Una storia russa che dice tanto: Putin e il vino (gli oligarchi, gli amici, le consulenze)

Una storia russa che dice tanto: Putin e il vino (gli oligarchi, gli amici, le consulenze)

di Tommaso Ciuffoletti

Il magnate russo Andrey Yakunin si mette a produrre vino in Umbria: l’esperto Cottarella per le viti”. La notizia così titolata è apparsa sul sito d’informazione Umbria24.it il 7 aprile scorso [1]. Sì, fa parte del titolo anche l’errore nell’attribuire due t al cognome del più celebre consulente enologo italiano: Cotarella Riccardo.

La notizia, in sintesi, riguarda un investimento da 150 milioni di euro che Andrey Yakunin ha deciso di fare in Umbria, nel castello di Antognolla. Sempre Umbria24 ci informa che siamo “in un territorio che, oltre ad avere una lunga tradizione vitivinicola, si trova ed essere limitrofo a importanti indotti, quale quello ad esempio di Montefalco”. Ed ecco dunque che Yakunin decide di impiantare anche una vigna di poco meno di 2 ettari, a merlot, e per farlo si rivolge a Riccardo Cotarella. Yakunin, 47 anni, magnate russo, figlio dell’oligarca Vladimir, ex Kgb considerato un tempo molto vicino a Putin, è un imprenditore internazionale nel campo degli hotel di lusso. Di recente si è espresso con parole nette contro l’invasione russa dell’Ucraina in una bella intervista pubblicata il 9 marzo scorso sul quotidiano Il Tempo [2] che vi consiglio di leggere.

Questa notizia, tuttavia, ha risvegliato in me la curiosità riguardo ad un articolo pubblicato qualche tempo fa sul Corriere.it a firma di Luciano Ferraro, che trattava proprio delle consulenze russe di Riccardo Cotarella e che sono andato a rivedermi, insieme ad un tweet della giornalista Felicity Carter (che nel frattempo è stato cancellato, ma di cui abbiamo lo screenshot). Quella curiosità mi aveva portato a leggere un po’ di risorse reperibili online sugli affari vinicoli del Cremlino, che si sono rivelati essere tanto intricati’ quanto interessanti. Ma per mettere insieme i passaggi di questa storia dobbiamo prima andare a cena proprio con Vladimir Putin ed Emmanuel Macron (tanto di spazio, a quel lungo tavolo, non ne mancava).

tavolo

Brindisi di stato
Come i francesi insegnarono al mondo, le cene dei vertici diplomatici non sono semplici cene, ma sono il proseguimento del lavoro politico con altri mezzi. Talleyrand, Carême e il Congresso di Vienna sono lì a ricordarcelo e per questo anche la cena tra Putin e Macron merita attenzione.

“Il senso di un incontro è nei dettagli. E Vladimir Putin ha disseminato una serie di indizi, durante la visita di Emmanuel Macron a Mosca. Uno è stato brutalmente aggressivo: quando ha detto alla fine, riferendosi a Volodymir Zelensky e all’Ucraina, «potrà piacerti o no, bella, ma te lo becchi», una frase oscena che in russo può ammiccare sia allo stupro, sia alla necrofilia, e che è stata accolta con raccapriccio pressoché corale dai commentatori europei”.

Così iniziava il pezzo di Jacopo Iacoboni su La Stampa dello scorso 8 febbraio [3], in cui si raccontava della cena al termine dell’incontro tra Putin e Macron. Siamo pochi giorni prima dell’aggressione russa all’Ucraina. Ho riportato proprio l’attacco del pezzo, con quel riferimento all’oscena frase di Putin, perché purtroppo oggi quella frase suona drammaticamente attuale e dà la cifra del personaggio.

Ma ciò che c’interessa arriva dopo. Secondo quanto riporta Jacoboni, infatti, durante la cena vengono serviti due vini, un bianco e un rosso, prodotti nella cantina Usadba Divnomorskoye, una tenuta molto cara al presidente Putin.

“Cottarella, l’enologo di D’Alema che fa il vino per Putin”
Lasciamo dunque Iacoboni (che se non siete abbonati a La Stampa potete leggere qui: [4]) e riprendiamo un articolo del Corriere.it del 30 maggio 2018, aggiornato il 12 ottobre 2020. Perché questo articolo ci racconta chi è che svolgeva la consulenza per la produzione dei vini della cantina Usadba Divnomorskoye.

Come detto si tratta di un articolo a firma di Luciano Ferraro (anche qui, memore degli insegnamenti del Direttore Tomacelli, ho provveduto a screenshottarlo). Il titolo dell’articolo è quello sopra riportato:“Cottarella, l’enologo di D’Alema che fa il vino per Putin”, così come scritto e pubblicato sul Corriere.it (ma nel resto del pezzo Cotarella viene chiamato col suo cognome correttamente scritto) [5].

Nell’articolo si dà conto che:

Riccardo Cotarella, l’enologo dell’ex premier D’Alema, ha tra i suoi clienti una famiglia del potere politico russo, quella dell’uomo che Vladimir Putin ha nominato come paladino degli imprenditori, il difensore civico Boris Titov. Fondatore del Partito della Crescita, Titov si è anche candidato alle presidenziali del marzo scorso. Lo chiamano il re dello Champagne, perché dal 2006 (all’inizio era al timone, ora l’ha ceduto al figlio Pavel) è l’azionista di maggioranza del gruppo vinicolo Abrau Durso, la cantina di spumanti fondata da Alessandro II, nel 1870. Una grande azienda (680 ettari) che ha fornito il vino prima allo zar, poi alla nomenklatura (che impose le etichette con la scritta Sovetskoye Shampanskoye, Champagne sovietico), e ora al Cremlino, aprendo a pochi passi dall’ufficio di uno Champagne Bar, all’interno dei magazzini Gum, sulla Piazza Rossa […] Tra le aziende della galassia Abrau Durso c’è la Usadba Divnomorskoye, con vigneti tra i boschi che si affacciano sul Mar Nero”.

Dunque, a quel che si apprende dall’articolo del Corriere.it (pubblicato nel 2018 e aggiornato il 12 ottobre 2020) Riccardo Cotarella era il consulente* della cantina Usadba Divnomorskoye, facente allora parte della galassia Abrau Durso di Boris Titov.

Chi è Boris Titov?
Due parole su Titov andranno spese. Si tratta infatti di un personaggio che racconta bene come funziona il regime russo. Titov è formalmente fondatore e capo di un partito alternativo a quello di Putin. Alle presidenziali del 2018 si è addirittura presentato come candidato concorrente a Putin. La sua campagna elettorale è iniziata andando a Londra per dire agli expat russi quanto fosse bella Russia putiniana e quanto sarebbe stato bello se loro vi avessero riportato i propri denari [6]. Non male come oppositore. Il suo ruolo viene ben descritto da un pezzo dello Spectator – che Ferraro correttamente cita nel proprio articolo – che lo presenta come semplicemente “uno che lavora per Putin” [7], anche se lui nega.

Non appena persa – secondo copione – la corsa alla presidenza in favore di Putin, Titov ha continuato a mantenere il proprio incarico di Presidente della Commissione per i Diritti degli Imprenditori (che detiene ininterrottamente dal giugno 2012). Altri oppositori di Putin – forse un po’ più convinti di Titov – hanno avuto ben altri destini (per chi volesse approfondire basteranno un paio di ricerche su: Boris Nemcov, Anna Stepanovna Politkovskaja, Pavel Klebnikov, Sergei Yushenkov, Val’terovič Litvinenko, Stanislav Markelov, Natalia Estemirova, Sergei Magnitsky e mi fermo qui, ma la lista potrebbe allungarsi parecchio).

Dove finisce Titov, dove inizia Putin?
Ecco dunque spiegato il titolo del Corriere della Sera con Cotarella che “fa il vino per Putin”? No, non è solo questo. C’è altro, se si sta a quanto raccontato da Alexey Navalny.

Usadba Divnomorskoye si trova infatti sul Mar Nero vicino ad una cittadina chiamata Gelendzhik (poco lontano dalla Crimea), all’interno di un luogo splendido. Splendido tanto da essere finito nel video con cui il dissidente russo Alexey Navalny ha mostrato quello che lui stesso ha chiamato “uno Stato nello Stato”, “il più grande frutto della corruzione nella storia”: la megatenuta che Putin si sarebbe fatto costruire a due passi dalla Crimea. Se non sapete di cosa stiamo parlando potete vedere questo video.

 

“Secondo la ricerca di Navalny, l’interesse di Putin per la viticoltura è cresciuto da un hobby a una fissazione. Con Boris Titov come prestanome, una società chiamata “Divnomorye” (che affitta strutture e spazi dalla società “Lazurnaya Yagoda” proprietaria dei vigneti che si trovano a Gelendzhik) e vende vino con il marchio “Usadba Divnomorskoye”.
(Following the money, Meduza) [8].

Pare dunque che non ci siano solo i rumors riportati da Ferraro in calce al suo pezzo, laddove scriveva: “Al Vinitaly – dove i vini vennero presentati nel 2018, ndr – alcuni giuravano che «tra i soci della cantina c’è Putin»”.

I vini dello zar
Provando ad andare un po’ più a fondo, credo sia opportuno far subito presente che non è facilissimo muoversi tra i giochi di scatole cinesi delle società che fanno riferimento agli interessi dietro Usadba Divnomorskoye.
Per dare un quadro sintetico, da quel che si può trovare in rete, la struttura risulta la seguente.

. Usadba Divnomorskoye (di qui in avanti UD), traducibile in italiano come “posto splendido in riva al mare”, è il nome del brand che si trova sulle etichette dei vini.
. Le vigne, lo stabilimento produttivo, i magazzini sono di proprietà di una società che si chiama Lazurnaya Yagoda [9].
. A produrre i vini del brand UD non è però Lazurnaya Yagoda, ma un’alta società ancora: Divnomorye.

Ho così trovato un articolo su Wine Business International [10], a firma Anton Moiseenko, che ci dà due informazioni interessanti.

La prima riguarda le misure di sicurezza per chi vuole visitare la cantina di UD.

“La stretta sicurezza non è nulla di insolito per le aziende vinicole: quando nelle cantine vengono invecchiati beni liquidi per svariati milioni di euro, è spesso un obbligo. Ma la sicurezza ai cancelli della tenuta sulla costa del Mar Nero è un po’ più esigente. Non solo le guardie controllano i documenti di tutti e fanno passare i visitatori attraverso i metal detector, ma ben prima della visita programmata, i visitatori sono obbligati a fornire il modello del loro cellulare e i dettagli del loro attuale impiego”.

La seconda è un aggiornamento al 2019 sulla proprietà della cantina.

All’inizio del 2019, Divnomorskoye è stata acquistata da Gennady Timchenko (numero cinque della lista dei ricchi di Forbes Russia 2018, con una ricchezza stimata di 16 miliardi di dollari) e Vladimir Kolbin. Entrambi gli uomini sono coinvolti nel petrolio, nelle costruzioni e in molte altre attività – e hanno legami noti con il Cremlino. Entrambi hanno rifiutato di commentare l’accordo”.

Il vino si beve solo con gli amici
A differenza di Timchenko, Vladimir Kolbin non ha nulla dell’oligarca russo (un lavoro normale, una casa normale, nessun business particolare di cui è proprietario), ma ha dalla sua una cosa che in Russia vale più dei miliardi: è figlio di Petr Kolbin, amico d’infanzia di Vladimir Putin.

La storia dell’amicizia tra Putin e Petr Kolbin sembra la storia di un romanzo. In sintesi i genitori di Vladimir e Petr furono entrambi feriti durante la gloriosa difesa di Leningrado, anni dopo quell’episodio i due divennero vicini di casa e i loro giovani figli iniziarono a frequentarsi fino al giorno in cui, appena teenagers, uscirono per andare a ballare e si ritrovarono nel bel mezzo di una rissa, durante la quale Petr Kolbin difese il più gracile Vladimir. Fu quell’episodio a cementare per sempre la loro amicizia (e a spingere Vladimir Putin a studiare il judo). Negli anni i destini di Vladimir e Petr si separarono, ma Putin non dimenticò mai l’amico e a quanto pare, per la gestione dei propri soldi, si fida più di lui (e di suo figlio) che di esperti contabili. A ben vedere, anche in questo, il presidente russo dimostra di conoscere la teoria dell’organizzazione delle grandi multinazionali (così come delle organizzazioni criminali internazionali), che vogliono che i ruoli manageriali siano ricoperti da esperti, ma quelli apicali del più stretto inner circle, è bene che siano segnati da legami di fedeltà tribale, se non di sangue.

La storia completa dell’amicizia tra Vladimir Putin e Petr Kolbin potete leggerla in un bel pezzo del Guardian che racconta come, secondo i Pandora Papers, Kolbin senior sia da tempo il prestanome di fiducia per la gestione degli affari personali di Putin [11]. Anche in questo caso, il diretto interessato nega che ciò sia vero.

Gli affari
Ho così tradotto dall’inglese il restante stralcio dell’articolo di Meduza (uno dei siti d’informazione più invisi al Cremlino), in cui si dà conto di come la ricostruzione fatta da Navalny inquadri le attività vinicole di Putin.

Nonostante i volumi di vendita relativamente bassi, Divnomorye ha ricevuto un prestito per 7,5 miliardi di rubli (101,7 milioni di dollari) nel 2018. Si dà il caso che Divnomorye appartenga a Vladimir Kolbin, il figlio di Petr Kolbin (uno degli amici d’infanzia di Putin che avrebbe agito in passato come azionista segreto per la società commerciale “Gunvor” di Gennady Timchenko, presumibilmente tenendo la quota di Vladimir Putin nell’impresa). I lavori di costruzione e ristrutturazione del palazzo e dei vigneti ricadono su una rete di imprese apparentemente scollegate che alla fine alimentano il denaro di un’azienda chiamata “Top Art Construction”, registrata a nome del figlio di Asya Borisova, donna il cui nome riecheggia sinistramente all’interno del Cremlino, dice Navalny. Borisova vola regolarmente a Gelendzhik per visite molto brevi, e le sue imprese impiegano 634 persone nella zona. Negli ultimi due anni, più di 10 miliardi di rubli (135,7 milioni di dollari) sono fluiti alle sue imprese locali a Gelendzhik. Navalny dice che è tutto per il palazzo e le cantine di Vladimir Putin” [8].

Questa dunque, in sintesi, la versione di Navalny.

Un tweet pungente, ma spuntato
Torniamo adesso a dove la nostra storia è iniziata.
Il 26 febbraio Felicity Carter ha fatto un tweet che riguarda proprio la storia che abbiamo messo insieme. Chi è Felicity Carter? Riprendo e traduco dal sito wine2wine. “Giornalista e redattrice, Felicity Carter è Executive Editor di The Drop, il ramo contenutistico di Pix” e tante altre cose. Il suo tweet, rimosso alcuni giorni dopo la pubblicazione (che, memore degli insegnamenti del direttore Tomacelli, ho screenshottato) diceva: “Sarebbe un grande atto di solidarietà se quei famosi nomi del vino italiano che hanno comprato vigneti dopo l’annessione russa della Crimea o che fanno consulenze alla cantina di Putin annunciassero di ritirarsi”.

Carter

Dopo quanto abbiamo visto, credo di poter dire che in merito al riferimento di tale tweet ai “nomi famosi del vino italiano che fanno consulenze alla cantina di Putin” non ci possano essere molti dubbi. Tuttavia all’invito di alcuni colleghi a fare i nomi (tra questi Walter Speller, collaboratore di Jancisrobinson.com), Felicity Carter ha preferito non rispondere oppure (se ho ben capito) prima ha risposto per poi cancellare la risposta. Non so come si dica in inglese “tirare il sasso e nascondere la mano”.

Twitter

Un aneddotto gustoso
Lasciando per un momento da parte la presunta cantina di Putin, vale la pena segnalare che Felicity Carter ha fatto conoscenza diretta della Crimea in un viaggio del 2016, ospite proprio di alcune cantine della zona. Ne scrisse un pezzo interessante [12], senza fare molti riferimenti alle vicende politiche e militari del luogo, se non per una breve frase in chiusura di articolo (“Come risultato dell’azione militare e politica, il vino in questa parte del mondo è stato stravolto, da Kiev a Mosca” tutto qui), ma raccontando un divertente aneddoto che ha per protagonisti Putin e Silvio Berlusconi.

Durante la sua visita in Crimea, Felicity Carter ha avuto infatti la fortuna di visitare Massandra, un tempio del vino realizzato dal celebre Principe Golitsyn.
Per usare le parole di Carter:

“ Golitsyn è la figura più significativa della storia del vino russo. Ha studiato enologia in Francia, ha creato gli impianti di spumantizzazione di Abrau-Durso (e qua torniamo a Titov, ndr), ha fondato una scuola di enologia e anche Novyi Svit, un famoso produttore di spumanti, sulla costa meridionale della Crimea. Massandra, fondata nel 1894 nella zona di Yalta per rifornire il vicino palazzo dello zar Nicola II, è la cantina più famosa della Crimea.
[…]
La collezione del principe Golitsyn è il museo Hermitage dei vini fortificati, con diverse bottiglie di Jerez de la Frontera del 1775. Quelle bottiglie sono riuscite a sopravvivere alla rivoluzione russa e a due guerre mondiali, ma non sono riuscite a superare Silvio Berlusconi e Vladimir Putin, che hanno fatto questo stesso tour a settembre (2015 ndr). Berlusconi ha chiesto di berne una, e la nuova direttrice filorussa di Masssandra, Yanina Pavlenko, è accusata di aver rimosso una bottiglia, del valore di 90.000 dollari, per lui”.

In conclusione
Qua occorre fare uno sforzo di chiarezza, prima di chiudere.
Abbiamo il capo di un regime che ha di recente aggredito (nuovamente) uno stato sovrano con il proprio esercito e che pare abbia sviluppato nel tempo una curiosa passione per il vino. A supportarlo in questa passione ci sarebbero alcuni di coloro che compongono la sua cerchia di cosiddetti oligarchi, ma a quanto pare sono soprattutto gli amici, quelli di cui Putin si fida. Abbiamo la ricostruzione di Navalny riguardo alle proprietà di Putin e del suo entourage, realizzate – secondo tali ricostruzioni – con i soldi di ruberie e corruzione (una ricostruzione che è quella di un fiero oppositore di questo autocrate, ma certo pare essere piuttosto documentata – nota a margine: oggi Navalny si trova in un carcere russo). Abbiamo un professionista del vino, stimato a livello mondiale, che ha il pieno diritto di prestare il proprio lavoro a chiunque ritenga opportuno e che viene presentato in un pezzo del più importante quotidiano italiano come “l’enologo che fa il vino per Putin”. E infine abbiamo il tweet di un’importante giornalista internazionale del vino.
Nel considerare tutto questo si tenga presente che formalmente Putin non risulta avere partecipazioni nella cantina Usadba Divnomorskoye.

Rimarrebbe da capire – e può essere la domanda con cui chiudere questo pezzo – se quella consulenza raccontata dal pezzo del Corriere.it (aggiornato ad ottobre 2020) sia ancora in essere o meno. E se lo fosse, verrebbe da riproporre la domanda di Felicity Carter (se sia opportuno mantenerla in essere).

Ah, i vini!In realtà per concludere davvero, rimane una cosa da fare: farci un’idea dei vini della famosa (o famigerata) cantina UD. Su winesearcher ho trovato una scheda dedicata allo Chardonnay ivi prodotto. L’annata 2017 ha un punteggio medio di 87/100 e viene stimata ad un prezzo di 29 euro.

Senza dubbio c’è margine per migliorare.

[Foto cover: WineNews]

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Tommaso Ciuffoletti

Ha fatto la sua prima vendemmia a 8 anni nella vigna di famiglia, ha scritto di mercato agricolo per un quotidiano economico nazionale, fatto l'editorialista per la spalla toscana del Corriere della Sera, curato per anni la comunicazione di un importante gruppo vinicolo, superato il terzo livello del Wset e scritto qualcos'altro qua e là. Oggi è content manager di una società che pianta alberi in giro per il mondo, scrive per alcune riviste, insegna alla Syracuse University e produce vino in una zona bellissima e sperduta della Toscana.

78 Commenti

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Nelle Nuvole

circa 2 anni fa - Link

Finito di leggere in meno di dieci minuti. Il primo pensiero è stato "Tommaso Ino Ciuffoletti dovrebbe passar meno tempo a convincere la ggente a piantar alberi e/o a ruzzare [trastullarsi] in vigna e di più a impegnarsi come giornalista/reporter per inchieste come questa. Il secondo e il terzo pensiero sono stati identici. Arrivata al quarto mi sono resa conto che TIC vive e lavora in Italia, ci si trova bene ed è contento così. Indi per cui dobbiamo affidarci a una testata come Intravino per leggere qualcosa di questo livello, che altrove troverebbe spazio per una candidatura al Pulitzer.

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Tommaso

circa 2 anni fa - Link

Ormai più che piantare alberi sono a pulire un candido culetto e preparare biberon di riforzo! ;) Troppo buona R!

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

R. tu conosci un po' di russo? https://tvrain.ru/news/puntins_childhood-417814/

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Lanegano

circa 2 anni fa - Link

A memoria credo sia il primo articolo di giornalismo investigativo sul vino in lingua italiana che mi sia capitato di leggere. Chapeau.

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Tommaso

circa 2 anni fa - Link

Troppo buono. Grazie!

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franco

circa 2 anni fa - Link

Lettura interessante. Due considerazioni inutili: Iacoboni dovrebbe citare le sue note fonti provenienti dal deep web, altrimenti parliamo di aria fritta. Purtroppo non riesco a credere a chi prende informazioni da un luogo in cui si vendono droga e altre amenità. Noi italiani abbiamo bisogno evidentemente di lavorare con quella parte di mondo russa e non vedo perchè dobbiamo rinunciare ai lilleri, se non per vanagloria e/o capricci anglofoni. Come se non fare consulenza enologica a Putin ci rendesse più umani e a posto con la nostra coscienza. Il problema che oggi come ieri rischi di morire di fame, se insegui la coscienza prima della sopravvivenza. Strano quindi che si insista con prepotenza a mettere in primo piano la questione morale, quando fino a ieri ciò che contava era farsi il proprio gruzzoletto alla faccia degli altri. D'altronde, quale business non funziona in questo modo? Ben venga la discussione sull'etica se questa però decide di toccare anche le altre facce del prisma, non solo quella che al momento fa comodo discutere. Le Jordan che i vostri ragazzi vi chiedono di comprare sono sempre fatte fabbricare ai bambini-ragazzini della loro età o più piccoli. Liberali alla bisogna.

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Tommaso

circa 2 anni fa - Link

Franco, due considerazioni rapide: la cronaca della cena Putin-Macron pupi trovarla su svariate testate di vari paesi, nessun bisogno del deep web. Quanto all'immagine di Cotarella che rinuncia alla consulenza russa e va a vivere sotto un ponte beh... un'immagine molto romantica, ma non molto verosimile.

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franco

circa 2 anni fa - Link

non avete capito niente: siamo li per lavorare sottotraccia a un cambio di regime! Piuttosto voi, rivolgendomi agli anglofoni citati, cosa state facendo??? Per risponderti altrettanto rapidamente e con una battuta. A più tardi per la risposta seria.

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franco

circa 2 anni fa - Link

La cronaca della cena, come se fosse un evento stile grande fratello. La fonte è uno o più svariati media occidentali? Cosa dice ad esempio al-jazeera? Non trovo nulla in riferimento alla cronaca della cena putin-macron. Non mi illudo che l'evento fosse disponibile ai soli media occidentali per farci sapere le amenità che sono riportate da iacoboni. Non mi illudo che fosse anche disponibile in versione integrale. :D Suvvia, torniamo sulla terra. Quanto all'immagine di Cotarella che descrivi, non era assolutamente mia intenzione scendere così sul personale, quanto invece estendere a un discorso più generale il fatto che si voglia far prendere le distanze al professionista di turno al malvagio e spietato putin. E penso che dal discorso precedente si possa intendere il messaggio, senza il bisogno di "annacquarlo" riportandolo dal generale al particolare(Cotarella che va a vivere sotto un ponte - non c'è solo Cotarella che lavora da quelle parti e con quelle persone, mi pareva ovvio). Cotarella mangia comunque senza putin, allora perchè anche la Nestle, che mangia comunque senza l'accondiscendenza del mondo, non offre il pane e latte gratis ai bambini africani di cui sfrutta le terre? Stesso discorso per la NIke, magari oltrechè regalare le scarpe ai bambini smette anche di farli lavorare. Stiamo parlando della pagliuzza nell'occhio quando abbiamo una trave nel deretano. Questo, mi spiace, è l'ennesimo articolo nel novero del sensazionalismo. Indignazione a metà, trasportata dall'aria che tira. Eppure fino a 6 mesi fa, cito renzie, discutevamo se escludere la polonia dalla ue... adesso questi comandano come se fosse una loro idea. Questo articolo stimola o stimolerà anche un ragionamento fuori dal canonico binario putin-uomo malvagio? Boh, con me ha funzionato.

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bevo_eno

circa 2 anni fa - Link

buttaci un mainstream e un bilderberg...

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franco

circa 2 anni fa - Link

buttati... ma scegli un punto molto in alto...

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bevo_eno

circa 2 anni fa - Link

franco, puoi dirci anche il tuo pensiero sul covid? sei vaccinato per caso?

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franco

circa 2 anni fa - Link

Ma dimmi un po'... cosa ti ha fatto triggerare come una gallina senza testa? Avresti la pazienza di spiegarmelo?

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Tommaso

circa 2 anni fa - Link

Bisogna avere il caos dentro di sé per generare una stella danzante, diceva quello. Ma in certi casi credo basterebbe della citrosodina.

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franco

circa 2 anni fa - Link

umile ;)

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Capex

circa 2 anni fa - Link

Spesso mi sono trovato in disaccordo con le risposte dì Tommaso, a me o ad altri, per la forma, per i toni. Grande articolo questo, a mio modesto parere. Spero ce ne dedicherai altri. Bravo sul serio.

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Tommaso

circa 2 anni fa - Link

Un grazie sincero. Tommaso

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DeLasCuevas

circa 2 anni fa - Link

Ricerca e articolo pointless. La conclusione certifica che non sai neanche tu cosa vuoi e ti senti veramente di dire. A che serve sto post? Ce l’hai con Cotarella per motivi enologici e vuoi cogliere la palla al balzo scrivendo di fatti perlopiù immaginati o presunti, allora meglio se scrivi un articolo solo su di lui e eviti di insinuare chissà cosa che non sai. Aggiungo che Cotarella è anche l’enologo dell’azienda bolgherese di proprietà milionaria russa che si è ripresa la vigna che aveva in gestione le Macchiole e dove fino a 4 anni fa si faceva il Paleo.

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Tommaso

circa 2 anni fa - Link

Ci sono commenti che in poche righe qualificano perfettamente chi li scrive. Non credo serva aggiungere altro.

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DeLasCuevas

circa 2 anni fa - Link

Edit: non sono sicuro se facevano lì il Paleo... Comunque è Cotarella l'enologo.

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Tommaso

circa 2 anni fa - Link

Pure l'edit ...

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VINOLOGISMO

circa 2 anni fa - Link

C'era poprio bisogno di ribadire che Putin è un capo di regime, dittatore etc etc e Cotarella un servitore del "miglior" pagante" ?

(quasi ventimila caratteri di post dicono molto, molto più di questo ma capisco sia più facile banalizzare e portare il tutto a bianco vs. nero - jacopo)

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Tommaso

circa 2 anni fa - Link

Quanto lei ha scritto riguardo a Cotarella non rappresenta quanto espresso nell'articolo, ma, semmai, una sua opinione, della quale si assume la totale responsabilità.

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franco

circa 2 anni fa - Link

bevo_eno: si, sono vaccinato... ma che c'entra, cafone che non sei altro? Se questo è il livello che apporti alla discussione, puoi tornare allo stadio. Discuti sul punto, piuttosto. Egoista!!

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Stefano

circa 2 anni fa - Link

A proposito di discutere sul punto, avrei evitato il luogo comune sulla Nestlé. O è una realtà che conosci bene?

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franco

circa 2 anni fa - Link

in che senso è una realtà che conosco bene? Da quali punti di vista?
Intendi se conosco il loro assetto societario?
Oppure ti riferisci alle pratiche che, di sicuro perchè ampiamente documentate, adottavano in alcuni paesi del terzo mondo? Oppure ti riferisci al piano strategico del gruppo? O relativamente all'approvvigionamento della materia prima?
Voglio farti capire che la domanda che mi stai facendo è troppo vaga. Per cortesia specifica.
Il "luogo comune" che ho utilizzato era funzionale al completamento del ragionamento, semmai non bello come piace a te nella forma, ma di sicuro dalla sostanza ben chiara e comprensibile.
Quindi semmai il punto non è conoscere "la realtà" nestle, quanto invece paragonare pratiche esecrabili in due universi che apparentemente non c'entrano nulla ma hanno in comune lo stesso discorso etico alla base. Ovvero, perchè il professionista di turno deve rinunciare, richiamato all'ordine dai critici influenti di turno, ad un lavoro e non può farlo anche una realtà come nestle o la nike in quanto a pratiche di sfruttamento ?? Eppure anche questi furono sollecitati negli anni, forse non da felicty... sto solo dicendo che non c'è la stessa veemenza che sussiste in questo caso vs il professionista di turno, verso altri soggetti/entità che adottano pratiche eticamente discutibili. Così come per voi è discutibile il fatto che un professionista presti lavoro a uno che ha mosso guerra.
Chiudo con una provocazione... e se Putin fosse socio indiretto della FIAT?
Per quello che ne sappiamo potrebbe pur essere.
Siamo proprio su piani diversi di discussione.
Il vostro mi sembra che punti solo alla pancia... buttaci un bilderberg e un mainstream... oppure perchè la nestle la conosci bene per affermare quello che dici...
basterebbe la citrosodina... mi aspettavo di meglio, sinceramente. Suonatevela e cantatevela allora, come si dice.

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Stefano

circa 2 anni fa - Link

La Citrosodina ė della Bayer. Comunque a posto così, grazie

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franco

circa 2 anni fa - Link

vabbè, l'avevo nasato che eri qui per trollare. Ciao fenomeno!

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Maurizio M

circa 2 anni fa - Link

nel nostro interesse immediato e futuro è meglio che Putin o chi per lui acquisti ancor più spesso yacht da 100 metri da Perini Navi, CNR e via dicendo , piuttosto che che gomme di ricambio per lanciamissili oppure componenti elettroniche per i missili da crociera, oppure i cingoli . E se i generali avranno la cirrosi epatica o il delirium tremens saranno meno belligeranti a prescindere.

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...svolta epocale della discussione , davvero non comprendo il buttarla in caciara sempre e comunque ...

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marcow

circa 2 anni fa - Link

La rissa tra Sgarbi e Mughini al Maurizio Costanzo Show ha avuto milioni di visualizzazioni.
__
L'articolo di Tommaso C. l'ho trovato interessante.
__
Il dibattito poteva evitare alcuni momenti ma stimola qualche opinione.
1
In alcuni commenti sembra prioritario questo principio: vengono PRIMA DI TUTTO gli affari e, quindi, non conviene scrivere articoli come questo.
Chiaramente, non sono d'accordo.
2
Nel primo punto, se non ho capito male, rientra anche Franco.
Ma mi sembra assurdo che gli si chieda, in questo dibattito...il GREEN PASS... quando il green pass è stato abolito per andare in ristorante al chiuso.
3
Per fugare alcune critiche bisognerebbe non fermarsi a Putin e Coratella che sono i protagonisti dell'articolo ma proseguire con articoli come questo...che non guardano in faccia a nessuno.

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franco

circa 2 anni fa - Link

Specifico: io non penso che debbano venire prima gli affari... penso piuttosto alla incoerenza tra permettere gli affari ai soli noti che pure usano pratiche condannabili e avere anche il privilegio o la scelta su cosa stoppare/bloccare perchè non ci piace. É più una provocazione: ma come, ci scagliamo sui singoli (pagliuzza) quando come collettività abbiamo ben + grandi responsabilità(trave) verso gruppi noti che adottano pratiche fiscalmente elusive e a livello di approvvigionamento, esecrabili? Allora mi chiedo che senso abbia un articolo che parla di una cena che penso non abbiamo streammato così come di speculazioni sulla proprietà della tal azienda vinicola. RIcordate la polemica sugli F35? Troppi soldi inutili... poi arrivarono i debunker: è una goccia nell'oceano della spesa pubblica. Bene, perchè la goccia nell'oceano(il professionista) va condannato, stoppato e ricondotto all'ordine mentre altri big player, che cubano infinitamente di più, tutto o quasi gli viene concesso? Comunque fa piacere notare che qualcuno mi abbia anticipato nel farti notare, Tommaso, che hai 2 pesi e 2 misure nelle risposte sotto questi commenti, chi ti è simpatico può starsene nell'anonimato... se l'opinione però non ti piace ti appendi all'assurdità di voler conoscere nome e cognome dello scrivente... mi spiegheresti poi dove vuoi arrivare con questo aritcolo? qual'è l'obiettivo/i?

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

Grazie per averlo scritto. Penso la stessa cosa.

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Giuseppe

circa 2 anni fa - Link

penso che articoli come questo rendano Intravino piu` interessante e "unico" nel panorama dei siti/blog enoici e quindi approvo la sua (e di altri cosi`) pubblicazione. Alcune note, giusto per dare un colpo al cerchio e una alla botte...
1) aver collaborato professionalmente con i vertici russi era, fino a poco fa, una cosa tutto sommato normale e successa in tantissimi campi della nostra economia pertanto non mi sembra si possa contestare alcunche` all'enostar del caso (anche se una sua "presa di posizione" ci poteva stare)
2) prendersela con le multinazionali che sfruttano etc... etc... a cosa porta in questo caso? A niente. E` un sistema (trito e ritrito) per sviare il discorso e non giungere mai a nulla. Inchieste e reportage su queste aziende che sfruttano il prossimo ne sono state fatte eccome da almeno 20 anni a questa parte. Tentativi di boicottaggi pure e, mi risulta, che tutte queste aziende hanno intrapreso/adottato codici etici o stanno cercando di farlo. Sufficiente? Non credo proprio ma nell'articolo non ci vedo nessun "sensazionalismo a meta`", questo sito parla di vino, siamo nel pieno di una guerra e l'autore ha trovato un "nesso tra le due cose" e ci ha scritto un articolo. Stop.

Buona giornata a tutti

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Tommaso

circa 2 anni fa - Link

Grazie Giuseppe per le tue parole e le osservazioni che condivido.

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franco

circa 2 anni fa - Link

Stia sereno, non me la sto prendendo con la multinazionale di turno. Sto ponendo un quesito sulla coerenza di chi decide cosa sia legittimo e cosa no, perchè per qualcuno si e per qualcun altro no? Non intendo sviare o annacquare il discorso per arrivare al nulla, come altri (immagino su posizioni similari alla sua, eccezion fatta riconoscere che fino all'altro ieri ciò che oggi è condannabile, prima non lo era) invece hanno fatto con le classiche frasi ad effetto. (peccato, non avete beccato nè un novax nè un leghista pentastellato nè un complottaro... solo un elettore in grande confusione... beati voi, uomini dalle solide certezze! vi invidio sinceramente.) Intendo semplicemente sciogliere il dubbio di cui sopra. Tornando al "sensazionalismo", se la cena non è stata streammata(trasmessa su uno schermo con audio), di cosa stiamo parlando? Delle chiacchere di Macron nel dopo-cena? O esiste un video visionabile? Si goda la bella giornata anche per me.

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Giuseppe

circa 2 anni fa - Link

Franco non mi metta in bocca cose che non ho mai detto. Nessuna illazione sulle sue scelte politiche o sanitarie non mi permetterei mai e poi mi scusi, critico proprio la divagazione sulle multinazionali citate ad c****m figuriamoci tirare in ballo il carrozzone dei vaccini e tutto il resto. Vurria mai! E su una cosa siamo perfettamente allineati, sono anche io (e da molto tempo) un elettore in grande confusione e con ben poche certezze, solide poi ancora meno. E si` lo ammetto, fino a qualche anno fa, diciamo 2014 o giu` di li`, non trovavo particolarmente condannabile far affari con la Russia ma gli eventi successivi mi hanno fatto cambiare idea. A lei non succede mai? Quindi a me sfugge l'incoerenza citata e il fatto che ci siano altre situazioni critiche nel mondo e che queste non abbiano la stessa visibilita` e` di sicuro una brutta cosa ma non prendere una posizione netta su questa di guerra mi sembra ben peggio! Cordialita` (sereno non riesco ad esserlo, magari stasera accompagno la cena con una buona bottiglia che mi aiuta sempre...)

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Stefano Cinelli Colombini

circa 2 anni fa - Link

Bel lavoro di giornalismo investigativo, e bravo Cotarella a farsi pagare. Però c'è una cosa che non mi torna: un investimento di 150 milioni di euro che Andrey Yakunin ha deciso di fare in Umbria, nel castello di Antognolla. Di certo quella è la cifra riportata sui giornali ma mi sembra tanto, con un decimo di quella cifra i castelli te li tirano dietro in tutta Italia.

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Tommaso

circa 2 anni fa - Link

Grazie Stefano ed osservazione nient'affatto sbagliata.

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

... spesa abnorme anche perchè il superbonus non copre le spese di ristrutturazione , salvo non considerarlo struttura condominiale ... PS: ok , dopo questa scemata mi taccio...

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

A me invece ha fatto sorridere!

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

... "morale" e "business" non vanno d'accordo , oppure raramente , ma veramente raramente, lo fanno. Pur tifando culturalmente per una imprenditoria "etica" a "impegno sociale" , come alcuni amici artigiani/industriali si sforzano di comunicare con qualche forzatura caratteriale, ritengo sia una utopia e un mantra relazionale un tantino ipocrita : sufficiente entrare nel dibattito dei bilanci per un finanziamento fra un direttore finanze e una banca per rendersene conto , oppure in una trattativa sindacale fra un qualsiasi RSU e Ufficio Risorse Umane di azienda strutturata , per non parlare delle lotte di classe che si ingenerano nei rinnovi di contratto collettivo nazionale oppure dell'etica economica "di guerra" nel vendere armi a paesi belligeranti per far quadrare PIL . Però quel che succedeva prima dell'invasione dell'Ucraina , è stato cancellato ... dall'Invasione dell'Ucraina , quindi colpo di spugna e , almeno , coerenza con lo schieramento di appartenenza , pur nel rispetto del concetto di autonomia critica , come da democrazia sana. PS: forse non siamo nel luogo più adatto per un giornalismo d'inchiesta e investigativo , personalmente preferisco disquisire di vino e gastronomia o delle appendici che caratterizzano questi temi ...qua come nei forum o blog tematici: ma così come l'interattività mi va bene in altre occasioni , per uan apparente coerenza ritengo ci stia il collegamento , seppur fortuito, fra mondo del vino e quello , ahimè , tristemente attuale del conflitto... PPS: anche se a pelle mi ha sempre messo i brividi , a chi non stava simpatico il Putin godereccio e putt****re pre bellico e di tutto il suo entourage che riempiva le casse di Versilia , via Montenapoleone e Costa Smeralda?

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Vinogodi, considerazioni profonde. __ Solo una precisazione. Se il mondo va in un certo senso non significa che va sempre nel senso giusto. E a livello... "personale"... dovrebbe, secondo me, rimanere qualcosa di quello che da millenni si chiama etica. E non essere tacciati di..."moralismo"... soltanto perché se ne fa cenno in una conversazione privata o in un pubblico dibattito. PS E strano, poi, che si "creda", senza nessuna perplessità, ai vini CD. etici.

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franco

circa 2 anni fa - Link

ciao Marcow, se intravino mi pubblicasse il commento in attesa di moderazione potrei avere l'occasione di specificare ulteriormente il mio punto di vista, se riesco a farmi intendere.

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hakluyt

circa 2 anni fa - Link

Sinceramente non riesco ad eccitarmi per questo articolo di "giornalismo investigativo", addirittura candidabile al Pulitzer. E' una bella storia che ci racconta che Putin si circonda di "oligarchi", "magnati" e prestanome , come se fosse una scoperta di Ciuffoletti e non lo si sapesse già. Ammetto però che ci vengono anche fornite almeno due notizie (di pubblico dominio ma che sembrerebbero frutto di indagini approfondite): Cotarella è l'enologo di D'Alema e (sempre Cotarella) è l'enologo di un "oligarca" russo. E gli si chiede (sempre a Cotarella) cosa ne pensa dell'opportunità di lavorare per i russi. Come se in Italia non ci fossero decine di migliaia di aziende (di tutti i tipi, non solo nel campo del vino) che hanno come clienti aziende russe...

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

Opsss mi ero perso questo anonimo commento. Me ne accorgo adesso. Mi dispiace ancora una volta non poter conoscere l'autore di questo commento, utile solo a qualificarlo. In questo caso andrà sotto la generica voce di anonimo fenomeno. Peccato. Mi sarebbe piaciuto conservare memoria del nome e cognome di cotanto autore.

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hakluyt

circa 2 anni fa - Link

Fai finta che il mio nome sia Eritreo Cazzulati. E poi prova a contestare quello che scrivo, magari senza insultare. Non è difficile...

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Il breve scambio tra Hakluyt e Tommaso C mi ha stimolato. 1 Penso che vadano controargomentate le opinioni ma escludendo la polemica sul nickname. Ne abbiamo discusso anche in altri dibattiti. 2 Secondo me, Hakluyt ripete, a modo suo, le critiche che sono già state espresse in altri commenti e su cui vorrei aggiunge qualcosa. Mi sembra che in molti commenti critici si usi come argomentazione critica il cd. Benaltrismo. E cioè che sono molto diffusi fenomeni simili a quelli segnalati nell'articolo e nessuno si era preso la briga di criticarli prima che scoppiasse la guerra in Ucraina. Potremmo vederci anche la famosa espressione controargomentativa "E allora il PD" tanto di moda fino a pochi anni fa. ___ Insomma, il mondo va avanti così e c'è anche di peggio. E nulla è stato detto prima. Alcuni, poi, in particolare aggiungono che queste critiche possono danneggiare il buon andamento degli affari che non può stare a guardare molto per il sottile. __ La mia posizione è invece questa: il fatto che finora non sia stato detto nulla non significhi che non sia buona cosa incominciare. Ed ho precisato nel punto 3 del mio commento precedente: "3 Per fugare alcune critiche (mi riferivo proprio alle critiche che ho specificato in questo commento) bisognerebbe non fermarsi a Putin e Cotarella che sono i protagonisti dell’articolo ma proseguire con articoli come questo…che non guardano in faccia a nessuno" E, mi sembra, che Tommaso C in replica condivideva anche questo punto 3. ____ Concludendo ribadisco la positività dell'articolo di Tommaso C, spero che si continui con altri articoli e spero che non si usi più la polemica sul nickname.

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

La mia non è una polemica, è una battaglia di civiltà. Che conduco e continuerò a condurre sapendo di essere nel giusto. Io metto nome e cognome in fondo agli articoli, perché mai dovrei accettare che un anonimo fenomeno venga a pontificare senza avere nemmeno il coraggio di firmarsi. Se quello che ha da dire vale qualcosa ci metta il nome e il cognome. Ma siccome questi commenti fanno fare click, tocca tenerceli. E la mia battaglia continua a vedermi sconfitto da questo semplice argomento. Cionondimeno io la mia battaglia la continuo. E no, quelli dell'anonimo fenomeno qui non sono argomenti, sono niente. E per questo, giustamente, non li firma. E questo è quanto.

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Maurizio

circa 2 anni fa - Link

Io apprezzo molto gli articoli di Ciuffoletti, penso che come contenuti siano i migliori o quasi qua pubblicati. Detto questo anche io fatico a capire questa sua idiosincrasia verso l'uso dei nickname online. Parla di battaglia di civiltà, ma quale civiltà in particolare? Non mi risulta ci sia un paese al mondo in cui sia buona creanza o di costume usare nome e cognome sul web. Lui stesso oltretutto è assiduo frequentatore e commentatore di una nota pagina facebook sul vino gestita con un nickname senza nomi e cognomi e non mi pare si scandalizzi in quel caso, quindi se non lo fa con degli autori perché farlo con dei semplici commentatori? Fintanto non c'è diffamazione o peggio, per i quali appunto come ha ricordato qualcuno ci si rivolge alla polizia postale, non riesco davvero a capire il punto del suo impuntarsi su quella che è una caratteristica strutturale e atavica del web.

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Infatti su IWDP ci vuole il codice spid per commentare.

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Eritreo Cazzulati aka hakluyt

circa 2 anni fa - Link

Poco coerente il Ciuffoletti nella sua crociata contro l'anonimato (tra l'altro garantito in tutto il web). Solo in questo post (ma sarebbe bello fare una ricerca nella sua vasta produzione di scritti) ringrazia Lanegano, Capex e Giuseppe che, da dietro ai loro nickname, mostrano comunque approvazione per quello che scrive. Fa pure il simpatico con marcow, nonostante di nome e cognome anche qui non se ne parla. E con me, che mi firmo con nome e cognome, fa l'antipatico...

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

È una battaglia di civiltà contro chi esprime opinioni diverse dalle sue. Facciamocene una ragione di cotanta coerenza.

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

Seguite bebe il labiale, razza di fenomeni in cerca di attenzione, poverini. Se ci sono commenti che portano argomenti o esprimono approvazione, bene, il commento ha senso al netto di chi lo fa. Quando invece il commento è una emerita stronzata, tipo quelle che scrivete voi, l'unico senso del commento è quello di far conoscere con nome e cognome, il fenomeno che lo ha scritto. Voi rientrate in questa categoria. Inutili commentatori anonimi. Patetici nella vostra ricerca di attenzioni. Utili solo a fare avere qualche click in più ai post.

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Complicato seguire il labiale se non vedo il suo volto...

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franco

circa 2 anni fa - Link

grazie, sono d'accordo

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Che dire di più....il piacere di un confronto fra galantuomini... complimenti.

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Tra l'altro decide quando un commento ha senso e quando no.. oppure è una s.....zata...la Selvaggia Lucarelli del vino il signor ciufoletti..

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Fai pace con te stesso, le aggressioni verbali sono indice di scarsa autostima, fai nanna e pensa alle cose belle della vita. Notte .

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

....".. conduce e continuerà a condurre sapendo di essere nel giusto...." Cit . Selvaggio ciufoletti..."

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

Bene, ha scritto 4 commebti inutili di fila. Ora faccia l'unico commento sensato. Abbia il coraggio delle sue parole e si firmi.

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Pepito Sbazzeguti.

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CB

circa 2 anni fa - Link

sig. Tommaso Ciuffoletti. Lei continua imperterrito con questa lagna del "nome e cognome", ignorando due fatti incontrovertibili: 1) sul web è accettabile usare dei nick perché, a meno di non diffamare (per cui si può far intervenire la Polizia Postale), si bada al contenuto e non alle generalità di chi l'ha postato 2) il responsabile di questo spazio (dove lei scrive articoli) ha stabilito che il nick è accettabile e fine. Ma è sull'aspetto formale/tecnologico (cioè burocratico) che lei dimostra o grassa ignoranza o colpevole superficialità: lei pensa che basti scrivere "Mario Rossi" (al posto di "micino78") per autenticare in maniera certa il mittente? Ha idea di cosa si deve fare per certificare digitalmente (accreditato da una terza parte che eroga servizi fiduciari-trust ) l'identità del mittente di un messaggio di una piattaforma internet (browser o app)?

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

Ecco, mancava solo il fenomeno che scrivendo in modo vagamente formale pensa di essere serio. Manca nessuno? Il mostro di Dusseldorf? Quello giallo dei Teletubbies? Via su.

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CB

circa 2 anni fa - Link

La sua incapacità a rispondere nel merito (i 3 argomenti specifici evidenziati) e ricorrere al solito pietoso attacco all'uomo (stile asilo) e alla generalizzazione (2 fallacie in 2 righe) sono rivelatrici di quel che sostenevo: grassa ignoranza, colpevole superficialità a cui va aggiunta disordinata e preoccupante violenza verbale.

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Mario Rossi

circa 2 anni fa - Link

Scusi, sopra ho sbagliato: sono Mario Rossi, così ora è contento.

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Silenzio, assenso....

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

Nome e cognome. Il suo. Cos'è? Si vergogna?

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Ventitreventitre'

circa 2 anni fa - Link

Peter Kurten piacere di conoscerla.

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Giuseppe

circa 2 anni fa - Link

Intravinici, dite la verità tutto questo è X vincere la classifica dell'articolo più commentato dell'anno. :-)

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

Shhhhhh che stiamo facendo tutta sta messinscena con questo unico scopo

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PINO SILVESTRE DETTO GAO'

circa 2 anni fa - Link

PARTITO CON BUONE INTENZIONI ,FINITO IN CACIARA COME IL SOLITO. SCRIVA MENO E PENSI DI PIU' ALL' ASIENDA DELLE CONTEEE CHE LA VIGNA VA CURATA.O SEGUE SOLTANTO LA PARTE COMMERCIAL POPOLARE INSTASTORYEGGIANTE QUAQUAQUARAQUA?P.S:USI DI PIU' IL CORRETTORE AUTOMATIGO AHAHHAH

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link

Ci mancava solo il fenomeno di Bibbona. Mi sa che ora siamo tutti.

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PINO SILVESTRE DETTO GAO '

circa 2 anni fa - Link

Venghi venghi a Bibbona che inizia la bella stagione

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...sempre più insopportabili ... ma pensate davvero di essere ironici o spiritosi? ...boh , so che è un fenomeno irrinunciabile di qualsiasi discussione , seria o faceta, del web , ma sempre più difficile da tollerare ...

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PINO SILVESTRE DETTO GAO'

circa 2 anni fa - Link

mi scuso,volevo tenere la discussione su toni un pò ironici,ma siete troppo permalosi,io non offendo nessuno,comunque basta,non c'è problema vado a marina di bibbona

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Tommaso Ciuffoletti

circa 2 anni fa - Link
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Vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...adoro l' ironia. Quindi sforzati di piu. Son qui per ridere, mica per rodermi il fegato...

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