Müller Thurgau Santa Margherita. E raccontarlo in giro, pure
di Fiorenzo SartoreTutta colpa dell’australiana: l’influenza, dico. Il virus letale mi stende il tre gennaio, e per una settimana giaccio riverso con la febbre a trentanove. E’ per questo che le scorte calano, a casa, ed è per questo che mi ritrovo al telefono con la moglie: davanti allo scaffale del supermercato chiede quale bianco comprare. Mi elenca le etichette, ed io inorridisco sentendo quali nefandi industrialoni gabella la locale GDO. Poi ho un sussulto: quando dice “Müller Thurgau Santa Margherita” mi rianimo, biascico “comprare, comprare”, come un Gordon Gekko da Carrefour, infine reclino il capo e torno a delirare.
Ecco come mai oggi stappo questo frizzantino. Santa Margherita è l’azienda più duepuntozzero der bigonzo, ha i pierre simpatici ed è virale a manetta. All’ultimo Vinitaly c’era Antonio Tomacelli (quello di Intravino) che mi rincorreva per dirmi quanto erano buoni i loro vinini. Insomma ci casco, e apro la bottiglia. Oddio, l’apertura si rivela tragica: un’ostinatissima capsula metallica, che dovrebbe proteggere l’effervescenza, strappandosi con sforzi sovrumani genera lame taglienti che mi infliggono ferite lacero-contuse guaribili in giorni sei. Incrocio il tagliacapsule del mio cavatappi con la katana affilata di Santa Margherita e dopo fiera lotta e molto sangue versato raggiungo il tappo di sughero. Adesso non è per fare il saputello, ma dico io: e un bel tappo a vite, pareva brutto? Vabbe’. Dopo ‘st’avventura assaggiamo.
Il colore è perfetto, giallino coi riflessi verdi d’ordinanza, esagerati dall’etichetta altrettanto verde che riflette il tono. Al naso esplode la mela. E che mela! Una mela melensa melliflua melodrammatica melaricordo finché campo. Ragazzi ci abbiamo dato giù pesante coi lieviti selezionati, eh? Bocca magrolina, con piccolo prevalere dell’amaro. Peccato perché altrimenti era perfetto. Sono intento a infilare il nasone nel bicchierone quando vengo distratto dalla retroetichetta: e che roba è? La retroetichetta, qui, è una cosa complessa, strappi un lembo ed esce fuori un tomo in tre pagine fitte, un racconto. Ma guarda questi di Santa Margherita, cosa non farebbero pur di distoglierti dal contenuto delle loro bottiglie. E’ il premio enoletterario “Esploratori del Gusto” in combutta con Feltrinelli and friends, una roba complicatissima. Mi chiedo: bisogna recensire anche il racconto o posso limitarmi al vino? Comunque, braccia rubate al premio Pulitzer.
Via, valutazione finale del vino. Punteggio: 65/100. Prezzo: euri 5,90. Costa quello che vale e vale quello che costa (e di ‘sti tempi guardate che è un complimento). Che cosa si può dire, ancora? Date le risultanze, io mi sento di consigliare, a tutti, con insistenza, il vaccino antinfluenzale. Date retta, vaccinatevi, l’influenza quest’anno ha conseguenze nefaste.
16 Commenti
Lizzy
circa 13 anni fa - Link...soprattutto sull'umore dei degustatori... :-P L.
RispondiAndrea Gori
circa 13 anni fa - Linkguarda fiore, la prossima volta frizzantino per frizzantino ti consiglio questo http://www.zonin.it/aspx/vino.aspx?id_linea=2&id_sotto_linea=5 non hai idea di quante persone confessano di non poterne fare a meno!
RispondiAntonio Tomacelli
circa 13 anni fa - Link'azz, frizzantino e perdipiù amabile :-) Sulle cozze è sicuro che non lo abbino...
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 13 anni fa - LinkMa una boccia di coca cola no eh?
RispondiFiorenzo Sartore
circa 13 anni fa - Linkla lista delle alternative sarebbe lunga (prima o poi ne compilero' una).
Rispondigionni1979
circa 13 anni fa - LinkA volte è tanto buona l'acqua!!!!!
RispondiNelle Nuvole
circa 13 anni fa - Link5.90 euro alla GDO non mi sembra poco per il prodotto che descrivi. Forse un euro a bottiglia serve a pagare l'autore della retroetichetta. Non mi stupisco, il Pinot Grigio Santa Margherita nelle enoteche a New York viaggia fra i $22 e i $28, ed é molto più venduto di quello di Livio Felluga, tanto per nominarne uno, che é in vendita fra i $ 17 e i $20. L'azienda Santa Margherita va presa come esempio di marketing efficace, e questo é un understatement.
Rispondipatrizia
circa 13 anni fa - LinkVi raconto una storia.. Mio padre vendeva Santa Margherita da quando si chiamava Zignago. Fu un clamoroso successo dagli anni 60/70, quando era l'epoca dei primi vini filtrati, puliti, ed era un vanto uscire a febbraio col Pinot Grigio nuovo, che - altro vanto - era sempre uguale tutti gli anni. Grandi tempi, quando tutto correva veloce, le vele si gonfiavano e una azienda come quella dava l'esempio a tutti di come si faceva il moderno vino italiano. Ora le carte in tavola sono cambiate, non parlo del presente, ma onoro la storia.
RispondiNic Marsél
circa 13 anni fa - LinkAll'esselunga dalle mie parti con 1,50 in meno avresti preso una malvasia di Zerioli, un Calepino bianco o un AA pinot bianco dei produttori di San Paolo. Oppure per 1 euro in meno, giusto per restare in veneto, il soave La Cappuccina, oppure quello di Guerrieri-Rizzardi o la garganega della cantina sociale di custoza.
RispondiNic Marsél
circa 13 anni fa - LinkSorry... rispettivamente con 2,50 in meno (Zerioli, Calepino) e 2 euro in meno (soave La Cappuccina o Guerrieri Rizzardi)
RispondiFiorenzo Sartore
circa 13 anni fa - Linkgrazie della segnalazjia. qui da me esselunga non c'e', tocca accontentarsi di mini affiliati carrefour quando va bene, o coop-sei-tu. abbastanza disastrosi tutti.
Rispondigp
circa 13 anni fa - LinkLe ultime tre righe del post sono davvero disarmanti. Come si fa a dire che 5,90 euro per un vino da 65/100 sono “OK, il prezzo è giusto”? Per capirsi, un vino che merita una valutazione del genere non è considerato degno di segnalazione da parte di tutte le guide dei vini, che al contrario nella stessa fascia di prezzo individuano vini meritevoli di valutazioni anche lusinghiere, diciamo dagli 80/100 in su, ovvero dai 15,5/20 in su (per farsi un’idea, si può dare un’occhiata ai migliori rapporti qualità-prezzo della guida L’Espresso, che si trovano all’inizio di ogni capitolo regionale, oppure all’Almanacco del Berebene del Gambero Rosso). Gli esempi citati da Nic Marsél vanno nella stessa direzione. Morale della favola: finché i consumatori riterranno equi 5,90 euro per un vino mediocre, come purtroppo capita, e troveranno pure chi li incoraggia in questo senso, non se ne esce!
Rispondienzo pietrantonio
circa 13 anni fa - LinkIo credo che ci sia di meglio in quella fascia di prezzo (assaggiate il freschissimo Pungirosa di Rivera,un Bombino Nero vinificato in rosato, giusto per rimanere in Puglia, euro 5,40) ma come già detto Santa Margherita e Lorenzo Biscontin sono chiari esempi di come un corretto utilizzo del marketing mix possa fare la sua parte.
RispondiAlberto Ugolini
circa 13 anni fa - LinkCaro Fiorenzo, leggo questo illuminante post e i vari commenti solo ora, augurandomi che la tua salute sia migliorata, e ricordandoti che non si dovrebbero né aprire né assaggiare bottiglie di vino da ammalati o in convalescenza: gli effetti potrebbero essere oltremodo pericolosi :-) Sull’apertura della bottiglia nulla da ribattere, la nostra è una scelta dettata da motivate considerazioni tecniche e di mercato, sempre pronte però a essere messe in discussione se riscontri tecnici e di mercato lo suggeriscono. Circa la presenza nel nostro Müller Thurgau di dittatoriali note olfattive di mela (di varie sfumature) entriamo nel meraviglioso frutteto della soggettività; pensa che nel medesimo vino io ho avvertito, almeno nell’approccio iniziale, sfumati sentori di bosso, cespuglio, erbe amare e solo dopo avverto la mela… forse perché sono più sensibile a quelle molecole? O perché io sono di parte, e perciò inconsciamente condizionato? O forse non so assaggiare? O magari era la bottiglia diversamente abile? E poi, la mela in Oltradige e Alto Trentino fa molto terroir… (è una battuta, chiaro?) Per la retroetichetta ti dico solo che ti è toccata una delle migliaia che riporta uno dei racconti vincitori del concorso letterario Esploratori del Gusto. E che diamine, una retro etichetta differente dal solito che incuriosisca la lettura, mentre magari si sta cucinando o aspettando la cena, non guasta! Se poi non aggrada, pazienza! Magari stimola il desiderio di partecipare al concorso dell’anno successivo e dimostrare la propria superiore abilità e sottigliezza letteraria. Su prezzo di acquisto e lista di competitors più convenienti, tolgo giustamente il disturbo e lascio ad ognuno l’ardua (o facile) sentenza. Aspettando il tuo racconto, ti saluto Con immutata, anzi aumentata, stima Alberto Ugolini Brand Ambassador Santa Margherita S.p.A.
RispondiALAN
circa 13 anni fa - LinkNoi qui a Bologna quando vogliamo un frizzantino ovviamente ci beviamo un bel Pignoletto. Dai 2.50 ai 7 euri. Poche emozioni,certo,ma grande piacevolezza. Alla salute.
RispondiFranco Bassetta
circa 10 anni fa - LinkOttimo uno dei muller piu buoni bevuti
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