Apocalypse Wine: intervista al prof. del cortometraggio oscurato da YouTube (e poi ricomparso)

Apocalypse Wine: intervista al prof. del cortometraggio oscurato da YouTube (e poi ricomparso)

di Simone Di Vito

Tutto nasce da un bando di concorso dedicato a “Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico e culturale veneto” organizzato da Regione, Unione delle Pro loco e Ufficio Scolastico Regionale del Veneto. Un’opportunità che ha spinto i ragazzi della IV A meccanica dell’ISISS Luciano Dal Cero di San Bonifacio (Verona) a dar vita ad Apocalypse Wine: una video-ricerca che approfondisce le problematiche legate alla coltura intensiva della vite, con un focus sulla viticoltura industriale della valle d’Alpone (Lessinia Orientale).

Un corto molto artigianale di 12 minuti che, dopo aver ottenuto in pochi giorni migliaia di visualizzazioni, ha sicuramente fatto storcere più di qualche naso, fino ad essere oscurato da YouTube. Per saperne di più, ho fatto qualche domanda al professore che, insieme ai ragazzi, è uno dei protagonisti di questa vicenda: Simone Gianesini.

Ciao Simone, come nasce l’idea di questo corto?
L’idea nasce dall’incrocio di una riflessione con il caso. Mi spiego. Grosso modo tra primavera e autunno dell’anno scorso, si è concluso l’iter per la modifica costituzionale che ha permesso l’introduzione dei concetti di biodiversità e paesaggio tra gli articoli fondamentali della nostra Carta Costituzionale. In sostanza, lo Stato si è fatto garante della tutela di biodiversità e paesaggio e non solo dell’eredità storica e artistica della nazione. Ecco, siamo partiti da qui e poi per caso ci è capitato sottomano il bando di un concorso della regione Veneto, che nello spirito e nella semantica chiedeva – a noi così è parso – di fare esattamente quella cosa che da sempre più è funzionale al potere, cioè la celebrazione dell’esistente. In sostanza ci si chiedeva, attraverso l’uso di vari linguaggi, tra cui il cortometraggio, di festeggiare il patrimonio storico, culturale o enogastronomico della regione. Ma per noi non c’era nulla da festeggiare: con uno sguardo sul paesaggio, che è fra le entità più “culturali” di una nazione, i ragazzi si rendevano conto come la gestione dei luoghi in cui si trovano fosse in deroga alla Costituzione. Abbiamo quindi immaginato un gioco, per la verità molto serio: quello di sabotare lo spirito del concorso, in un certo senso di irriderlo (il riso che smaschera), esprimendo democraticamente un punto di vista antitetico.”

Come è stato accolto il corto dalla commissione del concorso?
“Non ne abbiamo idea. Nessun riconoscimento, nessuna menzione. In un certo senso questo si può anche interpretare, in negativo, come un bersaglio centrato, come l’affermazione, da parte dei giudici, che “non eravamo dei loro”. Oppure, più semplicemente, c’erano lavori più meritevoli.”

Ti sei fatto un’idea sul motivo della censura da parte di YouTube?
“Sulla censura in realtà ogni ipotesi è un’illazione. Chi censura senza il coraggio o la forza intellettuale di argomentare il proprio dissenso non può poi pretendere che delle sue debolezze ci facciamo carico noi. Chi non vuole dare voce ad altri non sa meritarla per sé.”

Poche parole molto precise e argomentate, quelle del prof. Gianesini. Un motivo in più per dedicare alcuni minuti alla visione del video, che magari non è da premio Oscar ma in cui, altrettanto evidentemente, di ciccia sul fuoco ne è stata messa parecchia. E con tante ottime ragioni.

PS – Tre giorni fa il corto (che trovate qui sotto in versione integrale) è stato nuovamente caricato su YouTube, mentre invece da quando è online (un mese circa) non è mai scomparso da Vimeo.

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Simone Di Vito

Cresciuto a pane e corse automobilistiche (per via del papà pilota), sceglie la sostenibilità di bacchette, tamburi e corde grosse, tra batteria e basso elettrico. Si approccia al vino grazie a una breve carriera da scaffalista al supermercato, decidendo dopo anni di iscriversi ad un corso AIS. Enostrippato a tempo pieno, operaio a tempo perso. Entra in Intravino dalla porta di servizio ma si ritrova quasi per sbaglio nella stanza dei bottoni. Coltiva il sogno di parcellizzare tutto quel che lo circonda, quartieri di Roma compresi.

31 Commenti

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Applausi ai ragazzi della IV A meccanica dell’ISISS Luciano Dal Cero di San Bonifacio (Verona) e ai docenti. __ Complimenti a Intravino che, con Simone Di Vito, mi ha fatto conoscere questa vicenda e riflettere su argomenti di grande attualità: ____ 1- l'importanza del PAESAGGIO. 2- La deturpazione del paesaggio 3- La relativa difesa attraverso la Libertà di Espressione e d'Informazione: i cittadini della Regione andavano informati su quello che sta avvenendo. 4- Il video non è stato gradito dal potere regionale e c'è stato il tentativo di... silenziare il lavoro dei ragazzi...anche attraverso la...censura...su youtube...che ha poi ripristinato il video. ____ Vorrei segnalare che non è la prima volta che i PIÙ IMPORTANTI SOCIAL censurino dei contenuti non graditi.

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Niccoló

circa 2 anni fa - Link

"che nello spirito e nella semantica chiedeva – a noi così è parso – di fare esattamente quella cosa che da sempre più è funzionale al potere, cioè la celebrazione dell’esistente". Ancora non ho visto il video ma ho veramente apprezzato la frase!

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Stefano Cinelli Colombini

circa 2 anni fa - Link

Credevo che ci fossimo liberati di questa retorica vuota, saccente e fideistica con la battaglia contro il PIT Toscano della prof.ssa Marson, ma gli illetterati che parlano senza sapere di cosa parlano prosperano ancora. L'ambiente, il territorio e la bellezza sono la nostra eredità e il nostro unico futuro, ma questi ingessatori seriali non vogliono tutelare, hanno un sogno utopistico e non sanno nemmeno declinarlo. E poi lo fanno spacciando palesi falsità. Mai sentito parlare della Legge Galasso? Non si può fare una vigna dove c'è un bosco, né si può fare nessun'altra coltura. Non si può, punto. E infatti dalle foto si vede benissimo che quel terreno che poi è stato vitato non era bosco come dicavano loro all'inizio, ma bensì un campo abbandonato. Sterilizzare il terreno dove si pianta la vite? Ma scherziamo? La vite non cresce nel terreno sterile, si fa di tutto per mantenere il suolo vivo per il banale fatto che altrimenti non c'è raccolto. La vite favorisce il degrado dei terreni e l'erosione? Ma scherziamo? Dove c'è erosione la vite muore, figurati se la cerchiamo. Viticoltura industriale? E che è? Noi siamo agricoltori, bimbi. Viticoltura che ha un impatto sull'ambiente peggiore dell'industria? Questa è follia pura, una vigna è fatta di piante che producono ossigeno, mai visto un capannone che ci riesce. E poi l'ostilità contro il vigneto a 1.200 metri, fatto con pali di legno e inerbito, realizzato senza alterare minimamente le pendenze naturali: è brutto e cattivo anche quello. Ragazzi, noi facciamo un lavoro onesto e manteniamo le nostre famiglie con quel lavoro, per favore un pò di rispetto per il lavoro. Se si vuole salvare il rapporto tra l'uomo e il paesaggio che ha generato la bellezza che ci circonda, si fa come a noi a Montalcino che da mezzo secolo abbiamo un piano regolatore rigoroso, vincolante e controllato fatto con il consenso dell'intera comunità. Un piano che salvaguardia la bellezza, chi la vive e chi ci lavora e ha prodotto un territorio quasi interamente bio, con una bio-diversità enorme e dove il vigneto è solo il 15% del territorio pur dando benessere a tutti.

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Omikelet

circa 2 anni fa - Link

Sono di Verona e giro le cantine (e le vigne) della provincia da parecchio. Per passione inoltre da tanti anni frequento la Val d’ Orcia, sia a nord (Pienza, Montalcino, Montepulciano) che i borghi e le vallate a sud. Da un lato vorrei dirti che hai ragione tu, e onestamente faccio fatica a darti torto. Dall’altro da veronese purtroppo ho osservato una incuria e uno scarso rispetto per il territorio che non ho mai trovato in Val d’ Orcia. Per esperienza diretta posso dire che Montalcino è un gioiello di agronomia e viticultura, con prodotti di eccellenza. Il Veronese no (e ribadisco lo dico da veronese). Allargherei senza tema di essere smentito il discorso a tutto il Veneto orientale della viticultura. Per cui non vorrei apparire “democristiano” nel senso deteriore, ma capisco e sposo sia i tuoi punti di vista che quelli del documentario. Banalmente la Vigna Italia non è uguale, ci sono areali vocati e con una cultura di rispetto… e altri magari anch’essi vocati ma in larga parte sfruttati e derurpati. Cerchiamo di tenerlo a mente.

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Omikelet

circa 2 anni fa - Link

Quanto ai boschi rimossi per la vite: confermo al 100% che è accaduto nel veronese. Tanto che , paradossalmente, alcuni vignaioli molto rispettosi e che non a caso (a mio parere) figurano nelle eccellenze di Valpolicella e Soave mi hanno più volte raccontato di quanto siano felici di essersi tenuti il loro bosco (sottointendendo che volendo avrebbero potuto toglierlo).

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Nic Marsél

circa 2 anni fa - Link

Stefano, hai certamente ragione ma tutto nasce da "un gioco, per la verità molto serio: quello di sabotare lo spirito del concorso, in un certo senso di irriderlo (il riso che smaschera), esprimendo democraticamente un punto di vista antitetico”. Puoi dire "ecco bravi ma adesso andate a giocare da un'altra parte", oppure trovare stimoli positivi per argomentare costruttivamente riuscendo a far cambiare idea a questi ragazzi forse un pò plagiati. Però qualche realtà "eroica", nata di punto in bianco in luoghi selvaggi dove la viticoltura magari c'azzecca, ma anche no (come dicono i giovani), ci sarebbe pure. Così come ci sono le coltivazioni intensive di mais... o i capannoni industriali che dopo fallimento o dismissione dell'attività rischiano di rimanere lì 2000 anni come templi greco-romani. 

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Franca

circa 2 anni fa - Link

Complimenti al post. Mi pare giusto il confronto sul fatto che si abbandonano alcune colture a favore di altre con piu elevato valore aggiunto. Ma Non ho trovato dati recenti sulla superficie viticola, dal 2000 al 2010 si è ridotta da 717 a 664 migliaia di ettari (istat)

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Vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...io la penso come Stefano.. Punto...

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Davide Bruni

circa 2 anni fa - Link

È giusto non generalizzare, però, da abitante della Val d'Alpone, devo confermare la brutale trasformazione di certe aree a favore della viticoltura, magari zone boschive e prati. Non entro nei dettagli di biodiversità perché non ne ho le competenze, tuttavia non posso ignorare un forte impatto paesaggistico e, pur da appassionato di vigna e vino, me ne rammarico.

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Maria Grazia

circa 2 anni fa - Link

Il professore, prima ancora dei ragazzii, avrebbe potuto documentarsi su quanto la denominazione in cui ricadono gli esempi citati si sia spesa e si spenda per la salvaguardia del paesaggio e della biodiversità. Qui solo l’ultima di queste azioni. https://winenews.it/it/il-soave-mappa-il-suo-patrimonio-boschivo-che-vive-in-simbiosi-con-la-vite_430891/ E aggiungo che avrebbe anche dovuto visionare il dossier che ha permesso alle colline vitate del Soave di ottenere il riconoscimento GIAHS Globally Important Agricultural Heritage Systems della Fao, dove la conservazione della biodiversità è un elemento portante.

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Andrea Celant

circa 2 anni fa - Link

viene in mente solo a me che il filmato sia stato oscurato a causa dell' interpretazione sbagliata della sigla ISISS in apertura?

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marcow

circa 2 anni fa - Link

2 testimonianze di persone che conosco la realtà in cui si svolge il filmato confermano il pericolo per il paesaggio. 1 Omikelet: "Quanto ai boschi rimossi per la vite: confermo al 100% che è accaduto nel veronese. Tanto che , paradossalmente, alcuni vignaioli molto rispettosi e che non a caso (a mio parere) figurano nelle eccellenze di Valpolicella e Soave mi hanno più volte raccontato di quanto siano felici di essersi tenuti il loro bosco (sottointendendo che volendo avrebbero potuto toglierlo)" 2 Davide Bruni: "È giusto non generalizzare, però, da abitante della Val d’Alpone, devo confermare la brutale trasformazione di certe aree a favore della viticoltura, magari zone boschive e prati. Non entro nei dettagli di biodiversità perché non ne ho le competenze, tuttavia non posso ignorare un forte impatto paesaggistico e, pur da appassionato di vigna e vino, me ne rammarico" __ Il PAESAGGIO del Bel Paese. __ Lo Scempio che è stato inflitto alle COSTE ITALIANE è sotto gli occhi di tutti. Ma, signori, nei decenni scorsi anche la MONTAGNA ha subito danni paesaggistici. E il pericolo che si continui è reale. E mi spiego meglio. 1 Il CAMBIAMENTO CLIMATICO Abbiamo visto in diversi articoli le conseguenze del CAMBIAMENTO CLIMATICO. In Gran Bretagna si produce Champagne dove prima non si poteva. L'innalzamento delle temperature sposta la latitudine e l'altitudine delle aree in cui è possibile coltivare la vigna. È probabile che dopo lo scioglimento dei ghiacciai in alcune zone polari si potrà coltivare qualcosa. Quindi, per concludere, la MONTAGNA è GIÀ vista come luogo di coltivazione della vigna...in previsione dell'innalzamento delle temperature previsto dalla scienza. In questo senso, l'allarme che lancia il filmato degli studenti dell' 4ª classe(non sono ragazzini ma giovani adolescenti che l'anno prossimo si diplomeranno) è fondato. La foresta amazzonica è ogni anno, in parte, distrutta per convertirla all'agricoltura. Le Montagne Italiane rischiano lo stesso fenomeno?

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

... sto riflettendo ...

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Paolo

circa 2 anni fa - Link

Mi ermetto di osservare che scrivere "la foresta amazzonica distrutta per convertirla all'agricoltura" è diciamo... un filo impreciso, e potremmo risparmiarcela. Attenzione, già che siete carichi, non ho scritto che non è distrutta, ma che la causa non è quella, giacché anche l'ultimo dei disperati sa che la foresta disboscata ha una produttività agricola al di sotto della fame. Pero' fa tanto chic dichiararlo, mentre i cercatori d'oro la avvelenano, i tagliatori di legname disboscano essenze tropicali pregiate per gli edifici e i salotti occidentali, ecc. Insomma, se a qualcuno scappa la frizione sui boschi e colline del veronese, non credo sia serio allargare il discorso ai destini dell'umanità con iperboli amazzoniche poco aderenti alla realtà. Facendo poi di tutto questo un indistinto minestrone con il cambiamento climatico, affrontato in termini di mitigazione piuttosto che di contrasto (due cose ben differenti). C'è un non espresso in questi dibattiti, che è la nostalgia di un'arcadia mai esistita, mai vissuta da alcuno, ma che rimane termine di paragone e ragione di disagio da parte di chi del disagio si nutre. Credo che Cinelli Colombini abbia descritto a suo tempo con chiarezza i termini della questione, quando ci illustrò il piano paesistico della Regione Toscana: avrebbero incarcerato pure Michelangelo per i pezzi di marmo che andava a "rubare" a Carrara!

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Omikelet

circa 2 anni fa - Link

Ma infatti non ha senso generalizzare il discorso di questo video ad altri ambiti agricoli o vinicoli in altre regioni. Credo sia evidente un po’ a tutti quelli che si occupano di vino che negli ultimi 10 anni il Veneto ha mostrato in maniera particolare un costante incremento di produzione di vino bianco… e certo non perché Gini, Pieropan, Inama e gli altri big della qualità in Soave siano diventati latifondisti. C’è un problema di consumo di suolo per nuovi vigneti abbastanza evidente per chiunque frequenti la campagna dell’ est veronese e del trevisano, questo mi pare che dovrebbe essere un argomento di discussione proficua in un sito che parla di vino.

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marcow

circa 2 anni fa - Link

gli studenti della 4ª classe

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Leone zot

circa 2 anni fa - Link

Non esiste ad oggi attività umana che non abbia impatto sull'ambiente e la viticoltura non fa eccezione. Nel contempo esistono pratiche agronomiche più invasive ed altre meno. Sicuramente il video sollecita argomenti interessanti, soprattutto quando sottolinea il linguaggio con cui la viticoltura si descrive. La produzione di alcool non è abituata ad essere oggetto di discorsi che la assimilano ad agenti inquinatori e distruttori dell'ambiente. Tali discorsi li associamo all'industria pesante, a quella del legno in Amazzonia , a quella della carne etc. Pensate se avvenisse che sulle bottiglie di vino si mettesse il marchio "nuoce gravemente alla salute" con la foto di un fegato cirrotico. In fondo le sigarette fanno meno male dell'alcool. É sempre un esercizio salutare ribaltare i punti di vista poichè emergono aspetti non considerati in una visione univoca. Massimo rispetto ai ragazzi che hanno fatto il video, anche se talune espressioni sentite hanno un carattere moralistico che suona stonato addosso a degli adolescenti. Massimo rispetto ai vignaioli che lavorano in simbiosi con la terra e portano la letizia alcolica sul pianeta.

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

...appunto , pur nell'anelito di comprensione e solidarietà da "figli miei , sono orgoglioso di voi ..." mi sembrano tanti Greta Thumberg de noantri ...

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Massimo

circa 2 anni fa - Link

Concordo pienamente con le tue considerazioni. Se siamo su questo blog a discutere è perché a tutti noi piace il vino, e quindi rendiamo grazie a tutti i produttori che ci concedono col loro lavoro di godere delle loro bottiglie. Tuttavia, laddove c'è la possibilità di valutare un eccessivo impatto ambientale per tale produzione, ritengo opportuno sollevare il quesito su quanto di tutto questo sia accettabile. Ovviamente, con tutta la soggettività che la parola "accettabile" implica. Non conosco il caso particolare, ma non ritengo giusto bollare i ragazzi (o il prof) come improvvisati ambientalisti, così come non riterrei giusto condannare tot court il produttore. Evviva i diversi punti di vista!

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marcow

circa 2 anni fa - Link

Da Wikipedia. "Per deforestazione Amazzonica si intende il processo di disboscamento, avviato a partire dagli anni 40 delle aree forestali presenti nel bacino Amazzonico in Brasile. Nel 2017 risultava che più del 20% dell'intera superficie forestale fosse stata disboscata. Con 783 828 km2 (più del doppio della superficie dell'Italia) di aree boschive in meno rispetto al 1970. L'allevamento intensivo è responsabile da solo di circa l'80% di tutte le deforestazioni nella regione mentre la restante parte è legata allo sfruttamento del territorio per fini agricoli (principalmente soia e olio di palma), minerari o legato al mercato del legname" (Da Wikipedia) __ "L'allevamento intensivo è responsabile da solo di circa l'80%" Ho detto questo con altre parole. __ Nel mio commento ho cercato di collegare il cambiamento climatico allo sfruttamento dei suoli di montagna in previsione dell'innalzamento della temperatura. E ho poi fatto un collegamento con la deforestazione dell'Amazzonia. A me non sembrano correlazioni insensate. __ PS Il sarcasmo verso Greta Thunberg, i ragazzi della 4ª classe e il video da essi prodotto esprime una delle tanti posizioni sulle questioni ambientali e sulla difesa del paesaggio. __ Greta Thunberg Glasgow novembre 2021 Cop26: "Non è un segreto che Cop26 sia un fallimento. Dovrebbe essere ovvio che non possiamo risolvere la crisi climatica con gli stessi metodi che l’hanno provocata. E sempre più gente se ne sta rendendo conto. Molti si stanno chiedendo, cosa servirà ai potenti per svegliarsi, ma, sia chiaro, loro sono già svegli, sanno esattamente cosa stanno facendo e che prezzo e valore stanno sacrificando perché le cose continuino come in passato. Stanno attivamente creando scappatoie e formulando scenari da cui trarre beneficio per loro stessi e a guadagnare da questo sistema distruttivo. È la scelta fatta dai nostri leader: continuare lo sfruttamento di persone e natura e la distruzione delle presenti e future condizioni di vita" __ (Greta Thunberg 19 anni poco più grande dei ragazzi della 4ª classe forse da essa ispirati: un punto di vista diverso da quelli di chi, in questo dibattito, li hanno sbeffeggiati)

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Vinogodi

circa 2 anni fa - Link

Le stesse, stessissime cose che ha scritto mia nipote in un tema. Tra l' altro scritte meglio, perche' gliele ho scritto io, ambientalista convinto. E ha preso 10 nel tema. Come 10 lo do a chi ha scritto il discorsetto di Greta. Io non sbeffeggio, io sono infastidito . Infastidito da chi manda avanti ipocritamente i bambini quando e' l' adulto che dovrebbe sostenere le idee ambientaliste. Avendo noi la responsabilita' dello scempio ambientalista. Ma i bambini non sono la nostra coscienza buona, sono la nostra coscienza cattiva..

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Maurizio Gily

circa 2 anni fa - Link

Se non erro per norma nazionale i boschi si possono togliere a certe condizioni, ma bisogna riforestare altrove per pari superficie o pagare un importo che consente allo stato di farlo. Poi ci sono le norme regionali, i piani urbanistici e paesaggistici, le aree protette etc. In ogni caso i boschi che insistono sui crinali collinari o montani non andrebbero mai toccati.

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Giacomo

circa 2 anni fa - Link

Professò, se venite in langa vi facciamo visitare il cantiere di cemento e vi regaliamo la buttiglia.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 2 anni fa - Link

No, signori, non ci siamo proprio. L'ambientalismo si fa vivendo l'ambiente, e trovando metodi con cui rendere compatibile la vita dell'uomo con la bio-diversità e la conservazione dell'ambiente. È una cosa perfettamente possibile, e in Italia (più o meno a seconda delle zone, ma sempre di più) lo stiamo facendo. La mia Fattoria dei Barbi da tempo ha una impronta ecologica negativa, come tutto il mio Comune e la mia Provincia. Da vent'anni seminiamo insetti, dagli anni '60 usiamo concimazione a base organica e siamo praticamente bio (anche se non certificati, perché non voglio fare tutte quelle carte) da sempre. Se poi venite in Val d'Orcia, vedete come tutti i Comuni del territorio gestiscono bene il rapporto con l'ambiente. Questo è ambientalismo, non le sparate e le dichiarazioni errate contenuti in documentari ad effetto basati su ideologie e non su fatti. Poi, se vi piace chi grida "al lupo al lupo" a vuoto, va benissimo. Attenti però, che in quel modo poi quando arriva per davvero il lupo nessuno vi crederà. L'ambientalismo si fa con i fatti, non con le parole. E, se si usano le parole, bisogna stare molto attenti a che ogni parola sia esatta e controllabile. Invece il documentario parte con una affermazione errata, ovvero che si è tolto un bosco che c'era da sempre per fare una vigna. Cosa falsa, dimostrata dal documentario stesso quando fa vedere una foto di un seminativo abbandonato e cespuglio nel luogo dove poi sarebbe sorta la vigna, e non un bosco. Tra l'altro, con la Legge Galasso è impossibile tagliare un bosco per fare una vigna. Prosegue con un'altra affermazione falsa, la terra sterilizzata per piantare la vigna. Questa è idiozia pura, nella terra sterile non cresce nulla e si fa sempre la massima attenzione a salvaguardare lo strato fertile. E va avanti con idiozie assolute tipo "la vigna è più negativa per l'ambiente di un capannone industriale", quando anche un ignorante sa che la vigna è fatta da piante e le piante producono ossigeno mentre nessun capannone industriale della terra lo fa. È tutto così quel documentario, errori seguiti da approssimazioni grossolane per poi passare a dati errati. Non è così che si tutela l'ambiente, l'ambiente si tutela lavorando a fianco dei Comuni nella programmazione edilizia e della gestione del territorio lottando per imporre politiche ambientali, e poi applicandole nella propria realtà. I gridi al lupo al lupo piaceranno anche ai nostalgici di ogni tipo, ma fanno solo danno.

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Enric

circa 2 anni fa - Link

Signor Cinelli Colombini, mi potrebbe gentilmente evidenziare dove “dalle foto si vede benissimo che quel terreno che poi è stato vitato non era bosco come dicavano loro all’inizio, ma bensì un campo abbandonato”. Ho riguardato più volte con attenzione il video, ma non riesco a rilevare ciò che lei dice. Grazie.

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sesese

circa 2 anni fa - Link

Complimenti a quello che fate, sia voi privatamente, che come gestione pubblica in Val d'Orcia. La classe credo abbia voluto lanciare un'allarme, una provocazione, quindi proverei ad andare oltre le inesattezze tecniche e legislative del video, visto che, per esperienza ed ammissione di molti altri utenti, a quanto pare in Veneto e non solo, questi stessi strumenti tecnici e legislativi parrebbero non funzionare. E se non funzionano in Veneto, sarebbe meglio capire dove come perché, cercando di risolvere il problema, invece che delegittimare ragazzi di quarta o chiamarli Greta Thumberg de noantri, altrimenti poi, per quanto bravi possiate essere a Montalcino, il rischio che arrivi il lupo diventa generale e non più territoriale, e nessuno crederà più neanche alla vostra bravura.

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vinogodi

circa 2 anni fa - Link

... edaje... ribadisco un'altra volta . Non ce l'ho con ragazzi che hanno l'età dei miei figli né tantomeno li delegittimo . I bambini / adolescenti aderiscono istintivamente, dove c'è retroterra culturale sano , ad iniziative di giustizia sociale , sostenibilità , morale e coscienza civile , fa parte del loro indirizzo psicologico . Già a Scampia qualche difficoltà maggiore esiste. Bene . Quando , però, diventano paravento di incapacità e un poco di vigliaccheria da parte della componente di adulti che li guida ed indirizza , ribadisco che sono infastidito . Perchè si ha paura di scontrarsi , in caso di lotte sociali o ambientali, con i potentati economici che ti possono nuocere , quindi ci si nasconde, lanciando alti messaggi morali, dietro l'innocenza degli intoccabili , perchè i "fanciulli" sono tali . A chi mi viene a dire che la allora quattordicenne Greta Thumberg ha smosso le coscienze mondiali apparendo in ogni dove con il supporto delle grancasse mediatiche e comunicative globali per sua iniziativa/forza personale/Divinazione dello spirito Santo ... beh , gli sputo in un occhio , creduloni si ma non scemi fino a questo punto. Così come il professore del filmato meglio lo facesse mettendo il suo faccione in un bel documentario d'inchiesta facendo nomi e cognomi di coloro che hanno violato ogni codice morale/ambientale/legislativo sviluppando gli ecomostri che si vedono in giro non solo in Veneto ...

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Nic Marsél

circa 2 anni fa - Link

Quando ero alle medie, durante l'ora di religione, il prete ci assegnò il compito di mettere nero su bianco cosa pensassimo di lui. Risultato? Sviolinate a destra e a sinistra con un'eccezione: un ragazzo controcorrente che in maniera molto educata aveva deciso di scrivere ciò che pensava (e che in realtà pensavamo tutti). Quel compito fu letto a tutta la scuola e portato ad esempio da condannare senza appello, e il ragazzo utilizzato come capro espiatorio. Il prete disse a tutti che quel nostro compagno soffriva di turbe psicologiche, tendenze criminali e che dovevamo isolarlo. Il pazzo era il prete (come si vide in seguito) ma questa è un'altra storia. "Celebrare l'esistente", come espressamente richiesto dal bando, è ciò che provocatoriamente si sono rifiutati di fare i ragazzi di Apocalypse Wine. Tutto qui. Evidentemente il Veneto non è un'enorme Montalcino.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 2 anni fa - Link

Il caso in questione è l'esatto opposto del caso tuo. Si sono limitati a coltivare, e pure in modo molto banale, degli stereotipi condivisi dall'universo mondo tipo industria=male, guadagno=ambienticidio e simili, con l'unico tocco di originalità nella creazione del neologismo "vigneto industriale" che però è un ossimoro. Banali, banali, banali al limite del noioso, pure il montaggio è banale e zeppo di stereotipi. A me piacciono quelli che sfidano il sistema, però apprezzo quelli veri e non le factis.

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Davide Bruni

circa 2 anni fa - Link

Aldilà di inesattezze ed errori concettuali, credo che il documentario abbia la preziosa virtù di smuovere le coscienze, anche a fronte di un evidente impegno intellettuale da parte di studenti e prof, che non si limitano a denunciare degli scempi, ma cercano di metterci in guardia sulle possibili conseguenze future che tali scempi possono causare. Ripeto, è evidente che in questo lembo di terra veneta (la Val d'Alpone) ci siano zone che hanno subito sfregi ambientali irreversibili, malamente giustificati dalla favoletta del territorio e della tradizione; poi ognuno ne tragga le sue conclusioni, però il danno resta.

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Angelo

circa 2 anni fa - Link

Perdonatemi ma non credo che è così che si formino le coscienze. Così si fa un lavaggio del cervello perché il prof ha fatto vedere ai ragazzi solo ciò che lui voleva che vedessero per far sì che la sua idea diventasse anche la loro. Sarebbe stato molto più corretto che il prof, dopo aver fatto vedere ai ragazzi queste cose, per far nascere in loro delle domande, avesse organizzato un incontro (a scuola, in biblioteca, in piazza o dove si vuole) per aprire un contraddittorio con i politici e i produttori accusati di far del male al territorio, per dare la possibilità ai ragazzi stessi di dare anche delle risposte alle domande suscitate. A questo punto i ragazzi avrebbero potuto scegliere con la loro testa se la verità sta una parte o dall’altra o magari in mezzo. Questo, secondo me, significa formare le coscienze.

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