I Montefalco Sagrantino 2018 non hanno tradito le attese

I Montefalco Sagrantino 2018 non hanno tradito le attese

di Andrea Gori

La vendemmia 2018 dei Montefalco Sagrantino nasceva sotto buoni auspici: un’annata finalmente fresca e senza bordate di caldo estivo, con buone precipitazioni e possibilità di vendemmiare a maturità fenolica era stata salutata senza particolare preoccupazioni da parte dei produttori della zona.

Nonostante in occasione dell’anteprima i giornalisti manifestassero (quasi) più interesse per i Trebbiano Spoletino e gli altri bianchi della zona, la parte del leone negli assaggi l’hanno fatta i 47 Montefalco Sagrantino presenti all’interno della Sala Consiliare del comune, splendida nel decoro e nell’allestimento ma al cui interno i vini scontavano qualche grado di troppo in termini di servizio: condizione che, se da un lato alleggerisce la morsa tannica, dall’altro evidenzia tracce caloriche magari non avvertibili a temperatura ambiente.

In ogni caso, si può dire che la 2018 non abbia tradito le attese: annata caratterizzata da una sicura piacevolezza complessiva per un panorama caratterizzato da assaggi che hanno dato l’idea di trovarsi di fronte a una vendemmia forse più immediata, già equilibrata e di pronta beva non solo per via del clima. L’arrivo di enologi di fama non solo italiana ma internazionale (Michel Rolland da Caprai e non solo) ha portato approcci nuovi a questo vino un tempo considerato solo austero e tannicamente inestricabile con risultati assai variegati, oltre a certi approcci naturali sicuramente utili per dare respiro al vino e addomesticare certe asperità.

Ecco i nostri assaggi (AG Andrea Gori – JM Jacopo Manni).

Terre de’ Trinci – Amarene ribes e succosità rossa ben definita, tannino di buona spinta e granulosità diffusa AG 90 JM 88

Tenute Baldo – Amarene cassis, pepe nero, menta e verbena, trama tannica con notevole estrazione, finale succoso e mentolato AG 91 JM 90

Goretti/
Le Mura Saracene – Pepe e salino, amarene visciole prugne, sorso con bel grip e sostanza, classico e austero ma c’è anche freschezza AG 92 JM 92

Terre della Custodia – Amarene e mirtilli dolcezza diffusa, lavanda e ribes nero, piccante il finale con rotondità ruffiana che si fa sentire AG 90 JM 88

Antonelli San Marco – Austero e classico ma di bella impronta stilistica, ematico e affilato, chiude in un abbraccio tannino molto bello e serrato AG 93 JM 90

Lungarotti – Lieve ossidazione e morbidezza diffusa, prugne in confettura e lamponi, sorso dal bel grip e continuità aromatica, si fa ricordare con piacere AG 91 JM 91

Cocco Ilaria, Phonsano – Ricco deciso pepato e incalzante, erbe aromatiche menta mirtillo e sandalo, sorso di pepe con qualche rugosità AG 88 JM 88

Agricola Mevante – Sottile ematico e grande frutto di sottobosco, radici liquirizia prugna e oliva, sorso che scatta bene con bella distensione del tannino nel finale roccioso AG 92 JM 89

Colle Ciocco – Spinta acida e fresca al naso tra lavanda, viola e visciola, succoso e pepato, morbido nel finale AG 90 JM 89

Valdangious, Fortunato – Ossidazione e maturità, frutta di bosco sotto spirito e floreale secco, pepe menta e sandalo nel finale con rugosità tannica un poco esuberante AG 88 JM 88

Adanti, Arquata – Maturità e stile fruttato deciso, sorso bello pronto e arcigno ma con la giusta e relativa morbidezza tannica, scuote ma appaga anche la voglia di dolce AG 93 JM 93

Tenuta di Saragano, Saragano – Erbe di campo, Erika e lavanda, frutta secca , tannino con cenni di durezza evidenti e polpa di frutta un poco passata di gioventù AG 87 JM 87

Montioni – Potente ma aggraziato, una spezia decisa e verticale con un tannino scalpitante ma dolce e integrato  88 AG 88 JM 93

Le Thadee – Ricchezza precisione e pulizia, saporosità di bosco e felci, ginepro, menta e ribes nero, grande allungo al palato AG 93 JM 93

Fattoria Colsanto – Grazioso e ricco, ribes rosso, sandalo, lavanda e fava tobnka, verbena, bocca sinuosa e piacevole AG 92 JM 91

Moretti Omero – Compassato e serioso ma con visciola fresca, giuggiola, mandorla e canditi di agrumi molto interessanti, bocca fiera e con finezza tannica notevole AG 93 JM 91

Bocale – Pepe nero e salsedine, ribes nero, rocciosità, al gusto ha ricchezza e lunghezza possenti, grande materia ma anche un mirabile equilibrio AG 92 JM 92

Scacciadiavoli – Serio compassato e dimesso un poco, bocca comunque seriosa ma frutto trova il suo spazio in maniera precisa, tannino di bella grana AG 90 JM 89

Antonelli San Marco, Chiusa di Pennone – Floreale e canditi di agrumi, uvetta e prugna, timo ed elicriso, sorso di bella compattezza e sostanza ma che non dimentica l’agilità AG 92 JM 92

Colpetrone – Amarena, uvetta, more di rovo, sostanza in bocca di pienezza e succosità belle che si risvegliano al sorso, tannini di bello stampo e piacevolezza AG 91 JM 90

Tenuta Alzatura – Visciole lieve ferrosità ematica, pepe nero, coccoina, sorso con frutta rossa fresca che emerge bene, finale di bella lunghezza AG 92 JM 90

Briziarelli – Ribes rosso e nero, senape e coccoina, slanci aromatici e pepati molto fini, finale dolce con tannino ad accompagnare quasi lieve. Sembra lavorato e aggiustato ma il risultato è notevole AG 92 JM 92

Montioni, Ma.Gia – Un frutto sospeso ma vibrante, ingresso austero e incisivo con note di talco e torrefazione a completare il sorso AG 88 JM 92

Perticaia – Frutto rosso e nero, lavanda e torrefazione, sorso piacevole e distinto, saporito e con slancio tannico ben presente ma non aggressivo AG 89 JM 87

Benedetti & Grigi, Dionisio – Una bella frutta di ciliegia, con ribes nero e pepe in sottofondo, ha corpo e energia AG 88 JM 90

Raína, Campo di Raína – Ematico profondo umorale con brett leggero, lievemente selvatico , sorso di pienezza e agilità, sostanza di visciole e amarene, mirtilli freschi, compatto e succulento, finale lungo e imperioso AG 92 (se tollerate il brett più di me aggiungete un paio di punti) JM 94 (eccomi!)

Luca di Tomaso – Ribes rosso e resine, polpa fresca di fragola , menta e timo, sorso dal ritmo un poco dimesso AG 87 JM 88

Adanti, Il Domenico – Pepe nero visciole, ematico e concentrazione frutto nero impressionante, tannino che pulsa bene ma che necessita di tanto tempo per distendersi AG 93 JM 93

Tenuta Bellafonte, Collenottolo – Lavanda iris, peonia odorosa, mallo di noce, frutta rossa fresca e nera, sorso nitido pulsante vivo e vitale con rocciosità intrigante del tannino AG 95 JM 93

Pardi – Susine mature, cacao, liquirizia e tapenade, sorso di ricchezza e piacere discreto, tannino ben coperto e succosità buona AG 90 JM 88

Romanelli, Terra Cupa – Profondo sottobosco, felci ginepro e resine, more di rovo e prugne, sorso ricco con rugosità tannica molto accentuata , da attendere  AG 92+ JM 92

Terra San Felice – Ribes rosso, fragole, pepe rosso e nero, slancio tannico preciso ed elegante AG 90 JM 90

Le Cimate – Frutto vivo nero e rosso, saporito e lungo, erbe aromatiche, pepe nero, sorso con rimandi balsamici forti e decisi, tannini in bel crescendo AG 92 JM 92

Di Filippo – Saporito ricco denso e intenso, vitale e pepato,tannino profondo che lascia solo ricordi belli AG 93 JM 92

Pardi, Sacrantino – Roccioso spinto e saporito, tanto frutto e menta, finale di profondità e stile rigoroso AG 93 JM 90

Raína, Le Pretelli – Naso affrescato di frutta di bosco, ribes nero, camemoro, violetta, elicriso, timo, anice e musk, sorso pieno succoso, balsamico, rimandi di incenso more di rovo e rosa damascata, ampio e dinoccolato, suadente riflessivo e godereccio, solenne e campestre allo stesso momento, meraviglioso davvero 95 AG 95 JM 95

Arnaldo Caprai, Collepiano – Ribes rosso e nero, toni di agrume rosso e mandarino, fragola in confettura e nitido floreale, sorso di piacevolezza e rigore, composto ma anche invitante AG 93 JM 93

La Fonte – Ribes rosso, pepe nero, ciliegia e amarene, bocca semplice ma croccante e giusta per ritmo e tannino AG 88 JM 87

Tudernum Fidenzio – Dolce e carnoso, vaniglia e ribes nero, sottile ed ematico il sorso, note di floreale di campo in sottofondo e bel nitore complessivo AG 89 JM 88

La Veneranda – Lavanda, ribes rosso, lamponi e croccantezza di frutto nitida, sorso agile pepato e speziato, tannino che si fa godere in agilità  AG 92 JM 90

Tabarrini, Campo alla Cerqua – Il cru di Tabarrini che più cerca la mineralità e le note terrose si rivela bello intenso di viola e rose, pepe cumino e menta, ferroso ematico e in effetti quasi sassoso, bocca con tannino che sferza ma regala bellissime sensazioni fruttate e minerali profonde AG 94 JM 95

Terre San Felice Vinum Dei – Pieno dolce e deciso, confettura di frutta di bosco, pepe e mallo di noce, lungo e dolce il sorso con qualche stanchezza AG 88 JM 88

Colle Mora Il Bove – Visciole amarene e frutta di bosco su crostata burrosa, sorso deciso e pieno con tannino ricco AG 88 JM 87

Dionigi – Lavanda timo e rosmarino, molto mediterraneo prima che fruttato rosso, sorso placido e tranquillo con scosse tanniche al punto giusto, lieve brett che non disturba e volatile e rendere l’insieme più leggero AG 90 JM 88

Tenute Lunelli/
Tenuta Castelbuono, Carapace – Ribes rosso e nero, legno vivace, cedro e arancio candito, tabacco e anice, sorso addomesticato e dolce con un po’ di pesantezza AG 88 JM 89

Tabarrini, Colle Grimaldesco – Il più equilibrato dei cru della casa, da terreni argillosi, ricchi di limo, esposti a sud-est, note di visciola mora di rovo e di gelso, prugne, amarene, rosmarino e alloro, spezie fini e appuntite, sorso imponente e carnoso con rimandi balsamici infiniti, tannino fitto e suadente, grande prova AG 97 JM 95

Tabarrini, Colle alle Macchie – Ciliegie mallo di noce, mandorla e ribes nero, macchia mediterranea, grafite, scatola di sigari, sorso di peso ma anche slancio ematico balsamico che lo solleva alto e lo tiene su, ancora qualche rugosità da smaltire ma l’impressione e il ritmo indiavolati lo rendono difficilmente dimenticabile, come quasi sempre è il più potente e roboante dei cru di Tabarrini AG 95 JM 97

[Immagine: Pier Paolo Metelli e Donatella Tavaglione – Spazio Umbria Gallery]

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

7 Commenti

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Stefano

circa 2 anni fa - Link

Un bancale a Clizia, presto!

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Andrea Gori

circa 2 anni fa - Link

le è già stato consegnato! sagrantino al bicchiere per tutta l'estate!

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MG

circa 2 anni fa - Link

Raina Le Pretelle mai visto, non e' il Campo di Raina? e se no, quest'ultimo non era in degustazione? E' l'annata di mio figlio, qualcosa andra' preso :D

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MG

circa 2 anni fa - Link

Mi rispondo da solo, non l'avevo visto...

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DePisis

circa 2 anni fa - Link

Nun se venne. Catrame. Voti altissimi per vini perlopiù imbevibili. Ha ragione Carlo Macchi nel suo articolo. Quelli che sembrano migliori bluffano alla grande: vi presentano il vino di due o tre annate precedenti e voi giù a osannare "il sagrantino è cambiato". Stocazzo!!! Ogni anno ci cascate ma il mercato ha già deciso che a parte i soliti Bea e Caprai, montefalco non si vende se non a grande offerta. Tutte ste aziende nominate faticano a vendere questo vino sbagliato da prima di nascere. Poi si, fatevi baloccare dalle distrazioni che si inventano per questo evento. Boiate che non servono a niente. L'Umbria che funziona è fuori da Montefalco e Orvieto.

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Andrea

circa 2 anni fa - Link

Il fatto che lei o qualcuno che conosce lei (quorum ego) non lo riesca a vendere non vuol dire che non si vende in assoluto. Ogni anno ci sono milioni di bottiglie di sagrantino che vengono scelte da appassionati e persone cui piace il genere. Quanto alla possibilità di assaggiarlo così giovane secondo me è difficile ma comunque alla portata, ci sono le stesse difficoltà nell’ assaggiare i Bordeaux 2021 sei mesi dopo la vendemmia o i Barolo dopo tre anni, tutto sta a vederli in prospettiva. Detto questo , il territorio ha già cominciato a investire sempre di più sui bianchi e sul rosso. Come dice Macchi, a breve ci saranno spazi sempre più grandi per spoletino, grechetto e rosso di Montefalco in eventi come questi e nessuno sarà obbligato sotto tortura (come qualcuno sostiene) ad assaggiare i Sagrantino in purezza .

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DePisis

circa 2 anni fa - Link

Resta che voi giornalisti e blogger vi fate spesso prendere in giro da produttori che a questi eventi (e per le guide) etichettano il Sagrantino come fosse nuovo, invece è quello di un paio d'anni più vecchio. Inoltre tutte queste simpatiche operazioni per farlo sembrare divertente e giovane ed elegante, per me lasciano il tempo che trovano: alla fine il mercato sentenzia che è un vino che non gira, se non a prezzi molto ridotti rispetto a quelli di partenza. Se negli anni i listini dei produttori di Montefalco Sagrantino sono andati scendendo, o certo non sono saliti, mentre quelli di altre denominazioni venute alla ribalta anche successivamente (penso ad Alto Piemonte, Etna, Valtellina, ... fra un po' pure Modigliana e Mamojada) sono cresciuti progressivamente, qualche domanda sull'effettiva validità e piacevolezza del loro vino a Montefalco se la dovrebbero fare, invece di organizzare queste festicciole di paese che distraggono dal problema. Ora vogliono puntare tutto sull'enoturismo, perché han ormai capito che anche in America e nei paesi dove all'inizio funzionava, il loro vino non gira più, perché scalzato da altre tipologie più attuali. Tornerà il momento del Sagrantino? Io non credo.

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