Slow Wine | Tutte le risposte di Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni
di Alessandro MorichettiPer fortuna, non siamo nei peggiori programmi televisivi. Qui non deve prevalere nessuna tesi se non quella più fondata. In nessun punto entrerà l’ospite che interrompe chi accende la miccia. La guida ai vini di Slow Food era molto attesa per tanti motivi e ora l’abbiamo in mano. Alte le aspettative, alto il rischio. A noi di Intravino il canale privilegiato con Slow Food non serve per incensare senza motivo ma per avere informazioni e risposte celeri a domande dirette. Qualche anno fa sarebbe andata così: esce una Guida nuova e a stretto giro di posta la rivista “X” intervista mielosamente in anteprima i curatori. Oggi funziona così: 1) facciamo le domande pepate con l’aiuto dei lettori, 2) esistono i commenti: il dialogo continua e ogni risposta lascia campo libero a nuove domande. I curatori Gariglio e Giavedoni risponderanno. Alle domande, non alle provocazioni.
Come avviene il processo di selezione delle cantine sottoposte a giudizio?
Da più di 20 anni Slow Food lavora a contatto con il mondo del vino e pubblica guide e una rivista che tratta di questo argomento. Poi abbiamo partecipato (da febbraio fino a giugno) a tantissimi eventi di degustazione sul territorio. Abbiamo attivato anche la nostra rete di contatti, che è riuscita a mappare l’Italia in modo impressionate: appassionati di vino, amici di Slow Food, soci, fiduciari, ecc… che ci hanno presentato nuove aziende, nuove etichette. Grazie a questa mole di informazioni abbiamo stilato una lista di aziende da visitare (2.100). Il prossimo anno ne visiteremo tante altre. Naturalmente la forza della guida è anche quella di scoprire nuovi produttori validi, per questo motivo chiediamo a tutte le cantine interessate di farsi avanti segnalandoci la loro realtà. Fa parte del nostro lavoro e saremo ben felici di entrare in contatto con nuove realtà produttive.
Le visite le ripeteranno ogni anno con le stesse modalità o cambierà qualcosa?
Le visite sono il cuore della nostra Guida. Slow Wine non esisterebbe come concetto senza le visite in cantina. Per cui saranno ripetute e cercheremo, quando possibile, di far sì che i nostri collaboratori non visitino sempre le stesse aziende, per avere dei racconti freschi e interessanti. Anzi, la nostra idea è quella di fare in modo che in Guida la visita abbia un peso maggiore, inserendo i virgolettati dei produttori. Riteniamo fondamentale che chi compra Slow Wine legga delle storie e che la lettura sia appassionante. Con un anno di più sulle spalle anche i nostri collaboratori saranno più scafati e preparati.
Tra visite in cantina ed assaggi in sede, qual è il protocollo di degustazione e giudizio seguito?
In cantina chiediamo al produttore di farci degustare i vini che entreranno in commercio nell’anno di realizzazione della Guida. Se poi il produttore desidera farci sentire annate più vecchie o delle anteprime siamo ben felici di farlo. In alcuni casi abbiamo arricchito le schede con note su vecchie annate o su vini non ancora usciti sul mercato. Poi facciamo una tornata di degustazioni a livello locale, sempre alla cieca. Se qualcuno del panel di degustatori (mai meno di 4 e mai più di 8) ritiene che una bottiglia presenti dei problemi di tappo, inquinamenti di qualsiasi genere o problemi di riduzione si chiede di sostituire il campione e questo avviene almeno nel 10% dei casi. Se la riduzione è molto intensa si lascia il bicchiere e si degusta dopo qualche ora. Abbiamo assaggiato numerosi vini anche il giorno dopo. Le degustazioni alla cieca si fanno a livello locale, poi regionale e infine nazionale. La nostra Guida si impegna per valorizzare il concetto di vino legato al territorio e quindi, prima della degustazione, dividiamo i vini secondo le zone, addirittura per comuni (ad esempio per Barolo e Barbaresco). I vini dopo la prima degustazione sono suddivisi secondo le tipologie (doc/docg) e secondo le possibili chiavi di lettura (vino quotidiano, vino slow e grande vino).
Se una cantina ha un Vino Slow non dovrebbe avere anche la chiocciola?
Il vino slow è una delle tre chiavi di lettura riferite al vino, la chiocciola è attribuita all’azienda e alla sua produzione generale. Per cui la differenza è grande. Succede che un’azienda abbia un vino slow (quindi eccellente e vicino ai valori di Slow Food) ma che non tutti i campioni presentati abbiano tali caratteristiche. Al contrario, se tutti i vini sono di ottima qualità (magari anche senza una
punta di eccellenza straordinaria), e i valori espressi dall’azienda in linea con quelli di Slow Food, allora si assegna la chiocciola.
Nel giudizio finale di una cantina, si tiene conto della rapporto tra volume di produzione delle eccellenze e quantità totale della produzione?
Cerchiamo di non dare riconoscimenti a vini prodotti in meno di 1000 bottiglie ma abbiamo fatto eccezione per alcuni di particolare importanza territoriale. Per quanto riguarda il giudizio riferito alle cantine non ci siamo imposti delle regole sul numero massimo o minimo di bottiglie prodotte.
Individuati i prodotti di qualità, nella Guida si procede a valutare la filosofia produttiva, i caratteri di espressività del territorio, le misure di sostenibilità ambientale. Come si svolge questo processo di valutazione?
Appena effettuate le visite abbiamo chiesto ai collaboratori di effettuare un report, in cui dovevano anche proporre aziende per chiocciola, bottiglia e moneta. Si doveva indicare con precisione le motivazioni del riconoscimento. Effettuate le degustazioni, abbiamo fatte una seconda selezione. Poi, noi due curatori abbiamo visitato personalmente le cantine in predicato di essere chiocciolate. Ove impossibilitati, abbiamo chiesto di farlo ai responsabili regionali. Nel caso di non precisissima e sicura conoscenza diretta dell’azienda, c’è stato un doppio controllo.
E’ possibile premiare come vino Slow il prodotto di una industria del vino il cui socio è anche finanziatore e grande sponsor di Slow Food?
Ci dispiace ma ci abbiamo pensato 4 giorni, abbiamo sfogliato la Guida e non capiamo a che azienda si faccia riferimento. Chiediamo gentilmente di fare il nome e non ci tireremo indietro nelle spiegazioni. Davvero, diteci di chi parlate, mi sa che a noi è sfuggito…
Avrete mica dispensato un pò troppi premi per accontentare tutti?
Non abbiamo premiato tutti. Slow Wine ha 1850 schede, le aziende che hanno almeno uno dei tre riconoscimenti (declinati a livello azienda o vino) sono circa 700. Le Chiocciole sono 160, meno del 10% del totale delle cantine recensite. 186 i vini slow, 210 circa i Grandi Vini. Troppi? a noi pare di no.
La rivista Porthos scrisse “Petrini, parla con noi. Saremmo lieti di intervistarti. Scriviamo di voi perché condividiamo lo stesso oggetto d’attenzione (la cultura del vino e del cibo) e quindi trattiamo degli interessi di interlocutori simili (i vostri soci, i nostri lettori). Confrontiamoci, misuriamoci sui contenuti. Potremmo offrire un servizio alla comunità“. Che ne dite?
Abbiamo risposto noi a Porthos sulle domande che ci erano state rivolte. Perché Porthos dovrebbe parlare di vino con Carlo Petrini che da 10 anni non cura più una Guida ai vini? Non accettano il dialogo con noi, pensano che la Guida l’abbia studiata Carlo Petrini. Mi pare un po’ ingenerosa la cosa. Se poi Carlo Petrini avrà voglia di farsi intervistare da Porthos noi saremo contenti. Ma l’interlocutore di Porthos dovrebbe essere qualcuno che il mondo del vino lo vive in modo quotidiano e ha determinato le nuove scelte in materia vino di Slow Food.
Perché avete inserito aziende discutibili, discusse e di grandi dimensioni che con Slow Food non hanno valori comuni?
Un conto è inserire, un altro premiare o dare riconoscimenti. Cercate in Slow Wine, una bella lista di cantine di primaria importanza (come giro d’affari, risorse investite in comunicazione) non hanno ricevuto riconoscimenti. Non metterle sarebbe stato stupido, negare una parte di primaria importanza della produzione del nostro paese. Avremmo reso un cattivo servizio al nostro lettore. Queste aziende esistono, fanno grandi fatturati e vanno raccontate per quello che sono, con estrema laicità. Lasciamo ad altri il compito di premiarle, come accade in effetti con puntuale regolarità!
[La foto della presentazione di Slow Wine 2011 è di Mauro Erro]
30 Commenti
Massimo D'Alma
circa 14 anni fa - LinkSbaglio, o in Campania mancano aziende come Pietracupa e Marsella? Il motivo?
RispondiAle70
circa 14 anni fa - LinkOh, finalmente vi siete accorti della nuova guida di Slow! Era ora di scrivere qualcosa su questa novità, aspettavamo con ansia un vostro post sul tema!
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 14 anni fa - LinkBastaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! Ho capito che la guida slow food è una figata pazzesca ma se continuate a tormentarci i maroni con argomenti a lei dedicata giuro che mi fate passare la voglia di comprarla.... e non credo di essere il solo
RispondiAlessandro Morichetti
circa 14 anni fa - LinkTanti interventi come questo arrivati finora commentano una notizia che suona: "Intravino parla maniacalmente di Slow Wine, che palle! Vogliono venderla? Ci guadagnano?". Questa notizia non esiste. La notizia per noi è: questo prodotto di una associazione importante offre una diversa percezione mainstream del vino in Italia. E' un tassello importante che ci interessa, STOP. Domande, risposte e riflessioni servono a questo. Aggiungo: NESSUNO dei "critici" intervenuti finora è stato capace di entrare nel merito degli argomenti. Credo che il 98% non sappia neanche concretamente di cosa si parla e qualcosa significa. Chiudo rispondendo a Francesco: se non compri la guida non me ne frega una cippa. Se non hai trovato elementi utili per capire di cosa si tratta, mi dispiace. Se per te il vino è SOLO qualcosa che si produce, si vende, si compra e si beve, non c'è problema. Io penso sia cultura, un modo di vivere e stare nel mondo. E quando incontro sensibilità affini mi piace.
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 14 anni fa - Linkche vuol dire "mainstream"?
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 14 anni fa - Linkp.s. il vino dovrebbe essere proprio prodotto e bevuto.... è nella sua semplicità la sua grandezza, non nella tendenza o meno dell'informazione... fa niente
RispondiFabio Italiano
circa 14 anni fa - LinkConcordo con te, il vino deve essere solo prodotto, comprato, e bevuto. Per quel che mi riguarda, non me ne frega proprio nulla di chi lo produce, a me interessa solo con chi lo bevo :)
Rispondibacillus
circa 14 anni fa - Link"NESSUNO dei “critici” intervenuti finora è stato capace di entrare nel merito degli argomenti" Mi consenta, Morichetti... A me sono bastate le pagine scannerizzate in quell'anteprima per avere qualcosa da dire... Poi, personalmente, di questioni ne ho sottoposte più di una. Ne avevo altre, posso entrare nel merito di ogni dettaglio e dove non ho competenze, sto zitto. Il problema è che di mestiere non facciamo i critici di Sloufud (anche se può sembrare il contrario). Il tempo è quello che è. Ad esempio, vuoi che parliamo di "sovescio"? Ho letto (appunto): Concimazione: sovescio. E' cosa buona? Merita chiocciolina? Merita applausi? Trattasi di pratica ecologicamente ineccepibile? E' la quadratura del cerchio? Oppure è sostanzialmente una grande cazzata? Ma quando cominciamo a prendere le cose sul serio? Quel NESSUNO, caro Alessandro, se permetti, è del tutto fuori luogo, ok?
Rispondisalva
circa 14 anni fa - LinkPremesso che i curatori hanno fatto di tutto per mettersi a disposizione nei vari blogs, spiegando, rispondendo, etc etc.; premessa la "diversa percezione mainstream"; premesso un questionario interessantissimo di bacillus a cui, ahimè, non è seguita replica; premesso che interventi atti ad insinuare il tarlo della "pubblicità occulta" sono solo quelli del Morichetti....credo di poter essere abbastanza d'accordo con Francesco Fabbretti and many more sul fatto che ormai è ora di cambiare argomento. Siamo quasi a Novembre, il mese del novello, ahahhahah
Rispondibacillus
circa 14 anni fa - Link...ah, Francé, stavolta, magari, il post era dedicato a qualcosa di più sostanziale, no? RISPOSTE a DOMANDE. Mica pizza e fichi. Sarà mica che l'ormai endemica leggerezza del dibattito ha travolto definitivamente la serietà della sostanza del tuo, del mio, del nostro essere appassionati wino?
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 14 anni fa - LinkSai che per me le guide sono come il festival di Sanremo: tutti lo criticano, tutti lo guardano, una settimana dopo tutti se ne sono scordati. Questo non vuol certo dire che non ami la musica.... Certo è che, volendo dar fede ai buoni propositi degli autori, io qui ci leggo accanimento terapeutico su un paziente già deceduto. Il mio dire di pensare seriamente a non comprare la guida era ovviamente provocatorio: battere troppo su una stessa notizia finisce per rendela banale, se non fastidiosa (ma sono un mercante gretto e non faccio testo). p.s. Ci sarebbero ancora molte domande da porre e molti punti da approfondire: -a che ora si alzano i curatori della guida? -con cosa fanno colazione? -le scarpe adottate per solcare i campi arati hanno il carroarmato o la para liscia? ... ce n'est qu un debut ;-)
Rispondigianpaolo
circa 14 anni fa - Linkio vorrei dare un plauso ai curatori, sopratutto Gariglio per quello che ho visto, per essersi messi pazientemente a disposizione nei vari blogs, spiegando, rispondendo, mantenendo sempre un tono pacato. Per me gia' questo e' un grosso passo avanti rispetto al passato.
Rispondibacillus
circa 14 anni fa - Linkgianpaolo, tu non sei sulla guida, vero?
Rispondigianpaolo
circa 14 anni fa - Linkalla grande!
RispondiMonica Pisciella
circa 14 anni fa - LinkPremesso che non ho alcun tipo di rapporto con Slow Food, condivido in toto il pensiero di Alessandro Morichetti quando scrive "questo prodotto di una associazione importante offre una diversa percezione mainstream del vino in Italia". Credo ci fosse bisogno di un nuovo approccio al vino, con meno maestrini in cattedra e più tempo investito a vivere le cantine da vicino, a parlare con le persone, a vedere i vigneti, ad osservare le scelte strategiche, incluse quelle in tema di rispetto della salute e dell'ambiente. Ho avuto anch'io occasione di parlare con i curatori della guida in questi giorni di Salone ed ho percepito grande attenzione, grande trasparenza, vero desiderio di continuare a lavorare per rendere questa guida sempre più vicino alle esigenze dei consumatori, che alla fine sono quelle persone in carne ed ossa che poi bevono e comprano il vino. Spero davvero che, come ha detto Petrini durante la presentazione, gli esami siano finiti. E credo altresì che non per questo finisca il senso di scrivere una guida. Dopotutto il consumatore non avrà mai occasione nè modo di andare di cantina in cantina ad osservare ogni singolo produttore. Questo lo fanno appunto coloro i quali sono chiamati a curare e scrivere la Guida, sulla base di un rapporto di fiducia con il consumatore che dura da tempo, e che a mio modo di vedere rappresenta il grande punto di forza della guida ed un grande patrimonio nelle mani di Slow Food. Un caro saluto a tutti
Rispondiarmin kobler
circa 14 anni fa - Linkanch'io sono contento delle spiegazioni quì riportate. per dire la verità, me le sarei aspettate già in partenza sul sito di slow food. e forse ci sono anche, solo che io non le ho trovate. questo concetto di visita e descrizione secondo me si avvicina di più alla realtà vitivinicola (a parte la tabella in fondo alla scheda con contenuti in maggiorparte troppo modaioli). l'assenza di classifiche comunque è per me il fatto più importante. al momento, quasi quasi, ci ripenso e forse mi segnalerò.
RispondiMassimo Cattaneo
circa 14 anni fa - LinkProssimamente andrò ad una degustazione dei Tre Bicchieri del Veneto della Guida Vini d’Italia Gambero Rosso 2011, in seguito farò la stessa cosa con quelli di Slow wine, spero di continuare con vini d'Italia dell'espresso, ecc. ecc. Quando li ho assaggiati tutti vi dico cosa ne penso. State quì mi raccomando non muovetevi !
Rispondicalacalatrinchetto
circa 14 anni fa - Linkio non ne posso più dell'ipocrisia di slòfud.....
Rispondicalacalatrinchetto
circa 14 anni fa - Linke di tutti quelli che le vanno dietro....
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 14 anni fa - LinkScusa, ma cosa intendi? Io ho criticato la sovraesposizione mediatica ma se hai qualche dato per supportare la tua tesi esibiscilo pure. Altrimenti si tratta di denigrazione gratuita (come in altri casi, non da parte tua, è avvenuto con AIS, Gambero o altro)
Rispondienrico togni viticoltore di montagna
circa 14 anni fa - Linkio direi che prima comprate o fatevi prestare la guida, poi visitate le aziende e degustate i vini, poi giudicate comprese le presunte ipocrisie di slowfood! e per togliere qualsiasi dubbio: sì sono in guida e ho pure la chiocciola, però non ho pagato nessuno! per quanto riguarda la sovraesposizione mediatica credo che sia stato giustamente data spazio ad un a guida che si prefiggeva di cambiare il modo di approcciarsi al vino, e se non lo fa chi dice che "un altro vino è possibile" chi lo deve fare?
RispondiAngelo Di Costanzo
circa 14 anni fa - LinkRicordo, ero appena sbarbato, l'onda lunga del Gambero: quanti l'hanno cavalcata. Poi venne il Buono, Pulito e Giusto della Chiocciola più saporita del mondo: ho visto cose che voi umani nemmeno immaginate, come per esempio l'apertura straordinaria dell'anfiteatro di Pompei per il congresso mondiale, mai aperta prima e mai più riaperta... Contemporaneamente il mio meccanico, con terza media (giuro) al mio stesso corso di sommelier! Poi il fenomeno bio etc... Tutti abbiamo il bisogno di stimoli, lassamo crescere...
Rispondiarmin kobler
circa 14 anni fa - Linkse per frequentare con successo corsi di sommelier fosse necessario aver frequentato scuole superiori, questo requisito lo si richiederebbe all'iscrizione, no?
RispondiAngelo Di Costanzo
circa 14 anni fa - LinkNon è certo una critica alla qualifica che ha chi si iscrive, ma a quella che si rilascia a chi, con successo (!), dai cprsi ci esce... Battere il ferro quando è caldo, no?
Rispondikenray
circa 14 anni fa - Linkvoi comprate le guide, io compro il vino
RispondiJacopo Cossater
circa 14 anni fa - Linksi sappia: ti stimo molto.
Rispondinicola a.
circa 14 anni fa - LinkTanto casino per un discorso semplice semplice.Ogni annata è diversa(lo decide il Biondo), e le guide giudicano i vari vini delle varie aziende in base all'ultima vendemmia. Ogni guida ha i suoi "parametri" e vari nasi e bocche per poter valutare le nuove uscite,stop.Lo scopo è verificare chi ha tirato fuori più qualità nel campionato in corso. Quindi, oggi, sta al consumatore di cercare i riferimenti più attendibili per scovare e verificare il meglio della produzione, anche in base alla propria curiosità, esperienza, cultura enologica, ecc.
Rispondifrancesco q.
circa 14 anni fa - LinkLeggendo con attenzione i vari commenti sopra, faccio un plauso alla sig.ra Monica Pisciella, che ha compreso perfettamente lo spirito della Guida (magari l'avrà pure sfogliata a differenza di altri) oltre che ad Alessandro, per il giusto spazio che sta dedicando ad un nuovo progetto editoriale, nuovo e quindi meritevole che un blog attento come Intravino, ne divulghi lelinee. Ovviamente ciascuno ha la propria opinione in merito al mondo del vino: giustamente c'è chi vuol bere solo un buon "liquido" e non è interessato alla provenienza, all'uva o alla lavorazione oppure c'è chi vuol sapere qualcosa di più. Bene, Slowine si rivolge a costoro, ai consumatori che magari non potendo girare tutte le aziende delle bottiglie che amano aprire, vogliono comunque avere più informazioni e magari conoscere, seppur attraverso poche righe, il vignaiolo/a, la storia, la terra, le vigne ecc. Non capisco cosa ci sia di così strano, Slowine sta dando un nuovo approccio alla critica enologica, ha una diversa visione del mondo del vino, che ritengo possa essere interessante e rispettabile al pari di quella fornita dalle altre guide. Non capisco come mai tanta ilarità sul "come i collaboratori hanno girato le aziende, calpestato le vigne, ascoltato i produttori". E' una linea editoriale, e chi non la comprende o non la condivide, probabilmente è libero di non comprare la Guida. Quale ipocrisia avrebbe slow food? Forse non si riesce ad accettare o sembra strano, che dietro a questo prodotto editoriale ci siano tante brave persone che con sacrificio e passione si sono girate le aziende, dall'alba al tramonto per molti mesi, cercando di fornire ai lettori con la maggiore chiarezza possibile, informazioni mai date sinora?? E concludo con il questionario: non sono balle o info di rito, è un ulteriore modo di dire al lettore ciò che il produttore ha detto e ciò che si sia magari anche visto, una informazione in più che chi vuole, capisce, sfrutta e condivide, altrimenti non è obbligatorio leggerla. Un consiglio a tutti: compratela, sfogliatela in libreria, leggetela, .... poi magari criticatela pure ma non fatelo a priori senza entrare nel merito ! Significherebbe snobbare il lavoro di tante persone in modo ingrato! Se così non è, meglio parlare del Novello, forse il vero vino che molti dovrebbero bere !! Saluti a tutti Francesco Quercetti
RispondiMonica Pisciella
circa 14 anni fa - LinkLa ringrazio, in effetti si ho sfogliato la guida per capire i tratti fondamentali ed ora, udite, la sto leggendo. Vi dirò di più, sebbene presenti elementi migliorabili, mi piace. Molto. E leggendola sto imparando. Molto. E credo viaggerò ancora di più, alla scoperta di vini e cantine che ancora non conosco. Un caro saluto
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