Viaggio nella Champagne | Union Devaux Auboise, quel tocco di Renoir nella vostra cuvée

di Andrea Gori

Se andate a parlare di Aube a nord, in quella parte di Champagne che si autoproclama “vera”, incrocerete sguardi perplessi. Eppure Troyes, la città amata da Renoir per le luci ed i profumi, è stata per secoli la capitale della regione, ed anche oggi quasi nessuna delle maison settentrionali riuscirebbe ad ottenere gli stessi risultati senza le uve di quest’area. Passo dentro gli sterminati capannoni di Union Auboise, che si è data il nome di Veuve Devaux, e leggo nomi ed etichette che in effetti girano molto e soddisfano palati anche esigenti. E ripensando alla supponenza che si respira giù al nord, viene da sorridere.

In una nuvolosa mattina di Ottobre ci accoglie gentile Jean Noel Girard, il direttore commerciale, e comincia a raccontarci di questa realtà fatta di 800 produttori su 1350 ettari in zona, un vero gigante buono della qualità. Michel Parisot è il geniale chef che gestisce una cave da 4,5 milioni di bottiglie, ma soprattutto armonizza il lavoro di tante cooperative con assemblaggi monstre da milioni di litri in silos alti come palazzi, sotto i quali ci si sente davvero piccoli.

Un lavoro importante, perché qui ogni grande maison (Moët, Clicquot, Delamotte e tante altre) ritrova certezza di qualità, ed ogni anno un prodotto molto simile a quello dell’anno precedente. C’è spazio anche per etichette personali e proprietarie che sono il biglietto da visita e l’apripista in molti mercati esteri; lo Champagne di questa zona ha forse meno rigore ed eleganza, ma ha una beva piacevole come da poche altre parti.

Parlando di assemblaggi, qui la “base” è la Grande Rèserve da 50 cru diversi, ognuno invecchiato almeno 3 anni fino alla linea cosiddetta prestige, con il brand D de Devaux. Visitiamo i nuovi locali, in perfetto stile chateau champenoise, tutto bianco e nero con prati realizzanti con il righello a bordo Senna, che qui è appena un piccolo fiume. Nell’ex-fienile adibito a nuovissima sala degustazione cominciamo gli assaggi dai vini base, tutti a fine malolattica e tutti da diverse zone dell’Aube.


Pinot Nero 2010 100% da Urville

Fragola delicata, ma più ribes rosso e quasi mirtillo, vinoso e caldo, pinot grigio simile, spezia, bocca rapace ma peristente, bella carnosità tipica di Aube.
Chardonnay 2010 100% Montguex
Non proverrà dalla Côte des Blancs, ma è ricco, floreale ed esotico, acidità comunque alta; biancospino, pompelmo con note lattiche e spermiche ancora in evidenza.

Passiamo poi all’assaggio di alcuni blend pre-spumantizzazione.
Collection D la Cuvée blend 2010-2011
40% vini di riserva ogni anno. 55% pinot nero, 45% chardonnay da cotes des blancs invecchiati in parte in legno. In parte, dal 20 al 50%, malolattica svolta. E’ opulento e sfaccettato: miele, floreale ricco sul giallo, note di papaya e lime, ciliegia, resina, bocca amarognola, non troppo calda, fine.
Vini di riserva affinati in legno – Collection 2009-2010
Il 2009 ha cedro e lacca accennati; essenze di legno pregiato, sandalo, bocca dall’acidità molto alta. Nel 2010 si avverte di più la presenza del legno, ed ha una maggiore percentuale di vini senza malolattica.

Proseguiamo l’assaggio con alcuni Champagne in commercio.
Classic range Grande Rèserve
70% pinot nero, 30% chardonnay, con 20% vini di riserva. 10 grammi per litro di zucchero. E’ fresco, delicato, da aperitivo, malolattica eseguita, agrumato deciso: cedro e limone sfusato, tiglio, bocca molto dritta e citrina da pompelmo; note minerali e nocciola in sordina. Semplice. 77/100
Classic Range Blanc de Noirs
100% pinot nero, con 7 grammi per litro di zucchero, e 25% vino di riserva. Ricco fruttato, cassis e ciliegia, floreale giallo con note quasi esotiche e camemoro, arachidi e mango, bocca molto fresca, cremosa, tipico Aube. Gioioso. 86/100
Collection Ultra D
65% pinot nero, 35% chardonnay, con 40% vini di riserva, da botte 5 anni sui lieviti, dosaggio zero (2 gr/l). Ha colore dorato, naso con tracce scure, caffè e tostatura, liquirizia, tante spezie e burro, bocca dissetante, minerale, preciso. 89/100
Collection D La Cuvée D
65% pinot nero, 35% chardonnay, con il 40% di vini di riserva, da botte 5 anni sui lieviti. Dosaggio di zucchero: 9 grammi per litro. Vaniglia, pane grigliato, caffè, tropicale fresco, ananas e tocco di maracuja, nocciola, bocca decisa e affilata, per ora chiusa sugli agrumi. 84/100
Millesime D 2000
47% pinot nero, 53% chardonnay. Niente legno, poca malolattica. Colore oro giovane, naso ricco e seducente: fragola, ginestra, mallo di noce fresco, mela rossa, lychees e pepe bianco, bocca candita, finale quasi mediterraneo, ma la freschezza non manca mai. 87/100
Rosè D (2006 ma non in etichetta)
50% pinot nero, 50% chardonnay. Il 12% del pinot nero è vinificato in rosso. Colore rosa Renoir, naso soave e squillante d’arancio e fragolina vanigliata, spezie delicate, bocca fresca e succosa con nota minerale. Interessante, comunque prevale l’aspetto da aperitivo; convince anche sui crostacei e zuppe saporite. 88/100
Classic Range Cuvée Rosè
73% pinot nero, 27% chardonnay. Il 14% del pinot nero è vinificato in rosso, con il 15% di vini di riserva. Arancio vivace, Resina e legno di castagno, lamponi e ribes rosso, in bocca ha nerbo e grazia. Bollicina non finissima, decisa da pasto o da formaggio, in bocca ha un carattere da vino rosso che stupisce e che chiama la carne in abbinamento. 84/100
Rosè des Riceyes 2010
Vino raro e quindi curiosità alle stelle per l’unico rosato AOC dalla Champagne. Questo è intenso, tendente al rubino, ciliegia marasca e cannella, mirtillo quasi, melograno e arancio rosso, bocca sapida e succulenta, corposa quasi da negroamaro, tannini assenti o quasi. Da formaggio Chouix (fatto tra qui e Chablis a 25km). 84/100
Creme de Rèserve
35gr/l di dosaggio zuccherino, stessa Cuvèe della Grande Rèserve: 70% pinot nero, 30% chardonnay. Biscottato, floreale, caramello, fico, in bocca colpisce con una bollicina molto rilassata, finale di torta di mele, molto piacevole. 83/100

In conclusione, gamma interessante e piacevole con livello medio molto alto, pur senza picchi superlativi. Prezzi non bassissimi per la serie “D”, che comunque ha packaging e stile importanti. Interessante la gamma Classic Range che ha rapporto qualità prezzo invece assai favorevole. Si resta colpiti per l’accoglienza, per la totale disponibilità a discutere e mettersi in gioco, da queste parti: hanno l’orgoglio e la voglia di rivendicare una parte importante nel successo dello Champagne nel mondo. Ogni volta che avvertite una certa pienezza e rotondità di gusto, e una nota di iodio delicata ma sinuosa, sappiate che un po’ di Renoir e della magia dell’Aube hanno trovato un posto nel vostro bicchiere.

[Puntate precedenti del nostro viaggio: Drappier, Laherte, Le Mesnil]

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

5 Commenti

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Paolo Paw

circa 12 anni fa - Link

Ancora nessun commento per "spermiche"?

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Burde

circa 12 anni fa - Link

È un post troppo lungo e complicato per il pubblico medio di Intravino e si vedono dei silos in acciaio e nessun corno di vacca...di cosa ti meravigli? ;-)

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gionni1979

circa 12 anni fa - Link

C'è poco da commentare, c' è solo da invidiarlo per il viaggio che ha fatto!!!

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Jacomot

circa 12 anni fa - Link

lo chardonnay con note spermiche era un 100/100? scherzi a parte, davvero ha quell'odore? lo consideri un pregio? grazie

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Andrea Gori

circa 12 anni fa - Link

ripeto, era un vin claire quindi non uno champagne finito e neanche un vino finito. non è nè un pregio nè un difetto, solo il risultato del mix tra note fruttate chardonnay e l'odore dell'acido lattico e dei batteri che lo producono

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