Armando Castagno e Castellina in Chianti | Si può presentare un libro sul vino senza parlare troppo di vino

Armando Castagno e Castellina in Chianti | Si può presentare un libro sul vino senza parlare troppo di vino

di Jacopo Manni

L’Associazione Viticoltori di Castellina in Chianti ha deciso di festeggiare i suoi primi venti anni di vita con le parole di Armando Castagno pubblicando il libro Castellina in Chianti – territorio, vino, persone.

Il testo si compone di tre parti.
Nella prima, chiamata Identità, Armando Castagno dà al lettore le basi per affrontare il territorio di Castellina cercando di delineare le basi identitarie di questo specifico areale del Chianti Classico. Nella seconda, la più corposa e chiamata Persone, Castagno pubblica interviste intime e profonde fatte in presenza con tutti i 37 produttori di Castellina*: ne esce un racconto corale, polifonico ed empirico di cosa sia effettivamente quello specifico territorio. Nell’ultima, Orientamento, l’autore fornisce strumenti esplorativi con indirizzi delle aziende, mappe e bibliografia essenziale.

www.andreafedericiphoto.com

Il libro è stato presentato in anteprima assoluta mercoledì 22 febbraio al Beef Bazaar di Roma, con Giampaolo Gravina a fare da spalla, guascone e maestro di cerimonie. Un lavoro durato oltre 5 anni, anche causa covid, che è stato immaginato, composto e quindi scritto da Castagno secondo una logica assai poco vinocentrica. Che l’autore ci spiega così:

Ho voluto intervistare i produttori rigorosamente in presenza, senza concordare le domande perché il racconto fosse spontaneo, quasi una chiacchierata tra amici. Questo mi ha permesso di mettere in luce aspetti inediti, ricordi, vicende personali, storie di famiglia. Al di là di una parte descrittiva e didattica sul territorio di Castellina in Chianti, nel libro non troverete numeri, ettari o presentazioni dettagliate delle singole aziende, se non quanto riferito dagli stessi intervistati sulle loro attività. Quello che mi interessava, infatti, era cogliere l’umanità dei produttori, raccontare il loro vissuto che poi si ritrova nel calice.

 

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Alla presentazione, durata più di un’ora, non si è mai parlato esplicitamente di vino. Ovviamente io non avevo letto il libro né avevo idea di come fosse composto, ma il fatto che per tutta la durata della presentazione nessuno avesse parlato di descrittori, acidità, durezze, tannini e terroir – sciorinando quel vocabolario ormai classico, canonico e anche ridondante – mi ha davvero incuriosito. Più andava avanti la discussione, meno si parlava di vino e più mi veniva l’occhio lucido, la papilla tremante e la voglia di strillare come un Gene Wilder invasato: SI PUÒ FAREEE!!!

Quindi si può parlare di vino senza parlare di vino e quando Giampaolo Gravina ha dato il via alle domande dalla sala – quel momento topico in cui tutti iniziano a far finta di ricevere messaggi sul cellulare o si fingono svenuti – io impavido ho preso la palla al balzo:

“Oggi siamo tutti qui riuniti e stiamo ovviamente parlando di vino ma in tutta la presentazione del libro oggi paradossalmente o volontariamente non avete mai parlato di vino. Volevo chiedervi innanzitutto se sia possibile oggi quindi parlare di vino senza parlare vino. E se condividete questa mia lettura della giornata e di conseguenza anche del tema del libro”.

Armando Castagno: “Condivido questa chiave di lettura sin dal titolo del libro che è Castellina in Chianti con sottotitolo Territorio, Vino, Persone, in cui il vino sta nel mezzo e non al centro. Bella risposta eh? – e ride –  Lascio la parola al mio esimio collega Giampaolo Gravina…”.

Giampaolo Gravina: “Mi fa piacere Jacopo e ti ringrazio che tu abbia rilevato questa cosa perché è un nostro vecchio pallino. Siamo entrambi convinti sostenitori – e credo che tu Armando abbia alzato ulteriormente l’asticella –  di un modo di rapportarsi al vino in cui il vino accompagna l’approfondimento senza esaurirsi nella analisi/scomposizione/dissezione dei suoi elementi. Per quanto siamo poi legati a questa sensorialità, a cui non vorremmo mai rinunciare, abbiamo tutti scelto i nostri territori di elezione perché ci piace bere quei vini. Nasce tutto da una intimità con sapori e con profumi che ci hanno in qualche modo dato il là, però poi la bellezza di potersi occupare di una materia viva come il vino è proprio quella di attraversare obliquamente tutta una serie di territori dell’esperienza che hanno a che vedere non soltanto quindi con il corpo, con le sensazioni fisiche, ma anche con lo spirito. Che permette quindi di alzare lo sguardo e arricchirsi anche di questa dimensione.”

Armando Castagno: “Mi veniva in mente una cosa che credo tu condivida [rivolto a Giampaolo, ndr] si può riuscire in effetti anche a parlare in un certo senso di vino ma per via riflessa, cioè senza parlarne troppo, proprio come abbiamo fatto oggi. Il vino secondo me ha una sola cosa in comune con l’arte (non c’entra niente con l’arte ma una cosa in comune c’è): il vino, se si ascolta con attenzione la sua voce fuori di retorica, pone più domande di quante risposte invece dia, e quindi occuparsi delle domande che il vino ci pone, che sono una infinità, dieci volte tante almeno rispetto poi alle risposte che riesce a dare, quindi avere un approccio dubitativo, cognitivo piuttosto che un approccio giudicatorio, lapidario o responsivo e assertivo è più sano dal punto di vista culturale, è più fecondo, è più fertile.”

 


*I produttori: Antico Podere Casanova di Bucciarelli, Antiche Terre Belvedere di San Leonino, Bibbiano,
Buondonno, Casale dello Sparviero/Campoperi, Casina Di Cornia, Castagnoli, Castellare di
Castellina, Castello di Fonterutoli – Marchesi Mazzei, Castello La Leccia, Cecchi, Cennino,
Concadoro, Fattoria Di Vegi, Gagliole, Il Caggio/Ipsus, La Croce dei Fratelli Zari, La Mirandola nel
Chianti, Lornano, Marchesi Antinori a Castellina in Chianti, Mazza, Nardi Viticoltori, Nittardi,
Piemaggio, Podere La Piaggia, Pomona, Querceto Di Castellina, Rocca Delle Macie, Rocca di
Cispiano, Rodano, Ruffino, San Donatino, San Fabiano Calcinaia, Setriolo, Tenuta Canale, Tenuta
di Lilliano, Tenute Squarcialupi La Castellina, Tregole, Villa Trasqua.

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Jacopo Manni

Nasce a Roma ma si incastella a Frascati dove cresce a porchetta e vino sfuso. L’educazione adolescenziale scorre via in malo modo, unica nota di merito è aver visto dal vivo gli ultimi concerti romani dei Ramones e dei Nirvana. Viaggiatore seriale e campeggiatore folle, scrive un libro di ricette da campeggio e altri libri di cucina che lo portano all’apice della carriera da Licia Colo’. Laureato in storia medievale nel portafoglio ha il santino di Alessandro Barbero. Diploma Ais e Master Alma-Ais, millantando di conoscere il vino riesce ad entrare ad Intravino dalla porta sul retro.

3 Commenti

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Lanegano

circa 1 anno fa - Link

Per me l'Armando Nazionale potrebbe scrivere anche di entomologia babilonese o filologia delle cere da pavimento finlandesi degli anni '50 e io starei lì, devoto, a leggere avidamente.

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AG

circa 1 anno fa - Link

Buongiorno, è in vendita il libro? Se sì, dove?

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Jacopo Manni

circa 1 anno fa - Link

Ciao il libro lo si può acquistare direttamente sul sito www.armandocastagno.it oppure tramite l'Associazione Viticoltori di Castellina in Chianti

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