Il canto del cigno della Guida 2019 a Ristoranti e Vini de L’Espresso
di Antonio TomacelliA voler essere buoni, il miglior aggettivo che definisce la Guida dei Ristoranti de l’Espresso 2019 è: raffazzonata.
Cerchiamo di circostanziare il giudizio: la guida presenta tutta una serie di errori che vanno dalle recensioni di ristoranti chiusi da tempo (è capitato in Puglia) fino ai cappelli non assegnati per sbaglio, causa errori tipografici. Per questi tre casi il direttore Vizzari si è scusato dal palco della presentazione ma il danno è ormai fatto. Molti ristoranti, poi, hanno cambiato menù da un pezzo e magari anche gestione, ma nessuno si è premurato di telefonare in sede.
Ma quello che veramente delude noi che abbiamo sempre fatto il tifo per questa redazione, è l’approssimazione, l’incompetenza e la confusione con la quale sono stati assegnati giudizi e relativi cappelli. Da più regioni giungono voci di protesta per ristoranti stellati, o comunque di gran valore, che hanno avuto uno striminzito cappelluccio come una qualunque trattoria di paese. Al contrario sono state elevate a grandi cucine osterie anche valide ma che a tavola difficilmente useranno una tovaglia.
Todos Caballeros!, insomma, come se Vizzari avesse inviato in giro per l’Italia gli utenti di TripAdvisor e non quella rispettabile redazione che siamo abituati a conoscere. Un accenno merita anche la pesante caduta di stile della recensione di un ristorante con pubblicità a fronte o quelle stilate dal consulente del ristorante.
Se poi c’è qualcosa di cui faremmo volentieri a meno, è quella specie di allegato che si ostinano a chiamare “Guida dei vini”, ormai un pallido fantasma di quella che fu una delle migliori in circolazione.
Accettatelo un consiglio: qualche centinaio di vini smazzati ad mentula canis e distrattamente assaggiati non costituiscono una “guida” e neanche un bignamino serio. Mi taccio sulla guida alle pizzerie, ché già qualche napoletano sta minacciando ritorsioni e sanzioni all’ONU, ma insomma, il livello è imbarazzante.
Questo abbassamento di qualità c’entra qualcosa con la rivoluzione in atto nel gruppo l’Espresso? Sappiamo che, di recente, la proprietà ha comunicato al comitato di redazione la volontà di applicare un contratto di solidarietà che comporterebbe un taglio del 30 per cento degli stipendi dei giornalisti e la chiusura di fatto del sito Internet del giornale.
Girano inoltre voci che il Gruppo Editoriale stia progettando il dirottamento delle risorse sulle vendutissime guide regionali di Repubblica dirette da Giuseppe Cerasa, stesso gruppo ma redazioni differenti. Sarebbe così la fine della guida diretta Vizzari che lascerebbe campo libero alla Michelin e a poco altro.
Speriamo di no, ma speriamo anche di non rivedere questo scempio l’anno prossimo.
23 Commenti
Anulu
circa 6 anni fa - LinkPost pesante, ma evidentemente ci sta. Ho sentito anche io di cappelli dati a ristoranti chiusi o che si sono spostati, cambiando tutto.
RispondiAnche Osterie d'Italia in alcune regioni è imbarazzante, per dirla tutta.
E' che appunto si manda in giro a mangiare e bere gente che 01. non sa scrivere 02. non capisce cosa mangia e cosa beve 03. non ha giudizio critico.
Paolo
circa 6 anni fa - Link@Anulu: davvero credi che "si manda in giro a mangiare e bere..."? L'impressione è che alcune schede siano compilate senza nemmeno mandare in giro. Forse a causa della ristrettezza del budget, forse ci si fida troppo di collaboratori scarsi, ma l'impressione è purtroppo quella
RispondiEmanuel
circa 6 anni fa - LinkCondivido pienamente!
RispondiMirco Vettori
circa 6 anni fa - LinkIl direttore delle guide di Repubblica è Giuseppe Cerasa, non Claudio, direttore del Foglio.
RispondiIl correttore di bozze è già stato licenziato oggi pomeriggio. Grazie [a]
Alessandro Riva
circa 6 anni fa - LinkBuongiorno desideravo chiedere se anche quest'anno in contemporanea con la presentazione della guida si sono potuti degustare i vini premiati in guida... Grazie
RispondiAndrea Gori
circa 6 anni fa - LinkCerto Alessandro, c'erano molti vini premiati in assaggio anche se non tutti. Una degustazione bellissima davvero con meraviglie enoiche assolute tipo Sassicaia 2015, Giacosa, Mascarello, Giulio 2007, Roagna Asili, Annamaria Clementi e tanti altri
RispondiAlessandro Riva
circa 6 anni fa - LinkGrazie Andrea... È possibile partecipare a questi eventi di presentazione anche se sono un semplice appassionato o bisogna essere un giornalista per avere un accredito?
RispondiAlessandro Morichetti
circa 6 anni fa - LinkBisogna essere giornalista o blogger o amico di qualcuno altrimenti non si entra
RispondiDavide Bruni
circa 6 anni fa - LinkL'esempio portato è in buona compagnia. Ci sono troppe guide inutili in giro ... meglio iniziare a scremare. Ciao a tutti
RispondiDAVIDE PAGANI
circa 6 anni fa - Linktra l altro ho sentito la pubblicità della guida in radio e non hanno neanche avuto il coraggio di dire quanto costa... per queste pubblicazioni il prezzo viene sempre riportato. MI DITE INVECE UNA GUIDA SERIA PER I RISTORANTI ED UNA PER I VINI PER CUI VALGA DAVVERO LA PENA SPENDERE?
RispondiAlessandro Morichetti
circa 6 anni fa - LinkSui vini Slow wine, ha alcune pecche ma dovendone scegliere una ti direi convintamente quella. Sui ristoranti sfoglia Espresso, non me ne vengono in mente altre.
RispondiRiccardo
circa 6 anni fa - LinkCredo Slow Wine abbia tante pecche come le altre guide, solo sono di natura diversa. Può andare bene per uno che ha già una più che discreta formazione enoica, ma per chi si deve approcciare al vino o è alle prime armi penso sia la peggiore guida da prendere.
RispondiAlessandro Morichetti
circa 6 anni fa - LinkPoteva valere per la Guida Espresso degli anni d'oro un minimo di skill, non propriamente per Slow Wine dal mio punto di vista. E credo di pecche ne abbia meno.
RispondiRiccardo
circa 6 anni fa - LinkMah, tanto per fare un esempio banale, una guida che definisce grande vino un Carema (e giustamente sia chiaro), ma non menziona nemmeno Masseto è come una guida di cinema che parla di Aronofsky come grande regista (sempre giustamente) ma non menziona nemmeno Kubrick. Slow Wine per motivi aprioristici ignora tanti punti fondamentali del vino italiano e se uno ne sa non è un problema, ma un novizio che cresce solo con Slown Wine cresce con un giudizio molto viziato e condizionato. Poi è spudoratamente tropo polarizzata sul Piemonte, rispetto ad altre Regioni.
RispondiComunque questo non è per criticare Slow Wine, ma solo per dire che ha le sue pecche, pur se di natura diversa, come tutte le altre guide. Io non la consiglierei mai alla cieca sempre, dipende da chi mi fa la domanda e che conoscenza ha del vino.
Ruggero Romani
circa 6 anni fa - Link@ Riccardo: ha controllato l'edizione 2018 a pag. 579?
RispondiRiccardo
circa 6 anni fa - LinkNon ho sottomano la guida, ma se il punto è che menzionano Masseto in un trafiletto aziendale senza alcun riconoscimento, credo sia molto più dignitoso glissare.
RispondiAlessandro Morichetti
circa 6 anni fa - LinkSu queste pagine qualche anno fa raccontai una verticale di Masseto, vino ambizioso e importante ma che è lecitissimo divida dal punto di vista gustativo quindi non vedo perché una guida debba necessariamente premiare un vino che non è nelle proprie corde, solo perché famoso e costosissimo. Io fossi pieno di soldi in cantina non lo metterei.
RispondiRiccardo
circa 6 anni fa - LinkMi sembra che vogliate fare finta di non capire. Io ho fatto solo un semplice esempio per sottolineare che Slow Wine è fallace come tante altre guide. Su Masseto nello specifico sono d'accordissimo con Lei, tra l'altro non mi fanno nemmeno impazzire i Merlot, ma premiare centinaia e centinaia di etichette come "grandi vini" trattando in maniera anonima vini che hanno fatto e fanno la storia del vino italiano fa oggettivamente ridere. E ripeto ho fatto un esempio a caso, solo per dire che ogni guida ha le sue pecche, e le sue faziosità, questo era il succo del discorso.
RispondiAlessandro Morichetti
circa 6 anni fa - LinkEgregio perdonami ma ho capito benissimo. Quello che ti sto dicendo è che delle "faziosità" o dei tagli critici controcorrente mi preoccupo ben poco laddove la maggior parte delle pubblicazioni ha problemi ben più gravi, di varia natura. Con pochi accorgimenti Slow Wine è utile, io per lavoro e per piacere la uso molto e la consiglio... Poi ovviamente nessuno è perfetto ma del Masseto si può meglio leggere in un libro di storia del vino italiano che nella lista della spesa... e su questo finiamo per essere d'accordo vedrai
RispondiAngelo Gajo
circa 6 anni fa - LinkL'unica che va un po' fuori dal coro è la guida di Luca Maroni, si chiama l'Annuario dei Migliori Vini d'Italia, non so se la conoscete. Sempre trovato bene con quella. Lui sì che ne capisce... non ste guide che ti consigliano vini leggerini e acidi. Che non vi dico a che categoria di gente piacciono... Ci siamo capiti... Povero vino italiano
Rispondigp
circa 6 anni fa - LinkL'ultima di Maroni è che da qualche tempo dà valutazioni stellari ad alcuni vini di massa che Giordano inserisce nelle sue offerte postali a prezzi stracciati, abbinati a salsine, chicchere e piattini. Valutazioni che non sono attendibili e che è difficile credere siano imparziali.
RispondiMario Leone
circa 5 anni fa - LinkChe nostalgia per la guida all'Italia piacevole o per le cantine di Veronelli, scritte dal grande L.V. dei tempi d'oro. La guida dei vini dell'Espresso diretta da Alessandro Masnaghetti continuo a tenerla sul tavolo, esempio di vero giornalismo del vino. Per il 2019, mi sono comprato la guida di Daniel Thomases edita da Tusca, molto personale e ricca di notizie, non il solito elenco del telefono. Veronelli, di cui Thomases é stato a lungo stretto collaboratore, certamente dall'aldilà sorride...
Rispondivittorio cavaliere
circa 5 anni fa - LinkSono due cose che mi rattristano, aver letto l'articolo troppo tardi e scoprire che in Puglia hanno perdonato a questi signori i macroscopici torti elargiti a destra e manca, solo per dovere di cronaca c'è da ribadire che questo atteggiamento i curatori della guida lo hanno evidenziato sin dalla nascita della stessa.
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