L’intelligenza artificiale licenzia sommelier e <i>wine critics</i> (e fa bene)

L’intelligenza artificiale licenzia sommelier e wine critics (e fa bene)

di Andrea Troiani

Sebbene il naso sia un po’ chiuso, il palato di questo Riesling è pieno zeppo di succosi aromi di pompelmo bianco e mandarino. Non è un vino molto concentrato ma è ben bilanciato da una nota di acidità limone e lime che indugia sul finale“: in questa breve descrizione possiamo trovare tutti gli stilemi tipici del linguaggio let’s say sommelieresco, immaginando l’elegante professionista con gli occhi chiusi e il naso immerso nel bicchiere. Sensazioni, profumi, evocazioni.

E invece questo breve testo è stato prodotto da un computer: un algoritmo, per farla semplice, che ha assemblato una serie di termini che gli sono stati dati in pasto e che ha tirato fuori la narrazione che volevamo sentire.

La notizia è stata pubblicata pochi giorni fa dall’autorevole Scientific American (AI Sommelier Generates Wine Reviews without Ever Opening a Bottle). Un gruppo di ricercatori internazionali ha sviluppato un sistema di intelligenza artificiale in grado di generare dettagliate quanto evocative analisi organolettiche di vini e birre. Quante brevi descrizioni da stampigliare sulle etichette o da utilizzare per arricchire le schede prodotto di qualche ecommerce specializzato potranno essere rapidamente realizzate così, invece di attendere lunghe e costose degustazioni di professionisti? Molte. Moltissime. Forse tutte?

La prima riflessione che mi viene in mente, da appassionato e sommelier poco praticante, è che forse qualcosa non va. Qualcosa stona, a partire dalla sovrabbondanza di aggettivi che invece di arricchire e affascinare finiscono per stancare e appiattire. Il linguaggio utilizzato da coloro che praticano il vino non riesce a comunicare, se non con alcuni addetti ai lavori, e spesso neanche con loro.

Un buon algoritmo mischiando alcuni termini da un mero elenco è capace di tirare fuori una descrizione credibile tanto quanto quelle dei grandi narratori del vino. E credibile lo è davvero. Per testare la bravura dell’algoritmo, infatti, sono state proposte 2 recensioni – una scritta da un sommelier e l’altra dall’intelligenza artificiale – per ognuno dei 300 vini e delle 69 birre. Hanno poi chiesto a un gruppo di persone di leggere tutti i commenti per verificare se i soggetti potessero distinguere le due fonti, quella umana e quella elettronica. Nella maggior parte dei casi, non potevano. “Siamo rimasti un po’ sorpresi”, hanno commentato i ricercatori.

Eppure non c’è molto da sorprendersi, se il linguaggio che abbiamo prodotto, legittimato e promosso è una sintesi di banalità ricorrenti, figure retoriche acrobatiche, aggettivi esotici inossidabili al tempo e ai cambiamenti. Perché poi il risultato finisce per essere questo.

Ci si interroga spesso sulle strade da percorrere per un nuovo linguaggio del vino: una comunicazione che deve cambiare per recuperare senso, per essere davvero comunicazione e non autocelebrazione settoriale. Probabilmente c’è una nuova direzione da prendere prima che sommelier e wine critics finiscano per licenziarsi da soli.

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Andrea Troiani

Nasce a Roma dove lavora a mangia grazie al marketing digitale e all'e-commerce (sia perché gli garantiscono bonifici periodici, sia perché fa la spesa online). Curioso da sempre, eno-curioso da un po', aspirante sommelier da meno.

14 Commenti

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Franca

circa 2 anni fa - Link

Il palato del Riesling....di sicuro è una descrizione sgrammaticata

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Diego

circa 2 anni fa - Link

Questo è un problema di un altro algoritmo, quello del traduttore inglese-italiano ;-)

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...dove non arriva l'uomo , arriva la macchina : questo è il concetto degli evoluzionisti tecnologici. Il naso elettronico non è che un gascromatografo evoluto che associa ogni picco di assorbimento ad un algoritmo ed un catalogo di sensazioni e il colorimetro tristimolo un tentativo di analizzare oggettivamente il colore o il suo decadimento. Senz'altro i dati relativi a quel tipo di analisi strumentale sono più costanti nei risultati , avendo dei parametri di riferimento fissi, meno influenzati dalle variabili soggettive o fisiologiche. Un sistema come un altro del tentativo di oggettivizzare il soggettivo. La prossima sarà un androide con degli Hunter Lab al posto degli occhi e un gascromatografo inserito nel naso , per rendere ancora più credibile la messinscena ... di cosa sono convinto? Da umanista , che la componente uomo, nell'analisi sensoriale, non verrà mai sostituita dalla macchina . Nel caso succedesse ... io preferisco nasarmi da solo il vino che bevo...

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Diego

circa 2 anni fa - Link

Attenzione, non c'entra nulla il naso elettronico e anche l'autore del post non lo spiega bene. Ma i vini non sono neppure stati assaggiati (dal computer), è un semplice esperimento sul linguaggio. Hanno dato in pasto alla macchina migliaia di recensioni di vini e l'algoritmo ha "semplicemente" usato i termini più comuni a certe regioni/vitigni/annata per tirare fuori una recensione "credibile" ma sbagliata (probabilmente).

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Andrea Gori

circa 2 anni fa - Link

Io uso da anni un mio software personale ma nessuno se ne è mai accorto .. http://www.vinodaburde.com/goritron-generatore-automatico-di-note-di-degustazione/

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Vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...ce ne siamo accorti eccome...

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marcow

circa 2 anni fa - Link

In un non tanto lontano futuro DISTOPICO, che già chiamano POSTUMANO...quando l'Intelligenza Artificiale avrà sostituito in molti settori L'UOMO (in Medicina, nelle aule dei tribunali ecc...) ...forse...sentiremo la FREDDEZZA degli ALGORITMI e...presi dalla nostalgia...nello Spazio Virtuale del METAVERSO di Zuckerberg...grideremo: "ARIDATECE ANDREA GORI!"

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Andrea Gori

circa 2 anni fa - Link

adesso so che no ho scritto invano! grazie marcow!!!

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Daniele

circa 2 anni fa - Link

Il Gori è stato sicuramente sostituito… ma arriverà mai a sostituire LM? 🤣

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Parker

circa 2 anni fa - Link

Ben vengano le macchine se faranno finalmente tacere i sedicenti esperti degustatori che sparano banalità o peggio ancora richiami a sentori improbabili spulciati pochi attimi prima da trattati di botanica comprati su amazon…

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

... da sedicente esperto , la mia fonte di approvvigionamento dei riferimenti botanici è la mia memoria , forgiata da mesi di studi sullo Strasburger , acquistato 40 anni fa nella biblioteca universitaria o recentemente dal James D.Mauseth , sempre da biblioteca universitaria , per ragioni di lavoro , ma ti assicuro che è uno spasso unico e impagabile guardare le espressioni degli interlocutori quando snasando un Nebbiolo riferisci con cipiglio che l'insindacabile descrittore individuato rimanda all'antera di Akebia Quinata...

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Paolo

circa 2 anni fa - Link

spero bene che tu abbia fatto gli acquisti alla locale LIBRERIA e non biblioteca universitaria, altrimenti in Univ avrebbero qualcosa da ridire! Ah, vedi che i false friends rimangono sempre, anche tra gli umani, non solo nelle traduzioni di google. Library/biblioteca :)

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Giuseppe

circa 2 anni fa - Link

il test di cui parla l'articolo e` esattamente quello pensato da Turing 60 anni fa per decretare se l'I.A. sia comparabile a quella umana. A livello generale e` ben lungi dal verificarsi, ma in "ambiti ristretti" e` gia` successo diverse volte che una giuria umana non sia stata in grado di distinguere il risultato prodotto dai suoi simili dal risultato prodotto da una macchina.

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CB

circa 2 anni fa - Link

Citazioni 1) cardamomo, alchechengi, vetiver 2) odore di cosce di giovane donna appena destatasi al mattino

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