Francesco Valentini: “Viticoltura e olivicoltura d’Abruzzo in ginocchio ma le istituzioni dove sono?”
di Alessandro MorichettiIl grido di allarme arriva da Loreto Aprutino ma “dormono tutti”, risponde Francesco Paolo Valentini appena chiediamo come si stiano muovendo le istituzioni. L’agricoltura -specialmente viticoltura e olivicoltura- in Abruzzo è letteralmente in ginocchio causa maltempo: neve, vento forte e pioggia incessante hanno creato danni poderosi di cui nessuno sta parlando. “Le prime stime rilevano 1800-2000 ettari di vigneti distrutti ma nessuno dice niente”: è Valentini, produttore di vino, olio e grano d’eccellenza, ad esprimere il proprio dissenso verso l’inspiegabile immobilismo istituzionale di fronte ad una situazione di estrema gravità. “Do voce ai tanti piccoli produttori che non riescono a sfogare la loro rabbia per le perdite subite e per la sensazione di abbandono da parte delle autorità locali”. E continua, a nostra esplicita domanda: “La stampa locale non ne ha parlato e i politici non hanno rilasciato dichiarazioni “visibili”.
Loreto Aprutino è il comune a più alta densità di olivi in Italia e le semine sono andate sott’acqua per tre giorni di pioggia incessante. Per quanto riguarda l’azienda di famiglia: “Il conto danni è di quasi la metà dei vigneti abbattuti, su cui ormai si può andare in bicicletta”. Quasi la metà dei vigneti abbattuti.
Viene la pelle d’oca a mettersi nei panni di chi è costretto a scattare questa tremenda fotografia e l’unico auspicio possibile è che, messa alle spalle l’emergenza, il lavoro di ricostruzione riparta solido e solidale.
“La voglia di lasciar perdere tutto e andare alle Bahamas c’è tutta ma è più forte l’attaccamento alla terra, alla tradizione, al senso di responsabilità verso i miei colleghi. Ci stiamo appunto muovendo per far capire il dramma che ha colpito le nostre attività e speriamo che anche le istituzioni ci aiutino.”
[Fonte: Ansa, Tg2. Foto: NewsAbruzzo.it]
40 Commenti
Marco
circa 10 anni fa - LinkComprensibile lo scoramento di coloro che vedono distrutto in poco tempo il lavoro di una vita, ma possibile che ci si appelli sempre alle istituzioni, come fosse sempre tutto responsabilità dello Stato? Non è per merito o demerito dei governi se piove e gente che lavora in agricoltura dovrebbe saperlo meglio di altri.
RispondiJacopo Cossater
circa 10 anni fa - LinkMa è per merito o per demerito delle istituzioni locali (i Comuni colpiti, la Provincia, la Regione) se si riesce o meno ad intervenire con tempestività per a) affiancare le aziende colpite in questa prima fase di valutazione dei danni, con ogni strumento a disposizione b) riparare, dove possibile, e ricostruire con solerzia affinché questo particolare evento non abbia eccessive ricadute non solo sulle cantine coinvolte (quello purtroppo è ovvio) ma anche e soprattutto sull'economia locale e sulla filiera che circonda il mondo del vino abruzzese.
RispondiFiorenzo Sartore
circa 10 anni fa - LinkMarco, ma se un evento naturale le avesse "distrutto in poco tempo il lavoro di una vita" (usando parole sue), lei non invocherebbe qualche tipo di presenza istituzionale? Io sì, per dire.
Rispondicinzia
circa 10 anni fa - Linkciao marco ..ti volevo chiedere ma che lavoro fai ???? e che cosa mangi o bevi ??? se parli cosi di sicuro non sei del settore e non sai quanti sacrifici bisogna fare x i campi .....certi commenti li terrei x me
RispondiFabio Rizzari
circa 10 anni fa - LinkGravissimo. Occorre parlarne e scriverne.
Rispondistefano bonilli
circa 10 anni fa - LinkPer dare alla notizia una vasta eco bisogna coinvolgere i giornalisti dei giornali a più alta diffusione, da Scuteri della Repubblica a Marisa Fumagalli del Corriere, Pignataro del Mattino, Vizzari, e poi i cuochi abruzzesi Niko Romito in testa. Non basta un blog, fb o twitter anche se così si buca il muro di indifferenza. Ormai, con la crisi, tutto è uguale a tutto e nulla più scuote oltre l'emozione delle 24 ore.
Rispondimonia zanette
circa 10 anni fa - LinkSe volessi aprire l'argomento sul piano politico,in merito ad ingiustizie ,finanziamenti o fondi vari ,ne potri dire .....Mi limito solo all'augurio che ,attraverso forti braccia e volontà di ferro ,si possano continuare a degustare i merivigliosi vini di Valentini e di gente appassionata come lui. Forza e coraggio!
RispondiPaolo Cianferoni
circa 10 anni fa - LinkPurtroppo la gente pensa che il vino basta andare al supermercato per acquistarlo, come tutto il cibo. Stiamo perdendo come popolo (italiano) la cultura e il valore dei beni primari. Se manca cibo da una parte si compra da un'altra, per cui certi eventi, certe notizie, non importano a nessuno se non a pochi addetti. Gli'è tutto sbagliato, gli'è tutto da rifare...
RispondiDaniele
circa 10 anni fa - LinkNon capisco l'attacco a quanto dice Marco, noi italiani abbiamo sempre avuto la tendenza innegabile al piove governo ladro. Se piove ed esonda un fiume a causa della mancata manutenzione pubblica degli argini e mi distrugge i vigneti è chiaro che sono il primo a PRETENDERE che le istituzioni facciano immediatamente qualcosa ma se c'è semplicemente maltempo...si possono anche scrivere due righe sul giornale dove l'assessore regionale dice che è tanto dispiaciuto ma francamente me ne cala poco, cosa cambia? Noi agricoltori campiamo grazie alla terra e così come la natura tanto ci dà a volte qualcosa si prende, c'è poco da fare purtroppo, è nel novero delle cose.
RispondiAlberto
circa 10 anni fa - LinkScusate se copio-incollo ma sono perfettamente daccordo con il primo commento!! Cito: Comprensibile lo scoramento di coloro che vedono distrutto in poco tempo il lavoro di una vita, ma possibile che ci si appelli sempre alle istituzioni, come fosse sempre tutto responsabilità dello Stato? Non è per merito o demerito dei governi se piove e gente che lavora in agricoltura dovrebbe saperlo meglio di altri.
RispondiCristiana Lauro
circa 10 anni fa - Link@Marco @Alberto, temo non vi sia chiara l'entità del danno, altrimenti non liquidereste la faccenda con interventi così inadeguati. Non è venuto giù un acquazzone, diamine! Stiamo diventando tutti cinici
RispondiGiampiero Pulcini
circa 10 anni fa - LinkNon è colpa dello Stato se un terremoto distrugge una città, cionondimeno lo Stato - nelle sue varie articolazioni - ha il dovere istituzionale di intervenire. E il fatto che non lo faccia, o lo faccia male e/o in ritardo, configura una responsabilità gravissima che mina alla radice il rapporto di fiducia e appartenenza che in ultima analisi fonda la democrazia. Altrimenti lo Stato che ci sta a fare? A legiferare sotto dettatura delle lobby? A riscuotere tasse dai soliti noti in quantità tale da compensare chi le tasse trova il modo di evaderle? E per fare cosa, poi, se non alimentare se stesso, la burocrazia clientelare, gli affarucci tra banche, industria e - appunto - politica? Lo Stato, le Istituzioni, se ancora vogliono definirsi tali, hanno il dovere non eludibile di intervenire in caso di calamità naturali, colpiscano esse l'agricoltura, il paesaggio, l'apparato urbanistico o il patrimonio storico-culturale latamente inteso. E ha il dovere di farlo bene, e in tempo, perchè sono queste le vere risorse inimitabili su cui dovrebbe fondarsi la sua stessa ricchezza. Per tacer poi del dovere di aiutare cittadini che lavorano rischiando di loro, con le loro famiglie; i lavoratori non sono solo quelli delle grandi industrie che fanno gli scioperi generali riempiendo le piazze, dando così ai sindacalisti e ai politicanti di turno nient'altro che una bella vetrina per la loro orrenda retorica.
RispondiMarco
circa 10 anni fa - LinkNon sono d'accordo sull'irresponsabilità dei decisori politici sul crollo di una città o sull'esondazione di un fiume. E' tutta la vita colpa anche loro. Il dissesto idrogeologico, la costruzione delle case con la diarrea, l'abusivismo edilizio, il disboscamento selvaggio, e potrei continuare all'infinito, non sono stati mica provocati da Mamma Natura. Poi mettiamoci le risate delle 4 del mattino, i ritardi, le prese in giro, l'abbandono e chi più ne ha più ne metta il quadro è completo. Paese di m. Massima solidarietà a tutti gli agricoltori.
RispondiMarco
circa 10 anni fa - LinkAh, Marco ma non il primo Marco.
RispondiFranco
circa 10 anni fa - LinkMarco e Alberto spero siate dipendenti statali fancazzisti e che un giorno vi arrivi un SMS che vi comunica che siete licenziati e che Equitalia vi porti via la casa.Cosa vuoi che sia anche questo va messo in conto.
RispondiAlberto
circa 10 anni fa - LinkIo dirigo 4 aziende in altrettanti settori. Equitalia è una piaga che si abbatte spesso anche su di noi. Lo stato oltre che un peso econominco e socio immobile, spesso ci danneggia (anche a livello internazionale) con leggi e manovrette ridicole. Nessuno qui si aspetta aiuto dallo stato quando le cose vanno davvero male. Forse è per questo che siamo preparati anche al peggio.
RispondiEmanuele
circa 10 anni fa - LinkParadossale coincidenza: Francesco Valentini cita un arcipelago nord-caraibico quale rifugio dal disastro, approdo per la voglia di "lasciar perdere tutto". Nel farlo, cita uno stato magro e lasso, del tipo che Marco e Alberto invocano. Un patto sociale in versione light, poco invasivo e poco partecipativo. Frequento quello stato, non da turista. È afflitto da frequenti uragani. I bahamiani sanno che lo stato non li aiuterà a rialzare chioschi e case quando la Katrina di turno glieli stende. Risultato: nessuno fa nulla o quasi per risollevarsi, se non nei settori presidiati da investitori stranieri. I quali investono là alle loro condizioni, forti della forza bruta ed elegante di chi potrebbe, domani stesso, smobilitare e riaprir tutto su un altro arcipelago più conveniente. Cioè più povero. Quelle condizioni trascurano la tutela di dettagli quali i costumi, le tradizioni, le arti del luogo: sono irrilevanti. Che cada Valentini, cadano i suoi simili. Sulle terre liberate dai Valentini in fuga ipotetica, nuove zone depresse, nuove bahamas da comprare a poco, sarà bello portare una raffineria o, che so, un parco tematico. Ho letto qui sopra due messaggi pieni di una retorica odiosa diversa da quella citata giustamente da Giampiero. Retotica e prosopopea da salotto e culo al caldo. Il culo al caldo del vero eno-snob che beve Valentini perché...
RispondiEmanuele
circa 10 anni fa - Link... è à-la page e non conosce Valentini. Lo snob da morto un vino se ne fa un altro, di chi parla da élite dell'etile. È un atteggiamento tipico e detestabile. Mi dà pena perché denuncia un sostrato che riduce culture e persone a marchi, mode e prezzi.
RispondiGiampiero Pulcini
circa 10 anni fa - LinkGrazie Emanuele.
RispondiFp
circa 10 anni fa - LinkAllora quando i vini si vendono a prezzi alti ( lasciamo perdere per un attimo il discorso qualità' ) e' il mercato a chiederlo. Quando ci sono la catastrofi paga "lo stato". Dunque privatizzare gli utili e socializzare le perdite degno del miglior DeBenetti's style. Bene così italiani un popolo inemendabile.
Rispondialessandro bocchetti
circa 10 anni fa - LinkMa di cosa parlano alcuni qui sopra??? Avete presente il concetto di calamità naturale? Il fatto che alla base degli stati nazionali ci sia il principio di solidarietà? Sono abruzzese e 2.000 ettari di pergole a terra sono una catrastofe per un territorio già piegato dal terremoto e dalla sua comunicazione... Non parliamo di solo Valentini, lui come sempre è un'immagine dell'Abruzzo, di questo spicchio di terra violato da un ciclone devastante... Che diamine c'entra de benedetti non lo capisco??? Ciao A
RispondiFranco
circa 10 anni fa - Linkprobabilmente chi non ha a cuore la viticultura spera nell'abbandono delle terre affinchè questi terreni diventino le terre dei fuochi.
RispondiCristiana Lauro
circa 10 anni fa - Link@alessandro bocchetti (ciao A) ;-) no perché fra un po' va a finire che Valentini cerca visibilità attraverso i blog o il Tg 2. Non di certo Valentini che non parla solo per sé ma offre il suo nome e la sua notorietà anche a chi ha meno voce per farsi sentire. Avvilita :-( ma porc! @Fp Lasciamo perdere per un attimo il discorso qualità. cit. Ti rendi conto, se non fosse che il tema è un altro, che questa frase è più attaccabile di uno scippatore all'uscita dalla metropolitana? Poi De Benedetti...ma perché adesso?
RispondiFP
circa 10 anni fa - LinkSe si va a riprendere alcune datate le interviste del' Ing DeBenedetti , al quale va riconosciuta indubbiamente lungimiranza, si troverà questa teoria spiegata anche bene , poi è stata applicata in diversi casi ma questo non è un blog di Economia. Sul discorso della qualità messa MOMENTANEAMENTE da parte era per indicare che in alcuni casi , non Valentini per carità ,il prezzo è fatto dalla richiesta delle bottiglie e , specie in annate minori, non dalla qualità in essa contenute. Poi l' iperbole proprio non l' ho capita ma magari sono lento io. Nel mio post in soldoni volevo solo evidenziare come a molti piace questo tipo di atteggiamento dove si scaricano sul prossimo le perdite e si tengo per se i profitti , meritati per carità , del proprio lavoro. Se un mercato a bisogno dello stato per sopravvivere non si può definire tale .
RispondiGiampiero Pulcini
circa 10 anni fa - LinkFrancesco Valentini oggi, e suo padre ieri, hanno sempre socializzato gli utili attraverso un trattamento (non solo economico) dei propri lavoratori che non ha eguali nel settore; e ha continuato a farlo anche in annate particolarmente sciagurate, dai raccolti decimati, privatizzando le perdite quindi. Questo nel particolare. In generale, se qui non si capisce in fretta che un'agricoltura di alta qualità dovrebbe essere IL settore trainante di un'economia capace di creare benessere diffuso (con tutte le ricadute del caso nei settori ambientali, culturali, turistici), ecco, se ancora non ci è chiaro questo tra una decina d'anni qui ci ritroviamo come il Burkina Faso. Ma forse pure prima.
RispondiEmanuele
circa 10 anni fa - LinkHa ragione, Fp. La storia recente insegna che gli abruzzesi sono abili speculatori. Pensi, ad esempio, a come hanno furbescamente attinto alle casse dello stato per socializzare, col pretesto di un sisma, il costo della sostituzione di vecchie e scomode casupole antiche con moderne, funzionali e costose unità abitative nei MAP. Come se questo non bastasse, pretendono pure il ripristino degli edifici di interesse storico-artistico. Ora, privi oramai d'ogni scrupolo, chiederanno fondi e sgravi persino per orti e campi rovinati. Inemendabili e rapaci.
Rispondidva45
circa 10 anni fa - Linkfrancamente, capisco la solidarieta' al produttore, ma da li a dire che "...se qui non si capisce in fretta che un’agricoltura di alta qualità dovrebbe essere IL settore trainante di un’economia.... tra una decina d’anni qui ci ritroviamo come il Burkina Faso" mi sombra una visione un po' parziale, o magari solo datata (datata 1800). Insomma, se mi si parla di valori e cultura, non ho nulla da eccepire - a parte che si potrebbe discutere per ore sul fatto che sia opportuno che lo stato intervenga per proteggere interessi privati indivuduali o meno - ma suvvia, l'agricultura pesa +/- il 2% del pil... e il turismo viene soprattutto per il colosseo e i musei.
Rispondialessandro bocchetti
circa 10 anni fa - LinkMah sei sicuro di quanto affermi con certezza? Uno studio dell'associazione statunitense dei tour operetor dello scorso anno sancisce il sorpasso tra vino e cibo e arte. Il cibo diventa secondo loro il principale attratto re del belpaese...
RispondiEmanuele
circa 10 anni fa - LinkLiquidare così l'unico settore che nel 2012 ha segnato un incremento nel valore aggiunto, nella quota di PIL, nel numero delle assunzioni è errore che fa storcere il naso non tanto a me quanto a INPS e ISTAT.
Rispondidva45
circa 10 anni fa - LinkEmanuele, anni fa avevo un professore di economia che a proposito di quelli che usano le statistiche in modo "creativo" diceva: "If you torture the data long enough, they will confess". L'agricultura sara anche cresciuta, ma, come in tutti i paesi industriallizzati, la sua contribuzione al PIL resta molto limitata. Nel nostro caso, circa il 2% e, I guess, a poco piu in termini di impiego, mentre nel Burkina, paese che conosco bene, sta al 35%...
RispondiEmanuele
circa 10 anni fa - LinkNon uso le statistiche in modo creativo. Diciamo comparativo. Avevo un esimio prof di Economia, secondo solo a quello di Statistica II e III.
RispondiGiampiero Pulcini
circa 10 anni fa - LinkNon dimentichi i piatti da appendere con scritto "Capri", gentile Dva45, oltre al colosseo (minuscolo) e i musei (a caso).
RispondiAlessandro Morichetti
circa 10 anni fa - LinkSuvvia, non ingarelliamoci. L'agricoltura può essere un settore economico percentualmente poco significativo ma qualitativamente molto rilevante. E' lecito che si veda la cosa da prospettive diverse ma la questione di partenza qui era un'altra, cioè una calamità naturale che ha creato danni ingenti a un comparto. Non infognarci in botta-risposta può solo aiutare la comprensione offrendo elementi utili a chi legge. Grazie a todos.
RispondiGiampiero Pulcini
circa 10 anni fa - LinkNon mi infogno. Semplicemente contesto che un'agricoltura di qualità (non industriale) non possa assumere connotati quantitativi percentualmente assai più rilevanti di adesso. Con le opportune politiche, certo, e creando indotto in altri settori con creazione di sistemi di facilità elementare. Siamo in Italia, ricordiamocelo ogni tanto di essere il posto più vario e straordinario del mondo, oltre che il più irritante. Ma poi, al netto di tante parole, stiamo parlando di terra. Terra, non capannoni. La terra, cazzo! Vogliamo cominciare a difenderla sì o no? Ma cosa siamo diventati, altrimenti?!
RispondiAlessandro Morichetti
circa 10 anni fa - LinkQueste le parole di Fausto Albanesi, dell'az. Torre dei Beati di Loreto Aprutino, rivolte a Fabio Rizzari e pubblicate stamattina sul blog Vino:.
RispondiAG
circa 10 anni fa - LinkUn'analisi definitiva. Non un solo aspetto, causa e effetto è stato trascurato.
Rispondinirgendwo
circa 10 anni fa - LinkI torchietti per uso domestico sono questi. Vorrei che mio figlio ricevesse in custodia un Abruzzo simile il più possibile a quello di prima del sisma e prima delle alluvioni. Con tanto di micro-vinificazioni nel sottoscala. Non so se si accontenterà, ma al torchietto sarà sempre contento. [img]https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10151516181259610&set=pb.770854609.-2207520000.1386007182.&type=3&theater[/img]
RispondiFERRO BRUNA
circa 10 anni fa - Link..riporto quel che mi si diceva da bambina : " quando ci accorgeremo che i soldi non si mangiano cambieranno tante cose.." Sono passati circa 40 anni da allora e c'è ancora tanta strada da fare, ma si può fare. Un abbraccio forte a tutto l'Abruzzo.
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