Sella & Mosca, capofila di una nuova Sardegna
di Andrea GoriI numeri di Sella & Mosca sono sempre stati impressionanti: seicentocinquanta ettari di tenuta tra le più belle del mondo e più imponenti d’Europa, compreso il vigneto a corpo unico più grande nella nostra penisola ad Alghero, tre territori diversi con cui confrontarsi ovvero Alghero, Gallura (a Berchiddedda sul granito) Sulcis (a Giba, su suoli sabbiosi caldi ma sempre esposti al vento).
Terra Moretti comincia a prendere confidenza con l’isola e dopo le iniziative di stile e sostanza in collaborazione con lo stilista Marras passa a ridefinire il focus dei vini principali. Il ruolo di azienda storica, il cui obiettivo è mantenere sempre forte l’attenzione al territorio e alla sua identità è preso dannatamente sul serio con l’attenzione fissa sui tre vitigni autoctoni principali ovvero vermentino, torbato e cannonau.
Sella & Mosca Dimonios Cannonau di Sardegna Riserva 2017
Il vino dei diavoli (Dimonios è un omaggio alla Brigata Sassari, al suo inno e ai suoi fanti: i diavoli rossi, così chiamati per il coraggio dimostrato nella 1^ Guerra Mondiale) viene prodotto ad Alghero, esclusivamente da uve Cannonau in purezza e prodotto nel quadrante sud-est dell’azienda. Qui la chiave è contenere l’alcolicità ed estrarre la parte elegante e raffinata che il cannonau riesce a tirar fuori in certe condizioni (è sempre e comunque l’uva del Rodano meridionale se guardiamo poco più a nord…).
Il colore sa essere splendente e non cupo, con note di viola e ciliegia poi subito abbinato a note di macchia mediterranea, lamponi, ribes nero, sandalo, lamponi in confettura, ribes rosso e confettura di fragole. Sorso che trasmette energia e vibrazioni, di territorio e salinità, lunghezza, struttura e intensità. I 6 mesi di legno si avvertono ma la nota rimane delicata ed elegante. 92
Sella e Mosca “Monteoro” Vermentino Di Gallura Superiore DOCG 2020
Siamo in una delle zone più belle del mondo nella fascia del versante sud del Monte Limbara, con terreni di disfacimento granitico, in un territorio sabbioso e povero che dà vini ricchi in gusto. Colore brillante con sapidità già al naso accompagnata da menta, uno zefiro di anice e poi tanta frutta matura che parte da agrumi mandarino, arancio giallo e arriva a tropicale quasi, intenso. Levigato, sontuoso e ricco, lunghissimo ma soprattutto largo e avvolgente, macchia mediterranea, camemoro e sottigliezza, di impatto immediato ma anche in prospettiva un vino intrigante e promettente. 91
Sella & Mosca Vermentino Di Sardegna DOC 2020 Cala Reale
Nasce nel 2007 come erede del Cala Viola (ha dovuto cambiare nome per via degli Antinori che sostenevano che violava il copyright sul “Capsula Viola”), è dal 2016 interamente in biologico. Solo acciaio ed è subito molto marcato, agrumato piccante saporito, dolce di miele di tiglio e sambuco, robinia. Al sorso esce sapido, piccante e fresco, bella tenuta di acidità con note verdi di floreale di campo e tiolico che rincuorano e ristorano. Nei ritorni si avverte iodio e salmastro. 88
Sella & Mosca Marchese di Villamarina Alghero Cabernet Riserva 2015
Un vino che sembra essere più legato alla moda degli alloctoni degli anni ’90 (del resto la prima uscita risale al 1989) e che oggi rimane importante e ambizioso senza apparire datato. Sa essere diretto ma mantiene un profilo olfattivo territoriale mediterraneo speziato, con bella componente aromatica, note di eucalipto, sontuoso pepato con peperoni arrostiti, ribes nero, amarene, tabacco e sandalo, confettura di frutta di bosco, damascato il finale con mirto e ginepro, camemoro e resina di pino, tannino e succulenza. Si avverte una lieve rasposità e amarognolo sul fondo prima di un finale di lunghezza e carnalità. 91
Sella & Mosca Terre Bianche Cuvée 161 Alghero Torbato 2019
Un vitigno autoctono della famiglia delle malvasie aromatiche presente in azienda dal 1899, poi reimpiantato anche post periodo fillosserico. Questa etichetta nasce nel 2007 per esprimere la tipicità di questa uva, acciaio per 85% poi il resto in legno. Non urla, anzi sussurra, matura tardivo con buccia molto sottile, non facile da gestire. Al naso parte da note di frutta come pera e cedro poi vira su nota territoriale di macchia mediterranea, ed erbe officinali, tiglio, camomilla, tè inglese, infine si risveglia quasi in freschezza con frutta bianca matura tra pesche, mele e susine. Bella la nota salina in sottofondo e il gioco funziona con quell’ ingresso delicato e dolce quasi morbido, mentre ricorda bene il mare in chiusura con freschezza sottesa che regge bene il sorso fino a concludersi in nota piccante salmastra acidula. L’energia acida lo rende scattante nonostante la grande materia e abbondanza di sostanza. 89
9 Commenti
Remolo
circa 3 anni fa - LinkSponsor post*
RispondiAntonio Tomacelli
circa 3 anni fa - LinkCrede che avremmo avuto qualche difficoltà a scriverlo?
RispondiAndrea Gori
circa 3 anni fa - LinkIn realtà ci siamo accontentati stavolta di una forma da 30 kg di casu marzu , diciotto porceddu da cuocere e un centinaio di seadas, vuoi favorire?
RispondiStefano
circa 3 anni fa - LinkEh, ma allora da abbinare al casu marzu avresti dovuto recensire anche l'Anghelu ruju! Farsi pagare con formaggio coi vermi, poi.... Levami una curiosità, tu che sei ristoratore: potresti servirlo o è illegale?
RispondiAndrea Gori
circa 3 anni fa - Linkno, credo proprio sia illegale, 30 kg sarebbero consumo personale!
RispondiAnulu
circa 3 anni fa - LinkQueste loro etichette non le conosco. Non riferendomi a Sella E Mosca: Tuttavia se deve arrivare una nuova Sardegna, speriamo che sia più bevibile, meno alcolica e zuccherosa della media. Ci sono delle bombe in giro, anche di piccoli produttori artigianali, che non si mandano giù. Robe pesantissime che non possono stare sul mercato del vino moderno. Poi bella e romantico il terroir Sardegna, ma di grandi vini moderni io non ne ho trovati ancora.
RispondiSancho P
circa 3 anni fa - LinkMa il Medeus lo producono ancora? Ricordo uno strepitoso 2001. La Sardegna mi porta alla mente "La Contralta" azienda nuova che sta facendo uscire dei vini strepitosi: un Gallura di straordinaria espressività territoriale ed un cannonau lavorato in sottrazione che può essere bevuto a grandi sorsi o lasciato nel bicchiere e centellinarlo per quanto è buono. Faranno parlare di loro.
RispondiAndrea Gori
circa 3 anni fa - Linksi l'abbiamo assaggiati, davvero notevole La Contralta. Dimostrazione però che purtroppo a volte servono mani e teste non sarde per fare vini di livello da queste parti...
RispondiSancho P
circa 3 anni fa - LinkConcordo. La mano friulana con ascendenze carsoline, ha dato quel tocco in più. Del resto, i risultati si erano già visti con gli splendidi bianchi di Venas (pazzesco il naso del 18') e con alcune versioni dei Gallura di Masone Mannu(specialmente Roccaiá 13 e 14), prima del cambio della guardia.
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