Anteprime toscane | Vernaccia di San Gimignano senza tempo con Gabriele Gorelli MW (podcast e note)

Anteprime toscane | Vernaccia di San Gimignano senza tempo con Gabriele Gorelli MW (podcast e note)

di Andrea Gori

Durante l’ultima Anteprima Vernaccia di San Gimignano 2023 è andata in scena la consueta degustazione in sala Dante, stavolta molto più gremita del solito per la presenza di Gabriele Gorelli MW diventato ubiquo ma sempre in grado di offrire chiavi di lettura inedite per le platee italiane avvezze a letture molto convenzionali da parte della critica nazionale.

Tanti i confronti emersi – dallo chardonnay della Cote d’Or allo Chablis fino alle meno scontate Hunter Valley per il semillon e La Rioja bianca per alcune riserve – ma soprattutto un aiuto concreto nel definire quello che la Vernaccia di San Gimignano può offrire di originale nel panorama dei vini bianchi mondiali.

Un vino moderno e fresco che pone la base della sua bevibilità sulla salinità e non sull’acidità, una ricchezza di rimandi dorati e speziati che vengono fuori nelle versioni Riserva e infine la durata del vino nel tempo evidenziata già nel titolo: “Timeless”.

Trovate l’audio completo della masterclass qui sotto insieme alle trascrizioni degli assaggi, integrati da mie note personali in stile flussodicoscienza. I vini scelti provengono da una selezione alla cieca costruita su proposte provenienti delle varie cantine storiche delle aziende della DOCG nei mesi precedenti l’evento.

Buon viaggio spazio-temporale!

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Il Colombario di Santa Chiara, Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve 2018
Siamo a ovest, più calcare che sabbia e argilla. Vinificazione in cemento poi affina in cemento, nasce da una vigna di 3 ettari. Riduzione iniziale e poi tanto floreale e tropicale che emergono insieme a note chablisienne del naso, lime e limone. Ostrica salmastra, lato yogurt stile Chablis e poi anche generosità nel medio palato con nota oleosa, finissima e raffinata. Carattere fruttato pulsante che emerge dopo qualche anno e che si affianca ad una acidità ancora vitale. Vino da cibo ma anche godereccio da bersi per conto proprio. 92

Fornacelle, Vernaccia di San Gimignano Riserva Fiora 2018
Siamo 6 km a nord est di San Gimignano, molta sabbia con poca argilla, un cru con molta selezione, dedicato alla madre. Vendemmia più tarda, c’è un poco di uve tardive, idea di un bianco della Rioja, vaniglia, noci, caramello e frutto caldo, la tessitura che si rivela al palato ne fa quasi un vino rosso, l’idea è di avere un bianco toscano che possa sembrare un rosso travestivo. La sensazione tannica c’è, così come ci sono la struttura importante, l’energia potente e la capacità di evolversi alla grande. Un vino che esplora la dimensione familiare della Vernaccia, un lusso quotidiano nelle tavole toscane e non solo. 90

Guicciardini Strozzi, Vernaccia di San Gimignano Riserva 2017
Dorato ma non esagerato, liscio, rinfrescante, note di dragon fruit, tanta salivazione, carattere fresco rinfrescante e delicata e dolce salinità della vendemmia calda, vino ancora di grande tensione, soddisfazione, qui legno non ha impatto e poca la macerazione, proprio un carattere di distinzione e delicatezza senza perdere la forza. 91

Fattoria San Donato, Vernaccia di San Gimignano Riserva Benedetta 2016
La famiglia è dal 1932 in città e con la 2022 sono 90 gli anni di storia, la Benedetta cui il vino è dedicato nel 2016 era ancora a scuola, aveva 17 anni ma da allora vedeva l’entusiasmo con cui la famiglia e la squadra lavoravano per custodire il territorio. Un’annata fantastica per i rossi la 2016 ma anche eccellente per i bianchi grazie alla lunga stagione di maturazione. C’è una sensazione lattica, vaniglia, speziato da legno, lemon curd, frutta a nocciolo, in qualche modo ricorda i semillon della Hunter Valley, vini che hanno bisogno di tanto tempo in bottiglia. Ginger grattugiato, salinità e tante note non fruttate esclusive che un’annata come questa ha evidenziato. Se fosse rosso sarebbe lato ematico qui invece è limonoso e acidità. A distanza di tanti anni ancora monolitica e giovanissima. 93

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Fattoria Poggio Alloro, Vernaccia di San Gimignano Riserva Le Mandorle 2016
Da due vigneti di diversa età, una più giovane per freschezza e l’altra più intensa ed esuberante, le Mandorle è il nome di quella più antica e richiama romanticamente alcune note nel vino. Sul banco la vendemmia 2016 come nel vino precedente, qui più amaretto e mandorle, naso evoluto e ricco, dolcezze, ginestra e pesca, idrocarburo e zenzero, quasi curry. Bocca rinfrescante e limonosa, un lato fenolico di pompelmo e buccia di limone ma la salivazione viene promossa tantissimo e interagisce con palato in maniera stuzzicante in maniera simile a riesling e fiano, lieve traccia alcolica e finale speziato a chiudere in bellezza. 94

Cappella Sant’Andrea, Clara Stella Vernaccia di San Gimignano 2015
Non una Riserva qui, dimostrazione che un vino non dovrebbe essere consumato e venduto così presto, annata bellissima e solare senza eccessi di calore, tanto floreale e crisantemo, molto frutto susina gialla e camemoro, nessun legno ad interferire quindi c’è esterificazione del frutto, erbe aromatiche, timo, menta, salato nel finale, siamo forse al suo picco ma la soddisfazione oggi è davvero grande. Traiettoria non immaginata all’inizio forse ma completata brillantemente. 91

Casale Falchini, Vigna a Solatio Vernaccia di San Gimignano 2015
Nasce nel 1968, una delle vigne più vecchie, si capisce subito che sarà ottima per Riserva, dal centro della denominazione, esposizione perfetta al tempo, oggi molto sfidante per avere equilibrio. Legno e frutto danno interazione intrigante, tocco fumo, fruttato, pietra bagnata chablisienne, punto di maturazione davvero delicato con abbondanza di materia ma tanta acidità, legno da struttura e non copre, gli dà modo di esprimersi al meglio, ginger, zafferano che comincia ad affacciarsi nel retrolfatto, sorso serrato, molto più completo in bocca che al naso. È rilassato ma ha nocciolo molto intenso e roccioso che lo rende meraviglioso. 94

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Panizzi, Vigna Santa Margherita Vernaccia di San Gimignano 2014
Oggi una selezione con importante passaggio in barrique usate ma vigna fondante da cui nasce l’azienda. La 2014 è una vendemmia particolare come ci ricordiamo tutti ma perfetta per capire la Vernaccia, da qui si deve passare. Vini scarni puliti, dove si può cogliere l’essenza della Vernaccia, non esaltazione del frutto, non si usa il legno per aiutare corpo e dolcezza. Un’annata che imponeva vini scarni: ci sono tanta florealità, gelsomino, rosmarino, mela verde, erbe aromatiche ma anche carattere petrolio e citrino, sorso energetico e propulsivo, pochissima densità, energetico e reattivo, un carattere particolare che richiede un palato un poco esperto per essere apprezzato. 90

La Lastra, Vernaccia di San Gimignano Riserva 2014
Interpretazione di annata difficile in cui rispettare il vitigno non era semplice. Già dall’inizio è stata vista come traiettoria lunga, personalità e reattività, tanto da dare ma all’inizio è scontrosa, affumicata, pera, susina bianca, più che al naso è impressionante in bocca con persistenza limonosa tropicale speziata lunghissima e quasi prepotente, stile Cote d’Or. C’è un ricordo di tart fruit ma anche flessibilità del legno che dona dimensione importante aumentando volume senza travolgere il vitigno e il frutto. 94

Tollena, Signorina Vittoria Vernaccia di San Gimignano Riserva 2011
Dedicato alla figlia, unica e ribelle come la Vernaccia, Barbara Bernardi ha dovuto imparare la pazienza e la Vernaccia mette duramente alla prova. Le uve vengono da vigne con più di 40 anni custodite gelosamente, tocco di chardonnay e malvasia complantati, legno da zona di Chablis per dieci mesi. Quasi “La Tondonia” di San Gimignano con una ossidazione insieme a legno, zenzero e frutto candito unito a nota di nocciola intrigante. Palato che integra chardonnay e malvasia, olioso e dolcezza, spessore e capacità di avvolgere il palato, una sensazione di copertura e rivestimento che ricorda appunta Tondonia. Però il sapore è pieno e ben sorretto da acidità ma più su carattere fenolico e tannino. Finale tra nocciole caffè, cacao e lunghezza ammaliante. L’annata era stata calda e secca (per lo meno con i parametri del tempo). Malvasia e chardonnay allargano lo spettro in maniera delicata e pregnante 93

Il Palagione, Hydra Vernaccia di San Gimignano 2007
Ecco un altro vino d’annata immaginato per essere bevuto l’anno dopo, esposizione nord nord est all’epoca coraggioso o incosciente ma che ora sta ripagando. Vendemmia molto ben accolta, la prima molto calda dopo la 1997, tanta maturità e vini molto pronti presto, molto prima di altri, più accomodanti. Siamo nella parte più sud della denominazione, la più alta come altitudine. Colore dorato e ricco, naso reticente, confettura di agrumi, ginestra e zafferano, sorso con acidità limonosa, tanta vibrazione, non solo stuzzicante, stile gentile, vibrazione importante, plateau raggiunto con grazia poi forse cadrà ma è impressionante questo non cedimento della componente fresca. Lime, cedro, carattere salino, struttura fenolica importante, con assenza dell’idrocarburo. Tanta finezza, c’è lato Poully Fumè, energetico in acidità e polpa. 90

Montenidoli, Vernaccia di San Gimignano Carato 1997
Il vino per eccellenza della DOCG, il più grande esempio di cosa possa fare Montenidoli, annata generosa e stile che lo accarezza e lo esalta nella maniera migliore. Zenzero e zafferano ma soprattutto pompelmo rosa, carambola, Dragon Fruit, lieve tropicale, tanto Chablis, legno usato che esalta carattere fenolico della Vernaccia raggiunge qui il sublime, spinta avanti è impressionante, buccioso quasi, in bocca impressiona la traiettoria che non è assolutamente finito, frutto è ancora giovanile quasi più lime che cedro, aperture fumè, frutta secca, susina matura, albicocca, pepe bianco, camemoro e cannella. Sorso con grip gastronomico pazzesco e in attesa di abbinarsi a qualsiasi cosa possiate pensate di mangiare. 97

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

1 Commento

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Andrea

circa 12 mesi fa - Link

Questa sera ci siamo fatti la Tradizionale di Montenidoli 2016. Opulenza e complessità da vendere. I vini anoressici , puzzolenti, e a furia di sottrazione nulli, li lasciamo pure agli intenditori.

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