Il business dello Scotch Whisky vale più dell’industria metalmeccanica. Ma non pubblicizzatelo troppo

di Fiorenzo Sartore

Due curiose notizie whisky-centriche si incrociano, e in parte confliggono tra loro, oggi su The Drink Business. Da un lato, SWA (Scotch Whisky Association) ha diffuso un dato rilevante sugli aspetti finanziari relativi alla produzione del distillato scozzese: “l’impatto economico della produzione di Scotch mostra che il contributo complessivo di questa industria al Regno Unito ammonta a 4,96 miliardi di Sterline”. Questo valore è maggiore di quello attribuito per esempio all’industria dell’acciaio, o ad altri settori produttivi come il tessile, le costruzioni navali e l’informatica.

Tuttavia lo stesso sito riporta le polemiche successive all’uscita dello spot pubblicitario di un Whisky del gruppo Diageo (Haig Club). La presenza di un testimonial particolarmente popolare come David Beckham ha infatti innescato molti rilievi critici, temendo appunto che il testimonial sia troppo efficace, raggiungendo settori sensibili (i giovani, per esempio). Una possibile risposta potrebbe stare in quanto afferma David Frost, dirigente della Scotch Whisky Association, che oltre a ribadire gli aspetti economici legati a questa industria, afferma tra l’altro che “lo Scotch Whisky deve essere riconosciuto come un asset culturale, che accelera la crescita e l’occupazione, combinando il meglio di tradizione e modernità”.

Non sfuggirà che questo tipo di dualismo conflittuale, che finisce per confondere ogni tipo di comunicazione legata al prodotto alcolico con l’induzione all’abuso, può affliggere anche la bevanda vinosa. Alle solite, per come la vedo, qualsiasi tipo di narrazione deve prevedere la conoscenza, l’approfondimento e in generale la valorizzazione di tipo culturale. Questi restano i mezzi più efficaci a prevenire gli abusi. Ad ogni modo, ecco lo spot incriminato. Per quanto mi riguarda l’aspetto più inquietante è il ghiaccio nel tumbler.

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

4 Commenti

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Alberto R.

circa 9 anni fa - Link

Già...Regno Unito, putroppo... :-/

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Andrea Gori

circa 9 anni fa - Link

e invece lo smoking verde in pelle di nutria di David come lo giudichiamo?

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Alberto R.

circa 9 anni fa - Link

Peraltro, sembra un tentativo di sdoganare il grain whisky come bevuta "fighetto-giovane" (e giovane deve esserlo sicuramente dal punto di vista dell'invecchiamento) in sostituzione dei classici blend on the rocks, ma soprattutto come mossa tattica in conseguenza di una situazione generale che vede gli stock dei single malts disponibili assottigliarsi sempre più, soprattutto se parliamo di materiale invecchiato (infatti sono nati una strage di imbottigliamenti NAS, senza indicazione di età) e probabilmente invece una quantità enorme di grain whisky in giacenza nei magazzini dei blenders.

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benux

circa 9 anni fa - Link

dico solo w i single malts torbati

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