di produzione, dei vini semplici e fruttati molto piacevoli, ma allora si devono conservare in una cantina fresca e soprattutto non farli viaggiare!" Io e tanti altri possiamo smentire questa frase, i vini senza zolfo viaggiano molto in tutti il mondo, non vengono bevuti solo localmente, sono buonissimi. Ovviamente parlo di vini di un certo livello e non mi sognerei mai di dire che tutti i vini senza zolfo possono viaggiare per tutto il mondo! Ma non si può dire che i vini senza zolfo possono essere bevuti solo localmente! Poveracci sti due francesi!

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Nelle Nuvole

circa 11 anni fa - Link

Esprit d'escalier. (Qualcuno si offra per la traduzione)

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andrea

circa 11 anni fa - Link

una risata sulla scala mobile :p

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vincenz

circa 11 anni fa - Link

Dal Web: "Free Wine” è un metodo brevettato per eliminare i solfiti dalla produzione del vino, tramite l’uso massiccio della tecnologia e di preparati (biologici o meno) che aumentano il potere antiossidante del vino stesso. Leggendo il sito del gruppo non troviamo informazioni dettagliate in merito al metodo utilizzato, ma attraverso informazioni aggiuntive, possiamo riassumerne i punti cardine: aggiunta di lieviti e nutrimento lieviti, appositamente selezionati per fermentare senza produrre sostanze secondarie potenzialmente dannose per la composizione chimica del vino aggiunta di batteri lattici che assicurino una fermentazione malolattica standard ed in tempi prestabiliti, trascurando una maturazione autonoma e spontanea del vino aggiunta di estratti fenolici (di cui non sappiamo l’origine) per aumentare la conservabilità trattamenti con gas inerti (azoto) e micro filtrazioni per evitare ossidazioni ed evoluzioni nel tempo." Scusate se ne avete già parlato.Ma se è questo il metodo , i vini che ne escono sono senza solfiti,ma non si possono chiamare naturali : ha ragione allora Nic Marsėl. Ripeto,c'è bisogno ancora di far chiarezza.Io sono un semplice consumatore (ma attento), credo che la massa abbia idee ancora più confuse,ma molto confuse su vini Biologici,biodinamici,naturali,veri,senza SO2 ,ecc...

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