Small town grignolino
di Nicola Cereda“Quando cresci in una piccola città, pensi, nessuna celebrità è mai venuta da qui” (Lou Reed)
Vino scandalo, dispari, anarchico, difficile, individualista. Tutto vero e tutto falso. Forse il Grignolino desidera soltanto sfuggire ai luoghi comuni di cui è prigioniero. Magro, asciutto e nervoso, sempre pronto a bisticciare con ogni altro vino in simultanea degustazione, ha tuttavia un animo signorile e aristocratico che fatica a conformarsi a questi tempi triviali. Ne ho avuta riprova grazie a due fulgidi esempi finiti di recente sulla mia tavola. Due bottiglie in un certo senso antitetiche e complementari. Seguitemi…
Il Grignolino del Monferrato Casalese DOC “Vecchie Radici” 2016 di Cascina Gasparda è rock’n’roll tanto sanguigno e diretto quanto intellettuale. Carne, metallo e poesia alla stregua del Lou Reed di Dirty Boulevard. Vecchie radici rivisitate in chiave moderna e originale. Inconfondibile come la voce calda e confidenziale di Louis Allan Reed nell’atto di narrare di Pedro e del suo sogno di fuga dallo sporco viale. Siamo a Olivola, mica a NYC, un paesino a due passi da Vignale Monferrato, in una delle zone più vocate per il grignolino.
Roberto e Mauro Salvaneschi di Cascina Gasparda ne producono poco più di mille bottiglie da una sola vigna di recente reimpianto a causa di una frana che ha devastato il cru Zanuet. L’esposizione a sud garantisce una maturazione ottimale di quell’uva che per natura tende a colorarsi in maniera eterogenea anche nel medesimo grappolo. La conduzione agricola è in regime biologico con trattamenti a base di zolfo, rame e alghe. Fermentazione in vetroresina senza controllo di temperatura e senza aggiunta di lieviti o di altri coadiuvanti. La stabilizzazione avviene per decantazione statica grazie al freddo di due inverni consecutivi. Seguono sei mesi di affinamento in bottiglia prima della commercializzazione. L’annata 2016 è stata perfetta.
A quasi cinque anni dalla vendemmia il vino è al suo apice. Nel bicchiere sfoggia un colore rosso rubino cristallino, acceso di una tale luminosità da infondere stupore e meraviglia. Al naso suggerisce lamponi croccanti e spezie fini, al palato è equilibrato, di corpo è medio, con tannino ben integrato e acidità perfettamente distribuita tra i 14 gradi alcolici. Solforosa totale all’imbottigliamento 40 mg/l. Un vino che vorrei sempre in cantina e più spesso sulla tavola.
Il Grignolino d’Asti DOC ”Margherita Barbero” 2017 di Luigi Spertino è parecchio diverso, nei limiti del possibile, a partire dalla zona di provenienza. Siamo più a sud, nell’astigiano, le vigne nei comuni di Mombercelli con una parcella a Portacomaro. Un territorio noto ai più per la barbera ma che ospita anche un’interessante declinazione del nostro prediletto a far da contraltare all’omonimo parente casalese. Come recita la controetichetta, il grignolino Margherita Barbero è un vino: “delicato, asciutto, indocile, come un giovane principe cresciuto tra mille cure che ha maturato un suo carattere indipendente, libero, fiero, altezzoso con gli viene a noia”.
Se il Vecchie Radici è Lou Reed, allora il Margherita Barbero è John Cale, un gentiluomo attratto dal lato selvaggio delle cose. Basti pensare ai Velvet Underground del banana album con Nico e di “White light/ White heat”, oppure ai dischi d’esordio di Stooges e Patti Smith, prodotti da questo musicista gallese dal ciuffo dandy e dall’aria snob. John Cale è di estrazione classica e con la viola, uno strumento classico, ha stravolto i canoni del rock’n’roll. Il grignolino Margherita Barbero sfrutta uno strumento antico come l’anfora per rileggere lo spartito scritto sulla sabbia dei sorì di Mombercelli con risultati eccellenti. Il colore è rosso rubino chiaro con riflessi aranciati di grande brillantezza e trasparenza.
“Il più rosso dei vini bianchi e il più bianco dei vini rossi”, una definizione attribuita a Veronelli che calza a pennello per questo grignolino. Fate comunque attenzione a non scambiarlo per un rosato: il Margherita Barbero è un rosso che ha personalità da vendere in un quadro d’assieme di grande originalità. I frutti bosco sono appena pungenti coi lamponi che lasciano spazio ai ribes, il corpo è agile e snello, il finale di buona persistenza con un accenno balsamico e rinfrescante. Un vino elegante, delicato e sapido, con quella trama tannica tutta piemontese a ricordare che, come canta il berlinese Blixa Bargeld nel suo rudimentale italiano: “non intendo offenderla, l’accento, quello no, non se ne va”.
Insomma, due facce della stessa medaglia similmente a Lou Reed e John Cale in studio per celebrare Andy Warhol, comune mentore e amico ai tempi della Factory. L’album “Songs for Drella” si apre con Small Town, un brano che raccoglie lo sfogo di un ragazzo (il giovane Andy Warhol) smanioso di andarsene dalla nativa Pittsburgh per trasferirsi a New York. Il grignolino è forse proprio questo: un adolescente desideroso di uscire dalla nicchia angusta dove è stato relegato, per raggiungere una dimensione più elevata che sente propria per diritto di appartenenza. Una canzone che la coppia Vecchie Radici / Margherita Barbero, oggi, interpreterebbe così…
UNA DOC MINORE
(e un giovane Grignolino)
Quando nasci in una doc minore
quando cresci in una doc minore
quando invecchi in una doc minore
pensi, nessuna celebrità è mai venuta da qui
Quando cresci in una doc minore
e stai per avere un esaurimento nervoso
e pensi che non ne verrai mai fuori
da questa bottiglia e dal posto dove stai
E’ da Olivola che viene forse La Tâche?
Nessun Petrus è mai uscito da Mombercelli
Se il grande vino è la punta dell’iceberg
io sto di certo nella parte sommersa
Quando cresci in una doc minore
colore scarico, tannino e acidità
la gente non ti prende sul serio
Mi vorrebbero sfuso o tagliato
Non è la cosa per cui sono portato
Oh, qual è mai la cosa per cui sei portato?
Andarmene da qui!
Odio sentirmi strano in un paesino di una doc minore
Se proprio deve essere allora che si sorseggi a New York
questo liquido rubino trasparente che asciuga le papille
Fin dove può arrivare la mia fantasia?
Non sono certo un blend bordolese
nè un pinot nero di Borgogna
il mio eroe, oh, pensate che potrei incontrarlo?
e finire in vetrina nelle stesse enoteche e wine bar?
C’è un solo aspetto positivo in una doc minore
c’è solo una cosa positiva in una doc minore
c’è solo un aspetto positivo in una doc minore
sai che te ne vuoi andare
Quando cresci in una doc minore
sai che marcirai in una doc minore
c’è solo un modo per sfruttare una doc minore
Odiarla e capire che te ne devi andare
20 Commenti
Lanegano
circa 3 anni fa - LinkAlbum mastodontico che chiude con quel capolavoro straziante che è 'Hello it's me'.
RispondiSancho P
circa 3 anni fa - LinkTop. Niente altro da aggiungere.
RispondiEb2323
circa 3 anni fa - LinkArticolo commovente. Davvero giù il cappello. Questi 2 inarrivabili geni hanno spalancato le porte a tendenze che ancora oggi sono inossidabili al tempo.
RispondiEb2323
circa 3 anni fa - LinkUnico appunto, se proprio dovessi associare Andy Warhol ad un'uva per me sarebbe a bacca bianca. Chenin Blanc nello specifico.
RispondiAmore Mia
circa 3 anni fa - LinkUn articolo davvero interessante. Dedicare la lettura è stato davvero coinvolgente. Grazie
RispondiGiacomo
circa 3 anni fa - LinkHo dato un'occhiata ai prezzi, se mai un giorno mi pungesse vaghezza di bere grignolino; Lou Reed sta sui 20, Cale qualche euro in più. Facciamo che a 'sto giro mi apro una Forst da 66 e metto su i Cramps.
RispondiNic Marsél
circa 3 anni fa - LinkProva a spremerli gratis da iutiub o ad assaggiarli su sputiuain. Se un amico te li presta puoi anche provare a "mosterizzarli". Oppure fai come facevo io: passali da vini-le su una C-90 così te li puoi gustare anche in macchina. Per i Cramps meglio una Duvel :-)
RispondiGiuseppe
circa 3 anni fa - LinkGran bel pezzo Nic, complimenti per la scrittura e per il contenuto. Che dire poi della "poesia finale"? Spassosa ma per niente banale! Secondo me il salto dalla Small town tu l'hai gia` fatto alla grande. Resta da capire se vale davvero la pena? Sia come DOC sia nella vita. Con affetto Giuseppe
RispondiGiacomo
circa 3 anni fa - LinkGrazie per la segnalazione Nic, per la birra sono principalmente filobritannico; sul Belgio la penso come Baudelaire. Non fosse per le gare ciclistiche sulle pietre per me potrebbe anche non esistere.
RispondiNic Marsél
circa 3 anni fa - LinkGiacomo, sul Belgio la penso come Giulio Cesare: "tra tutti i popoli produttori di cervogia, i belgi sono di gran lunga i più valorosi" :-) Comunque per venirti incontro (ma sempre con un pizzico di irriverenza) una punk ip alla memoria di Lux Interior la bevo più che volentieri con te :-) Capitolo prezzi: Lou 2015 e 2016 acquistati a La Terra Trema per 10 euro. L'annata ora in commercio (che non ho assaggiato) è la 2017 e dovrebbe uscire a 12 franco cantina. John in cantina lo paghi 18 ma ha un fratellino anfora-free che ti porti a casa con 11 euro e ti assicuro che è un gran bel bere!
Rispondijosè pellegrini
circa 3 anni fa - LinkGrignolini mon amour "letto" come una musica . Bellissimo!
Rispondihakluyt
circa 3 anni fa - LinkA me di Cale piace di più J.J....
RispondiNic Marsél
circa 3 anni fa - LinkJ.J. meraviglioso anzi di più, ma tutta flanella, seta cotta e velluto. Nessuna ruvidezza, nessuno spigolo. Il suo bello è proprio quello.
RispondiSancho P
circa 3 anni fa - LinkRimangono vini dal sapore antico, lontani dai riflettori e non contaminati dall'onda omologante di mode vecchie e nuove. Quello di Spertino rimane il Grignolino per antonomasia, Accornero per la complessità e la capacità di invecchiamento, il Limonte di Braida meraviglioso Grignolino per tutti i giorni e flessibile ad ogni abbinamento.
Rispondihakluyt
circa 3 anni fa - LinkSancho scrive: "sapore antico, lontani dai riflettori e non contaminati dall'onda omologante di mode vecchie e nuove", " complessità e capacità di invecchiamento", "meraviglioso ... per tutti i giorni e flessibile ad ogni abbinamento". OK , ho ragione io, il Cale giusto è J.J. !!!
RispondiEb2323
circa 3 anni fa - LinkSe posso permettermi dedicate( ammesso che non si conosca) un ascolto a Paris 1919. Parigi val bene una messa disse qualcuno....
RispondiEb2323
circa 3 anni fa - LinkUna interessantissima " nuova " realtà M2013 Tenuta Santa Caterina. Come complessità in futuro potrà giocarsela con il" Vecchie vigne" di Accornero. Da assaggiare adesso dopo 8 anni per valutare.
RispondiEb2323
circa 3 anni fa - LinkEterna stima e rispetto per J.J. Cale ma sono 2 artisti poco confrontabili.
Rispondihakluyt
circa 3 anni fa - LinkOvviamente, non mi sognerei mai di fare una "classifica". Come dicevano i nostri avi ??? Ah sì: de gustibus...
RispondiEb2323
circa 3 anni fa - LinkSicuramente ( al contrario di Lou Reed) una cosa li accomuna. Il poco interesse per le luci della ribalta.
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