E’ ufficiale: Porthos chiude (e io dovrei consolarmi con Porkhos Edizioni?)
di Alessandro MorichettiI tristi presagi di qualche mese fa sono ora realtà: la rivista trimestral-annuale Porthos, chicca indipendente e autorevole dell’italica editoria vinosa, chiude i battenti. La miniatura di Dicembre 2011 del padre-padrone Sandro Sangiorgi sancisce la fine di un lavoro ribelle, nobile, disperato e fondamentale per una ricognizione ampia e profonda della materia-vino, c.d. liquido odoroso. Queste le parole di commiato:
Il numero 37 sarà l’ultimo. Con l’età si ricorre con maggiore cautela alla parola “mai”, tuttavia posso dire che se Porthos tornerà, e per ora non ci sono margini per immaginarlo, non sarà più come l’avete conosciuta. (…) Mi corre l’obbligo di rassicurare le amiche e gli amici il cui abbonamento scade con il 38 e oltre: verranno contattati di persona e riceveranno una proposta per recuperare il credito che vantano. Dunque non si tratta di una fuga, ma del completamento di un’esperienza che va chiusa in modo pulito.
Tra le cause, stanchezza, senso di straniamento successivo alla pubblicazione del libro definitivo di Sangiorgi – L’invenzione della gioia – e necessità di “fare silenzio” laddove il profluvio di pubblicazioni a carattere enogastronomico non accenna ad interrompersi. Ad ogni modo, l’esigenza divulgativa di Sandro Sangiorgi è tanta e tale che troverà maggior sfogo nella didattica e nei corsi che tanto ama, a contatto con quegli “allievi” che, un domani, parleranno di lui come di un vero maestro “alla Veronelli”.
Una pubblicazione così significativa che se ne va lascia sempre un po’ soli. Amata e odiata, profonda e a volte pesante, sempre sincera, dettagliata, ideologica nel senso buono, scremati gli eccessi direi anche intelligentissima nell’analisi organolettica, la rivista è stata sempre specchio del carattere di chi la fondò nel lontano 2000. Ci mancheranno interviste intense, viscerali e torrenziali, batterie di assaggio serrate, stati d’animo e approfondimenti tecnici come ancora non se ne leggono altrove. Mancherà anche l’orgoglio dell’indipendenza.
“Chi è causa del suo mal, pianga se stesso” non sarebbe un commento appropriato ora, di certo spiace constatare che a Porthos ci sia stato un via-vai di talenti del giornalismo enoico senza pari forse al mondo. Da Giovanni Bietti ad Armando Castagno, passando per Samuel Cogliati, Luca Mazzoleni, Francesco Falcone, Luca Santini, Ian D’Agata e tantissimi altri, la lista dei collaboratori porthosiani negli anni è un dream team che ha poi visto in Gianpaolo di Gangi, Maurizio Paolillo e Damiano Maurizio Raschellà i traghettatori ultimi del vascello. Ci sarebbero poi anche il padre fondatore Giampi Giacobbo, Tiziana Gallo, Giulia Graglia, Alessandro Francheschini e tutti quelli che purtroppo dimentico.
In attesa del commiato definitivo su Porthos 37, sfogliare L’invenzione della gioia (la recensione firmata per noi da Francesco Annibali è quanto di meglio in circolazione per capire di cosa si tratti) mi convince assolutamente di avere tra le mani un libro che, senza esitazioni, entra di diritto nella hall of fame dell’editoria mondiale di settore, accanto ai tomi risolutivi di Émile Peynaud, Hugh Johnson, Jancis Robinson e pochi altri. Sono fermamente convinto che, nelle mani di un grande editore e dopo una purificante revisione editoriale, quel libro diventerebbe il vero must che merita di essere. Tutto ciò non avverrà mai, temo.
Non ci resta che piangere o solo sorridere pensando ad un amico che lascia qualcosa di grande in chi lo ha conosciuto. Ieri, vagando su Facebook, mi imbatto nella pagina di Porkhos Edizioni: Santo Santorti e “L’infusione della noia” vengono sberleffati da un insider che percula amabilmente il nostro “ribaldo, ignobile, disperato”, tra un “inseminario di studi” e “I Cappellone e il Barone” (parodia di “I Cappellano e il Barolo”). Tra battute più o meno azzeccate, trovo conforto nell’umorismo yiddish del monumentale Groucho Marx: “Una risata vi seppellirà”.
54 Commenti
Claudia Donegaglia
circa 12 anni fa - LinkA me mi dispiace. L'Invenzione della gioa è accanto al Vino degli altri. Claudia
RispondiFrancesco Maule
circa 12 anni fa - Linksi ma l'invenzione della gioia sei riuscita a leggerlo tutto? io no ancora. Comunque ormai andava talmente a singhiozzo che e' meglio cosi'. Di sicuro avra' dell'altro in mente...la gestazione e l'uscita del tomo l'hanno fatto volare chissa' dove. E' un grande, parla da dio, ha una conoscenza incredibile e porta avanti l'idea di naturale, autentico e qualita' da prima di tutti!
RispondiMarco De Tomasi
circa 12 anni fa - LinkL'invenzione della gioia è un bel libro. Ma andrebbe epurato di parti antologiche del tutto personali e che al lettore importano poco o nulla. Acquisto il libro per imparare qualcosa sul vino, non per conoscere la sfera più intima dell'autore ! Con quelle pagine diventa un insopportabile mattone autoreferenziale.
RispondiAndrea
circa 12 anni fa - LinkIo l'ho letto tutto, e devo ammettere che conoscendo la minuziosità maniacale del lessico di Sangiorgi (un De Andrè letterario direi), temevo il peggio quando l'ho acquistato. In realtà è stato fluido e molto interessante.
RispondiAndrea
circa 12 anni fa - LinkAnche me dispiace, e parecchio!
RispondiEleutherius Grootjans
circa 12 anni fa - LinkBravo Alex, bell'epitaffio.
RispondiLaura
circa 12 anni fa - LinkTengo fra le mani, ogni sera, "L'invenzione della gioia". Io che di vino capisco ancora poco e mi sono sempre sentita così ignorante da esserne imbarazzata; io che nel mondo del vino ci lavoro, ma praticamente non assaggiavo nulla… Ora accetto, anzi cerco, tutte le esperienze che posso. Ecco, questo libro mi sta cambiando. Mi ha già cambiata. Perché non lo sto solo leggendo, sto bevendo ogni pagina, sto succhiando ogni riga come un acino, la leggo, la rileggo, e se non comprendo rileggo ancora. Sto lottando per cercare di ricordare ogni cosa a questa prima lettura, con un'urgenza che non conoscevo da tempo, quasi volessi appropriarmi dello spirito che sento aleggiare dentro queste pagine, quasi temessi stia per svanire se non lo colgo ora che è maturo, pronto… Non conosco personalmente Sandro Sangiorgi ma ogni sera, nella mia cucina, davanti alla mia tazza di the, sono le sue parole a tenermi compagnia e a nutrire il mio desiderio di sapere. E so che grazie alla sua "gioia", io e il "liquido odoroso" ci stiamo innamorando. Grazie :-)
RispondiLido Vannucchi
circa 12 anni fa - LinkTristezza, e vuoto. Ciao lido
RispondiSimone e Zeta
circa 12 anni fa - LinkHo letto due volte il post e non ho capito bene le ragioni della chiusura. Non può essere "stanchezza e straniamento", o forse si? Cmq dispiace.
RispondiAndrea Gori
circa 12 anni fa - Linkforse Sangiorgi ha esaurito le persone da sfruttare e da
Rispondiconvertireplagiare...mi pare la ragione più normaleFilippo Ronco
circa 12 anni fa - LinkCommento molto duro il tuo. Con riferimento ad alcuni tratti caratteriali e ad alcune scelte, mi son sempre chiesto se Sandro ci fosse o ci facesse ma credo che anche se parte di tali tratti costituisca una buona parte della notorietà costruita intorno alla persona e al personaggio, sia proprio fatto così, non simula. Ciò detto, anche se capisco cosa vuoi dire, lo stato per così dire *precario* nel quale i collaboratori si sono trovati a lavorare nel corso di questa esperienza nobile, ribelle e disperata - va senza dire - credo però fosse il frutto di una scelta senziente e consapevole. Non vedrei Sandro nella parte di quello che tira qualcuno per la giacchetta e quelli che hanno fatto il percorso insieme probabilmente avevano ed hanno molti tratti in comune o se non altro ne condividevano appieno ideali e visione accettando quasi per spirito di servizio questa condizione così precaria, come un atto di amore incondizionato verso il vino che non poteva accettare mediazioni. Io vedo un po' così la storia editoriale di Porthos e della sua *ciurma*. Fil.
Rispondimaurizio rusconi
circa 12 anni fa - Linkse lei è ciò che scrive sappia che la disprezzo.
Rispondifrancesco
circa 12 anni fa - LinkLo sterminato serbatoio di sapienza cui Gori attinge per i suoi raffinati interventi invece non si esaurirà mai. L'utilissimo post sui vini da supermercato comparso da poco ne è mirabile dimostrazione. Grazie Gori per i tuoi preziosi contributi, continua così.
RispondiAndrea Gori
circa 12 anni fa - Linkpuoi scommetterci Francesco! grazie che continui a seguirmi con tanto affetto...
RispondiFrancesco Maule
circa 12 anni fa - Linkun po' cattivello, ma forse in parte ha ragione. che siano consenzienti e' chiaro, mica e' uno schiavista! forse la ragione e' che il suo ideale e' diventato troppo ampio per star dentro a una rivista che ormai diventava libro...
RispondiAndrea
circa 12 anni fa - Linknon condivido il tuo commento ma lo rispetto. comunque gli argomenti non erano mai banali e sempre molto approfonditi e motivati. cosa rara di questi tempi nel campo enoico
Rispondistxstx
circa 10 anni fa - Linkgli anticrittogramici ti hanno dato alla testa bevici su una buona dose di tannini sintetici......
RispondiMassimiliano Montes
circa 12 anni fa - LinkPerché non trasformare Porthos in un Magazine online? Con parte dei contenuti liberamente consultabili e gli approfondimenti accessibili soltanto dietro abbonamento? Lancio la proposta a Sangiorgi
RispondiCurcio
circa 12 anni fa - LinkAttenzione Morichetti che di maestri esistono anche quelli cattivi. Tu sei giovane e ancora non lo sai.
RispondiGiampi
circa 12 anni fa - LinkSangiorgi non ha mai costretto nessuno a rimanere o a fare o non fare qualcosa per Porthos. Ognuno ha deciso da se. Porthos è stata per tutti noi una scuola importantissima. Non c'è plagio ne sfruttamento la porta della sede è sempre stata aperta sia nell'entrare che nell'uscire. La visione del mondo del vino che Sandro ci ha trasmesso non è pari a nessuno. Io sono orgoglioso di aver fatto parte della Ciurma. In ogni caso finisce un sentiero ma non il viaggio. ciao G.
RispondiEleutherius Grootjans
circa 12 anni fa - LinkCaro Giampaolo, qui c'è molto di condivisibile e qualcosa che proprio non torna. Ma non sarebbe questo il luogo per parlarne, anche perché parlarne non avrebbe importanza. Spero che ci si possa incontrare, una volta, dalle tue parti.
RispondiStefano
circa 12 anni fa - LinkGrande Giampi, per chi come me (noi) si è formato ed ha iniziato a provare il piacere per il liquido odoroso sulle note di Sandro la chiusura di Porthos fa una grande tristezza, come tutte le cose belle che finiscono. Condivido quando Alessandro dice che a la ciurma era composta da una serie di "talenti del giornalismo enoico senza pari forse al mondo", ma che comunque fortunatamente continueranno a scrivere e magari a formare a formare altri talenti. Grazie Sandro e viva Porthos!
RispondiTommaso Farina
circa 12 anni fa - LinkNon condivido molte delle idee dei porthosiani, ma li ho sempre stimati e non è mai bello quando qualcosa finisce.
Rispondiag
circa 12 anni fa - LinkE' sempre un peccato quando sparisce una voce competente (per quanto schierata) in questo mondo di tromboni autoreferenti.
RispondiTommaso Farina
circa 12 anni fa - LinkLo puoi dire forte.
Rispondiag
circa 12 anni fa - LinkNon è che Porthos fosse esattamente un'invito alla leggerezza e al sorriso, eh? Però di vino ne sanno....
RispondiSilvana
circa 12 anni fa - LinkCome sono d'accordo!
RispondiEleutherius Grootjans
circa 12 anni fa - Link@ Ale: a parte che porkhos su FB è una solenne e facile minchiata (si può dire?), dubito che possa essere opera di un "insider" perché...non ce ne sono più. A meno che non si tratti della carissima segretaria, o del fido (e bravo) scudiero MG.
RispondiBeatrì
circa 12 anni fa - Linkdove si clicca: "non mi piace per niente" ?
RispondiNic Marsèl
circa 12 anni fa - LinkQuesto è davvero un peccato, pero' meglio chiudere che continuare senza i giusti stimoli. Un grosso in bocca al lupo per il futuro a Sangiorgi e a tutta la ciurma. Aspettando il 37.
Rispondivinogodi
circa 12 anni fa - Link...era una bella scuola di dialettica, mi dispiace..
Rispondinico aka tenente Drogo
circa 12 anni fa - Linkyiddish, non hiddish Corretto, grazie. [ale]
Rispondiattoadivenire
circa 12 anni fa - LinkMi dispiace moltissimo, non so tutti i retroscena di Sangiorgi ma a me piaceva tanto quel giornale...... Mi consolo con Pietre Colorate, uno dei pochi giornali (insieme a Porthos) che amo sul vino.
Rispondigeppo67
circa 12 anni fa - LinkSandro e Porthos sono stati un faro lungo il mio cammino enoico e sono fiero e orgoglioso di averne condiviso ribellioni,nobiltà e disperazioni. Porthos ha rappresentato per chi ama il vino un valore vero e ne sentiremo la mancanza.
RispondiSimone e Zeta
circa 12 anni fa - LinkDopo aver letto tutti i link possibili e scandagliato FB, riformulo la domanda a cui spero perlomeno Morichetti dia una risposta. Pur con tutto il tatto dovuto per l'occasione, è possibile conoscere le ragioni di tale chiusura? Una rivista, che come si evince dai commenti, è stata pietra miliare nel panorama della stampa vinicola, cessa il suo operato e la risposta è stanchezza mentale? Smette di esistere il palcoscenico di molti produttori "alternativi" e liquidiamo tutto con una lacrimuccia e vago dispiacere? Inoltre immagino che qualcuno provasse anche s camparci, finisce così in mezzo di strada? Senza contare che una riflessione sulla libera informazione relativa al mondo del vino andrebbe pur fatta, se è vero che una delle due massime espressioni si fa mettere in crisi dalla concorrenza durante le feste. Via, su ! Un pochino di coraggio (e sensibilità) e possiamo affrontare l'argomento da persone adulte
RispondiRoberto
circa 12 anni fa - LinkDeduco che tu non abbia mai letto porthos
RispondiAntonella Avantaggiato
circa 12 anni fa - Linkchiude la rivista ma Sandro Sangiorgi è vivo e vegeto con la scuola ed il suo gruppo di allievi. non finisce qui, ne sono certa. P.S. dispiace anche a me per la rivista, bellissima e alternativa.
RispondiNelle Nuvole
circa 12 anni fa - LinkAppoggio la richiesta di @Simone e Zeta. Mi sembra che questo anno sia partito con un po' di "botti". Sicuramente la chiusura di Porthos è uno di questi. Confido che Intravino sia in grado di approfondire l'argomento, superando la semplice stesura e pubblicazione di "coccodrilli".
RispondiManilo
circa 12 anni fa - LinkNon ho mai letto Porthos e la colpa è vostra (:_ me lo dite ora che esisteva una rivista del genere, proprio ora che sta per chiudere, ed io che ieri mi son andato a comprare il Bibenda, leggermente marchettaro a parte qualcuno, possibile che con tutti sti squali editoriali non c'è nessuno che si presenta per comprare i diritti. Vivrò.
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 12 anni fa - LinkGambelli è morto, Porthos è morto e neanche io mi sento troppo bene...
RispondiMassimiliano Montes
circa 12 anni fa - LinkSono sempre i migliori che se ne vanno
RispondiSimone e Zeta
circa 12 anni fa - LinkPrendiamo atto che alcuno, tranne Maule, ha sentito l'esigenza di spiegare un momento di criticità della stampa vitivinicola italiana. Sotterriamo quindi il cadavere e non parliamone più, evidentemente nom era poi così importante.
RispondiMassimo Billetto
circa 12 anni fa - LinkOnore al merito, ma la dura legge del mercato recita che con duemila lettori, purtroppo, non si campa.
RispondiNic Marsèl
circa 12 anni fa - Linkorgoglioso di far parte di quella "minoranza"
RispondiNelle Nuvole
circa 12 anni fa - LinkSignor Billetto, Lei ha scritto parole che pesano come pietre, ma non sono colorate come quelle della prestigiosa rivista. Se veramente esiste una minoranza orgogliosa di far parte dei Porthos's fans perché non è stata attivata prima? Perché non gli è stato detto "Scusate, voi estimatori della nostra noon-marchettagine, della nostra nobile e disperata ribellione, volete darci una mano a pagare tipografi, distributori e anche colaboratori, che forse si sono anche un po' stufati di condividere una visione del mondo del vino che non è pari a nessuna trascurando però il fatto che tengono famiglia"? Non dubito che ci siano molte persone che tengono sul comodino "L'invenzione della gioia" come un tempo si tenevano "I fioretti di San Francesco" e invece di dare un colpettino al/alla compagno/a si addormentano felici dopo aver succhiato ogni riga come un acino, leggendo e rileggendo... a queste stessa persone non sarebbe costato niente contribuire all vita perenne di Porthos, ma non sono state informate e adesso piangono sconsolate per la fine di un'era, la chiusura di un mondo, lo spegnimento di un Faro. Nel buio però troveranno presto altre luci ne sono sicura.
RispondiAlessandro Morichetti
circa 12 anni fa - LinkHai per caso letto la miniatura dove Sangiorgi dice che quella economica è una motivazione parziale e non certo l'unica? Se l'avessi fatto decadrebbe molto di quanto scritto, credo.
RispondiNelle Nuvole
circa 12 anni fa - LinkL'ho letta la miniatura. Il mio era un commento alle parole di Billetto e allo strapparsi i capelli sconsolato di tanti. La motivazione economica è parziale, ma c'è. Oltre ad una crisi di crescita di Sangiorgi, come lui ben spiega nella miniatura. Ma parla solo di sé stesso, mentre ritengo che la rivista fosse fatta da un gruppo di persone per quanto dominate da un padre-padrone, come lo chiamo tu. La lunga domanda del mio commento precedente era retorica. Sandro Sangiorgi ci dice che non se la sente di continuare a dirigere Porthos, per motivi perfettamente legittimi, ma sono i suoi motivi. E se lui se ne va, la rivista chiude, perché Porthos è lui, "one man show". Se ci fossero state delle solide basi economiche, la pubblicazione avrebbe potuto continuare ad esistere anche senza di lui. Naturalmente è una mia considerazione personale, a seguito anche della domanda posta un paio di volte da @Simone e Zeta.
RispondiAlessandro Morichetti
circa 12 anni fa - LinkCi sono due teorie: 1) Porthos è Sangiorgi. 2) Dopo quasi 40 numeri, Porthos sarebbe potuta esistere anche senza Sangiorgi. Che è l'iceberg sotto l'acqua (la storia, gli input, una visione senza pari), mentre il "nuovo" sarebbe quello che affiora rinfrescando quell'approccio prezioso. Per inciso, mi è piaciuto intravedere gli spiragli della seconda visione, che al momento è perdente e senza più riferimenti. Se non ci sono volontà e coordinamento, la solidità economica è purtroppo indifferente.
RispondiEmanuele
circa 12 anni fa - LinkNon scomodate, ve ne prego, la dramatis persona del padre- padrone. Ne basta una metà. Non è solo un peccato che Porthos chiuda. E' un atto autocelebrativo. Chi conosce la persona potrà, come il sottoscritto, essere dispiaciuto. Ma non sorpreso.
RispondiFrancesco Fabbretti
circa 12 anni fa - LinkGuarda che, da abbonato, phortos non te lo regalavano mica... ad onor del vero. Aggiungo che l'ultimo ano da abbonato non ho ricevuto nemmeno un numero.... credo che gli scricchiolii logistici del progetto esistessero da tempo
RispondiAlessandro Ceretto
circa 12 anni fa - LinkMi spiace veramente per la fine di Porthos. Ho comprato un mese fa la prima edizione di Le Rouge & Le Blanc tradotta in italiano, spero che almeno questa abbia un seguito!
RispondiRoberto Gatto
circa 12 anni fa - Link"Porthos ci sia stato un via-vai di talenti del giornalismo enoico senza pari forse al mondo. Da Giovanni Bietti ad Armando Castagno, passando per Samuel Cogliati, Luca Mazzoleni, Francesco Falcone, Luca Santini, Ian D’Agata..." Morichetti come al solito (sarà l'età e la poca esperienza) ha esagerato, desolato ma nessuno di queste penne sono famose nel mondo. Come non lo è Sangiorgi. Chiude Sandro per un semplice motivo "Non c'è gusto in Italia ad essere intelligenti"(Skiantos).
RispondiAlessandro Morichetti
circa 12 anni fa - LinkHo detto talentuosi, non famosi. Sarà l'età e la poca esperienza ma temo lei non veda la differenza, che c'è ed è pure profonda. Metà della stampa di settore che bazzico è anglofona e il rammarico che certa gente abbia parlato solo in italiano è forte.
RispondiEmanuele
circa 12 anni fa - Linktwo thumbs up for Morrisquey.
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