Come funziona l’inflazione dei centesimi nel vino? Lo spiega in un tweet Wojciech Bonkowski
di Alessandro MorichettiL’unico casino con Wojciech Bonkowski, giovane e brillante giornalista polacco che gira sempre col suo set di calici da degustazione, è scriverne correttamente il nome. Per il resto, grandissima preparazione e grande padronanza della lingua italiana. Ricordo che un paio di anni fa a Nebbiolo Prima mi parlava delle Marche del vino molto meglio di quanto non avessi saputo fare io.
Scorrendo i suoi tweet live da #BenvenutoBrunello ho trovato questo: siccome un’immagine vale più di mille parole, qualsiasi commento è superfluo.
Punteggi alto –> Vieni citato in prima posizione dalle aziende –> Gli altri cercano di superarti per essere citati e punteggiano più alto.
Manca una freccia: –> Il consumatore se la piglia in quel posto.
15 Commenti
Rossano
circa 9 anni fa - Linka me pare un'arguzia molto brillante ma di sostanza non so quanta ce ne sia
RispondiAlessandro Morichetti
circa 9 anni fa - LinkTanta. Non ricordo minimamente dove né perché ma lessi tempo fa di come i punteggi di Parker fossero cresciuti negli anni, proprio per questo meccanismo. E ovviamente, essendo una corsa al rialzo, c'è uno che spara più di te. Trsiteeeezza.
RispondiSamuele
circa 9 anni fa - LinkCui prodest?
RispondiAlessandro Morichetti
circa 9 anni fa - LinkSuperficialmente, giova a chi deve vendere sul mercato i propri ratings e giova anche alle aziende che sventolano punteggioni. Superficialmente però. A farne spese è l'ultima ruota del carro.
RispondiStefano Cinelli Colombini
circa 9 anni fa - LinkNon credo che oggi a farne le spese sia l'ultima ruota del carro. I punteggi centesimali furono un'invenzione geniale, rendevano comprensibile il complesso mondo del vino. Apparentemente, s'intende. Come naturale il successo ha generato inflazione, e più aumenta l'inflazione e meno funzionano. Oggi a farne le spese sono i produttori illusi, che investono (sopra o sotto il tavolo) per un qualcosa che vale sempre meno.
RispondiDavide Tanganelli
circa 9 anni fa - LinkMi sembra pure superfluo parlarne. Il punteggio "pubblico" nasce con l'obiettivo d'influenzare gli altri e quindi reagisco facendo spallucce. Inflazionati o no, tali punteggi non dovrebbero aver senso per un consumatore "attivo"
RispondiAlessandro Morichetti
circa 9 anni fa - LinkNon sono del tutto d'accordo. Nasce con l'idea di restituire una istantanea di un prodotto, e di certo sono il primo a non fidarsi dell'80% delle fonti. Ma di alcuni mi fido e ritengo abbiano molto senso anche per un consumatore "attivo" che, per forza di cose, non arriva dappertutto.
RispondiTino Bolla
circa 9 anni fa - LinkSi però scommetto che se ti dicessi ah fantastico i girasoli di van Gogh, 97, bella esecuzione le ballerine di Degas 94... Oppure grande arpeggio e bel solo stairway to heaven (96) ma vince hotel California (98)... Mi diresti che ti ho dato un utile quadro sintetico oppure mi daresti del pirla?
RispondiAlessandro Morichetti
circa 9 anni fa - LinkIl parallelo sembra azzeccato ma suona fuori fuoco associando prodotti culturali diversi per genesi e fattura. Nessuno ha mai punteggiato i quadri mi pare. Mentre ad esempio per musica e film è prassi comune e se dici a un appassionato che Mereghetti ha dato 4 stelle a Metropolis di Fritz Lang e una a Vacanze di Natale mi sa che non ti dà del pirla proprio nessuno.
RispondiMarco
circa 9 anni fa - LinkGiustissimo. Secondo me, al netto di questo fenomeno di inflazione dei voti, il vero non sense sono i punteggi centesimali. Tra un 93 ed un 94, ma anche tra un 91 ed un 95 credo ci sia veramente poca significatività statistica; molto meglio scale più ridotte, che permettono di eliminare l'effetto. In effetti se ci pensate proprio l'esempio film è pregante: 4 stelle si, 86 no...
RispondiLuca Proietti
circa 9 anni fa - LinkSicuramente è l'ultima ruota del carro che ne fa la "spesa". Però la colpa è di chi utilizza i punteggi.
RispondiTino Bolla
circa 9 anni fa - LinkLa verità é che i punteggi sono la fantozziana cosa pazzesca che tutti ricordiamo. E disfarsi di punteggi e marcatori demenziali é troppo "fuori dal coro" per accadere in un contesto comunque,diciamo così, commerciale. Non c'è comunque nulla di professionale nei voti ai film, per amore del parallelismo. Non a caso, mica danno oscar e leoni d'oro col voto in centesimi. Diciamo che sono più cose da rotten tomatoes e affini. Esattamente come i punteggi dovrebbero essere per il vino. Una cosa un po così tanto per. Non un cartellino che i cosidetti massimi esponenti in materia appiccicano al vino. Per venderlo.
RispondiPatrizia www.wineandshop.it
circa 9 anni fa - LinkI punteggi influenzano eccome il giudizio che si può dare a qualsiasi cosa, in particolare se riguarda il gusto. Avendo a che fare quotidianamente con la ristorazione funziona esattamente allo stesso modo: una buona recensione o un buon punteggio portano chi lo legge a entrare in un ottica positiva e è invitato a provare il piatto piuttosto che il vino piuttosto che l'hotel etc....
RispondiAlberto N
circa 9 anni fa - LinkCiao Son andato sul tuo negozio online e non ho potuto fare a meno di notare che il Marai de marai é descritto come Prosecco.Non é così , basta andare sul sito dell'azienda per scoprire che si tratta di uno spumante generico,ovvero non a denominazione. Saluti
RispondiIl Duca
circa 9 anni fa - LinkRoba da e per americani e per tutti quei polli, italiani compresi, che avendo rinunciato all'esercizio del palato: a)corrono dietro alle alte quotazioni pensando sia certezza inequivocabile di bontà assoluta (salvo poi stroncature); b)vogliono fare gli sboroni, classifiche e punteggi alla mano. Avanti così!
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