Sembrava Disneyland ma era Terre di Toscana 2022

Sembrava Disneyland ma era Terre di Toscana 2022

di Simone Di Vito

Dopo tante bevute casalinghe non vedevo l’ora di rituffarmi in qualche bell’evento.

Cinque mesi in cui tra AC, AR, Conformil e DG1 più che di vino ero diventato un degustatore di latte in polvere.
Finalmente però è arrivato marzo: tanti appuntamenti, bevute, eventi, alcuni attesi, altri attesissimi. Tra questi uno in particolare mi allettava parecchio: Terre di Toscana 2022 organizzato da Acquabuona.it.

Gli ingredienti in quel di Camaiore c’erano tutti: mare a due passi, una splendida giornata primaverile, location ampia e tante eccellenze toscane. What else? Gente felice e anche un po’ alticcia.

Calice al collo, gironzolo tra i banchi d’assaggio giulivo e felice come un bambino a Disneyland. Eh sì, perché a volte uno prova a darsi un tono, ma alla fine bastano due sorsate per avvinare calice, bocca e stato d’animo.

Di seguito gli assaggi fatti, una via di mezzo tra BenvenutoBrunello e un All Star Game toscano.


Cuna di Federico Staderini
Cuna 2018
Garbato, solare, caloroso ma dal corpo sottile, educato, saporito.
Brendino 2018
Il cru, con più carattere ed espressività, più incisivo, diretto, sublime, “borgogneggiante” (si può dire o qualcuno si offende?!).
Sempremai 2016
Dallo sconosciuto vitigno toscano abrostine, violaceo e profondo, toni scuri e beva morbida, acida, che figo.


Fattoria dei Barbi
Brunello di Montalcino – Vigna del Fiore 2017
Dall’annata ti aspetti calore, potenza, austerità, invece era vivido, gentile e raffinato. Una meraviglia.
Brunello di Montalcino Riserva 2016
Importante, contemplativa, sulle sue, è una signora e non si concede certo per un assaggetto volante, va attesa, corteggiata e poi assaporata, più in là.


Il Marroneto
Rosso di Montalcino – Ignaccio Selezione Jacopo 2019
Diceva “sono un Rosso non sono un Brunello”, eppure stazza, ricercatezza e tannino dicevano il contrario, ben fatto.
Brunello di Montalcino 2017
Spesso, carnoso, significativo, un cavallo di razza ancora da domare.
Brunello di Montalcino – Madonna delle Grazie 2017
Materia e stile, carisma e voluttà, c’è poco da dire: Le nozze di Cana in bottiglia.

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Tenuta San Guido
Sassicaia 2019
Richiama la solita ressa al banco, e lui è lì, altezzoso, sicuro di sé, sa di essere bello, e lo è, cavolo se lo è… Visti i trascorsi questo prenderà 200 punti.


Le Chiuse
Rosso di Montalcino 2020
Solare, profumato, facile ma non per questo banale. Lorenzo Magnelli, il produttore, aveva ragione: golosissimo.
Brunello di Montalcino 2017
Ci sono il sole, la frutta, il sangue, la macchia mediterranea, velluto e ciccia, forma e sostanza, tanta roba già ora.
Brunello di Montalcino Riserva Diecianni 2012
Imprigionato da una lunga attesa, la stoffa c’è ed è pregiatissima, ma non è un vino da una botta e via, per concedersi vuole attesa, carezze, e magari una tavola delle grandi occasioni.


Tua Rita
Giusto di Notri 2019
Taglio bordolese affabile, seducente, piacione, it’s not my cup but… Florido, rifinito, ben fatto.


Le Ragnaie
Rosso di Montalcino 2019
Saporito, succoso, ematico e con tanta irruenza.
Brunello di Montalcino VV 2017
Setoso al palato, bello e rifinito: ottimo già oggi ma immagino splendido domani.
Brunello di Montalcino Casanovina Montosoli 2017
Strabocca eleganza, complessità, ordine, con un sorso avvolgente, profondo e di carattere. Applausi.


Pomona
Chianti Classico 2019
Fiori e frutta, vivacità e scorrevolezza: dal manuale del buon Chianti Classico.
Chianti Classico Riserva 2018
L’estate scorsa ne avevo prosciugato una caraffa dalla botte, oggi una bottiglia non basterebbe. Ordinato e pulito, buonissimo.


Poggio di Sotto
Rosso di Montalcino 2019
Frutta croccante, finezza, armonia e bevibilità: quel che mi aspettavo, quel che ho trovato, una goduria.
Brunello di Montalcino 2017
Con gli occhi neri e il suo sapor mediorientale…


Montevertine
Pian del Ciampolo 2020
Profumato e rifinito, succoso, agile: è sempre una garanzia.
Le Pergole Torte 2019
Appena stappato mostra subito signorilità, stazza, importanza, ma il tannino sembra ancora indisciplinato, forse con un po’ di respiro in più…
Montevertine 2019
Un po’ lo stesso discorso di Pergole Torte, carne al fuoco ce n’è parecchia, arrivederci.


Riecine
Chianti Classico 2020
Profumato e giovane, ma già gustoso, dritto, golosissimo.
Riecine di Riecine 2019
Nitido, lussurioso ed estremamente immediato. Puoi contemplarlo nel bicchiere (se ci riesci), oppure tracannarlo direttamente dal collo della bottiglia: un vino da sballo.

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Le Potazzine
Rosso di Montalcino 2020
Un piccolo Brunello al quale ci si può già approcciare: frutta e caffè, carico e prestante, ma con stile.
Brunello di Montalcino 2017
Il migliore dei “base” 2017 in assaggio. Pulito, cangiante, signorile. Non solo mi ha convinto, ma proprio conquistato.


San Giusto a Rentennano
PerCarlo 2018
Prosperoso, carico, espressivo, ma dalla trama tannica ancora troppo energica, non va sciupato, solo un po’ atteso.


Tenuta di Trinoro
Palazzi 2017
Violaceo, caldo e concentrato, normalmente non è roba per me, eppure di fascino e piacevolezza ne ha da vendere.


Castello di Monsanto
Chianti Classico 2019
Unghia aranciata e naso caldo, ma sorso liquido, misurato, genuino, impeccabile.


Stefano Amerighi
Apice 2018
Arioso, croccante, vellutato, dal sorso ampio, tannini finissimi e profondità: da standing ovation.


Fattoi
Brunello di Montalcino 2017
Mostrava talento un anno fa da botte, oggi è ancora più compiuto, ordinato e sinuoso, solo qualche ruvidità ancora da smussare.
Brunello di Montalcino Riserva 2016
Muscoli e carattere su un bel tappeto di acidità, forse ancora un po’ tracotante, ma grandi prospettive.


Istine
Chianti Classico Riserva – Le Vigne 2017
Annata calda, torrida, secca, eppure gira in bocca con facilità, leggiadria, eleganza. Radda spremuta nel bicchiere.

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[Immagine di copertina: acquabuona.it]

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Simone Di Vito

Cresciuto a pane e corse automobilistiche (per via del papà pilota), sceglie la sostenibilità di bacchette, tamburi e corde grosse, tra batteria e basso elettrico. Si approccia al vino grazie a una breve carriera da scaffalista al supermercato, decidendo dopo anni di iscriversi ad un corso AIS. Enostrippato a tempo pieno, operaio a tempo perso. Entra in Intravino dalla porta di servizio ma si ritrova quasi per sbaglio nella stanza dei bottoni. Coltiva il sogno di parcellizzare tutto quel che lo circonda, quartieri di Roma compresi.

2 Commenti

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Alessandro

circa 2 anni fa - Link

Complimenti per l'articolo! Condivido quasi tutte le recensioni: unica cosa Sassicaia 2019.. io 8 ma non solo io) l'ho trovato scomposto, impreciso, tutto sulle parti dure e poco signorile.. vino che, dato il costo, una persona si aspetta sia sì giovane ma con già un buon pedigree.. non l'ho trovato.. ma sicuramente sono io il problema

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Simone Di Vito

circa 2 anni fa - Link

Ciao, guarda io proprio perché non più amante di quel genere di vini e perché giovanissimo ci ero andato molto molto prevenuto, e invece l'ho trovato bello, meno concentrato e impostato del solito...

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