Fidatevi: i vini di Mamojada sono il fenomeno degli ultimi anni

Fidatevi: i vini di Mamojada sono il fenomeno degli ultimi anni

di Antonia Papagno e Antonio Tomacelli

Cosa rende una minuscola città della Sardegna arroccata a mille metri di altitudine nel cuore della Barbagia il caso vinicolo degli ultimi anni? 

Forse un po’ di numeri potranno aiutarci a capire. Proviamo: Mamoiada è un paesino di 2.500 anime, il 10% circa possiede un vigneto e, molto spesso, produce vino per autoconsumo o per conto terzi. Immaginate se a Milano il 10% di tutte le famiglie coltivassero il riso per l’autoconsumo e vi farete l’idea del fenomeno.  

Ma il dato veramente eclatante è il numero di cantine che imbottigliano vini di pregio che hanno pochi paragoni. Sono circa 60, con due consorzi di rappresentanza e praticamente nessun enologo o consulente in vista, perché a Mamoiada sanno come si fa il vino. 

Avete presente la ricetta dei biscotti che le nostre nonne tramandavano a figli e nipoti? Ecco, a Mamoiada è successo più o meno così, solo che nel quadernetto c’è scritto “Cannonau” e non “farina 00”. 

A Mamoiada il vino è parte integrante della cultura locale, è praticamente scritto nel dna, un dna che i mamojadini si scambiano e arricchiscono con l’esperienza di secoli. 

Al “quadernetto” aggiungeteci un terroir incredibile fatto di vigne centenarie a mille metri di quota e il quadro è quasi completo. 

Manca solo un ultimo parametro ma è sfuggente e parecchio raro da trovare in Sardegna: il senso della comunità, la voglia di scambiare “sapere” condita da una sana rivalità che aiuta a crescere. Ed è proprio il “sapere” la moneta di scambio più preziosa, quella che ha preservato, intatto nei secoli, lo straordinario vino di Mamoiada. (Antonio Tomacelli)

N.b.: Gli assaggi di Antonia Maria Papagno che seguono sono dei vini dei produttori che fanno parte del Consorzio Mamojà

Istimau rosato 2019 Cannonau di Sardegna doc, Cantina Montisci-Vitzizzai
Cesto di ciliegie, fragoline di bosco, erbe di macchia, timo e rosmarino. Sorso fresco e morbido. Aromatico il ritorno fruttato chiude come il sole al tramonto sul Gennargentu.

Martis Sero 2020 Cannonau di Sardegna doc, Vignaioli Cadinu
Trasparenze luminose anticipano freschezza e gioventù. La frutta rossa è stata appena messa sotto spirito con aghi di rosmarino e foglie di mirto. Un bouquet di viole, geranio rosso e un pizzico di pepe nero danno a questo cannonau di Sardegna profondità, pienezza ed eleganza.

Al sorso è avvolgente e morbido mentre il tannino levigato regala equilibrio chiudendo tra frutta croccante, pepe, vaniglia ed erbe mediterranee. Il tempo ne farà un grande cannonau da competizione.

Vino da tavola Duduli 2020 Cannonau a Mamoiada
Vigneti di 70 anni e basse rese fanno di questo vino un classico di Mamoiada. Arancia sanguinella, ciliegie e frutti rossi, sorso fresco e strutturato, tannini ben levigati. L’ulteriore affinamento in bottiglia donerà più carattere e armonia.

Bacarru 2020 Cannonau di sardegna doc, Giampiero Tramaloni
Uno dice “ma tanto è un campione di botte, ha pure viaggiato chissà in che condizioni è” e poi ti ritrovi come un fesso a bere una spremuta di ciliegie e cioccolato con 32 gradi all’ombra. 10 minuti di frigo ché tanto i tannini sono rimasti in Sardegna

Malarthana 2019 (campione di vasca: in commercio a maggio 2022) Cannonau di Sardegna doc, Cantina Mulargiu
Rubino cristallino e lucente. Dal calice sale la nota alcolica portandosi dietro accenni di caffè e di confettura di more. Vino scuro e cupo dove l’arancia rossa è più concentrata che fresca (alcuni dei vigneti hanno 80 anni e le rese sono bassissime).

Essendo una campione di vasca in cemento l’affinamento previsto in bottiglia darà al vino la possibilità di integrare alcol, spezie e tannino trovando il giusto equilibrio e tutta la lunghezza dei vini di Mamoiada.

S’Ena Manna 2019 Cannonau di Sardegna doc, Cantina Ladu
Lucente il rubino con accenni granati e, come per i vini Mamoiada, anche a calice fermo è intenso ed esplosivo. Confettura di more e ciliegie, frutta surmatura, stecche di vaniglia e ribes nero. Pepe e moncherì poi spezie, confetti e caramelle come al luna park.

Al gusto rotondo e pieno si apre la ciliegia sotto spirito che ricorda uno cherry dolcissimo. Trovi quello che ti aspetti: la sapidità, la freschezza e il tannino ben integrato. Materico e profondo mi riporta nella casa di campagna d’inverno con il camino acceso e una serata da riscaldare con un calice di S’Ena Manna.

Pramas 2019 Vino rosso, Mario Golosio
Rubino pieno e deciso. All’olfatto la frutta sotto spirito sale immediata. Spezie dolci fanno da sottofondo al pane alle noci spalmato di confettura di more e lamponi. Arancia sanguinella a chiudere. Al gusto è una passeggiata tra la macchia mediterranea balsamica. Tannino, freschezza e morbidezza cercano un equilibrio. L’alcol predomina la scena ma si sa a Mamoiada le rese sono bassissime, le condizioni in vigna ideali per vini ad alta concentrazione ed estrazione. Un classic-cult di questa zona d’elezione.

Gràssia Cannonau di Sardegna doc Riserva 2017, Cantina Giuseppe Sedilesu
Il suo stile è classico e quasi primigenio, la sua complessità insolita. Vino immediato che sa di energia, calore e concentrazione. Esuberante ed articolato all’olfatto offre frutti rossi scuri e maturi, erbe balsamiche e spezie dolci, pepe, cuoio e cioccolato. Al gusto è opulento, ritorna deciso il confronto aromatico e la sua morbidezza, equilibrata dalla trama tannica, fonde mineralità e freschezza. Intensità rara ed eccentrica con un finale interminabile. Vino nobile di Mamoiada.

Cantina Sannas – Maria Abbranca 2018
“Vino comune annata pessima 70 giorni sulle bucce” recita la scheda tecnica. Maria Abbranca custodisce le sorgenti di Su Gologone e tira giù, nel fondo delle limpide acque, i bimbi ostinati. E tira giù anche noi impegnati a guardare lo specchio dorato del calice della granatza macerata che sa di arancia candita, di miele di eucalipto, di frutta spiritosa, di tutte le varietà delle erbe mediterranee. Le note balsamiche ed eteree hanno una intensità da capogiro.

Quando poi, stregato, decidi di cadere dentro in bicchiere senti la sua mineralità rocciosa, l’alcol e la freschezza presuntuosa. La lunga macerazione è tangibile al tatto e ne fa un vino profondo, complesso, singolare e non per tutti i gusti. Vino da meditazione.

59 Commenti

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Dino

circa 2 anni fa - Link

Tanti bravi e esperti enologi consulenti lavorano a Mamoiada: Dottor Emiliano Felsini segue Cadinu (Presidente di Mamoja) e Giorgio Gaia. https://www.emilianofalsini.it/intorno-al-mondo/territori/#1587461741372-4aae4786-d1fb Dottor Angelo Angioi (Enologo di Surrau) è stato il primo enologo dì Puggioni e Sedilesu. Dottor Daniele Manca (enologo Cantina sociale Mogoro ed Oliena) lavora con Canneddu. Dottor Piero Cella ha iniziato Giovanni Montisci. Dottor Manca (enologo cantina sociale di Senorbì) lavora con Cantine Melis dì Mamoiada. Dottor Aldo Buiani come altri giovani enologi seguono diverse altre cantine.

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Federico Pizzutto

circa 2 anni fa - Link

Gran bell'articolo, peccato che manchino i due più grandi produttori di Mamoiada: Luca Gungui e Giovanni Montisci.

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Gianluca Rossetti

circa 2 anni fa - Link

Ciao Federico. Visti i numeri di Mamoiada, oggettivamente impressionanti, non credo che l'idea fosse quella di una disamina esaustiva. Per dirne una, se spulci l'archivio di Intravino troverai Montisci citato a più riprese. Il Barrosu ci piace così tanto che l'abbiamo stappato durante i festeggiamenti per il decennale del blog. Sui vini di Luca Gungui, giusto giusto un anno fa, dissi questo https://www.intravino.com/primo-piano/le-tre-declinazioni-del-berteru-nel-cuore-di-mamoiada/

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Ale D.

circa 2 anni fa - Link

Concordo con Dino, quasi mai ma questa volta ha ragione. Sarebbe bello raccontare ciò che accade veramente.

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Federico Pizzutto

circa 2 anni fa - Link

Non volevo essere polemico ma quando si parla di un territorio è doveroso citare (quantomeno) i produttori più importanti e rappresentativi. Questo nell'interesse del territorio stesso.

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domenico

circa 2 anni fa - Link

Sono stato a Mamoiada ospite della cantina Sedilesu, la scorsa estate. Ho amato tutti i minuti passati con loro, al di là della gentilezza e dell'accoglienza (ero con 2 marmocchi per nulla tranquilli). Ho apprezzato sia il Grassia che il "Ballu Tundu". Credo che l'aggettivo corretto per descriverli sia Eleganza, oltre ad una buona mineralità che li rende dei vini di buona beva, nonostante la complessità. Tornerò volentieri a visitare altre cantine.

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Giovanni

circa 2 anni fa - Link

Buona sera, Niente da togliere a Mamoiada ma l’articolo è pieno di imprecisioni. Come gia rimarcato da Dino per quanto riguarda gli enologi, aggiungerei che non sono 60 le cantine che fanno vino ma poco meno della metà stando a quanto pubblicato dalla camera di commercio. Le vigne a 1000 metri si contano sulle dita di una mano cosi come quelle centenarie. Inoltre, se si parla del paese è giusto dar spazio anche ai produttori dell’altro consorzio o quanto meno citarlo, soprattutto perché ne fanno parte tra gli esponenti maggiori del vino Mamoiadino quali Giovanni Montisci e Luca Gungui. Per il resto tanto di capello dal punto di vista mediatico a Mamoiada, ma invito tutti giornalisti, blogger, sommelier e appassionati a farsi un giro anche nei paesi vicini come Orgosolo, Oliena, Dorgali che hanno uno standard qualitativo altissimo ormai da decenni e fanno meno rumore di Mamoiada dove, a mio parere, la strada è ancora moolto lunga stando a quello che ho assaggiato.

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

Ciao Giovanni, a Mamoiada non esistono vigne a 1000 metri. Banalmente perché siamo in un territorio in cui i mille metri si raggiungono solo sotto Orgosolo, e giù a scendere verso Pratobello e Fonni (e poi in un paio di punti tra Ollolai e Gavoi). A Mamoiada la gran parte delle vigne sta fra i 6 e i 700 metri. Alcune stanno tra i 7 e gli 800. Una manciata appena di vigne si trova in zone che superano (peraltro di pochissimo) gli 800 metri. Sul resto non mi esprimo, ma mi sta venendo voglia di scriverne! ;)

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rudy alias garrigue

circa 2 anni fa - Link

Bisogna correggere il quadernetto dei tuoi compagni di merende, fantastico si contraddicono tra capetti

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

.... comunque questa cosa che qua accettiamo i commenti di qualunque imbecille che passa, onestamente, andrebbe rivista. Questo anonimo deficiente qua, ad esempio, perché ha diritto di commentare? Per quale motivo? Perché il suo commento non viene cancellato e il suo ip bloccato? Cosa ha da aggiungere al dibattito? A parte qualificarsi come un totale deficiente a cosa serve? Oltretutto si nasconde dietro l'anonimato, almeno si firmasse con nome e cognome potremmo archiviarlo alla voce imbecille. Basta! Basta! Basta! Lancio al campagna #bastacommentianonimi #otifirmi-ovaiaffanculo-senzapassaredalvia

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Francesco Romanazzi

circa 2 anni fa - Link

Aderisco alla campagna

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

In effetti quando si ha il potere di cancellare l'articolo di Lisa Foletti perché non cancellare tutto quello che non si condivide o che non piace. Sfogo decisamente pertinente... vista la filosofia aziendale

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Secondo la logica del signor ciufoletti il democratico voto elettorale non dovrebbe essere preso in considerazione poiché coperto dall'anonimato.... benvenuti in Corea del Nord...

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

Ecco. Ecco cosa succede a lasciare la parola a sti fenomeni E pure anonimi. Che poi usano termini come "logica". Impunemente. E noi vogliamo andare avanti così. Almeno dovremmo imporre loro di firmarsi per poter commentare. Perché già fanno i leoni da tastiera (vedi questo imbecile che cita la Foletti per farsi grosso - non sei grosso, sei solo un poveretto) e in più gli permettiamo di farlo in modo anonimo. Non fa bene ad Intravino questa cosa.

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Il termine logica in effetti non le rende onore.. .

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Rimettete l'articolo di Lisa Foletti visibile e lei grande uomo potrà forse parlare di coerenza con me

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Cito la Foletti perché con sindromi riconducibili al covid è andata a fare una relazione ais caro il mio imbecille

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Immagino che citarsi per nome e cognome la renda un uomo migliore

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

In più la discordanza di citare la Foletti per farmi grande.... minuscolo uomo che non sei altro.... davvero come te ho bisogno di un blog per dire chi sono.... ahahahah

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Buona notte campione!

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

In compenso fa molto bene ad intravino un ciarlatano che dispensa chiacchiere su quello che è giusto o quello che è sbagliato....

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rudy alias garrigue

circa 2 anni fa - Link

Vero

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

Se non facciamo niente per arginarli, alla fine ce li meritiamo sti fenomeni qua. Questo, per dire, è tipo un Mauro da Mantova. Capisco che porti quei 3 click in più di chi dice: "andiamo a vedere con che razza di puttanate avrà replicato". Però è triste così. Vabbè, l'abbozzo. Andiamo avanti così, facciamoci del male. Lasciamo spazio ai fenomeni anonimi che scrivono cazzate senza nemmeno un briciolo di dignità per firmarsi con nome e cognome. Se vi piace così ...

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rudy alias garrigue

circa 2 anni fa - Link

L'unica cosa da arginare è la sua spocchia

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rudy alias garrigue

circa 2 anni fa - Link

Fare ironia su una persona deceduta è veramente meschino e da poveracci, si vergogni,difende l'indifendibile riguardo l'articolo di l.foletti

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Buon anno a tutti,. Il problema non è l'indifendibile, bensì la totale assenza di autocritica di fronte ad un errore madornale.

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Raffaele

circa 2 anni fa - Link

Ciao Giovanni, a Mamoiada non esistono vigne a 1000 metri. Banalmente perché siamo in un territorio in cui i mille metri si raggiungono solo sotto Orgosolo, e giù a scendere verso Pratobello e Fonni (e poi in un paio di punti tra Ollolai e Gavoi). A Mamoiada la gran parte delle vigne sta fra i 6 e i 700 metri. Alcune stanno tra i 7 e gli 800. Una manciata appena di vigne si trova in zone che superano (peraltro di pochissimo) gli 800 metri. Sul resto non mi esprimo, ma mi sta venendo voglia di scriverne Casomai i 1.000 metri si raggiungono SOLO SOPRA Orgosolo e precisamente a Fonni. Ollolai (920) e Gavoi (790) stanno sotto Fonni e sopra Orgosolo, che è di poco sopra i 600: mettiti a studiare!!!

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Raffaele

circa 2 anni fa - Link

E fattelo magari un tour sardo, di Nuoro e relativa provincia, dei suoi vigneti e delle sue genti... E non solo Nuoro. Ma per davvero!!!

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Pinucceddu

circa 2 anni fa - Link

Commento ineccepibile, sono completamente d’accordo. Tante inesattezze nell’articolo e condivido che nei paesi vicini si lavori in maniera più coerente, costante e seria.

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rudy alias garrigue

circa 2 anni fa - Link

Immagine sfocata, parziale: non rende giustizia ad un territorio così ricco e complesso,comunque luca Maroni è d'accordo, buone feste

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Ruggero C.

circa 2 anni fa - Link

Nonostante ci siano molte imprecisioni nell'articolo credo che l'obiettivo di chi lo ha scritto sia stato quello di accendere la luce su Mamoiada che negli ultimi 5/6 anni è cresciuta tanto. Può essere considerato un esempio in Italia, non solo in Sardegna. Per quanto riguarda i commenti non credo che non citando Luca Gungui e Montisci sia stato fatto un torto al territorio, entrambi sono affermati e rapresentativi, nulla da dire, ma mi sembra giusto parlare anche dei nuovi produttori.

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Giovanni

circa 2 anni fa - Link

Ruggero, perdonami ma quando si fa un articolo raccontando qualcosa bisogna attenersi alla realta. Dire che ci son 60 imbottigliatori quando poi son 25 non è corretto e andrebbe fatta una rettifica. Per quanto riguarda Mamoiada come fenomeno ho gia scritto, tanto di capello dal punto di vista mediatico, ma non capisco la tua frase ‘poterebbe essere considerato un esempio’ di che cosa esattamente? Che ci son 25 imbottigliatori su 2500 persone? Questo non è sinonimo di qualità e difatti i vini parlano chiaro. Poi mi chiedo come mai si scrive sempre di mamoja e mai del altro consorzio. Eppure oltre i due citati produttori ve ne sono tanti altri nuovi anche nell’altro. Chissá perché però premi e articoli di una certa stampa e una certa critica arrivano solo da Mamoja.

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Ruggero C.

circa 2 anni fa - Link

Perché Mamojà chiama i giornalisti a Mamoiada, pagando loro il viaggio, il vitto e l'alloggio come si fa in tutti i territori quando si vuole un po' di pubblicità. Se lo facessero anche gli altri arriverebbero anche agli altri ma ad occhio e croce non mi sembrano propensi. A me risulta che i due consorzi collaborino e non mi sembra che i vignaioli in Mamoiada vogliano tanta pubblicità. Poi per quando riguarda le imprecisioni dell'articolo l'ho scritto anche io.

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Giacomo

circa 2 anni fa - Link

A Castiglione Falletto, dopo aver letto l'articolo, dormono tranquilli.

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Rino

circa 2 anni fa - Link

Innanzitutto mi firmo così evito di nascondermi dietro a un nickname. Onestamente questo scambio di insulti non fa onore a questo blog, dove ho sempre letto discussioni anche molto accese, ma che non sono mai sfociate in "risse" verbali. Non spetta a me giudicare e decidere quali commenti siano pertinenti alla discussione dell'articolo e quindi da pubblicare o meno, immagino che ci sia un editore che abbia questo compito. Devo dire sinceramente che anche a me non è piaciuta la rimozione dell'articolo della Foletti senza fornire una giustificazione adeguata, a parer mio se fosse stata fatto si sarebbe tolto un bell'alibi a chi ha fatto commenti poco pertinenti. Continuerò comunque a leggervi ancora molto volentieri perché leggendo i vostri articoli e i relativi commenti (pertinenti) sono sempre tante le cose che imparo sul mondo del vino. Un saluto e un augurio di Buon Anno a tutta la redazione e ai frequentatori del blog.

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hakluyt

circa 2 anni fa - Link

Se al signor Ciuffoletti fa piacere, nei miei prossimi commenti vedrò anch'io di firmarmi con nome e cognome. Resta solo da capire a cosa serva dato che, senza un documento d'identità allegato al post, ogni nome potrebbe essere inventato. Cordiali saluti. Alvaro Laqualunque alias hakluyt

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marcov

circa 2 anni fa - Link

Sulla polemica, che si è sviluppata in diversi dibattiti e anche in questo, sul covid vorrei esprimere qualche opinione. 1 Avevo scritto un commento proprio il giorno in cui è stato cancellato l'articolo, quindi, non lo avete letto. Sinteticamente: 1b mi era piaciuto molto perché si soffermava sull'analisi olfattiva e su questo avevo sviluppato un mio personale ragionamento. 2b Mi sembravano ECCESSIVI alcuni commenti critici contro L. F. e uno o due assurdi. 3b Esprimevo solidarietà nei confronti di Lisa Foletti proprio per la durezza delle criche (v 2b) _____ 2 Ritorno a commentare prima di tutto per riconfermare la mia solidarietà verso L F e anche per dire che, visto l'andamento del dibattito, hanno fatto bene a ritirare l'articolo. 3 Ma, come si può vedere, la polemica è proseguita e anche in un altro articolo. 4 Tommaso Ciuffoletti è intervenuto. Su questo intervento vorrei esprimere un'opinione. Lui (RI)propone un suo vecchio cavallo di battaglia: vietare l'uso del nickname. Su questa sua posizione ho già, in altri dibattiti, polemizzato con Tommaso Ciuffoletti. Come avrete compreso io condivido le ragioni in difesa di L F e del fatto che si è tolto l'articolo ma il rimedio proposto presenta dei risvolti negati su cui mi sono soffermato in altri dibattiti. Lo abbiamo visto sfoderare, in molti dibattiti, quando si vuole screditare l'interlocutore cadendo nella mitica fallacia ad hominem. Signori, c'è sempre la MODERAZIONE nei dibattiti e se alcuni commenti superano certi limiti si posono anche essere censurati, ma motivandoli. Anche un mio commento, in un dibattito, non è stato pubblicato e non ne ho fatto un dramma. __ Quindi per concludere: 1 Saluto Lisa F e aspetto un suo nuovo e interessante articolo. 2 Finiamola di continuare ad attaccarla perché se ha sbagliato ha già pagato. 3 E finiamola di riproporre per l'ennesima volta la mitica abolizione del nickname.

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Caro Marcow mi spiace, ma questo è un blog, se ha sbagliato ha pagato qui ,forse, non quanto avrebbe dovuto visto che l'articolo è stato cancellato quando i toni dei numerosi commenti avversi sono aumentati.Purtroppo non pagherà a livello sociale.

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Luca Rossi Brambilla Fumagalli 2323

circa 2 anni fa - Link

Confermo In toto il contenuto espresso da Hakluyt.

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Ciffalino Tommasetti

circa 2 anni fa - Link

Io che mi firmo con nome e cognome ho il diritto di dire che Lisa Foletti con i sindromi del covid ha fatto bene a redarre un corso Ais! Aspettando con ansia suoi nuovi articoli.

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Ruggero Romani

circa 2 anni fa - Link

Se uno scrive un commento su un blog, dovrebbe conoscere la lingua italiana, signor Tommasetti,o no?

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Raffaele

circa 2 anni fa - Link

Altitudini... Fonni 1.000 metri Ollolai 920 metri Gavoi 790 metri Mamoiada 644 metri Orgosolo 620 metri Ergo... I 1.000 metri si raggiungono, eccome, sopra Orgosolo e non soltanto dai comuni che ho citato. Studia!

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rudy alias garrigue

circa 2 anni fa - Link

Ahhaiaiaiai i capetti sono nervosetti

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Nic Marsél

circa 2 anni fa - Link

Non capisco. Ogni volta che si parla di Sardegna nascono polemiche, fraintendimenti, invidie, inutili campanilismi, insulti, a volte persino minacce. E' per me incomprensibile l'incapacità di fare squadra. Oggi il nome Mamojada funziona? Benissimo per quelli del luogo (che si devono impegnare e concentrare a tenere alta la qualità) ma benissimo anche per i territori limitrofi altrettanto validi che possono andare a traino. Perchè farsi del male invece di sfruttare un'opportunità? Parola di un fan dei vini delle Sardegne al plurale perchè sono tante e tutte da conoscere. Peccato che il mondo fuori non lo sappia ancora!

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Enrico Miele

circa 2 anni fa - Link

A volte, da lettore affezionato e appassionato, si ha l’impressione che alcuni commentatori seriali – orgogliosamente anonimi, e in quell’orgoglio sta il loro tratto più tragicomico – godano nel mettere all’indice e condannare, stile “tribunale del popolo populista dei lettori” il punto di vista degli autori di Intravino su ciò che raccontano (inalberarsi per le altitudini di Mamoiada, voglio dire…). Io me li immagino, saltare da un post su facebook in cui criticano “i giornaloni” allo scrivere un commento arguto su twitter in cui attaccano senza remore, perché loro non fanno mai sconti, qualche “stipendio scandaloso”, per poi finire la giornata – perché no? – con un bel commento su Intravino alla cazzo di cane (le altitudini della Barbagia, appunto). Anche questa ossessione tutta religiosa, nel senso di fanatismo, per un pezzo che, a detta di alcuni, non si sarebbe mai dovuto rimuovere. Embè? Dov’è lo scandalo? Una testata, e Intravino lo è, non è mai un banale bollettino anonimo del presente, ma prende posizione, racconta, assume un punto di vista e, come tutti, quando sbaglia, umilmente, torna sui suoi passi. Non c’è alcuna lesa maestà verso i lettori nel cancellare un pezzo, ma solo la presa d’atto che, per le ragioni più diverse, sia opportuno rimuovere quel contenuto. Ed è buffo che alcuni professionisti del commento non riescano a comprendere questa evidente banalità solo perché, casomai, sono dispiaciuti di non trovar più pubblicato il loro livoroso pensierino in calce all’articolo (che poi passano più tempo a inventarsi nuovi nickname che a esprimere concetti di senso compiuto). Ma, per fortuna di tutti noi lettori, Intravino ha stile (tanto che non vi rimuove) e pazienza (a volte perfino vi risponde, ben sapendo che è come parlare a un sordo). In fondo, un commento non si nega a nessuno… enrico miele

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Cancellare un articolo per non lasciarne traccia e soprattutto senza giustificarne il motivo non mi sembra tornare sui propri passi . I nazisti bruciavano i libri. Qui almeno uno straccio di spiegazione sarebbe stata gradita... Però come dice lei intravino è un po'come Ralph Finnes...." Io vi perdono..."! Ci fa scrivere ma poi ci cancella.....

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rudy alias garrigue

circa 2 anni fa - Link

Quindi il commento su Mauro da Mantova non le fa schifo?a me fa ribrezzo ed è stato fatto da uno della" testata ",che parolone

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Fiennes, scusate. E caro Ruggero Romani perdoni i miei sindromi....

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Enrico Miele 4 gennaio 2022 __ 1 Come si evince dal mio commento del 30 dicembre sono stato favorevole alla cancellazione dell'articolo. 2 Ma non comprendo la "SOLITA"... CANTILENA... contro i NICKNAME. Non c'entra un bel tubo. Finiamola. Ho il "sospetto" che dietro al mitico Argumentum ad Hominem... sbandierato spesso nei dibattiti... CONTRO le opinioni sgradite, ci sia la voglia di... eliminare... le voci scomode...non gradite. 3 In un dibattito correto (secondo me) chi critica aspramente DEVE MOTIVARE. Senza motivazione...il commento "può" rientrare nella categoria dei COMMENTI CENSURABILI. Come ho già detto esiste la MODERAZIONE in tutti i dibattiti e questa prevede la CENSURA. Però aggiungo che se il commento aspramente critico può essere censurato se... non motivato... sarebbe auspicabile che, quando si censura un commento, si motivassero, anche brevemente, le ragioni di tale estrema decisione. 4 Sul fatto che, dopo il ritiro dell'articolo, si continui a commentare in ALTRI DIBATTITI... sempre sullo stesso argomento.... sinceramente rimango perplesso. A questo punto mi chiedo: perché allora si è cancellato l'articolo?

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rudy alias garrigue

circa 2 anni fa - Link

Tanto emiele non risponde, è un troll

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Wicks Cherrycoke

circa 2 anni fa - Link

Mi è spiaciuto molto il tono degli interventi di Tommaso Ciufoletti: Tommaso, potete cancellare gli interventi che non vi piacciono, quindi che altro volete? Al netto delle stupidaggini che vi vengono scritte, l'anonimato sul web è stato ed è ancora una delle sue qualità più importanti: in altre situazioni e in altri luoghi, se chi scrive viene identificato da quelli sbagliati finisce in galera, quando va bene.

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rudy alias garrigue

circa 2 anni fa - Link

Ciufoletti andrebbe rimosso,ha oltrepassato il limite #gohome

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Cit" questo non è mai stato un luogo dove poter fare quello che si vuole...".. Ciufoletti non sarà mai rimosso, come tantomeno la Foletti, chi si deve attenere alle regole della cricca sono quelli che lo leggono e che scrivono. Coloro che devono moderare i toni,i modi ,i contenuti siamo noi...per la cricca vale tutto,insultare, screditare e tutto ciò che non attiene alle loro regole ed ai loro modi. Blog indipendente ...mah, forse sarebbe meglio discriversi in maniera differente.

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Sempre cit." Lo spazio che ci piace gestire", è inequivocabilmente uno spazio dove o ci si fa p.....i a vicenda, oppure se sono posizioni scomode, non gradite e non in linea con la filosofia aziendale vengono o cancellate oppure denigrate. Si effettivamente è indipendenza anche questa. Nella peggiore accezione del termine.

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Scusa Ruggero Romani,descriversi.

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rudy alias garrigue

circa 2 anni fa - Link

Ho visto che produce vino (15 € alla prima uscita),ambizioso uscire a quei prezzi, chi glielo vende?monsieur morichetti?vorrei assaggiare, visto che ,come dicano, il vino è lo specchio della vigna

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...mi domando se tutto ciò che ho letto in questo thread sia attinente all'argomento trattato ... pur auspicando grande interattività negli argomenti ...

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Gino barrini

circa 2 anni fa - Link

Specialmente i commenti di ciufoletti, politico mancato pontida prima repubblica

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hakluyt

circa 2 anni fa - Link

Post eliminato prima ancora di essere pubblicato ??? Boh...

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