Osterie d’Italia 2015. Queste sono le 20 del cuore di Marco Bolasco, uno dei curatori

di Alessandro Morichetti

Osterie d’Italia è la pubblicazione più irripetibile e azzeccata nella storia di Slow Food. Di più: Osterie d’Italia è una pubblicazione unica al mondo perché fotografa un panorama enogastro-sociale irriproducibile altrove. Mutatis mutandis, è opinione abbastanza diffusa che il giro portato dalle stelle Michelin sia assimilabile alla Chiocciola di Osterie. Tutte quelle dell’edizione 2015 le trovate qui e ditemi se non è uno spettacolo.

Chi non gira con Osterie d’Italia in macchina è una brutta persona e non riuscendo a raggiungere Eugenio Signoroni, ci siamo rivolti all’altro curatore, Marco Bolasco, per avere i suoi ristoranti del cuore. Quelle osterie dove la componente emozionale è tutto, percorso di vita vissuta, personalissimo. “Non è la storia di una guida ma la mia storia con le Osterie d’Italia“, mi ha detto Marco. E l’ordine che segue è totalmente casuale.

Flavio al Velavevodetto, Roma: perché la cucina romana aveva bisogno di uscire dalla retorica e Flavio è la concretezza fatta persona. Riesce a orientare sguardi, oltre che sapori, della città.

Il Ristorante Consorzio di Torino perché ha posto le basi per l’identità della nuova osteria. Forse, a questo livello, non c’era riuscito ancora nessuno dagli anni settanta a questa parte. Inimitabile. Banco a Torino perché il Consorzio è cresciuto e doveva nascere al suo fianco un piccolo laboratorio che mettesse insieme gli ingredienti. Non solo quelli dei piatti. Un’osteria libera, e di tutti.

Boccondivino a Bra perché mi sono seduto a quei tavoli per disegnare un progetto 20anni fa e mi ci siedo volentieri ancora.

Vitel Étonné a Torino per la sua capacità di essere luogo di incontro intorno al cibo e al vino. Forse l’unico vero locale metropolitano della capitale sabauda.

Cibreo Trattoria a Firenze dove ogni giorno il Picchi e i suoi testimoniano come la cucina sia vita e cultura e si intrecci con tutto il resto. Il rapporto di questa comunità del cibo con il quartiere e la città non ha eguali.

Il Vecchio Mulino a Castelnuovo Garfagnana perché Andrea Bertucci è nato oste e questa è un’osteria vera, senza mezze misure.

La Crepa a Isola Dovarese, dove sono andato quando ero già grande. Qui l’idea di impresa familiare della ristorazione ha uno dei suoi fari assoluti.

La Brinca a Nè perché ha messo a soqquadro la mia idea di Liguria. Scrigno vero, animato da persone toste, passionali e autentiche.

Sora Maria e Arcangelo ad Olevano Romano dove ho capito che un antico locale gourmet poteva ritornare ad essere una grande osteria. E poi i cannelloni…

Maso Cantanghel a Civezzano perché la signora Lucia è la dimostrazione che le donne in cucina sanno nutrire meglio degli uomini.

Al Gambero Rosso di Bagno di Romagna, anche se ha appena chiuso, perché forse questo tipo di locali anche se chiudono più che lasciare il segno rimangono proprio vivi. E per il ragù.

Perbacco a Pisciotta per le cene sotto gli ulivi, anni fa, dove per la prima volta ho scoperto il valore delle cotture con braci diverse. E’ luogo mitico di Slow Food e della sua storia.

Antichi Sapori ad Andria, tecnicamente forse una delle migliori osterie italiane, costruita intorno ad un orto e alla capacità di cavare sangue dalle rape. In senso buono. Pietro Zito for president!

Osteria Numero Sette a Pianoro per tante ragioni personali, ricordi, passatelli e perché al timone ci sono due grandi uomini, da conoscere.

Amerigo a Savigno, per i tortellini e i tanti discorsi con Alberto, oste evoluto. Quando si vuole capire come valorizzare le cose semplici, fare sistema costruendo modelli intelligenti, si viene qui.

Osteria di San Cesario a San Cesareo sebbene la Sora Anna faccia discutere e i prezzi pure. La verità della sua cucina fa chiarezza e giustizia del resto. Provare prima di parlare.

Nunzia a Benevento per il cardone e basta. E fattelo bastare.

Alle Testiere di Venezia, dove non si possono pagare 35euro per mangiare granseola e moeche ma si entra, di fatto, in un’osteria vera. Bruno è grande cuciniere e Luca oste di sala che sa leggere nel pensiero.

Da Cesare a Roma, perché se devo scegliere il posto in cui mangiare tutti i giorni, o l’ultimo posto in cui mangiare, scelgo questo.

Io a 20 osterie del cuore non ci arrivo, ma qui siamo proprio ai luoghi dell’anima quindi potrei ripeterli all’infinito, finché morte non mi separi. Io metto i miei, voi però non fate i grulli e ditemi i vostri.

Chalet Galileo, Civitanova Marche. Casa, pesce fresco, quel posto dove potrei cenare 5 sere di fila aspettando la sesta. Più 45/50 euro che 35 ma non tutti i responsabili regionali hanno testa, cuore e argomentazioni di Antonio Attorre.

La Tana degli Orsi, Pratovecchio. Manco da tanto, da troppo. La Tana è rifugio per 18 fortunati, ricarichi sul vino al minimo del sistema solare e il piacere di scoprire. Simone in cucina, Caterina in sala, un cuore grande così nel mezzo. Love.

La coccinella a Serravalle Langhe e Locanda dell’Arco a Cissone, due perle nascoste nella Langa più Alta e nascosta, perennemente piene di turisti che ordinano grandi bottiglie a prezzi troppo umani, mangiando il meglio.

Potrei continuare ma sarebbe noioso, ora tocca a voi, e non fatevi pregare: quali le chiocciole del cuore, dove e perché.

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

5 Commenti

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alessandro bocchetti

circa 10 anni fa - Link

- Armando al Pantheon - Vecchia Marina (roseto) - Osteria del Mirasole (s.giovanni in persiceto) - Antica Locanda del Falco (Gazzola) - La Bilancia (loreto A) - Beppe (cesenatico) ciao A

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Romeo

circa 10 anni fa - Link

Locanda Mariella fragnolo pr

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Liberanosamalo

circa 10 anni fa - Link

Alle Testiere con 35 euro forse mangi un antipasto è un paio di calici di vino......non è' un osteria ...punto.....sulla qualità' nulla da dire....

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Saverio

circa 10 anni fa - Link

Ostaria U Santu Genova Voltri. I migliori ravioli della provincia e non solo....

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enzo crivella

circa 9 anni fa - Link

che fine ha fatto "Angoolina" di Pisciotta chiocciolina S F ?

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