La Ciau del Tornavento: cronaca di una mezza delusione

La Ciau del Tornavento: cronaca di una mezza delusione

di Leonardo Romanelli

“Orgoglio del territorio del Barbaresco ”: in sintesi è quello che ti dicono in Langa quando ti consigliano di andare a La Ciau del Tornavento, luogo indispensabile da frequentare per capire gli umori dei produttori  di vino, (anche Barolo eh!) che si trovano a mangiare, in famiglia o con i clienti, ma anche per sapere come va il turismo e capirne la provenienza, visto che russi e americani (quando c’erano) e tutti gli altri comunque, segnano il ristorante quale tappa obbligata dove sostare.

A vederlo non ha niente a che vedere con il ristorante impostato e classico del tempo che fu, come costruzione e arredi: bello, moderno, spazioso, dove, appena entrati, tutto sembra funzionare come una macchina ad orologeria, aspetto necessario in modo che il servizio scorra alla perfezione visto il numero di clienti.

La prenotazione è d’obbligo ma deve essere anche molto anticipata, soprattutto nel fine settimana e non si sta parlando di un posto da pullman, tutt’altro! L’ingresso è quello che vedi nei ristoranti da film americano, ed infatti il cameriere si rivolge in inglese: buon segno, i turisti non mancano, ancor prima della stagione del tartufo. Una volta al tavolo, il tempo che scorre nell’attesa permette di vedere il muoversi dei camerieri, solleciti ed efficienti.

Si intravede anche il titolare Maurilio, un’istituzione, intento a parlare con gli ospiti ad un tavolo, poi ad un altro: un uomo che ha il mestiere in mano, lo si capisce dagli sguardi, i gesti, la capacità di affabulare. In un posto simile perché scegliere cosa mangiare la prima volta?

Inquadro la carta al QR code, ma tra proposte alla carta e menu degustazione, meglio affidarsi al menu sorpresa, e godersi quello che arriverà. Anche sul vino, vista la ricchezza di etichette presenti, meglio fare un pairing, affidandosi al sommelier. Che è sveglio, acuto ed accetta la sfida del divertimento richiesto, ovvero poco Piemonte e via al resto d’Italia.

A parte la falsa partenza quando propone un Alta Langa come aperitivo, per “stare sul territorio” anche se, tecnicamente, Alta Langa quella bottiglia non era. Ma è come il centravanti che sbaglia il rigore al primo minuto e porta la squadra alla vittoria. Il benvenuto gastronomico è vario, non banale, peccato per il taco gommoso, ma per il resto mente e spirito si fanno ben predisporre a ciò che arriverà.

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Si parte con avocado Hass (frutto della vita), tartare di dentice, caviale e panna acida. Buono se si parla di gusto, peccato che si perda il gusto e il profumo del pesce a favore del lime e dell’avocado. Si prosegue con il piatto del giorno, i calamaretti spillo scottati con i ciuffi fritti su crema di patate, davvero deliziosi, bilanciati, insomma convincenti e si prosegue poi con il carpaccio di filetto di vitella, spuma di gorgonzola, sedano e nocciole: grande qualità di materia prima, ma l’emozione non scatta.

Schermata 2020-09-26 alle 11.49.00

Sul primo l’attesa è grande, perché presentato come il piatto che piace da morire a tutti: fagottini di gorgonzola sfumati al passito, mela verde, crumble di cioccolato e noci. Supero il rischio di morire, lascio nel piatto, non discuto, l’abbinamento non lo trovo preciso, ma capisco che si tratta di un gusto che può dividere.

Schermata 2020-09-26 alle 12.14.54

Il piatto non finito fa porgere la domanda alla cameriera, come è giusto: la risposta è diplomatica, la mia, meno la sua: della serie, “Caro signore, piace a tutti se non le piace è un problema suo.” (libera interpretazione di una frase più lunga e articolata, questo è il sunto!).

Abbozzo anche perché il sommelier mi fa passare momenti belli, con un Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore 2017 di Stefano Antonucci, che è vitale ed intrigante, di bella tensione, e poi ci divertiamo con un salto nel passato del legno usato in maniera roboante: chardonnay Formigar 2014 di Cornell Colterenzio e non oso pensare come fosse alla sua uscita, ora che ha domato l’impetuosità giovanile e ha un senso berlo, nel ricordo del tempo che fu.

Schermata 2020-09-26 alle 12.16.07

Arriva il capretto, di buona succulenza, saporito e con un fondo ben tirato, con verdure saltate, preparate senza amore sia nel taglio che nell’esecuzione. Meno male che l’Etna Rosso Scalunera 2017 di Torre Mora e il Barolo dei Fratelli Revello 2012 avevano concentrato la mia attenzione e curato il palato in maniera preponderante.

Dolce non così intrigante da cogliere l’attenzione, ordino il caffè che viene dimenticato e non arriverà mai , mentre i camerieri già sbarazzano la sala ma è tardi e il tempo incombe, meglio pensare alla giornata successiva di radiose degustazioni.

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Leonardo Romanelli

“Una vita con le gambe sotto al tavolo”: critico gastronomico in pianta stabile, lascia una promettente carriera di marciatore per darsi all’enogastronomia in tutte le sfaccettature. Insegnante alla scuola alberghiera e all’università, sommelier, scrittore, commediografo, attore, si diletta nell’organizzazione di eventi gastronomici. Mescolare i generi fino a confonderli è lo sport che preferisce.

76 Commenti

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Vignadelmar

circa 3 anni fa - Link

La mia ultima esperienza, novembre 2018, invece è stata entusiasmante. Optammo per un percorso piuttosto tradizionale, codeciso con lo Chef, tutto incentrato sul tartufo bianco. Piatti bellissimi e buonissimi, dalle cotture millimetriche. Servizio di alto livello, pur senza essere ingessato. Alla fine giro turistico nella cantina, che da solo vale il viaggio. Una grande esperienza, magari poterci andare più spesso!!! Ciao

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Maurizio

circa 3 anni fa - Link

Non condivido in questo caso le critiche, ma trovo estremamente apprezzabile che vengano mosse in un periodo ormai in cui le recensioni di ristoranti qui e altrove si limitano a essere delle sviolinate insipide.

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marcow

circa 3 anni fa - Link

Trovo interessante questa recensione per questi motivi. 1 È raro, nel panorama della Critica Enogastronomica Italiana, leggere delle "critiche" negative. Prevalgono quelle che tendono a esaltare. È, se non mi sbaglio, il senso del commento di Maurizio. 2 I fagottini al gorgonzola mettono in evidenza il gusto personale, come viene detto anche nella recensione. Spesso il gusto personale viene sacrificato nelle discussioni intorno alla degustazione. 3 Il commento di Vignadelmar rafforza, secondo me, il concetto di gusto personale che, se usato con intelligenza, dovrebbe favorire una DIVERSITÀ e PLURALITÀ di OPINIONI (e di recensioni) e non L'OMOLOGAZIONE che caratterizza il discorso critico gastronomico italiano.

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GIANNI VINCENZI

circa 3 anni fa - Link

manco da moltissimi anni. Come stiamo con il conto.?

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edoardo

circa 3 anni fa - Link

Con il menu’ tradizionale e barolo classici di 10 anni siamo sempre stati benissimo, anche nella spesa...provate anche Bovio.

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Simone

circa 3 anni fa - Link

Verissimo!! Altro posto dove si sta benissimo e un rapporto qualità prezzo 🔝

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Simone

circa 3 anni fa - Link

Ci siamo stati recentemente per i 10 anni di nostra figlia.. Tutto impeccabile dall aperitivo al dolce finale posto super in tutto.. Mhaaa strano non si sia trovato bene... De gustibus 🤪

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Leonardo Romanelli

circa 3 anni fa - Link

La stessa risposta della cameriera :-) . Guardi che può capitare .

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Alessandra

circa 3 anni fa - Link

Ormai troppo osannato. Alcune ombre sul servizio e disattenzioni nei piatti proposti. Mi trovo in accordo con la recensione

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.Giulio

circa 3 anni fa - Link

Mi spiace leggere una recensione del genere, evidentemente è stata fatta per screditare in modo alquanto scoretto sia l ottima cucina ,sia il posto splendido, sia chi dirige il tutto. Disgustoso ma rispecchia i tempi in cui viviamo, si fa fretta a infangare le persone che hanno un qualcosa di splendidamente bello.

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Damiano

circa 3 anni fa - Link

Quindi lei ha deciso che il posto è ok e se qualcuno non vi si è trovato bene è una brutta persona che vive per sputtanare ? Se fossi il patron del locale apprezzerei enormemente le critiche negative, se il mio obiettivo è non lasciare nulla al caso e puntare a far ricordare qualsiasi esperienza come perfetta.

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mauro

circa 3 anni fa - Link

@giulio, ma per piacere.. E' una recensione obiettiva e vera. Sei andato di recente? Che gli serva di lezione, non si può vivere di luce riflessa: il posto è bellissimo, tanta scena ma la cucina non all'altezza.

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Leonardo Romanelli

circa 3 anni fa - Link

@giulio Io credo che a volte uno vuole leggere quello che già pensa senza entrare nel merito di quanto scritto. Lei cosa dice? Screditare? Ma quando mai !iIo ho fatto la cronaca di una cena in maniera veritiera. Disgustoso è un termine che le piace utilizzare che non mi appartiene, lo attribuisce ad un'azione che non è stata fatta, io a tavolino non ho deciso niente e sono andato con le aspettative migliori. Non ho infangato nessuno e se legge le mie recensioni ho sempre il massimo rispetto di chi lavora. Credo veramente che sia più utile una critica costruttiva che tanti salamelecchi falsi. Questo per essere precisi, poi rimanga della sua opinione se vuole, chi ragiona con preconcetti è difficilmente dialogante

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Vignadelmar

circa 3 anni fa - Link

Leonardo, ciao. Domanda semplice: a fine cena, o nei giorni successivi, ne hai parlato con il Ristoratore? Grazie

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Leonardo Romanelli

circa 3 anni fa - Link

@vignadelmar non capisco il senso della tua domanda. Penso di avere una visione della critica diversa dalla sua

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Vignadelmar

circa 3 anni fa - Link

La domanda era semplice. Difficile non capirne il senso. Vedo che non vuoi rispondere. sarebbe stato sufficiente un semplice si o un altrettanto semplice no. Ciao

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Leonardo Romanelli

circa 3 anni fa - Link

@vignadelmar Non rispondo ad una domanda volutamente capziosa, non mi piace il tono. Detto questo la risposta è no: un cliente chiama il ristoratore dopo essere stato a mangiare? Che domanda è? Per questo dico che abbiamo visioni diverse della critica

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Vignadelmar

circa 3 anni fa - Link

Se non ti piace il tono delle domande che eventualmente ti possono porre i tuoi interlocutori in un blog, evita di scriverci. Scrivi un post, dove non si può commentare ed eviti eventuali scocciature. Questo giusto per rompere il ghiaccio. Poi la risposta alla tua domanda è si. Se e quando mi trovo male in un ristorante, un determinato piatto non mi è piaciuto, così come determinati vini non mi piacciono durante una visita in Azienda, ne parlo con il Titolare o il Responsabile. Questo per me significa essere costruttivi. Non è un obbligo è un approccio differente, su questo concordiamo. Personalmente quando scrivo recensioni di ristoranti, di vini, su DoctorWine, evito di scrivere cose negative. Mi spiego, se una visita nell'Azienda X (vino o cibo poco importa) è stata complessivamente insufficiente, non ne scrivo nemmeno un rigo. Se invece mi è piaciuta come minimo abbastanza, scrivo solo delle cose che mi sono piaciute. Ma de visu, sul momento, non risparmio mai critiche, anche aspre. E di questo mio atteggiamento ne sono testimoni tanti interlocutori che inizialmente rimangono spiazzati da tanta sincerità, poi invece ne apprezzano la volontà di capire e di far capire il proprio punto di vista. Senza voler "minare" pubblicamente il loro lavoro, che probabilmente portano avanti nel migliore dei modi possibile o almeno così pare a loro. Ma, ripeto, il mio e il tuo, sono due approcci leciti. Con pari dignità. Ciao

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Pia Laura Missaggia

circa 3 anni fa - Link

Assurdo impiegare tante parole e tanto spazio. Oggi si scrivono montagne di idee strampalate semplicemwnte per dire I like o I don't like.

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Leonardo Romanelli

circa 3 anni fa - Link

Sono una persona che ama il confronto, però certo, con uno che mi scrive cosa devo o non devo fare nella vita l'approccio non è dei migliori. Poi, ci devi informare qui che scrivi su doctor wine, sul quale fai recensioni di ristoranti : per la netiquette non è il massimo, sappilo, mancava solo un bel link. ad un articolo ed eravamo a posto. Poi, tu scrivi per i lettori o per i ristoratori o produttori? Propendo per la seconda ipotesi.

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Radici

circa 3 anni fa - Link

Beh, dai, Leonardo, guarda il lato positivo: qui ti dice le cose in faccia, ma su doctorwine recensirà benissimo Intravino...

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Vignadelmar

circa 3 anni fa - Link

Vedo che continui con il tuo stile di risposte. Allora mi adeguo. E ti spiego come devi interpretare i miei scritti, se ci riesci. Tu esprimi i tuoi pareri in un blog dove sono previsti i commenti dei tuoi interlocutori. Io ti ho posto una domanda semplice, ti ho chiesto se sulle criticità riscontrate ti fossi confrontato con il Titolare del ristorante. tu mi rispondi che non capisci il senso della domanda e poi che la mia domanda fosse capziosa. Sforzati, son convinto che se volessi potresti rispondere con maggior acume. Nel merito, alla tua ultima risposta, se riuscissi a capire il senso di un testo scritto, non ho mai detto cosa devi o non devi fare. neanche me lo sono sognato. Anzi ho ribadito più volte che i nostri approcci sono differenti e parimenti leciti. Chiaro? Ripeto, differenti e parimenti leciti. Che io scriva su DoctorWine lo sanno anche i muri, o almeno mi pace crederlo. Comunque scrivo i miei ormai rari commenti su Intravino dal numero zero, credo. Appunto perchè scrivo per i lettori, scrivo solo delle cose che mi sono sicuramente piaciute. Perchè sulle cose che non mi sono piaciute potrei essermi sbagliato e comunque non mi piacerebbe così contribuire negativamente sul lavoro altrui. Ma, ripeto per la terza volta, un approccio diverso o opposto è comunque parimenti lecito. .

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Leonardo Romanelli

circa 3 anni fa - Link

@pialaura Guardi che c'è chi critica invece il fatto che non si scrive più abbastanza. Se lei pensa che basti dire "Si" "no libera di farlo ma in tanti la pensano diversamente

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Leonardo Romanelli

circa 3 anni fa - Link

Siamo off thread , chiudiamo qui la discussione altrimenti impestiamo il post di argomenti che non interessano a chi legge. Se credi mi scrivi ma ho capito!

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bevo_eno

circa 3 anni fa - Link

E ti spiego come devi interpretare i miei scritti, se ci riesci. FENOMENO QUANDO RAGGIUNGERAI DANTE OPPURE UNGARETTI CI PERDEREMO IL TEMPO AD INTERPRETARE... io bevo 3-4 vini a settimana e vado in 3-4 ristoranti a settimana, cosa dovrei fare, passare le giornate a confrontarmi col titolare? e se dopo qualche giorno che ho comprato un paio di nike le trovo scomode chi chiamo... il titolare della nike??

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bevo_eno

circa 3 anni fa - Link

ma poi vignadelmar fa piacere sapere che su doctorwine troveremo sempre e solo recensioni positive... bella cosa

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Vignadelmar

circa 3 anni fa - Link

bevo_eno, fai come vuoi, naturalmente. Io penso che dedicare del tempo al confronto mi arricchisca e con un pizzico di autostima penso arricchisca anche il mio interlocutore. E' anche per questo che utilizzo parte del mio tempo a rispondere a te e agli altri che come te non condividono il mio modo di fare. Ciao

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Francesco Oddenino

circa 3 anni fa - Link

Come non darti torto Leonardo. Posto oramai senz'anima. Solo più ricerca dei coperti. Capiti una sera e fai una grande cena. Capiti la volta dopo e ti trovi malissimo. Ho smesso di andarci, anche se ho dei bellissimi ricordi

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Sara

circa 3 anni fa - Link

Mi trovo molto d’accordo. Andata quest’estate per il mio compleanno, stesse impressioni e servizio non di livello. Si sono persi la mia prenotazione e di fronte alla mia perplessità mi hanno redarguito con un “ non abbiamo mai lasciato a digiuno nessuno”. Location molto suggestiva, ma sembrava di stare a una festa di paese con tutti accalcati a farsi selfie in terrazza. Servizio veloce, troppo. Sentirsi un numero in uno stellato, dovrebbe valere solo per le stelle affisse fuori. E poi la cucina, non all’altezza, alcuni sapori decisamente troppo intensi perché “scappata la mano”, non per estro culinario. Dello chef a fine serata manco l’ombra, fu una delusione su più fronti, sarà che le aspettative erano altissime o sarà che adesso, forse la qualità in zona si e’ estremamente alzata e non si può vivere dei fasti del passato perché la concorrenza e’ molto alta. Poi magari ho solo preso una serata sbagliata, ma nulla rispecchia le narrazioni di vecchi clienti andati anni fa.

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Dario Scaglione

circa 3 anni fa - Link

Mi ritrovo molto, anche se per quella che è stata la mia ultima esperienza nel locale, risalente a questa estate, posso solo dire che a Leonardo Romanelli è andata piuttosto bene. Permettetemi di raccontarvi le mie disavventure con il sommelier di cui si parla nell'articolo (perfettamente dipinto da L.R.). Due note sulla cucina: ottime materie prime, poche idee, zero innovazione, in qualche piatto tendenza alla pesantezza (dalla fassona impanata nei grissini imbevuta d'olio ai ravioli di gallina con fois gras e marsala eccessivamente unti... il dolce sbagliato... ma non è questo il punto). La tesi, in sintesi: il Servizio in generale, e in particolare tutto ciò che riguarda il vino in quel ristorante è una palese manifestazione di scarsa professionalità, incompetenza, superficialità, sfoggio senza contenuto e, probabilmente, propensione a fregare il cliente. Carta dei vini da scaricare su smartphone tramite QR code (se non hai l'app di lettura, la devi scaricare... se no ti attacchi...). Apparentemente molto lunga, in realtà molto disomogenea e lacunosa anche solo restando in Langa: profonda sui barolo o barbaresco di pochi produttori, con netto sbilanciamento sui modernisti (una pagina e mezza di Conterno-Fantino, per dire), pochissimi i Langhe nebbiolo (o nebbiolo d'Alba) in carta. Nomi à la page nei ruggenti anni novanta, in linea con lo stile del locale. Scarsissima ricerca, pochissimo gusto contemporaneo. Ne prendo atto. Siamo in due, mia moglie non beve. Chiedo se hanno un servizio al calice (non menzionato nella carta dei vini). Il sommelier mi dice di sì... ok, gli dico: per quali vini si può avere? "Tutti!" Mi dice. Io chiedo se ho capito bene. "Beh, certo, se mi chiede un Monfortino dell'85 non posso...", "no, certo... ma per vini di prezzo medio presenti in carta posso chiedere un calice?" "Certo, abbiamo un discreto giro al bicchiere, lei mi dice e io apro. Allora, vogliamo iniziare con un bel barolo o con un barbaresco?". Gli faccio notare che essendo i primi due piatti del nostro menu a base di gamberi e vitello tonnato, forse avrei atteso l'arrivo del primo per accostare simili vini. Lui, scocciato, non fa altre proposte e mi dice di avvertirlo quando avrei voluto bere qualcosa. Arriva il primo. Gli chiedo un barbaresco. Per non sbagliare, gli indico tre nomi di produttori: Colla, Castello di Neive e Sottimano, indicando di questi qualche annata matura: tutto presente in carta, ovviamente. "Ho capito i suoi gusti. Se mi permette, la vorrei stupire con qualcosa che magari non conosce". Piciu io a dire di sì, furbo lui a rifilarmi il 2016 di un produttore minore di Treiso (F.lli Grasso) che aveva già aperto da far andare e che si è rivelato vino assolutamente trascurabile. E già mi giravano... Arriva il secondo: chiedo un altro calice "allora, andiamo di barolo?" "E un po' di bamba?" Volevo chiedergli...Manco fossimo in corso Como a Milano... Ci riprovo: tre nomi, presi dalla carta, perché già avevo il sentore che , forse, dalla carta alla cantina qualcosa cambiava... Riprovo col Bussia di Colla, il Brunate di Marcarini e il Sarmassa di Scarzello ( praticamente gli unici tradizionalisti ad eccezione di Rinaldi, i due Mascarello, Conterno e Giacosa). Chiedo nuovamente un'annata un po' matura, senza specificare per non mettere in ulteriore difficoltà. Chiedo, soprattutto, di avvertirmi qualora quelle bottiglie non fossero disponibili. "Assolutamente ". Arriva poco dopo con un'etichetta di colore sgargiante, un po' coperta dalla mano, ma che mi fa venire in mente "brunate". "Brunate del 2009, va bene?" Benissimo, grazie. Lo versa e se ne va. Lo guardo e penso: accidenti, non bevo Marcarini da un po' ma come si è fatto scuro nel colore! Lo assaggio e ho una folgorazione: mi ha fottuto. Era un brunate del 2009 con etichetta sgargiante, sì, ma arancione, non dorata come avrebbe dovuto essere. Etichetta arancione: è il brunate di Mario Marengo. Lo richiamo, gli faccio capire che non sono scemo, lui si arrampica sui vetri "eh, accidenti, li confondo sempre", mi dice, lui. Il sommelier della Ciau del Tornavento. Una Stella Michelin in Langa. Sommelier che non ha saputo dire mezza parola sui vini che ci ha servito, che non ha saputo proporre un abbinamento minimamente sensato, e che mi ha preso in giro sperando che non me ne accorgessi. Vino per la cronaca pesante, dal fruttone surmaturo, come ricordavo fosse il 2009 di Marengo. Mi giravano abbastanza, ma per fortuna nella vita le cose importanti sono altre e non avevo voglia di fare piazzate. Ultima chicca: il giro in cantina per ammirare questa specie di grotta di Aladino. Bottiglie tutte in bella vista, selezione patinata, più da investitore che da ristoratore appassionato. Ah, nessuna traccia dei vini che avevo chiesto, ribadisco: tutti presenti in carta. È la quarta volta per me alla Ciau. L'ultima volta era stato cinque anni fa ed era tutta un'altra cosa: oggi la deriva commerciale è imbarazzante. La percezione è quella di un'arroganza pacchiana, totalmente anacronistico anche rispetto a ciò che cerca oggi il turista enogastronomico che viene in Langa. Molto distante da quei requisiti minimi di finezza, serietà, professionalità che dovrebbe avere uno stellato nel 2020. Mi auguro che gli venga tolta la Stella, per il bene dell'immagine della ristorazione langarola.

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franco

circa 3 anni fa - Link

grazie Dario. Racconto divertente, nonostante l'esperienza infelice

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mauro

circa 3 anni fa - Link

Come darti torto..

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Pia Laura Missaggia

circa 3 anni fa - Link

Qui trovo ci sia spazio semplicemente per dire I like o I don't like. Critiche accettate solo se costruttive e fatte da uno Chef all 'altezza ed alla pari del signor Maurilio. Scriva un libro, impiegando la sezione Principianti'

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mauro

circa 3 anni fa - Link

Ma che c'entra?? Nemmeno i critici musicali sanno suonare la chitarra. Si può giudicare un piatto senza per forza saperlo fare. O no?

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bevo_eno

circa 3 anni fa - Link

mi sembra che il conto lo si paghi tutti uguale, non è diverso per ogni categoria...

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Leonardo Romanelli

circa 3 anni fa - Link

Si rivolge a me? E comunque , lei vuole vivere in una società divisa in caste? Per ultimo, lei pensa davvero che ci si debba criticare tra simili? No, era per sapere...

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bevo_eno

circa 3 anni fa - Link

se lei nel frattempo vuole scrivere un libro a 4 mani sull utilizzo DELL INTERNET (cit.) a 4 mani col baffettino... cosi seguiremo tutti le sue linee guida

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Giorgio Serafini

circa 3 anni fa - Link

Festeggiamo il compleanno di mia moglie a pranzo , un Sabato di Giugno con il ristorante mezzo pieno quindi non affollato . Eravamo in tre, e subito all'arrivo , dopo qualche minuto , si presenta la moglie del titolare quasi infastidita dal fatto che non avevamo ancora scelto le portate dal menu' .....ricevuto qualche minuto prima . Abbiamo scelto antipasto , secondo , dolce .....l'attesa tra un piatto e l'altro e' stata ridicola ( circa 3/4 d'ora ), .....nota finale il bicchierino contenente il dessert presentava tracce sul bordo..... ovviamente non era stato ben lavato . Servizio da dimenticare ,camerieri svagati ed imprecisi , stendo un velo pietoso sulla persona che si e' spacciata come sommeiller . Abbiamo avuto la netta sensazione di persone che si sentono troppo arrivate..... Nella mia vita lavorativa ho avuto la fortuna , lavorando per un'azienda di fama mondiale , di provare una trentina di stellati su tutto il territorio nazionale .....ho potuto quindi fare di conseguenza , i dovuti confronti che mi portano alla seguente conclusione : Location ( splendida come panorama )......esperienza da dimenticare !

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mauro

circa 3 anni fa - Link

Premetto che non ho nulla contro il sig. Maurilio, ma apprezzo che qualcuno abbia avuto il coraggio di una recensione non così positiva per un posto che giudico sopravvalutato. Il ristorante è bellissimo, nulla da dire, ma a mio avviso la cucina non è all'altezza. Poi se vogliamo fare i fighi, farci i selfie, illuminarci gli occhi per le bottiglie esposte, perchè in fondo è figo già solo il nome del posto, va bene così: fa scena. Ma io se voglio cenare bene davvero vado altrove.

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mauro

circa 3 anni fa - Link

con questo non voglio dire che si mangi male, dico solo che vista la bellezza del posto io, ripeto, io, mi aspetterei di più.

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Giacomo

circa 3 anni fa - Link

cliccare sulle foto per avere la dimensione reale del piatto ovvero cliccare sulle foto per diminuirle io ricordo il lem quando in langa eravamo poveri ed ignoranti.mica come ora... resta sempre Hilary, a poche decine di metri andateci, andate a rompergli la minchia con l'alta langa o il barbera l'annata matura.

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VINOLTRE

circa 3 anni fa - Link

Devo purtroppo aggiungere anche la mia esperienza in questo luogo sicuramente molto bello ma con un servizio al limite dell'imbarazzante e una cucina, a mio modesto parere, sopravvalutata. Mi preme specificare che per servizio intendo i "modi" ( eccessiva supponenza al limite del maleducato ) e la scarsa preparazione del personale che si occupa del vino ( serviti vini non richiesti, annate sbagliate, non conoscenza dei vini in carta ). Anche a me come qualcuno ha detto qui , sarà capitata la serata sbagliata?'?? mah , ho i miei dubbi, visto che altre persone di mia conoscenza hanno avuto esperienze più o meno simili alla mia. Per evitare qualsivoglia polemica non sto crocefiggendo nessuno ma dico solo che forse dovrebbero rivedere un po' l'organizzazione generale.

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Strada Paolo

circa 3 anni fa - Link

Era il ristorante delle Langhe che nel passato (diciamo 2005-2012) consigliavo a tutti. Location eccezionale, cantina da sogno, piatti stupendi. Ultime due esperienze piu' recenti delusione totale, mi ritrovo in tanti dei commenti qui menzionati ed il declino molto triste. Servizio al limite dello scandaloso, sembra di essere in quelle trappole per turisti in costa smeralda, amalfi o venezia costruite apposta per fotterti. E anche per me terribile esperienza con sommelier......peccato ma anche per me croce sopra sopratuttto in una zona come le Langhe dove le proposte migliore abbondano.......

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marcow

circa 3 anni fa - Link

La Critica, in qualsiasi settore, cinema, libri, enogastronomia ecc..., è al SERVIZIO del lettore, del cliente. Qualunque sia la VALUTAZIONE, positiva o negativa, in diversi gradi e su diversi punti, il RECENSORE DEVE INFORMARE i lettori. Non deve nascondere alcuni aspetti negativi. Non deve tacere e parlare SOLTANTO degli aspetti positivi. La maggior parte della CRITICA GASTRONOMICA ITALIANA, purtroppo, non svolge in questo modo l'attività di CRITICA. Per me non è un'altra modalità di fare critica. Per me non è assolutamente Critica. Questo comportamento molto diffuso ha fatto perdere, secondo me, in CREDIBILITÀ la CRITICA GASTRONOMICA ITALIANA. __ Un critico letterario, dopo aver letto un libro, non telefona privatamente all'autore per dirgli le cose che non gli sono piaciute. Le racconta ai suoi lettori sul giornale dove scrive. Non tace. __ Ecco perché mi sono complimentato, nel mio primo commento, con Leonardo Romanelli. Perche è RARO leggere, in Italia, una critica negativa ai ristoranti che si recensiscono. Signori, abbiamo visto, dal dibattito, che non sono pochi i clienti che hanno mangiato e non sono rimasti soddisfatti.

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Vignadelmar

circa 3 anni fa - Link

Il DEVE si usa eventualmente solo per il rispetto delle leggi della Repubblica. C'è chi sostiene che si debbano innanzitutto rispettare le leggi di Dio, ma non sono d'accordo. E a quanto mi risulta non esiste una legge che disciplini la stesura delle recensioni. Quindi ognuno si regola come vuole, senza dovere alcuno. Personalmente, rendo conto innanzi tutto al mio Direttore, che mi paga per il lavoro che faccio (recensioni di ristoranti o di vini). E finchè mi permette di farlo come meglio credo, garantendogli la assoluta correttezza professionale nella formulazione dei miei giudizi, sono a posto. Inoltre, con quanta sicumera esprimi le tue certezze: cosa fanno o cosa non fanno gli altri critici. Ne conosci molti? E di questi molti, quanti ti hanno spiegato come svolgono il proprio lavoro? Accetto di buon grado il fatto che per te non si tratti di critica, ma è e resta una tua opinione . Io continuo a svolgere la mia professione come meglio credo e come piace al mio Direttore. Ciao

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Radici

circa 3 anni fa - Link

@vignadelmar... basta così, che tra un po' al tuo direttore tocca chiudere! In sostanza, voi di Doctorwine fate così: su direttiva di Cernilli (cit: "...come piace al mio direttore ") non scrivete mai che un ristorante (o un vino, immagino) ha dei difetti: ne enunciate solo i pregi. I difetti li comunicate con una telefonata al ristoratore (o al produttore). Ottimo! Saprò quale guida non acquistare e quale blog non consultare per vini o ristoranti.

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Vignadelmar

circa 3 anni fa - Link

Io ho un mio stile che evidentemente al mio Direttore piace e condivide, visto che mi paga per scrivere. Personalmente scrivo di un vino solo se mi piace. Che è cosa ben diversa dallo scrivere che mi piace anche se non è vero. Personalmente scrivo di un Ristorante solo se mi piace. che è cosa ben diversa dallo scrivere che mi piace anche se non è vero. Sono anni nei quali tutti ci accapigliamo e litighiamo su tutto. Allora a me piace contribuire parlando solo di cose buone e belle, che magari hanno anche dei piccoli difetti, che non taccio, ma mediamente sono meritevoli di esser raccontati. Non mi va di parlare di un vino complessivamente mal fatto; oppure di un ristorante che complessivamente non funziona, non gira. E' un delitto? No. E' un errore? Forse. Ma ancora non mi avete convinto che lo sia.

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Manuela

circa 3 anni fa - Link

Anche basta

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Vignadelmar

circa 3 anni fa - Link

Dimenticavo una cosa. A me piace molto confrontarmi con i miei soggetti a critica. E spessissimo, per non dire sempre ci parlo e ci discuto, anche animatamente. Gli dico cosa secondo me non va e provo a capire se sono io a sbagliare l'interpretazione e la valutazione di un vino o di un pasto. E' un confronto a volte aspro, a volte simpatico, ma sempre stimolante e formativo. Ho così conosciuto meglio centinaia di Produttori di vino, di Ristoratori, ne ho capito meglio la filosofia, gli stimoli, i progetti. E questa parte la considero una delle più importanti della mia vita. Mi ha aiutato a crescere molto. .

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bevo_eno

circa 3 anni fa - Link

ma quando capirai che autoincensarti in continuazione qui non è cosa da fare... cosa è il tuo direttore non ti da abbastanza pacche sulle spalle e non ti scrive abbastanza Bravo alla fine del compitino?

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bevo_eno

circa 3 anni fa - Link

bravo vai avanti su doctorwine, noi leggiamo articoli di critica su intravino, per le sviolinate adesso sappiamo dove andare professore, finchè piacciono al tuo direttore

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Giovanni

circa 3 anni fa - Link

Sono veramente stupito per quanto scrive, e con alterigia,il signor Vignadelmar. Premesso che non sono un buongustaio e non ho mai frequentato quel ristorante, il mio stupore risiede nel di lui concetto di critica. il termine deriva dal greco attraverso il latino e significa "giudizio". Quest'ultimo è inevitabilmente, in parte la più piccola possibile per onestà intellettuale, orientato anche da soggettività, ma è veramente curioso,se non strabiliante, che nell'informazione gastronomica si parli solo dei perfetti (a proprio giudizio!) e si taccia degli imperfetti o dei loro caratteri ritenuti tali. Dunque anche nella enogastronomia vige una sorta di preventiva collocazione,come nei giornali politicamente orientati, pressochè tutti in verità. Con la differenza che, in tema di cucina, il lettore,che ben sa che il recensore non può aver visitato tutti i locali di una data località, non avrà remore a scegliere quelli non oggetto della recensione. Mentre nell'editoria generalmente la posizione politica dei giornali è nota.

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Angelo Trabucco

circa 3 anni fa - Link

Parlo da semplice paesano quale sono, sono stato una sola volta dal Sig. Maurilio, non posso permettermelo, mi piacerebbe, mi sono trovato in paradiso, ripeto, non ho le vostre conoscenze, certo che trovare le verdure tagliate bene ma cucinate senza amore.....ecco, tutto questo mi spiazza, mi piacerebbe capirne così tanto, io assaggio, guardo anche, ci mancherebbe, dico mi piace o non mi piace......sono proprio uno che viene dai grebani...

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hakluyt

circa 3 anni fa - Link

Angelo, se non sai cogliere il fatto che le verdure sono "tagliate senza amore", che "l'abbinamento non è preciso", che il Verdicchio è "intrigante" cosa vai a fare in un ristorante "stellato" ??? Stai a casa, dai retta a me che sono un pirla...

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Vinoltre

circa 3 anni fa - Link

.... grembali, glembani, grembani....sono solo sassi...:)

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Giacomo

circa 3 anni fa - Link

Dai grebani ci veniamo tutti... anche quelli che hanno l'eliporto in cantina solo qualche anno fa chivu 'r büse chi drucavu drè dar tamagnun...

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hakluyt

circa 3 anni fa - Link

Giacomo, dalle tue parti conoscevo uno col tuo nome che installava caldaie. Sei per caso tu ???

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Pia Laura Missaggia

circa 3 anni fa - Link

Leggo di tutto e di più. In disaccordo con chi scrive un libro della sua vita, dei suoi.pensieri, etc, come le comari, quando basterebbe semplicemente scrivere un 'mi é piaciuto (oppure no), ho condiviso (oppure no). Le citiche vanno ascoltate sempre e solo da persone delo stesso livello professionale e non da 'sapientoni' rosicati da invidia ed ignoranza.

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fantasilandia

circa 3 anni fa - Link

evidentemente non siamo "delo" stesso "livelo".....

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marcow

circa 3 anni fa - Link

Fantasilandia. La tesi principale della Missaggia(ha scritto 3 messaggi) è questa: "Le critiche vanno ascoltate sempre e solo da persone delo stesso livello professionale e non da ‘sapientoni’ rosicati da invidia ed ignoranza". In un altro commento(v in alto nel dibattito) chiarisce meglio e dice: "Critiche accettate solo se costruttive e fatte da uno Chef all ‘altezza ed alla pari del signor Maurilio" __ Insomma, uno STELLATO lo può criticare soltanto uno stellato. E gli ALTRI? Gli ignoranti e gli invidiosi, come li apostrofa la Missaggia? Ecco il pensiero della Missaggia: "Qui trovo ci sia spazio semplicemente per dire I like o I don’t like". Insomma, poiché hanno poco cervello, devono ridurre la loro capacità di PENSARE CRITICAMENTE alla formulazione di un semplice Like. __ Queste opinioni sono più diffuse di quel che si pensi. __ Il discorso sarebbe un po' lungo. Mi limito a dire che i commentatori che hanno criticato il ristorante lo hanno fatto argomentando bene. Mi limito a dire che non bisogna essere scrittori per esprimere un'opinione su un libro o un articolo. Mi limito a dire che non bisogna essere dei registi per esprimere un'opinione dopo aver visto un film. E così dopo aver mangiato una pizza. E così dopo aver mangiato in un ristorante. Anche se è il ristorante di uno Stellato.

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fantasilandia

circa 3 anni fa - Link

@marcow: mi ha spiegato tutto questo perchè ritiene che non siamo "delo stesso livelo"??? dai su.....

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marcow

circa 3 anni fa - Link

Fantasilandia. No, volevo soltanto replicare alle opinioni di Laura Missaggia. Forse ho sbagliato ad appoggiarmi al tuo commento che, mi sembrava, andasse nella stessa direzione. Ripeto, il mio intento era soltanto quello di contrastare le tesi di Laura Missaggia. Ho forse sbagliato nella forma. Saluti

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Leonardo Romanelli

circa 3 anni fa - Link

@marcow Approvo in pieno quello che hai scritto, hai dipinto esattamente la situazione

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Vignadelmar

circa 3 anni fa - Link

Una volta feci una lunga discussione, tanto per cambiare, con un enologo che rivendicava per gli enologi l'esclusivo diritto di criticare un vino. In quanto unici veri conoscitori della materia. Ciao

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Eugenio Amato

circa 3 anni fa - Link

Sono andato a recuperare la mia ultima recensione fatta nel lontano 5 dicembre 2015 su tripadvisor in merito a questo ristorante. Pare che in 5 anni nulla sia cambiato. Ve la ripropongo qui sotto per amor di statistica. "Eravamo stati a giugno e ci trovammo bene. Siamo tornati a novembre per il tartufo e che delusione. Il tartufo costa tanto si sa, e si è disposti a pagarlo tanto basta che sia buono. Ma se non sa di nulla soldi buttati. Un ristorante con questo taglio non se lo può permettere. Nonostante le rimostranze la risposta è stata:"colpa della natura". Peccato che da altre parti il tartufo fosse molto più buono a prezzi pure inferiori. Mi sono sentito preso in giro. Non ci metterò più piede". Per chi non ci fosse mai stato, vale comunque una visita per ammirare la monumentale cantina.

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Leonardo Romanelli

circa 3 anni fa - Link

5 anni e non sentirli...

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erique

circa 3 anni fa - Link

recensione vera, come testimoniano quasi 70 commenti in poche ore. con un uso attento e “delicato” di ogni singolo termine per non banalizzare la critica. pezzo pensato per il lettore, sui ristoranti cosa rara. complimenti.

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Giuseppe Costantino

circa 3 anni fa - Link

Domanda a Vignadelmar, se non trovo una sua recensione su un ristorante o un vino, come faccio a capire che non li ha recensiti perchè modesti o perchè non ha ancora avuto modo di farlo?

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Vignadelmar

circa 3 anni fa - Link

Ah, guardi, proprio non lo so come fare a capirlo. Ma credo lo stesso valga per i film, libri, dischi: se il suo Critico di riferimento per quel settore non ne parla lei cosa pensa? Mica si può recensire tutto! A me sembra una domanda abbastanza strana, ma comunque le ho risposto. E le confermo che io scrivo solo delle cose che mi piacciono. Quelle che non mi piacciono non ne scrivo. Penso sia una mia scelta legittima, ma vedo poco condivisa. Ciao

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Vinogodi

circa 3 anni fa - Link

...una delle più lucide analisi ( critica?) di un locale. Io ,se fossi nel gestore interessato, avrei preso appunti e ringraziato, dopo aver fatto una serena autocritica...

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Muntin

circa 3 anni fa - Link

Mi trovo in completo disaccordo con Romanelli. La Ciau del Tornavento è un istituzione appunto, ma proprio per questo non abbassa mai la guardia ed è sempre tutto impeccabile e preciso sia per quanto riguarda la cucina sia per il servizio. Il conto infine trovo appropriato per gli standard offerti. Sono anche felice che la maggior parte dei commenti letti elogia il locale e non lo denigra come L.R.. Le bugie hanno le gambe corte 😂😂

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Leonardo

circa 3 anni fa - Link

Cominciamo con il dire che bugiardo lo dà.a qualcun altro. Poi non so quali commenti ha letto, mi sa che ha visto un altro articolo Mi sembra sia nata una bella discussione e che in molti abbiano preso posizione in maniera diversa da quella che lei afferma. Poi la critica è costruttiva e vuole solo far crescere. La malafede è un brutto tarlo quella si.

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Muntin

circa 3 anni fa - Link

Non deve essere male vivere credendo di avere sempre ragione 👍👍

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Leonardo

circa 3 anni fa - Link

Molto meglio rispetto a chi lancia offese senza motivo. Io mi confronto sempre con chi lo sa fare

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Muntin

circa 3 anni fa - Link

Vedo... credo anche che lei sia afflitto da Sindrome di Aristotele, quindi chiudo qui. Anche se sono sicuro del fatto che lei non sappia di cosa sto parlando le auguro Buona giornata

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Leonardo

circa 3 anni fa - Link

Lei continua ad offendere in maniera sprezzante ed arrogante. E’lei che fugge dal confronto non io, mi sa che il narcisismo affligge lei non il sottoscritto. Meglio se chiude.

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