Champagne Rare 2008, il quadro è quasi completo
di Andrea GoriNon finiscono di uscire i millesimati 2008 di Champagne e ormai quelli che lo fanno devono aver per forza qualcosa da dire di speciale dopo che i tre assi Dom Perignon, Cristal e Winston Churchill hanno praticamente sbaragliato la concorrenza. In attesa di Krug, previsto il suo 2008 a fine 2022, ci possiamo consolare con altre chicche in arrivo e, nel caso di Piper Heidsieck, la curiosità era ancora più alta dopo la bella prova della 2008 Rosè assaggiata qualche anno fa (novembre 2019).
Per i più distratti rammentiamo che Rare Champagne è la cuvèe prestige di Piper Heidsieck, maison storica e prestigiosa fondata nel 1785 e che si fregia del fatto di essere stato bevuta da Maria Antonietta in persona. La storia di Rare è piuttosto antica tanto che inizia nel 1885 e da allora è stata imbottigliata solo 11 volte, sempre nell’iconica e preziosa bottiglia contenuta in un gioiello dorato oggi realizzato da Van Cleef & Arpels.
L’intento di Regis Camus, talentuoso e ultrapremiato chef de cave prima in forza a Piper e ora esclusivamente al lavoro su Rare (in pratica ormai un brand staccato anche commercialmente da Piper), di certo quello con più esperienza oggi in una grande maison, è di esaltare il lato cosiddetto “minerale” cui Rare sembra tenere tantissimo (viene nominato svariate volte durante la presentazione su zoom) e per farlo usa di proposito chardonnay in prevalenza (70%) e, soprattutto, dalla Montagne de Reims, in netta controtendenza con le altre maison che usano per le loro cuvèe de prestige quasi solo da Avize e compagnia bella.
Tanti chardonnay sono come “cavalli selvaggi” a detta di Regis e in qualche modo vanno controllati e domati per evitare troppa vivacità a volte nei blend. Dal punto di vista aromatico e gustativo, gli chardonnay della Montagne necessitano di tempo maggiore sui lieviti per esprimersi ma danno più aromi citrini e agrumati e meno floreale che in ogni caso sono forniti da alcuni village della Côte des Blancs che vengono comunque utilizzati nel blend. Dal punto di vista del Pinot Nero, l’origine è principalmente Verzy con altri grand cru sempre dalla Montagne. Il vino non vede legno (anche qui una controtendenza per le cuvèe di livello altissimo) e svolge completamente la malolattica.
Dal punto di vista di Regis Camus la 2008 è da considerarsi annata fredda (soprattutto paragonata con 2007 e 2006 dove è stato prodotto comunque il Rare ma in versione “solare” secondo Regis) con la sorpresa finale del grande settembre a regalare la qualità insperata. Nel mezzo una estate che abbiamo spesso raccontato come calda ma senza eccessi, nuvolosa e fresca senza problemi particolari di muffe e altro.
Champagne Rare 2008
Colore vivido e acceso, appena dorato tanto che pare che i nove anni sui lieviti non l’abbiano minimanente scalfito, esordisce su note agrumate ben presenti, cocco fresco, mango e ananas verde come note tropicali, limone di Amalfi e arancio giallo, mandarino tardivo, pera kosher kaiser, mela gialla con tracce candite.
Ben presente anche il versante iodato e marino, così come il floreale di biancospino e tiglio. Con qualche grado di temperatura si stagliano bene le note di frutta secca e mandorle, un’idea di curry, di miele di corbezzolo e panificazione e anche cenni di frutta rossa come ciliegie e melograno. Il sorso è intenso, corposo e con decisamente poca dolcezza melensa ma con tanta grinta, sapidità. Centro bocca da gran fuoriclasse fino a tocchi finali di nuovo nel sottobosco con ribes nero misto a liquirizia. Profondo e teso, promette ulteriori evoluzione in bottiglia che si accompagnano bene al suo carattere dark e ombroso. 96
10 Commenti
Vinogodi
circa 3 anni fa - Link...confermo, non male..
RispondiFrancesco Romanazzi
circa 3 anni fa - LinkCiao Andrea, ti faccio una domanda che sembra ironica ma in realtà è seria: mi spiegheresti meglio le specifiche dei sentori olfattivi di Limone di Amalfi, mandarino tardivo e pera Kosher? Grazie mille
RispondiAndrea Gori
circa 3 anni fa - LinkLa pera "kosher" in realtà era kaiser, non chiedermi perchè il correttore è un appassionato di frutta giudaica! Comunque è la pera forse più profumata che abbiamo a disposizione quasi tutti al mercato in Italia. Il mandarino tardivo mi rimase impresso in una confettura di Moreno Cedroni qualche anno fa a Taste: rispetto al mandarino normale è più intenso e dolce con tocchi canditi. Limone di Amalfi (detto "sfusato") è quello da cui in genere per tradizione si fa il limoncello, sono molto grandi e quasi senza semi. L'esigenza di mettere un aggettivo ai prodotti viene non tanto dalla voglia di specificare un profumo quanto sul far soffermare il lettore sul profumo stesso, una impressione sensoriale che rammentiamo a parole ma su cui non ci soffermiamo abbastanza quando leggiamo e ci impedisce di farsi una idea chiara del vino che stiamo descrivendo o provando a descrivere.
RispondiFrancesco Romanazzi
circa 3 anni fa - LinkPerfetto, grazie.
Rispondimarco trucco
circa 3 anni fa - Link“[il dialetto] è scabro tanto/ che vent’anni di oceani e di idiomi diversi/ non gliel’hanno scalfito”. (I mari del Sud, Lavorare stanca, Pavese) Voluta o casuale? :)
RispondiAndrea Gori
circa 3 anni fa - LinkCiao Marco, a quale passaggio ti riferisci?
Rispondimarco trucco
circa 3 anni fa - Link“appena dorato tanto che pare che i nove anni sui lieviti non l’abbiano minimanente scalfito”
RispondiAndrea Gori
circa 3 anni fa - Linkonorato di essere stato accomunato a Pavese per questo passaggio in effetti dall'andamento simile. Una bellissima citazione del tutto involontaria (purtroppo). grazie di avermelo fatto notare Marco!
Rispondimarco trucco
circa 3 anni fa - Linkma prego! l’onestà del recensore di vede anche nel dire che era involontaria invece che “ma certo che era voluta!!” :)
Rispondivalentina
circa 2 anni fa - Linkgran pezzo Andrea. Grazie
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