Vinexpo 2011 | Bordeaux, Champagne e tanta voglia di ritornare
di Leonardo RomanelliC’è sempre una prima volta e, vicino alla soglia dei 50 anni, è arrivata anche per me l’esperienza di VINEXPO; dico subito, l’impressione è stata piacevole, le dimensioni immense non spaventano, tutt’altro. Chiaro che se poi si abita lontano dalla città, la coda sull’autostrada è garantita come chi viene dal Garda a Verona per il Vinitaly. Il fatto che sia riservata davvero ai professionisti del settore lo si capisce dal numero dei visitatori, alto ma non immenso, tutti però interessati a conoscere e sviscerare realtà vinicole altrimenti per loro anonime. Non si può certo pensare che basti mettere uno stand per farsi vedere, è una fiera e come tale va preparata, certo però che per le aziende medie si possono aprire delle possibilità niente male.
Per i giornalisti l’ingresso è in due fasi: un pass di un’ora che deve poi essere sostituito da quello ufficiale fatto in sala stampa, che si trova nella hall principale. La mia presenza a Bordeaux è dovuta a due eventi: degustazione dei vini della provincia di Grosseto e presentazione serata evento della Regione Toscana che si svolge su un battello. Ne approfitto però per fare anche delle degustazioni di Champagne e trovo una disponibilità molto alta: quattro maison, Pol Roger, Mailly, Jacquart e P. Louis Martin che mi fanno assaggiare tutta la gamma. Girando tra gli stand, non mancano quelli inguardabili: certo che la Borgogna si poteva inventare un arredamento meno pacchiano, mentre fanno bella mostra di sé gli sciroppi tanto cari ai transalpini per la preparazione di miscugli di dubbio gusto come il Monaco (mai provato? Birra e granatina), Diabolo menthe (scovatelo da soli) e via andare.
Pochi i colleghi italiani visti aggirarsi tra gli stand, molti quelli provenienti da oltre oceano. Quando ho guidato la degustazione sono rimasto colpito dall’interesse delle persone presenti: saletta da 20 riempita, con un pubblico alquanto eterogeneo, che mi ha permesso di sfoggiare inglese e francese allo stesso tempo. Ad ascoltarmi c’erano indiani, israeliani, francesi, inglesi.. La sera, battello parcheggiato sulla Garonna, e poi partenza per una gita, con gli invitati che potevano ammirare il paesaggio, davvero non male, della città illuminata a festa anche per la festa della musica che si svolgeva la stessa sera. Cibo francese e vini toscani, in un mariage che ha divertito alquanto. Impressoni: bene ha fatto il Vinitaly a spostare date e diminuire un giorno la durata della fiera. Bordeaux, aspettami, torno presto.
13 Commenti
Francesco Fabbretti
circa 13 anni fa - LinkQuest'anno avevo l'invito... ma non avevo abbastanza "piccioli" per fare qualche bella importazione diretta di quelle che dico io per cui non sono andato (avrei solo rosicato).... sarà per la prossima
Rispondianonimo
circa 13 anni fa - Linkscusi sig. fabbro, lei mi sorprende non sa che esistono banche che dietro un miserrimo compenso prestano soldi per attività di import export? si informi. (premetto che se fossi io il funzionario della banca a dover decidere se prestarle o no soldi per importare quella roba giallina insipida e spumeggiante d'oltralpe dovrebbe rivolgersi ad altro istituto, ma ovviamente lei avrà altri e più qualificati interlocutori)
RispondiFabrizio pagliardi
circa 13 anni fa - LinkFabbro se hai un appartamento vai da Una banca altrimenti lascia perde. O se Proprio ci tieni c'è "er ciccione"del tuscolano, pero' te lo sconsiglio .... Ho visto il suo ufficio recupero crediti .... E' veramente grosso.
Rispondianonimo
circa 13 anni fa - Linkma che appartamento d'egitto basta una impegnativa su alcuni organi che madre natura ha fornito in doppia modalità o in modalità "tanto ricresce" rene cornea un pezzetto di fegato midollo spinale sangue all'espianto pensa la banca o l'ospedale convenzionato
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 13 anni fa - Linktranquillo Fabrizio, non compro mai nulla che non abbia già copertura finanziaria, pago sempre in anticipo e non voglio rotture di scatole da vari "er ciccione" di turno. Però magari avere cash flow da impegnare per un 4/5 pancali di champagne non mi spiacerebbe.... lavoro anche per questo :-)
Rispondigianpaolo paglia
circa 13 anni fa - LinkNon sapevo della degustazione dei vini della Provincia di Grosseto. Quali vini c'erano, e com'e' andata?
RispondiLeonardo Romanelli
circa 13 anni fa - LinkAnsonica, due morellino, due monteregio, un IGT, buone impressioi ricevute dal sangiovese in versioni diverse!
RispondiNelle Nuvole
circa 13 anni fa - LinkQuesto é stato il mio terzo Vinexpo. La prima volta con la pioggia, freddo e cielo coperto. Tutto sommato meglio così, durante l'edizione precedente di due anni fa il condizionamento del padiglione in cui si trovava l'Australia non funzionava, così ci fu un boicottamento generale da parte dei nostri antipoidiani. Anche i francesi ogni tanto sono disorganizzati. A parte ciò ho avuto la conferma che questa fiera é vitale per i contatti più che per presentare i vini e farli degustare a possibili nuovi clienti. Il Vinexpo é il luogo per vedere e soprattutto farsi vedere. Le lobby qui imperano, così come si trova la più alta percentuale di "uomini di potere" nel mondo del vino. E' anche un luogo meraviglioso per l'opportunità di conoscere ed assaggiare vini provenienti da più parti del mondo. Se la devo dire tutta, dei pochi assaggi che sono riuscita a fare, quello che mi ha colpito di più ed emozionato é stato un Pinot Nero israeliano con caratteristiche stilistiche molto più vicine alla Borgogna che al Nuovo Mondo. E' anche molto costoso parteciparvi, sia per gli espositori che per i visitatori. Forse questo giustifica la scarsezza dei bloggisti italiani che si devono arrabbattare con i loro soldi, senza sponsor. Ma vale la pena di venie, perciò grazie a Leonardo Romanelli. Concludo con - la mancanza fragorosa del Consorzio del Brunello di Montalcino. Ancora non ho capito perché. Il Chianti Classico c'era, la provincia di Grosseto c'era, la Regione Toscana c'era, altre regioni italiane c'erano (tanto di cappello all'Assovini della Sicilia, presente in forza). In un momento in cui la Spagna sta sgomitando alla grande, possibile che uno dei nostri vini più rappresentativi e conosciuti fosse assente? - la frase da segnarsi, pronunciata coram populo da Monsieur Christophe Salin, Presidente e deus ex machina della Domaine Baron Rotschild (Chataeux Lafite, Sauternes Chateaux Rieussec, più altre cantine bordolesi,francesi, cilene ed argentine): Mi piace il Sangiovese, lo trovo rinfrescante... Meditate gente, meditate.
Rispondianonimo
circa 13 anni fa - Linkse piace a me non può piacere al sig. Salin che a mio avviso ne sa un casino più di tutti noi messi assieme. Salin ti presento il Succi prima o poi.
Rispondirampavia
circa 13 anni fa - LinkNon ricordi il nome del Pinot Noir israeliano che ti ha colpito? Per quel poco che conosco e che ho assaggiato, mi pare in ogni caso di poter dire che si tratta quasi sempre di vini di ottima qualità. Dopo le sperimentazioni e gli impianti soprattutto dei francesi (Rothschild in particolare) nel secolo scorso, negli ultimi quarant'anni hanno preso spazio le produzioni dei Kibbutz con prodotti davvero entusiasmanti. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare non è impossibile trovare questi vini in Italia.
Rispondirampavia
circa 13 anni fa - LinkHo visto il sito di Peck a Milano: ha in carta 8 vini , tra cui 2 Pinot Nero Kosher a prezzi per niente esagerati.
RispondiNelle Nuvole
circa 13 anni fa - LinkTi faccio sapere nei prossimi giorni. Anche di uno chardonnay che provai anni fa e ancora me lo ricordo.
Rispondirampavia
circa 13 anni fa - LinkGrazie.
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