Scintille bianche di Borgogna: 2007 mon amour

di Alessio Pietrobattista

Bianchi Borgogna

Estate, tempo di bilanci prevacanzieri e bevute di arrivederci alla prossima stagione di stappature. Sul mio personale tabellino di quest’anno risulta che ho bevuto davvero tanti vini rossi, troppi per i miei gusti di laico (o laido?) bianchista. Ma quando si pesca tra le denominazioni e i cru più importanti, lamentarsi diventa un esercizio praticamente inutile. Anzi, a dirla tutta il pensiero non m’ha neanche sfiorato.

Ora, con la bella stagione, posso prendermi la mia personale rivincita contro i caldi e tannici liquidi rossastri e iniziare a dar fondo a tutta la biancheria vinicola che mi capita a tiro. Se poi la provenienza è circoscritta tra la Cote de Beaune e Chablis, il piacere si moltiplica: ho un debole per i bianchi francesi in genere (vi ho stupito eh?). In Borgogna trovo estremamente didattiche le varie interpretazioni dello chardonnay e del terroir, che puoi scoprire rimbalzando da macro zona a macro zona, da cru a cru, fino a giungere alla parcella. Per non parlare delle annate che letteralmente parlano nel bicchiere, permettendo una lettura facile anche a chi di quelle straordinarie vigne non è un esperto.

Ecco, le annate: la 2007 per i bianchi borgognoni è una di quelle che attizza maggiormente, per la tempra acida e sapida che trascina la bocca verso il bicchiere come una calamita. I due intrusi hanno poi evidenziato ancor di più la differenza con annate più calde e placide, nel frattempo la cucina di Gianfranco Pascucci ha fatto il resto deliziandoci e sorprendendoci boccone dopo boccone.

Meursault 1er Cru Genevrières 2009 – Buisson Battault: intruso della giornata (offerto da Giancarlo Marino) e prima piacevole sorpresa. Naso inizialmente dolce con la vaniglia ancora in primo piano e la frutta matura. Passa poi al coquillage, pepe bianco, polvere da sparo, addirittura cenni di grafite. Col tempo e la temperatura più calda, si addolcisce di nuovo con note di crème brulée. La bocca è lo spot della rilassatezza, placida, ampia ma non prima di nerbo sapido-acido a sostegno. E’ una fotografia dell’annata ma ne è una magistrale interpretazione. 89/100

Chabllis Grand Cru Les Clos 2007 – Billaud Simon: vino della serata. Spettacolare da qualsiasi parte lo si veda. Preciso come un laser con la ventata salmastra che investe i turbinati, poi lo zolfo, l’ostrica, il cedro, il basilico e un fruttato aspro ma goloso di nespola. Bocca dritta come un fuso, tagliente ma che non rinuncia alla pienezza, alla polpa. Sorso completo, tridimensionale, pur viaggiando sulle ali della leggerezza. 94/100

Meursault 1er Cru Perrières 2007 – Vincent Dancer: un contadino in doppio petto ma con quella inconfondibile stretta di mano ruvida e vigorosa che scopri solo quando lo conosci. E’ il più sparato di tutti al naso, nel senso che la polvere da sparo qui c’è a manciate. Poi curioso il sentore di gomma (il palloncino sarebbe il descrittore esatto ma non esageriamo), vaniglia soffusa su un fondo di pepe bianco, sassoso e fruttato con il melone bianco in evidenza. In bocca svela la sua possenza, la sua interpretazione vigorosa e calda, senza mai cedere in sapidità e acidità che ne allungano sorso e persistenza. Esuberante. 91/100

Meursault 1er Cru Perrières 2007 – Roulot: lo stile del Domaine mi piace da matti, con la sua precisione e la ricercata freschezza. Non può essere esentato questo 1er Cru semi Grand Cru con di un naso soave, quasi poetico. C’è tutto, minuzioso e accurato, frutto di un cesellamento di coquillage, ferro, gesso, un mazzetto odoroso di erbe aromatiche, basilico, pepe. Tante cose, tutte insieme, si tenta di rincorrerle ma poi è la bocca che ti frega perché la bevibilità è assassina, goduriosa ma di classe, sapida. Finisce dietro un altro campione come il Clos ma è un bel testa a testa, per la serata e gli anni a venire. 93/100

Meursault 1er Cru Clos des Perrières 2005 – Grivault: Domaine ormai in ascesa da tempo presso gli appassionati. La prova però non è delle migliori, forse per una bottiglia problematica per un profilo dolce dolce con miele, albicocca, mais, addirittura zafferano e una nettissima banana flambè. Bocca larga, paciosa, con qualche passaggio a vuoto. Ok annata calda o semi-calda ma io un piccolo beneficio del dubbio lo concedo. Vade retro premox (“ossidazione prematura”). 87/100

Corton Charlemagne Grand Cru 2007 – Bonneau du Martray: ah che bellezza! Un Corton con tutte le sue cosine al posto giusto, non ha per ora il lampo del genio, il tocco di follia che ti può far perdere completamente la testa, a maggior ragione se ad imbrigliarlo è una gioventù evidente. Olfatto mineralissimo, gesso, pietra focaia, pesca e melone bianco. In bocca è la classica acqua cheta: entra quasi in punta di piedi, poi è letteralmente furioso nella carica sapida, molto lunga e agrumata. E da qui ti fa intravedere cosa potrà essere, per adesso ancora deve sgranchirsi. 92/100

Quintessence de Corton Charlemagne Grand Cru 2007 – Girardin: Quintessenza mastodontica. E’ tanto, quasi esagerato, possente e cingolato. Pirico e dinamitardo come si conviene, diventa balsamico e mentolato, con la tostatura che fa capolino a tratti. La bocca non smentisce l’interpretazione maschia, aggressiva quanto basta senza mai però svaccare su tostature evidenti o calorici eccessi. Non è il mio vino del cuore ma non gli si può negare personalità e un certo stile esecutivo. 90/100

Si è aperta la sequenza con un poco convincente Brut Nature Cumiéres 1er Cru di George Laval e si è chiuso con un per me eccellente Climens ’97, delizioso nell’equilibrio dolce-salato in bocca e con un olfatto gustosissimo, per la serie: oltre allo zafferano c’è di più. Con questa gentaglia ci si rivedrà probabilmente a settembre ma avverto un indiscutibile senso di disagio: ho già sete.

15 Commenti

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jovica todorovic (teo)

circa 12 anni fa - Link

E così anche sta volta a secco. Non hai bevuto quasi nulla. Interessanti le note. Una triste conferma per Grivault che non riesco a non considerare, almeno allo stato attuale delle cosa, piuttosto sopravalutato oppure, potrebbe soffrire un pochino l'ansia da prestazione nelle grandi annate o meglio nelle annate solari. Potrebbe essere un problema visto chela Borgogna come buona parte dell'Europa continentale sta acquistando una nuova confidenza con i caldi Africani. Grande sorpresa il Bonneau du Martray che, assaggiato qualche tempo fa, non sembrava promettere così bene. Adoro Roulot peccato se ne trovi così poco (se volete bere bene a Bordeaux spendendo meno di quanto spendereste in Borgogna consiglio Le St-James) mi riferisco in particolare a Roulot.

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alessandro bocchetti

circa 12 anni fa - Link

ricordo il Corton di Bonneau insopportabile all'uscita, come molti altri ultimi millesimi. tanto (troppo?) legno, un sentore di vecchia madia e centrini all'uncinetto, una struttura alcolica e dolce al palato difficilmente approcciabile (almeno per me), e agrume si, ma candito. qui lo leggo frizzante, nervoso e minerale, mah dovrò riassaggiarlo... Ciao A

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Alessio Pietrobattista

circa 12 anni fa - Link

Come hai ben intuito, le mie impressioni sono state opposte ma non l'ho bevuto all'uscita quindi non ho un termine di paragone. Tra l'altro era in confronto con vini anche molto sottili e una tale differenza si sarebbe sentita, cosa avvenuta con Girardin per esempio. :-)

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alessandro bocchetti

circa 12 anni fa - Link

infatti sono curioso di assaggiarlo... :D ciao A

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alessandro bocchetti

circa 12 anni fa - Link

si sarà smagrito con l'età... :D

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Alessio Pietrobattista

circa 12 anni fa - Link

chiamame, così se non te piace me meni in diretta! :-D

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Adolfo

circa 12 anni fa - Link

prova a dare un altro giudizio positivo sui 2009 bianchi e ti vengo a cercare...:-)

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

io ho prenotato tutti 2010... credo di sfuggire ai tuoi strali

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Alessio Pietrobattista

circa 12 anni fa - Link

E perchè Ado'? I bianchi 2009 in genere sono pesantucci e le belle interpretazioni vanno premiate e sottolineate, i 2010 saranno un filo meglio a occhio e croce... ;-)

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Adolfo

circa 12 anni fa - Link

'crociamo i diti per i mersault di Pacalet allora...

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Francesco Fabbretti

circa 12 anni fa - Link

e con i rossi prenotati già mi preparo a far festa: Chandon de Briailles CORTON Grand Cru Le Marechaudes Chandon de Briailles PERNARD-VERGELESSES 1er cru Ile des Vergelesses Chandon de Briailles SAVIGNY-LES-BEAUNE 1er cru Lavieres Mugnier CHAMBOLLE MUSIGNY Village Mugnier NUITS-SAINT-GEORGES 1er Cru Clos de la Marechale Mugneret-Gibourg CLOS VOUGEOT Grand Cru Mugneret-Gibourg VOSNE-ROMANEE Rossignol-Trapet BEAUNE 1er cru Theurons Rossignol-Trapet GEVREY-CHAMBERTIN Village e qualche extra Borgogna Jean & Louis Chave HERMITAGE rouge Clos de Pape Chateauneauf du Pape CHAPOUTIER Hermitage "Monier de la Sizeranne" CHAPOUTIER Ermitage Rouge "Le Pavillon" per l'appunto tutti 2010

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Alessio Pietrobattista

circa 12 anni fa - Link

La selezione borgognona mi sembra di conoscerla... ;-) E ovviamente mi trova molto d'accordo!

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armando trecaffé

circa 12 anni fa - Link

grande come sempre - e stavolta ci mettiamo anche un pizzico d'invidia....

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Ignazio Anglani

circa 12 anni fa - Link

Che bello esser stato in Borgona ed aver avuto la "soffiata" di un pò di acquisti ben centrati di bianchi del 2007!

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Gabriele Succi

circa 12 anni fa - Link

@ Alexer3b A' laido bianchista...te tratti bene con i borgogna, eh! E io che pensavo che fossi un amante del bianchetto de li castelli... :lol:

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