Una carta dei vini 100% inglese fa orrore alla filiera corta

di Alessandro Morichetti

Ci piace la valorizzazione dei prodotti locali ma uno mica si deve immolare se è costretto a bere mmonnezza. Fa presto il ristorante di Beaune a vendere solo vini di Borgogna, bello sforzo. Già in Italia c’è chi può e chi invece qualche ordine fuori provincia sarebbe meglio lo facesse. Ma in Inghilterra non esistono attenuanti. Che il Calf’s Head di Worston, Inghilterra nord-occidentale, si vanti di avere una carta con vini solo inglesi mi pare tanto il guadagno-del-cosiddetto. Il proprietario, Chris Medley, ha fatto la coraggiosa scelta dopo essere stato sorpreso dalla qualità riscontrata in giro per vigne inglesi.

La colpa è solo mia. Mai assaggiato un vino inglese, non ne risulta traccia negli annali dell’enografia mondiale. Eppure voci insistenti parlano di uve inglesi vendute in Champagne e di riscaldamento globale che sposta a nord il vigneto-mondo. Vuoi vedere che Medley è un genio e noi un branco di pecore incapaci di leggere il futuro del vino? Nel dubbio, Bolney Wine Estate Pinot Grigio 2009 per tutti.

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

8 Commenti

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Giacomo Bezzi

circa 14 anni fa - Link

......intnato accontentiamo di vedere prima o poi un'invasionedi vini australiani. A bordo degli aerei della RyanAir vendono solo quelli, mentre fanno sacchi di sterline coi viaggiatori italiani (anche se i biglietti sono a prezzi stracciati). Scommetto che gli importatori italiani (una volta erano tutti gekbvesi della Darsena; ora non so perché manco da Genova da una ventina d'anni)sono già pronti a far le scarpe ai vini italiani: cari e troppo provinciali. Ma i noli marittimi Australia-Italia sono loro gentilmente offerti gratuitamente dagli armentori australiani?

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Andrea Gori

circa 14 anni fa - Link

riguardo l'Inghilterra, devo dire che qualcosa di buono effettivamente c'è ma resta il problema dei rossi... ad esempio mi è piaciuto un sacco un Bacchus di PRimrose Hill assaggiato con Jancis Robinson a Londra: http://vinodaburde.simplicissimus.it/2008/10/02/bibendum_tutto_il_vino_del_mondo_su_due_piani_lasciatemi_qui_vi_prego/

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gianpaolo

circa 14 anni fa - Link

ci sono alcune storie promettenti. Una su tutte, per gli spumanti, e' Nyetimber, un progetto molto ambizioso nel sud est inglese, che sta gia' dando prodotti molto interessanti, che spesso alla cieca si affermano su importanti champagne. Un altra azienda che fa qualita' si chiama Three Choirs, trovi il loro spumante in prima classe British Airways, e anche i vini fermi sono abbastanza bevibili. Chapel Down fa un rose' molto apprezzato. C'e' poi la ormai quasi mitica Camel Valley, in Cornovaglia, quasi impossibile da trovare e superpremiata nei vari wine challenge. Insomma, non e' tutta robaccia, specialmente i bianchi e gli spumanti.

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domenico

circa 13 anni fa - Link

Conefermo che i vini inglesi stupiscono e che la Nyetimber come azienda, mi ha fatto capire che noi italiani in fatto di vino siamo molto arroganti e che ci culliamo troppo sugli allori. Mentre il mondo enologico va avanti, noi sembra che siamo fermi a 50 anni fa. Mi presento, sono un giovane enologo, come ogni giovane, idealista e con la voglia di cambiare il mondo:) Lavorare per Nyetimber è stata un'esperienza che va oltre il semplice fare vino, vivere a pieno la passione di questo lavoro è un qualcosa che mi mancava nelle esperienze italiane. Anche se mi inchino di fronte alla profonda cultura del vino che in alcune zone d'Italia è affascinante, come il Friuli dove il vino scorre nelle vene dei suoi abitanti; ciò però non vuol dire che dobbiamo fermarci non sognare nuovi orizzonti per l'enologia italiana.. Io a 28 anni ho deciso di fare vino per conto mio, costruendo una piccola azienda vitivinicola sulle coste abruzzesi, per non smettere di sognare!

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Luca Cravanzola

circa 14 anni fa - Link

beh... ora dire che alla cieca si affermano su importanti champagne... sicuramente la notizia è vera, non metto in dubbio questo. Ma dire che il Nyetimber è un prodotto molto interessante..mi sembra lontano da ogni eno-logica-idea.. percarità, fatto bene, l'enologo ha lavorato bene in cantina, solo gli manca un' uva degna di essere chiamata tale.. sorvoliamo quel tipico profumo di porto sporco e salmastro (dove approdano le navi, non il vino) che però magari è il loro gout de terroir..... ;-) p.s: provate come minimo 10 bottiglie... non un dito in un calice sporco durante una degustazione di 100 vini...

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gianpaolo

circa 14 anni fa - Link

la notizia è vera, ed è successo più di una volta, e me lo hanno confermato persone del calibro di Richard Boudain, editor di Decanter in Italia. Io non lo ho ancora assaggiato pero', ma mi pare che tu sia un po' eccessivo quando parli di sapore di porto sporco e salmastro, altrimenti gli altri sono tutti un po' fessi?

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Luca Cravanzola

circa 14 anni fa - Link

Copio e incollo da sopra: sicuramente la notizia è vera, non metto in dubbio questo... percarità, fatto bene, l’enologo ha lavorato bene in cantina, solo gli manca un’ uva degna di essere chiamata tale.. sorvoliamo quel tipico profumo di porto sporco e salmastro... nessuno e fesso, ci mancherebbe!! ripeto, su una decina di bottiglie, avevano tutte lo stesso (sgradevole) profumo salmastro.. poi magari fanno cuveè diverse ed io ho subito imbroccato quella più modesta.. provalo (sarebbe meglio), poi mi dici...! saluti

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domenico

circa 13 anni fa - Link

Caro Luca, ti invito a farti un giro in Sussex ed ammirare i vigneti che producono l'uva che non ritieni degna di questo nome.. poi passa per la Nyetimber, un milione di bottiglie in metodo classico. Classic Cuvèe 2003, eletto miglior vino spumante del mondo, nel Challenge 2009 "bollicine nel mondo" passando avanti a ben 13 champagne. Capirai che mentre perdiamo tempo a disprezzare il resto del mondo, loro lavorano e SERIAMENTE.

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