Derthona Due.Zero 2023 | Una comunità che crede nel timorasso. Orgoglio e consapevolezza (e il derthonic)

Derthona Due.Zero 2023 | Una comunità che crede nel timorasso. Orgoglio e consapevolezza (e il derthonic)

di Denis Mazzucato

Reduce da due giorni nel tortonese per assaggiare l’anteprima dell’annata 2021 del Derthona, due parole mi risuonano in testa: orgoglio e consapevolezza.
I tortonesi hanno col timorasso un legame stretto e per nulla scontato.

L’evento è durato due giorni e gli ingredienti sono quelli standard: visite organizzate in cantina, anteprima per la stampa e banco d’assaggio per il pubblico.

Iniziamo dall’accoglienza: se l’anno scorso fummo ospitati in un grosso albergo da convegno, comodo ma impersonale, quest’anno siamo stati sparsi per il territorio, chi in un piccolo albergo in centro, chi in un b&b in collina. A me è capitata una struttura ricettiva a Costa Vescovado, Valli Unite: 100 ettari coltivati (non solo a vigneto) e un progetto di riavvicinamento dell’uomo alla natura che passa per allevamento, agricoltura e condivisione. Tramonto e silenzio. Un bell’inizio.

La cena con i produttori, da Anna Ghisolfi, bravissima chef nel centro storico di Tortona, è stata centratissima, con alcuni piatti notevoli e abbinati molto bene.
A metà cena Anna annuncia l’imminente uscita di un menù interamente dedicato al timorasso. Quattro portate accompagnate da 4 vini scelti appositamente, che cambieranno a rotazione assieme al menù. Un gigantesco suggerimento per chiunque voglia farsi un’idea di una denominazione in un paio d’ore comodamente seduti a tavola. “Il timorasso segna lo stretto legame tra la mia cucina e la terra in cui vivo e che ho imparato a conoscere negli anni” mi scrive Anna, a sottolineare di nuovo come il derthona non sia comprimario ma centrale.

Verso la fine della cena qualcuno cita il derthonic. Un cocktail inventato in un bar di Tortona i cui ingredienti sono gin, tonica, succo di pesca di Volpedo (altra eccellenza del territorio) e ovviamente timorasso.
Un rapido passaparola e un nutrito gruppo di invitati viene scortato al Bar Carducci, un posto gestito da giovani, fatto per i giovani, in cui la prima cosa che si vede entrando è una mensola nella quale sono esposte una dozzina di bottiglie di timorasso differenti, tutti disponibili per la degustazione.
Il derthonic è un cocktail interessante, piuttosto leggero (parte del gin è sostituito dal timorasso), leggermente addolcito rispetto al classico gintonic dal succo di pesca, e con una leggera spinta acida in più data dal vino.
Probabilmente non diventerà il nuovo mojito, ma non è questo che conta.
Che un bar della movida tortonese abbia dedicato uno spazio tutto suo al vino del territorio, e che lo avvicini in questo modo ai giovani, questo conta!

dongione

Per l’anteprima ci spostiamo nel suggestivo dongione di Carbonara Scrivia, una torre fortificata del XIV secolo, dove i colleghi dell’AIS Piemonte hanno servito più di 60 vini ad una quarantina di astanti con la solita professionalità.
Dopo un’introduzione sulla storia del timorasso di Andrea Dani (AIS), tocca a Davide Ferrarese, agrotecnico di VignaVeritas, raccontare l’annata 2021.

 

Le annate calde, ormai, si susseguono con una certa frequenza negli ultimi anni, ma non sono tutte uguali e devono essere analizzate in modo puntuale per non cadere in facili generalizzazioni. La 2021, ad esempio, ha registrato temperature massime intorno ai 30 gradi nei mesi estivi, ma al tempo stesso anche fondamentali escursioni termiche anche di 15 gradi tra il giorno e la notte, a partire dalla metà di agosto, che hanno consentito al timorasso di poter far emergere tutte le sue doti e peculiarità.

 

La degustazione si è svolta alla cieca, 41 vini dell’annata in anteprima (la 2021) più altri 12 di annate dalla 2020 alla 2016, per dare un’idea dell’evoluzione del vino.

Ecco gli assaggi più significativi.

Cantina Sociale di Tortona s.c.a., Derthona
Pesca e mela, fiori di acacia e salvia. Di buona struttura, teso, gustoso e pulito. Quando la cantina sociale di un territorio offre vini di livello è sempre un bel segnale.

Canevaro Luca, Derthona
Al primo olfatto una sensazione zuccherina che va scemando, emergono agrumi, frutta a polpa bianca, liquirizia e caffè. Complessità, struttura e lunghezza.

Cascina i Carpini, Colli Tortonesi DOC Timorasso, Rugiada del mattino
Giallo dorato intenso, più materico già alla vista, naso che si conferma con intensità, spezie, albicocca matura e note quasi tropicali. Gustoso e glicerico in bocca, di grande carattere.

La Colombera, Derthona
Nota vegetale tra il bosso e la felce che fa pensare ad un sauvignon, poi ginestra, pesca e zucchero filato. Esuberante e fresco, ha bisogno più di altri di ancora qualche mese in bottiglia per mostrare le sue doti.

La Spinetta, Derthona
Profilo organolettico particolare. I frutti sono quasi rossi, tra il passion fruit e il lampone, leggermente balsamico, poi limone e salvia. Coerente all’assaggio, fine e goloso. Interpretazione differente.

Alvio Pestarino, Derthona, Thimos
Pulizia e finezza. Bellissimo agrume maturo, più cedro che limone, poi iris, salvia e leggera spezia dolce. Coerente e di grande scorrevolezza, è uno dei più godibili fin d’ora, ma a cui non manca la stoffa per crescere nel tempo.

Ezio Poggio, Terre di Libarna DOC, Archetipo
Naso pulito e classico, leggere note di idrocarburi fanno capolino, pesca e albicocca, salvia e una nota delicata che ricorda la rosa. Di buon corpo, goloso ma anche fresco ed equilibrato.

Pomodolce, Derthona, Grue
Le note di idrocarburi del vitigno qui emergono in modo più deciso, accanto alla frutta bianca (mela) e gialla (pesca). Bocca precisa e sottile finisce ammandorlato. Classico.

Sassaia, Derthona
La fermentazione in barrique e l’affinamento in botti di rovere (nuove per il 25%) rendono questo vino riconoscibile. Tè alla pesca, fiori bianchi e agrumi accanto a leggere spezie dolci. Pulito, fresco e lungo è destinato ad essere vino divisivo. A me piace.

Terre di Sarizzola, Derthona
Succo d’uva, agrumi, passion fruit e fiori d’acacia. Fresco, molto scorrevole ed equilibrato. Vino da piscina in bicchieri capienti.

Vigneti Boveri Giacomo, Derthona, Lacrime del Bricco
Frutto bellissimo, albicocca, mela pink lady, cedro e fiori d’acacia. Una leggera nota di miele a chiudere. Bocca coerente, gustosa, fresca e lunga.

Massa F.lli, Derthona
Naso zuccherino di tè alla pesca, frutta tendente al tropicale, e leggere note speziate. Bocca coerente, di grande struttura, materico, speziato e lungo. Inconfondibile ma dal potenziale ancora inespresso.

Voerzio Martini, Derthona
Molto fine, di pesca, ribes bianco e agrumi, poi fiori bianchi e note aromatiche di salvia e quasi balsamiche. Bocca coerente, fresca e sapida, di grande pulizia e finezza.

Dovendo riassumere le sensazioni dell’annata rispetto alla scorsa sono due gli aspetti interessanti. Il primo è che i sentori minerali di idrocarburi tipici del vitigno, che nell’annata 2020 erano presenti in modo abbastanza deciso in più di un assaggio, nella 2021 sono quasi assenti o appena accennati. Il secondo è che se nella scorsa edizione la qualità era poco costante con differenze marcate, quest’anno c’è stata molta più costanza e il livello mediamente si è elevato. Scegliere i dieci migliori quest’anno è stato molto più difficile.

Attorno al timorasso si è costruita una comunità che ci crede, a partire dai giovani: è nata da poco l’associazione Derthona Giovani, composta da una quarantina di soci, di cui circa la metà provengono da aziende vitivinicole, e gli altri si distribuiscono tra ristorazione e produzione di eccellenze del territorio (le pesche di Volpedo, il salame nobile del giarolo, il formaggio Montebore, …).
Mattia Ricci mi spiega che il desiderio è quello di crescere nella consapevolezza delle possibilità che il territorio offre e di trasmettere questa consapevolezza ai più giovani, che possano uscire al sabato sera bevendo e mangiando orgogliosamente locale.
È nato così il derthonic, e già c’è chi anziché preoccuparsi di quale gin scegliere sperimenta diversi timorasso cercando la propria formula.
Attraverso collaborazioni con le scuole agrarie, degustazioni e visite di istruzione (perché c’è sempre bisogno di imparare, e questo i giovani lo ricordano più facilmente) Derthona Giovani sta facendo un lavoro di grande prospettiva che merita un sincero applauso e che dovrebbe essere preso da esempio. Bravi.

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Denis Mazzucato

Monferrino DOC, informatico da troppo tempo, sommelier da troppo poco, musicista per sempre. Passato da Mina, Battisti e Pink Floyd a Fiano, Grignolino e Chablis, cerco un modo per far convivere le due cose. Mi piacciono le canzoni che mi fanno piangere e i vini che mi fanno ridere.

7 Commenti

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Tommaso

circa 1 anno fa - Link

Mi hai fatto venire voglia di bere Timorasso!

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Denis

circa 1 anno fa - Link

Quando sali dalle parti del Po ti ci porto!

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Mauro

circa 1 anno fa - Link

Visto che ci hai soggiornato, spendo una lode per i vini e non solo di Valli unite la loro croatina, per me splendido vino da merenda e da loro ho bevuto il mio primo dei Timorassi.. Una bella idea di fattoria, restituiscono il senso di vino artigiano lo.

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Denis

circa 1 anno fa - Link

È un posto da approfondire, una bella realtà! Peccato non aver assaggiato la croatina!

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Mattia Grazioli

circa 1 anno fa - Link

Il bello di essere in pochi e mediamente bravi.

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Rede picello

circa 1 anno fa - Link

Per FORTUNA che c'è chi ha buttato le barrique e si è comperato le cisterne in cemento, come Ennio Ferretti de La Modella. Una gioia i profumi ORIGINARI, e non contaminati da molecole alloctone.

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Mattia Grazioli

circa 1 anno fa - Link

C’è una “N” di troppo nel nome e la cantina si chiama la Morella. Anche io non sono fan dei vini che sanno di legno e lo utilizzo molto poco, ma si possono fare ottimi vini in barrique che non siano spremute di legno, glielo assicuro!

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