Letteratura | Tre romanzi che ogni appassionato dovrebbe leggere

di Jacopo Cossater

Romanzi in cui il vino fa da sfondo alle vite dei protagonisti, libri imperdibili. Perché per fortuna non si vive di sole guide.

John Fante, La confraternita dell’uva

La California e il suo entroterra, così vicino alle campagne toscane, rappresentato perfettamente da Angelo Musso e dal suo chiaretto. Non è un romanzo sul vino però, quello è elemento che rimane sullo sfondo e nel bicchiere, mai protagonista anche se compagno di tutta la vita dei protagonisti. La confraternita dell’uva è prima di tutto il racconto del conflittuale rapporto tra padre e figlio, una storia di progetti e fallimenti. E Fante, ancora una volta, riesce a dare quel suo tocco di leggerezza anche alle storie più drammatiche e toccanti. Capolavoro.

“Maestosamente piegato, il mio vecchio giaceva su una sedia di vimini, sbronzo fradicio, con le braccia abbandonate sui braccioli. Era come un patrizio dell’antica Roma (..). Uno davanti all’altro, seduti su panche, c’erano i quattro zoticoni del caffè Roma: Zarlingo, Cavallaro, Antrilli e Benedetti. Erano tutti strafatti, ma sotto controllo, e tracannavano da grossi boccali. Sul lungo tavolo erano sparsi boccioni di vino e vassoi di roba da mangiare: salame, salsicce, prosciutto, pane e pasticciotti all’anice. Avevano banchettato a lungo e bene nel gran caldo, tra i grappoli troppo maturi di uva moscatello che pendevano dalla vigna.”

Rex Pickett, Sideways

Sì, anche io ho amato follemente il film e la scena in cui Paul Giamatti beve Cheval Blanc al fast food rientra tra le mie preferite di sempre. Ma il libro è capace come spesso accade di andare più in profondità. Di raccontare molti più aneddoti, tanto divertenti quanto capaci di caratterizzare i diversi personaggi. La trama è quella che tutti conosciamo, “una spensierata settimana di vacanza fra i vigneti della vallata californiana di Santa Ynez a suggellare l’addio al celibato di Jack, dongiovanni esuberante, insieme all’amico di lunga data Miles, grande esperto di vino, insegnante e scrittore frustrato, reduce da un divorzio e incapace di guardare avanti e affrontare realmente il futuro”. Piacevolissimo, è uno di quelli da leggere senza timori anche dopo averlo visto. E poi è viaggio che idealmente dovremmo fare tutti.

“Non potrei frequentare una donna a cui non piace il Pinot. E’ come iniziare una relazione con una a cui fa schifo il sesso orale.”

Joanne Harris, Vino, patate e mele rosse

Dall’autrice di Chocolat la storia di un giovane scrittore inglese che, alle prese con un libro che non decolla e un rapporto amoroso in crisi, decide di abbandonare Londra per trasferirsi in un paesino del Sud della Francia. Un altro viaggio, ma dentro se stesso. Joanne Harris ha quella capacità di saper descrivere con rara magia sapori e profumi. Sa raccontare paesaggi ed atmosfere che alla fine sembrano quasi essere dipinti sulle pagine. E poi un narratore particolare, una bottiglia di vino che racconta quello che le succede intorno. Un libro da leggere più per le atmosfere che per la trama, magari dal sapore già sentito.

Il vino parla. Lo sanno tutti. Guardati in giro. Chiedilo all’indovina all’angolo della strada, all’ospite che non è stato invitato alla festa di nozze, allo scemo del villaggio. Parla. E’ ventriloquo. Ha un milione di voci. Scioglie la lingua, svela segreti che non avresti mai voluto raccontare, segreti che non sapevi nemmeno di conoscere. Grida, declama, sussurra.

Poi, certo, ci sarebbe anche un altro monumento della letteratura contemporanea americana che si dedica da tempo all’argomento (purtroppo però è volume non tradotto in italiano). Mi riferisco a Jay McInerney e alla sua raccolta di articoli “A Hedonist in the Cellar: Adventures in Wine“. Oppure un altro romanzo da cui è stato prodotto un film, lo abbiamo visto tutti: “Un’ottima annata” di Peter Mayle. O gli italianissimi “Di viole e liquirizia” di Nico Orengo e “Se domani farà bel tempo” di Luca Bianchini, ma ne sto certamente dimenticando più di uno. Idee per allungare questa (breve) lista?

Jacopo Cossater

Docente di marketing del vino e di giornalismo enogastronomico, è specializzato nel racconto del vino e appassionato delle sue ripercussioni sociali. Tra gli altri, ha realizzato i podcast Vino sul Divano e La Retroetichetta, collabora con l'inserto Cibo del quotidiano Domani e ha cofondato il magazine cartaceo Verticale. Qui su Intravino dal 2009.

45 Commenti

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Eccolo qui: Da Ritorno a Brideshead di Evelyn Waugh (la traduzione é mia), Rex e Charles sono i rappresentanti di due mondi diversi, entrambi amano la stessa donna, ma hanno del vino in particolare e della vita in generale due visioni opposte. Per me la descrizione della cena a Parigi ed in particolare il pezzo che segue sono emblematiche. "Il cognac non apparteneva al gusto di Rex. Era chiaro e pallido e ci venne portato in una bottiglia priva di sporcizia e cifre napoleoniche. Aveva solo uno o due anni più di Rex e imbottigliato tardivamente. Ce lo versarono in bicchieri sottili a forma di tulipano dalla capacità modesta. "Il Brandy é una delle cose di cui mi intendo un poco." disse Rex."Questo ha un brutto colore. Inoltre, non lo posso assaggiare in questo ditale." Gli portarono un balloon grande come la sua testa. Lo fece scaldare sopra la lampada a spirito. Quindi fece roteare lo splendido liquido, sotterrò la faccia negli effluvi e dichiarò che apparteneva alla categoria di liquore a cui a casa sua si aggiungeva la soda. Allora, vergognosamente, tirarono fuori dal suo nascondiglio una bottiglia ampia e coperta di muffa, quella che tenevano da parte per i tipi come Rex. "Ora ci siamo," commentò, torneando la mistura melassosa fino a lasciare un anello scuro sui lati del bicchiere. "Hanno sempre qualcosa del genere nascosto, ma non te lo tirano fuori fino a che non insisti. prendine un po'". "Grazie ma sono felice di questo": "Bah, é un crimine berlo se non sai apprezzarlo.". Accese il suo sigaro e sì appoggiò all'indietro, in pace con il mondo; anch'io ero in pace in un mondo diverso dal suo. Entrambi eravamo felici." E' inutile specificare a quale dei personaggi mi sento più vicina, dinosauramente parlando.

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antonio peppino

circa 5 anni fa - Link

sei il number 1

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Emanuele C.

circa 13 anni fa - Link

Il libro di John Fante lo amo. Ma non parla di vino: è solo un pretesto per parlare della famiglia. L'immagine che si dà del bevitore è quella dell'ubriacone, non del gaudio e giocoso sollazzo della vita. Idem per SIDEWAYS.

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Nic Marsèl

circa 13 anni fa - Link

Concordo, questa è un po' tirata per i capelli (che non ho più). John Fante va comunque letto a prescindere. Bizzarro che "La confraternita dell'uva" sia uscito in Italia prima come "la confraternita del chianti".

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armando trecaffé

circa 13 anni fa - Link

L'ho presa un po' alla larga ma, cara NN, perché andare sempre dagli ammerigani quando questo pezzo ellenico è epocale (cit. Morichetti et alia). P.S. Hai ricevuto la mia risposta alla comunicazione di servizio? Allora io standogli accanto dissi al Ciclope, tenendo con le mani una ciotola di nero vino: «Su, bevi il vino, Ciclope, dopo aver mangiato la carne umana, perché tu sappia che bevanda è questa che la nostra nave serbava15. Te l’avevo portato in offerta, semmai impietosito mi mandassi a casa. Ma tu sei insopportabilmente furioso. Sciagurato, chi altro dei molti uomini potrebbe venire in futuro da te? perché non agisci in modo giusto». Dissi così, lui lo prese e lo tracannò16: gioì terribilmente a bere la dolce bevanda e me ne chiese ancora dell’altro: «Dammene ancora, da bravo, e dimmi il tuo nome, ora subito, che ti do un dono ospitale di cui rallegrarti. Certo la terra che dona le biade17 produce ai Ciclopi vino di ottimi grappoli, e la pioggia di Zeus glielo fa crescere. Ma questo è una goccia di ambrosia e di nettare18!». Disse così, e io di nuovo gli porsi il vino scuro. Gliene diedi tre volte, tre volte lo tracannò stoltamente. Ma quando il vino raggiunse il Ciclope ai precordi19, allora gli parlai con dolci parole: «Ciclope, mi chiedi il nome famoso, ed io ti dirò: tu dammi, come hai promesso, il dono ospitale. Nessuno è il mio nome. Nessuno mi chiamano mia madre e mio padre e tutti gli altri compagni».

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Evelyn Waugh é tutto meno che ammerregano. Se hai letto il libro sai di cosa parlo. Altrimenti te lo spiego a Verona. Il mio nome é Nessuno fa il pari con il capitano Nemo e di striscio anche con Nelle Nuvole. Ricevuta risposta e ri-risposto.

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kenray

circa 13 anni fa - Link

"...e l'unica vera amica che ho è quella che mi teneva la testa mentre svomavo al sapor di cocaina. Il vino che avevamo bevuto era acido e di un color rosso sangue di zombie. Pessimo quanto troppo alcolico. Si chiamava barollo o barotto o roba simile. L'ho fatto bere a Federica e l'ho ubriacata di brutto solo per farmi fare un p...." tratto da cronache Punk aka l'amore ai tempi della collera non cercatelo, non c'è. altro che sti melensi autori snob byez

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Ken, continua a delirare dopo sniffate acetilsaliciliche. Qui si parla di vino non di merda.

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Leonardo

circa 13 anni fa - Link

John Fante sarebbe un melenso autore snob? Mi devo esser perso qualcosa...

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kenray

circa 13 anni fa - Link

siete vecchi oltrepassati chuck palahniuk al confro dell'autore di cronache punk è uno scrittore di favole per bambini eh si il vino è solo un pretesto per raccontare merda byez

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Anfibio griffato barricadero, non c'incanti. Sotto una vernice trasgressiva batte un cuore padano, milanista e prosecchista. Quanto di più normale e rassicurante.

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Leonardo

circa 13 anni fa - Link

Ben detto Nuvoletta. Rompiamogli un po' le scatole che magari gli vien voglia di riprendere in mano qualche "classico" eheh

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Marossi

circa 13 anni fa - Link

“…e l’unica vera amica che ho è quella che mi teneva la testa mentre svomavo al sapor di cocaina. Il vino che avevamo bevuto era acido e di un color rosso sangue di zombie. Pessimo quanto troppo alcolico. Si chiamava barollo o barotto o roba simile. L’ho fatto bere a Federica e l’ho ubriacata di brutto solo per farmi fare un p….” Non è questione di essere vecchi o nuovi, quest'esempio di prosa fa semplicemente schifo. Meno male che non c'è, perché se ci fosse, un libro del genere, bisognerebbe disinventarlo.

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kenray

circa 13 anni fa - Link

c'è lo zapping anche per le letture. io non sopporto bret easton ellis ad esempio. tira dritto va.

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Marossi

circa 13 anni fa - Link

Guarda, tu scrivi meglio dell'autore in questione (ammesso che non sia tu dopo sbronza). "L'ho fatta ubriacare di brutto" è roba da sms di adolescente scemo, i libri sono diversi, punk o non punk. Peraltro Kenray sei uno tosto, con le parole, quindi tu mi stupisci Agata.

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kenray

circa 13 anni fa - Link

da cronache punk "Ah. Se trovate la vostra vita “boring”, non prendetevela con il mondo, ma con i vostri livelli di serotonina. La gente ha bisogno del pre party, del party e dell'after party per fare tutta la sera cose basicalmente identiche, con le stesse persone, ma in location diverse, per dare a se stesse l'illusione di “cambiamento” “esclusività” “appartenenza all'elite” quindi sostanzialmente ancora un ennesimo , consunto, lagnoso comportamento da inserire nella casellina dei compulsivi aka tossici. La vita è pallosa perchè VOI siete pallosi". Marossi se e quando avremo tempo tento di spiegarti il punk. il vino e il punk. la musica e il punk. byez

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Leonardo

circa 13 anni fa - Link

Caro ken, si è "punk nella testa, non nella cresta". Il tuo stile è punk, ma la roba che citi è punk come lo erano i sex pistols, cioè zero. Il punk basta a se stesso, non gliene frega "gnente" del livello di pallosità altrui, o di quando siano vecchi o poco alternativi. Se vai in giro a sbandierare il tuo essere punk hai già perso, se lo vuoi spiegare, il punk, hai già perso. Vai con lo stile "kenray" che andavi benissimo fin qui, lascia stare il punk che è meglio vai.

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kenray

circa 13 anni fa - Link

io punk? forse studioso del fenomeno punk non certo sulla scena off con mezzo secolo di vita sulle spalle ripigliatevi gente cercate di non leggere una riga si e una no

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Leonardo

circa 13 anni fa - Link

ah ah, ma non eri tu quello che diceva che si può fare zapping anche nelle letture :-) Suvvia ken non ti inquietare, e comunque non è che c'è un limite di età per essere punk eh.

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kenray

circa 13 anni fa - Link

leon ascolta ho detto qualche rigo più su che sta roba melensa a me non piace e che preferisco letteratura spazzatura punk come alternativa. non sono punk, ahimè e me ne pento però conosco il fenomeno molto bene. inside direbbe qualcuno per frequentazioni, letture, ascolto di musica, ammesso che si possa chiamare cosi, coincidenza di alcune correnti di pensiero. diciamo più da sociologo cosi, forse, capisci. detto questo il mio stile non è uno stile. non sono uno scrittore a malapena conosco la grammatica. le mie consecutio fanno ridere i polli e non bevo lambrusco però tifo milan e questo mi riqualifica alla grande. byez

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Leonardo

circa 13 anni fa - Link

Sì ma vedi ken, il tutto è partito perchè non mi torna "melenso" associato a John Fante. Tutto lì. Poi lo stile è stile, che c'entrano le consecutio e la grammatica? Io scrivo normale, lo stile non si nota, te scriverai sgrammaticato (non mi pare) me sei tutto stile, ti si riconosce a bestia anche senza leggere il nome di chi ha postato.

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Nic Marsèl

circa 13 anni fa - Link

Ken, i libri di John Fante hanno anche una bella dose di ormoni maschili e sottile autoironia, potrebbe piacerti.

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Marossi

circa 13 anni fa - Link

No grazie, il punk mi interessa meno di zero. Sono di un'altra parrocchia. Il pezzo che hai scritto è già meglio, ma ribadisco: questo non è capace, e dice cose già lette usando un lignuaggio che a me, felice digiuno di punk, pare semplicemente sciatto e pseudo giovanilistico, con amarcord anni '80.

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kenray

circa 13 anni fa - Link

i pezzi non sono miei. se interessa vi do le coordinate e ve li andate a leggere io li reputo interessanti e degni dia vere un posto da qualche parte nel panorama letterario. sono scritti infantili e a volte sopra le righe oppure inutilmente giovanilistici. ma tant'è. si può leggere di tutto e si può apprezzare sia stirner che john shyrley e per un onnivoro come me vanno bene sia tex willer che morichetti

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Giodemu

circa 13 anni fa - Link

Aggiungerei "Di viole e liquirizia" di Nico Orengo, per chi ama le Langhe, ma non solo.

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Allo sconosciuto Evelyn Waugh, che comunque scriveva di altre cose e solo en passant di vino, mi permetto di aggiungere qualcosa di più recente: The vintner's luck - Elizabeth Knox Ne hanno fatto anche un film che non ho visto. Il libro non é certo un capolavoro, ma si legge velocemente e rende abbastanza bene l'atmosfera in Borgogna nel periodo napoleonico. E' comunque superiore a qualsiasi cosa scritta da Peter Mayle. Unico neo, non so se sia stato tradotto in italiano.

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Flachi10

circa 13 anni fa - Link

Mi permetto anche io di aggiungere un libro (per altro già recensito da questo blog) che mi è piaciuto ma certamente non è rimasto impresso nel cuore, solo un libro carino e da leggere: L’irresistibile eredità di Wilberforce di Paul Torday. "non sono un alcolizzato, mi piace il Bordeaux!“

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

Per me è bellissimo. Forse varrebbe la pena leggerlo e rileggerlo. Chi lavora con il vino e ha l'opportunità di bere (e il rischio di esagerare) non potrebbe evitare di provare un effetto "pugno nello stomaco" leggendo quel libro

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Leonardo

circa 13 anni fa - Link

Concordo assolutamente. Il lato oscuro del piacere del vino Leggetelo

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Simone F

circa 13 anni fa - Link

ehm...Vino al vino di Soldati? Ma anche Le vie del vino di Nossiter (ok è praticamente un racconto nel racconto cinematografico però..).

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Flachi10

circa 13 anni fa - Link

Bene. Lo ammetto pubblicamente... stasera, dopo aver letto il post pomeriggio, ho visto per la prima volta Sideways... me ne vergogno, ho aspettato 29 anni di vita. A questo punto mi spiegate una cosa? perchè cazzo declama tanto il Pinot Nero e poi la bottiglia del cuore che tiene in cantina da 200 anni è un Cheval Blanc!? penso che stanotte non dormirò! :D

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Fabio Cagnetti

circa 13 anni fa - Link

è il famoso paradosso borgognone. Se chiedi ai più navigati amanti della Borgogna quali siano i più grandi vini bevuti nella loro vita, vedrai che i Bordeaux apparentemente usciti dalla porta rientrano almeno in parte dalla finestra. Ma saranno, invariabilmente, maturi, molto maturi.

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mircolucamarini

circa 13 anni fa - Link

Bravo Fabio.

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Enrico

circa 13 anni fa - Link

"Sapere di vino" - Giacomo Tachis Non è un romanzo ed il vino non fa da sfondo...insomma da leggere! ;)

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Titty

circa 13 anni fa - Link

La leggenda del Santo Bevitore. Non è un libro che celebra il vino, ma le miserie dell'animo umano, la caducità delle scelte, le promesse infrante. Un libro che ho amato tantissimo, un autore meraviglioso.

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mircolucamarini

circa 13 anni fa - Link

Un capolavoro.

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Francesco

circa 13 anni fa - Link

Do il mio piccolo contributo - Il Barone di Branquinho da fonseca, sellerio - sotto il vulcano di malcom lowry, centra poco con il vino e molto con il mezcal e l'ossesione alcolica, enorme ciao

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Marossi

circa 13 anni fa - Link

Beh, ossessione alcolica per ossessione alcolica, direi l'opera omnia di Buckowsky, che non dovrebbe spiacere a Ken Ray

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Nic Marsél

circa 13 anni fa - Link

Beh, comincia a scriverlo correttamente :-)

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giulia

circa 13 anni fa - Link

....non ti curar di loro, anzi...godi e passa. "stanca ed enormemente schifata di tutto, delle stratosferiche cazzate che vi raccontate per sentirvi "diversi" e sentirvi migliori, la corsa all'imbecillità. schifata anche di chi sta sempre dietro l'angolo e manda allo scoperto il suddito schiavo e scemo di turno. uomini e donne che si vestono e travestono da spadaccini eroici e in verità sono soltanto delle nullità alle quali hanno perfino affibbiato un nome, un cognome, un codice fiscale. Il baratro della solitudine ai limiti della follia per poter acaparrare a piene mani. vetrine cretine, equazioni assurde, tutti espertissimi di cinema, di f..., di finta cultura con le solite e gratuite citazioni del c.... Noia, noia ed ancora noia. Chi è mai l'autore di queste parole? Qualcuno sa dirmi da quale libro sono state estrapolate queste parole? Grazie.

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Il nome dell'autore o dell'autrici lo ignoro, mi interesserebbe molto conoscerlo, per evitarlo. Ma ognuno può leggere e scrivere quel che gli pare. Un solo quesito esistenziale: "Che c'azzecca col vino, anche in senso lato"? ps "baratro della solitudine", "ennesimo, consunto, lagnoso comportamento da inserire nella casellina dei compulsivi", troppe parole e troppo lunghe. Se si vuole creare un vero effetto stringibudella punk, il vocabolario non é questo.

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kenray

circa 13 anni fa - Link

vero

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Rob

circa 13 anni fa - Link

"Un bicchiere e una passera", Luciano Spadanuda, Coniglio Editore...

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Nereo Pederzolli

circa 13 anni fa - Link

provate lo scanzonato 'sex and the wine' della godosa trentina francesca negri

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Dario

circa 11 anni fa - Link

Gaetano Cappelli, Storia controversa dell'inarrestabile fortuna del vino Aglianico nel mondo. Piacevolissimo!

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